SwitchBot Hub Mini Smart Remote è un dispositivo intelligente che ti consente di rendere intelligente la TV ed il condizionatore per comandarli con smartphone e voce tramite Alexa e Google Home in modo molto semplice ed economico: scopri come fare nella mia recensione e guida completa.
SwitchBot: una famiglia unica di prodotti per la domotica
La domotica dai fa te è assolutamente dominata da sistemi che, per realizzare l’automazione degli apparecchi elettrici esistenti di casa, richiede un intervento più o meno invasivo sull’impianto elettrico di casa che potrebbe non essere alla portata di tutti.
Le soluzioni poco invasive più comuni sono le seguenti:
presa smartda inserire a monte dell’alimentazione elettrica di un elettrodomestico
Ci sono pero’ innumerevoli casi in cui l’automazione non sarebbe proprio possibile a meno di non sostituire il dispositivo esistente:
un apparecchio totalmente meccanico
un dispositivo dotato solamente di pulsanti o interruttori di comando manuali
SwitchBot è una start-up cinese nata qualche anno fa proprio per soddisfare tutte queste esigenze con delle soluzioni sostanzialmente uniche sul mercato.
Al centro di tutto vi è lo SwitchBot Bot, un piccolo interruttore intelligente alimentato con batteria dotato di una levetta che, grazie al collegamento bluetooth, può essere azionato mediante smartphone e dunque in grado di agire a distanza come se fosse il nostro dito a premere un interruttore o pulsante!
Interruttore intelligente SwitchBot Bot con un pulsante
Tutti i dispositivi SwitchBot utilizzando la connettività Bluetooth Low Energy (BLE) che permette di massimizzare la durata della batteria e supportare una rete mesh di tutti i dispositivi presenti in casa.
La gestione su smartphone avviene mediante l’app SwitchBot, disponibile per Android ed iOS:
[appbox googleplay com.theswitchbot.switchbot]
Per risolvere un secondo scenario di automazione altrettanto comune, è stato ideato lo SwitchBot Curtain che con un piccolo motore consente di aprire e chiudere le tende.
Per poter gestire i dispositivi ovunque vi troviate e mediante Alexa, Google Home, Siri e IFTTT è stato aggiunto lo SwitchBot Hub Mini che funziona da gateway verso internet nonché, come vedremo, da telecomando universale WiFi.
Al fine di poter interagire con l’ambiente esterno, il sistema è dotato di sensori e di comandi remoti:
Meter: termometro ed igrometro
Meter Plus: termometro ed igrometro con display maggiorato
La piattaforma SwitchBot permette i seguenti scenari di automazione della vostra casa:
gestire i vostri dispositivi da remoto mediante lo smartphone ovunque vi troviate e non solamente mentre siete in casa
comandare gli SwitchBot con la voce ed integrare altri dispositivi smart tramite Alexa, Google Home e Siri
integrare i dispositivi SwitchBot con altri smart device tramite IFTTT
Per tutti questi scenari è necessario mettere in comunicazione i dispositivi tramite internet e cloud: la soluzione è lo SwitchBot Hub Mini Smart Remote:
Ovviamente anche in questo caso lo SwitchBot Hub Mini Smart Remote si distingue in positivo rispetto al mercato: avrete infatti a disposizione, in un prodotto unico, anche un telecomando universale WiFi per clonare tutti i telecomandi ad infrarossi di casa e poter rendere smart TV, climatizzatore e decoder satellitare.
Con lo SwitchBot Hub Mini Smart Remote il sistema di domotica fai da te è completo per rendere smart anche TV e condizionatore
Installazione e configurazione iniziale SwitchBot Hub Mini Smart Remote
Assumendo che disponiate già dell’app, la procedura di installazione e configurazione iniziale dello SwitchBot Hub Mini risulta la seguente:
Collegate lo SwitchBot Hub ad un alimentatore USB mediante il cavetto in dotazione
Premete a lungo il pulsante sullo SwitchBot Hub: il LED sulla parte superiore del dispositivo comincerà a lampeggiare velocemente per conferma
Aggiungete lo SwitchBot Hub sull’app completando l’operazione con l’inserimento delle credenziali per il collegamento WiFi della vostra abitazione
L’operazione viene confermata anche dal LED acceso in modo fisso sul dispositivo
Nel caso vogliate gestire apparecchi tramite infrarossi, posizionate il dispositivo in un punto in cui abbia visibilità diretta degli stessi
Tutta la procedura di installazione e configurazione iniziale e’ presente in questa video guida:
Vi prego di notare come le icone di stato della home dell’app siano cambiate per indicare che la connessione tra lo smartphone ed i dispositivi avviene tramite il cloud:
Disattivando le connessioni di rete sullo smartphone posso simulare la connessione diretta ai dispositivi mediante Bluetooth (con relativa icona di stato). Notate come sull’app sia anche indicata l’intensità del segnale di collegamento:
Nel caso abbia la necessità di effettuare il factory reset dello SwitchBot Hub Mini premente il pulsante a bordo per almeno 15 secondi.
Utilizzo di SwitchBot Hub per rendere smart TV e condizionatore
Vediamo come clonare il telecomando TV con SwitchBot Hub Mini per rendere smart il nostro vecchio televisore seguendo una procedura del tutto guidata in cui selezionare uno dei modelli pre-registrati:
Completata l’operazione disporremo di un nuovo telecomando virtuale con cui comandare la nostra TV mediante lo smartphone. Nel caso nel modello predefinito siano assenti dei pulsanti possiamo integrarli mediante apprendimento successivo.
Mediante l’app SwitchBot e’ anche possibile:
pianificare un’attività periodica mediante uno dei telecomandi virtuali
visualizzare modificare la configurazione della connessione WiFi dello SwitchBot Hub
configurare il LED di stato del dispositivo
visualizzare lo storico delle operazioni effettuate
controllare ed aggiornare la versione del firmware del dispositivo
cancellare l’associazione del dispositivo con l’app
Date anche un’occhiata a questa valida video recensione dello SwitchBot Hub Mini:
La procedura per rendere smart il condizionatore è del tutto analoga.
Per quanto riguarda la configurazione e l’utilizzo di SwitchBot con Alexa, Google Home ed IFTTT vi rimando al mio articolo dedicato alla domotica SwitchBot.
Scopriamo insieme Shelly 1 V3, l’interruttore WiFi con contatto pulito, sempre più diffuso nella domotica fai da te a basso prezzo in Italia. Recensione e guida completa con schema elettrico di collegamento anche come pulsante e deviatore. Istruzioni app Shelly Cloud compatibile con Google Home ed Alexa. Confronto Sonoff Mini vs Shelly 1.
Lo Shelly 1 V3, di produzione europea sempre più diffuso nella domotica fai da te in Italia, e’ un interruttore WiFi a basso prezzo controllabile da remoto mediante smartphone con l’App Shelly Cloud, disponibile sia per Android che iOS, dotato di molte funzionalità:
Nella famiglia di dispositivi della Allterco ci sono diversi modelli di interruttori WiFi tra cui scegliere in base a:
numero di carichi elettrici controllabili indipendentemente
potenza elettrica massima degli apparecchi elettrici comandati
disponibilità di contatto pulito in uscita
misura dell’energia elettrica consumata dal carico elettrico controllato
I dispositivi smart Allterco permettono di controllare i nostri elettrodomestici di casa mediante il vostro smartphone con tre differenti modalità di collegamento:
Access Point: lo smartphone od il PC si collega direttamente all’access point WiFi del singolo dispositivo utilizzando poi, mediante browser, la web app incorporata nel dispositivo stesso
Locale: smartphone e dispositivi sono collegati al router WiFi di casa senza accedere ad internet
Cloud: i dati sono scambiati dal device con l’app sul vostro smartphone attraverso l’uso di un server in cloud attraverso il collegamento ad internet
Le modalità Access Point e Locale permettono di gestire i dispositivi anche in assenza di collegamento ad internet; con l’opzione Cloud potete gestire remotamente i device ovunque vi troviate.
Quando scegliete un interruttore WiFi oppure una presa intelligente, raccomando di porre sempre grande attenzione alla corrente elettrica massima gestibile direttamente da ciascun canale:
L’interruttore WiFi risulta quindi molto flessibile nell’installazione ad incasso anche in una scatola 503 esistente:
Shelly 1 V3 schema elettrico di collegamento
Osservando il dispositivo dall’alto verso il basso si possono osservare rispettivamente:
i morsetti per effettuare i collegamenti elettrici
i PIN per la configurazione del tipo di alimentazione
i contatti della porta seriale (per caricare un firmware alternativo)
I PIN sono coperti da un tappino di gomma removibile.
I morsetti per i collegamenti elettrici sono i seguenti:
O e I uscite per comandare un carico elettrico (contatto pulito)
SW ingresso per integrare un comando esterno
L ingresso per l’alimentazione di rete (fase)
N ingresso per l’alimentazione di rete (neutro)
E’ importante osservare che le uscite, a differenza del Sonoff Mini, costituiscono un contatto pulito, ovvero elettricamente isolato dall’alimentazione del dispositivo. Grande punto a favore nella sfida per il trono di re della domotica fai da te in Italia tra Sonoff vs Shelly.
Questo significa che avete una elevata flessibilità nei collegamenti e non dovrete ricorrere ad un relè esterno addizionale se non nel caso di carichi di potenza superiore a quella supportata dal dispositivo. In questo senso il device e’ molto simile all’Ankuoo REC.
La prima operazione da effettuare, col dispositivo rigorosamente non alimentato per evitare rischi di danneggiamento, e’ selezionare la tipologia di alimentazione elettrica agendo sul ponticello del PIN relativo:
Lo Shelly 1 V3 prevede le seguenti tipologie di alimentazione possibili:
110 – 230 V AC o 24 – 60 V DC
12 V DC
Nel mio esemplare la configurazione di fabbrica prevede l’alimentazione a 230 V AC: purtroppo i PIN non sono facilmente visibili ed accessibili per cui fate particolare attenzione per evitare danni:
Shelly 1 V3 schema elettrico di collegamento
Lo schema di collegamento base di un carico elettrico in corrente alternata e’ il seguente:
Siamo ora pronti a vedere lo schema di collegamento elettrico in tutti i possibili scenari di utilizzo all’interno di un impianto elettrico esistente come interruttore, deviatore, invertitore o relè grazie all’ingresso di cui l’interruttore WiFi e’ dotato.
In tutti i casi l’interruttore WiFi da incasso Shelly 1 V3, uno dei pochi tra quelli più usati nella domotica fai da te in Italia, diventa un elemento di comando aggiuntivo in grado di mostrare sempre lo stato della lampadina collegata.
Shelly 1 V3 Schema elettrico collegamento con interruttore
Il caso più semplice di impianto elettrico esistente e’ quello di una lampadina comandata da un solo punto mediante interruttore unipolare esistente (punto luce interrotto) a cui aggiungere lo Shelly 1 V3 per il controllo remoto:
Schema elettrico collegamento con deviatore
Vediamo ora come controllare tramite lo Shelly 1 V3 un punto luce deviato esistente comandato mediante due deviatori:
Ometto il caso del punto luce invertito ovvero comandato da tre punti in cui lo schema e’ del tutto analogo.
Schema elettrico collegamento Shelly 1 V3 come relè passo passo
E’ possibile comandare remotamente con lo Shelly 1 V3 una lampadina controllata mediante più pulsanti ed un relè passo passo (punto luce a relè):
Schema di collegamento punto luce a relè
Ci sono più opzioni possibili ma quella che raccomando prevede di sostituire il relè con uno Shelly 1 V3 al fine di poter disporre dello stato aggiornato del carico sull’app Shelly Cloud:
Nel caso sia necessario, potrete procedere al Factory Reset mediante l’app Shelly Cloud: per effettuare la rimozione dello Shelly 1 V3 dal profilo e ripristino delle impostazioni di fabbrica
Nel caso in cui non riusciate più a raggiungere il vostro dispositivo mediante l’app o l’interfaccia web, ad esempio avendo aggiornato in modo errato le credenziali WiFi, potete procedere al reset dello Shelly 1 V3 in modalità fisica:
se alimentato, togliete e ripristinate l’alimentazione
entro 1 minuto, premete per 5 volte il pulsante (o interruttore) collegato all’ingresso SW
a conferma dell’avvenuto reset dello Shelly 1 V3 ne sentirete scattare il relè interno col ritorno alla modalità Access Point
Sonoff vs Shelly: il re della domotica WiFi in Italia ?
Dopo questa lunga recensione e guida mi permetto un confronto sintetico col rivale più utilizzato nella domotica WiFi in Italia: Sonoff vs Shelly:
gli interruttori WiFi Shelly sono più versatili dei Sonoff in quanto sono integrabili direttamente in un circuito elettrico esistente (grazie ad un ingresso dedicato ed al contatto pulito in uscita); fa eccezione il nuovo Sonoff Mini che ha caratteristiche analoghe di integrazione con impianti elettrici esistenti
il livello di miniaturizzazione degli Shelly e del Sonoff Mini ne consente l’installazione quasi ovunque
il prezzo dei Sonoff sono a tutt’oggi molto più bassi degli Shelly 1 V3 ed in molti scenari possono essere utilizzati senza problemi
Shelly non supporta IFTTT e questa e’ una limitazione per integrazione di dispositivi smart eterogenei
l’Ankuoo REC e’ un concorrente diretto per quanto la sua evoluzione di prodotto pare ormai ferma
ci sono caratteristiche avanzate interessanti (upgrade firmware facilitato, API) che pero’ non interessano l’utilizzatore medio
Secondo voi chi vince la sfida Sonoff vs Shelly tra gli interruttori WiFi più utilizzati in Italia ?
ITead ha lanciato la nuova generazione di interruttore WiFi a 2 canaliSonoff Dual R3: scopriamolo in modo approfondito per capire cosa lo renda il rivale d’eccellenza, anche per l’uso con le tapparelle elettriche, per il popolare Shelly 2.5 ed il suo sostituto Shelly Plus 2 PM.
Sonoff Dual R3: caratteristiche interruttore WiFi a 2 canali con misurazione consumi e gestione tapparelle elettriche
Oltre al consueto insieme di funzionalità comuni a tutta la famiglia di dispositivi Sonoff:
Per completezza riporto anche i dati relativi ai carichi massimi gestibili dal Sonoff Dual R3:
potenza massima per canale di uscita: 2.200 W (10 A)
potenza massima di uscita totale: 3.300 W (16 A)
Il Sonoff Dual R3 supporta anche la modalità DIY per il controllo diretto del dispositivo tramite rete locale e senza necessariamente utilizzare i servizi in cloud CoolKit eWeLink: se volete provare potente anche leggere la mia guida a Sonoff eWeLink Home Assistant.
Esiste anche una versione “ridotta” Sonoff Dual R3 Lite che è priva della misurazione di potenza / consumo elettrico e della protezione da sovraccarichi: è sicuramente pensata per la sola integrazione come comando intelligente in un impianto elettrico, ma la differenza di prezzo è marginale.
Leggi anche il mio articolo sulla versione precedente di interruttore a 2 canali Sonoff Dual R2.
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Unboxing
L’estetica del Sonoff Dual R3 è diversa da tutti i modelli ITead precedenti ed è probabilmente maggiormente adatta all’installazione ad incasso in una scatola, magari esistente, dell’impianto elettrico:
Sonoff Dual R3
L’interruttore intelligente viene anche fornito di un comodo supporto in plastica per facilitarne l’installazione a muro oppure su un binario DIN all’interno di un quadro elettrico:
Sul dispositivo sono chiaramente riconoscibili, andando dall’alto verso il basso:
Morsetti collegamento comandi esterni (S2, S1)
Pulsante per accoppiamento / factory reset
LED di stato primo canale di uscita (rosso)
LED stato secondo canale di uscita (rosso)
LED di stato connettività (blu)
Morsetti collegamento alimentazione (N in, L in)
Morsetti canali di uscita (L in, L Out 2, L Out 1)
Purtroppo le dimensioni del Sonoff Dual R3 sono lievitate rispetto a quelle del piccolo Sonoff Mini R2 e soprattutto sono davvero abbondanti se confrontate con un concorrente diretto a 2 canali come il nuovo Shelly Plus 2 PM ed il sempreverde Shelly 2.5:
Dimensioni Sonoff Dual R3 vs Shelly 2.5 vs Sonoff Mini R2
Dispositivo
Larghezza
Altezza
Profondità
Sonoff Dual R3
54 mm
49 mm
24 mm
Sonoff Mini R2
43 mm
43 mm
20 mm
Shelly Plus 2 PM
42 mm
38 mm
17 mm
Shelly 2.5
42 mm
36 mm
14 mm
Il risultato è che l’installazione di un Sonoff Dual R3 all’interno di una scatola 503 con dei moduli di comando già presenti risulta davvero difficoltosa per dirla con un eufemismo:
Per l’installazione è meglio puntare direttamente ad un scatola di derivazione, al quadro elettrico oppure al cassonetto delle tapparelle.
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Teardown
Come già fatto per altri dispositivi smart di casa ITead, ho voluto approfondire i dettagli costruttivi interni del Sonoff Dual R3 ma senza evitare di fare danni ricorrendo alla documentazione pubblica presente nella certificazione FCC del dispositivo (2APN5DUALR3). Da notare come il dispositivo abbia le certificazioni FCC, RoHs e CE.
Aprendo il guscio in plastica del dispositivo possiamo vedere quali siano i componenti presenti :
Sonoff Dual R3 teardown
In particolare si vede che il Sonoff Dual R3 è stato suddiviso tra:
scheda principale con i componenti elettronici di potenza ed i morsetti di collegamento elettrico
schedina secondaria fissata in verticale con la parte di controllo e connettività
Osservando la scheda principale sul lato inferiore si possono notare:
la presenza del chip per la la misura delle grandezze elettriche (BL0930)
la connessione dei due morsetti L in, uno di ingresso ed uno di uscita, che quindi sono del tutto equivalenti per il collegamento esterno
Ponendo ora l’attenzione sulla schedina di controllo e connettività del Sonoff Dual R3 possiamo riconoscere l’MCU Espressif ESP32 con connettività Bluetooth e WiFi integrata:
Questo significa che l’accoppiamento iniziale del Sonoff Dual R3 con eWeLink potrà sfruttare temporaneamente la connessione Bluetooth con lo smartphone semplificando sicuramente di molto l’operazione rispetto a dispositivi di generazione precedente che potevano utilizzare esclusivamente il WiFi (supportata ad esempio dalla MCU ESP8285). Come vedremo successivamente il firmware CoolKit eWeLink prevede normalmente l’utilizzo esclusivamente della connettività WiFi.
Accoppiamento Sonoff Dual R3 con eWeLink
Nel caso non lo abbiate ancora fatto è necessario preliminarmente aver installato sul proprio smartphone ed essersi registrati all’app eWeLink; per i dettagli leggi la mia guida ad eWeLink App.
Una volta che avrete alimentato il dispositivo collegandolo all’alimentazione di rete, entrerà automaticamente nella modalità di associazione tramite Bluetooth indicata da due lampeggi brevi ed uno lungo cicli di del LED di stato:
Il dispositivo uscirà dalla modalità di associazione se non completate l’accoppiamento con eWeLink entro tre minuti.
Per entrare nuovamente in modalità accoppiamento basta premere il pulsante sul dispositivo per almeno 5 secondi fino a quando il LED di stato comincerà ciclicamente con due lampeggi brevi ed uno lungo.
A questo punto potete aggiungere un nuovo dispositivo su eWeLink selezionando l’accoppiamento mediante Bluetooth:
A questo punto il vostro smartphone cercherà tutti dispositivi circostanti che sono in modalità di associazione tramite Bluetooth, selezionate il vostro Sonoff Dual R3 e poi scegliete a quale connessione WiFi tra quelle disponibili il dispositivo dovrà utilizzare per collegarsi da internet:
Notate che fino a questo momento tutta la comunicazione tra smartphone e dispositivo smart è avvenuta via Bluetooth a differenza di quanto accadeva nella generazione precedente in cui si utilizzava il WiFi con innumerevoli difficoltà.
Proseguendo dovrete inserire la password di accesso al WiFi per completare la configurazione del dispositivo che così potrà collegarsi ai servizi in cloud di CoolKit eWeLink:
A conferma del successo della procedura di accoppiamento il vostro Sonoff Dual R3 sarà disponibile nell’App eWeLink dove dovrete selezionare tra una delle tre modalità di funzionamento alternative possibili (Interruttore, Motore, Misuratore):
Nel caso vi venga proposto un aggiornamento firmware effettuatelo in modo da avere tutte le risoluzioni di problemi ed eventuali nuove funzionalità aggiunte
Per il factory reset del Sonoff Dual R3 basterà fare Elimina dispositivo all’interno delle Impostazioni nell’app eWeLink.
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Modalità di funzionamento Sonoff Dual R3
Come chiaramente guidato durante la fase di configurazione iniziale, le modalità di funzionamento alternative tra di loro sono le seguenti:
Interruttore
L’interruttore WiFi doppio può essere integrato facilmente in un impianto elettrico esistente.
Motore
Controllo di tapparelle e tende elettriche con funzione di calibrazione automatica.
Misuratore
Misurazione di potenza e consumi elettrici con statistiche storiche.
Giusto per sgombrare subito eventuali dubbi: anche nella modalità Interruttore vengono misurati i consumi elettrici dei 2 canali di uscita dell’interruttore Sonoff.
Volendo modificare successivamente alla configurazione iniziale la modalità di funzionamento del dispositivo è possibile effettuarlo dalla voce Modalità di lavoro all’interno delle Impostazioni:
Ho purtroppo riscontrato un problemino quando ho provato a modificare la modalità di lavoro da Motore verso Interruttore o Misuratore; viene giustamente richiesta una conferma forte di quanto stiamo facendo ma anche inserendo la parola chiave richiesta non si riesce a procedere:
Per risolvere ho dovuto cancellare il Sonoff Dual R3 da eWeLink ed accoppiarlo nuovamente.
Protezione da sovraccarichi Sonoff Dual R3
Grazie ai sensori che misurano la potenza elettrica assorbita dai carichi collegati ai 2 canali di uscita del Sonoff, è possibile impostare delle azioni automatiche che vengono svolte a protezione del sistema. Questa funzione è ovviamente presente indipendentemente dalla modalità di lavoro corrente.
In particolare possono essere impostate, a livello di singolo canale di uscita, delle soglie che superate determinano lo spegnimento:
potenza minima e massima
tensione minima e massima
corrente massima
Per accedere alla configurazione della Protezione sovraccarico, occorre andare sulle Impostazioni del dispositivo scegliendo la voce Allarme (anche se il nome è leggermente fuorviante):
Sonoff Dual R3 come interruttore a 2 canali
Partiamo con la prima modalità di funzionamento che è quella più tradizionale e simile a tutti gli interruttori intelligenti ITead delle generazioni precedenti, in particolare al Sonoff Mini R2 (ad un solo canale e senza misurazione dei consumi elettrici).
In buona sostanza il Sonoff Dual R3 in modalità Interruttore prevede:
due canali di uscita che interrompono la fase (quindi NON sono contatti puliti)
due ingressi per comandi esterni
misurazione dei consumi elettrici sui canali di uscita
spegnimento automatico configurabile dei canali di uscita (Inching)
Purtroppo non è presente una funzione di interblocco tra la uscite che in determinati scenari potrebbe risultare comoda per la sicurezza del carico collegato.
Sull’app eWeLink potrete vedere e gestire lo stato dei 2 canali del Sonoff ed accedere alle informazioni sui consumi elettrici per ciascun canale (tempo reale e storico):
Modalità di attivazione esterna
Grazie alla disponibilità degli ingressi di comando S1 ed S2, Sonoff Dual R3 in modalità interruttore supporta tre diverse modalità di attivazione esterna che si adattano al tipo di comando fisico con cui integrarsi:
Questa modalità di funzionamento è assolutamente analoga a quella del Sonoff Mini R2.
La modalità bordo (edge mode) è adatta per interruttori e deviatori, che mantengono lo stato anche dopo la loro pressione come quello del carico comandato. E’ il modo di funzionamento predefinito.
Il modo impulso (pulse mode) invece è adatto per pulsanti, normalmente aperti (NA) e normalmente chiusi (NC), mediante la cui pressione viene cambiato lo stato del carico collegato fino a quando non vengono rilasciati.
La modalità inseguimento (following mode) è adatto per sensori con contatto pulito, in cui il carico a sua volta comandato segue le variazioni di stato dell’ingresso. E’ possibile invertire la corrispondenza tra lo stato del sensore di ingresso (acceso/spento) e carico in uscita (spento/acceso). Un esempio applicativo del modo inseguimento è quello di un sensore di movimento ad infrarossi.
La Modalità di attivazione esterna può essere configurata tra Bordo, Impulso ed Inseguimento a livello di singolo ingresso accedendo dalle Impostazioni alla voce Modalità di lavoro:
Questo vuole dire in pratica potrete utilizzare ad esempio il primo canale pilotato da un interruttore / deviatore ed il secondo da un pulsante.
Spegnimento automatico (Inching)
Grazie ad eWeLink è anche possibile utilizzare il dispositivo, oltreché come interruttore WiFi, anche come se fosse di fatto un pulsante WiFi temporizzato grazie all’opzione inching.
Il ritardo tra il comando di accensione e lo spegnimento automatico è configurabile a livello di singolo canale di uscita tra 0,5 e 3.600 secondi (1 ora) nelle Impostazioni del dispositivo alla voce Impostazioni Di Inching:
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Schemi di collegamento elettrico Sonoff Dual R3 come interruttore
Vediamo ora quali schemi di collegamento elettrico utilizzare col Sonoff Dual R3 utilizzato come doppio interruttore smart con misura dei consumi:
stand-alone: nessun ingresso fisico esterno, solo comando remoto di un carico elettrico
interruttore o pulsante: un singolo comando di ingresso
deviatore: il dispositivo smart è inserito all’interno di un punto luce deviato (o invertito) esistente
sostituzione relè: il device sostituisce un relè esistente
Data la disponibilità di due canali e la flessibilità di configurazione del dispositivo Sonoff, potrete utilizzarlo in scenari di controllo misti, quali ad esempio:
primo canale con pulsante in ingresso, secondo con deviatore
primo canale con interruttore all’ingresso, secondo in sostituzione di relè
Mi preme evidenziare una importante caratteristica del Sonoff Dual R3: gli ingressi per comandi esterni prevedono che siano una interruzione della fase, ovvero la situazione esistente nella maggior parte degli impianti esistenti e che quindi rendono minime le modifiche.
Sonoff Dual R3 schema elettrico di collegamento stand-alone
Utilizzando l’inching potrete ottenere anche lo spegnimento temporizzato del carico collegato.
Sonoff Dual R3 schema elettrico di collegamento con interruttore o pulsante
l caso più semplice di intervento su un impianto elettrico esistente è quello di due lampadine ciascuna comandata da un solo punto mediante interruttore unipolare (punto luce interrotto) a cui aggiungere il Sonoff Dual R3 per il controllo remoto sfruttandone i 2 canali autonomi.
Il risultato in questo caso è davvero potente poiché c’è il pieno controllo dello stato del carico elettrico indipendentemente dalla sorgente del comando (che sia da smartphone, interruttore esterno, device esterno o comando vocale).
Sfruttando questo schema potrete facilmente sostituire dei relè passo passo esistenti collegando tutti i pulsanti esistenti, normalmente interrotti sulla fase, all’ingresso del Sonoff Dual R3.
Per quanto riguarda la configurazione della modalità di attivazione esterna su eWeLink, nel caso di interruttore dovrete impostare Bordo (Edge Mode), mentre col pulsanteImpulso (Pulse Mode).
Sonoff Dual R3 schema elettrico di collegamento con deviatore
In questo caso utilizziamo il primo canale per rendere intelligente un punto luce deviato esistente:
Nel caso di deviatore configurerete la modalità di attivazione esterna come Bordo (Edge Mode). Per un punto luce invertito, lo schema è assolutamente analogo.
Ovviamente il secondo canale è totalmente disponibile per poter comandare un altro punto luce esistente.
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Sonoff Dual R3 e tapparelle
Veniamo ora alla grande innovazione di prodotto introdotta da ITead col Sonoff Dual R3: la capacità di controllare in modo completo il motore delle tapparelle elettriche potendone conoscere lo stato in modo preciso grazie alla misurazione della potenza elettrica sulle uscite. Come vedremo nel seguito questo consentirà di controllare le tapparelle in modo fine mediante interruzioni, aperture parziali o chiusure parziali.
Passando alla modalità di lavoro Motore, ci viene subito ricordato che la prima operazione da effettuare è la calibrazione automatica del Sonoff Dual R3 in modo che possa tararsi rispetto all’escursione del motore delle tapparelle.
Accedendo al dispositivo sull’app eWeLink troveremo il set completo di gestione delle tapparelle elettriche:
apertura completa, pausa e chiusura totale delle tapparelle
movimento su una posizione precisa espressa come percentuale dell’apertura completa
Se non è ancora stata effettuata la calibrazione iniziale, e quindi il dispositivo non può conoscere la posizione corrente del motore, saranno giustamente attive solamente le funziona di apertura completa, pausa e chiusura totale delle tapparelle.
Anche in questa modalità di lavoro è possibile accedere ai dati di consumo elettrico in tempo reale e storici.
Configurazione Sonoff Dual R3 con tapparelle
Andando nelle Impostazioni del dispositivo su eWeLink alla voce Modalità di lavoro, scegliendo poi Motore ed infine Modalità di attivazione esterna è possibile:
scegliere il Tipo di interruttore esterno collegato
lanciare l’operazione Calibra Motore
Attenzione che la calibrazione del motore tapparelle elettriche del Sonoff Dual R3 non sostituisce i finecorsa che devono comunque essere presenti nel sistema.
Tipo di comando esterno
Grazie agli ingressi di comando S1 ed S2, Sonoff Dual R3 in modalità motore supporta tre diverse tipologie di interruttore esterno che si adattano al tipo di comando fisico per tapparelle con cui integrarsi:
Tipo di interruttore esterno
Tipologia comando esterno
Pulsante (Single Momentary Switch)
Pulsante singolo
Doppio pulsante (Dual Momentary Switch)
Pulsante doppio interbloccato
Interruttore a 3 vie (3-Way Rocker Switch)
Interruttore a tre posizioni
La modalità di attivazione esterna predefinita è Doppio pulsante.
Nella modalità pulsante ogni volta che lo premete avanzate sequenzialmente nello stato tra apertura, pausa e chiusura:
Se in questa modalità collegate due pulsanti singoli agli ingressi S1 ed S2 otterrete comunque un controllo da due punti con la logica descritta.
Nella modalità doppio pulsante invece ciascuno dei due comandi, quando premuto, comporterà l’avanzamento in una sola direzione (ad esempio primo pulsante apertura S1, secondo pulsante chiusura S2):
Infine nella modalità interruttore a 3 vie avrete un comando esterno con tre posizioni corrispondenti ad apertura, pausa e chiusura:
Nel caso che il comando esterno non sia interbloccato elettricamente, ovvero che sia possibile che gli ingressi S1 ed S2 vengano attivati contemporaneamente, il Sonoff Dual R3 per sicurezza stacca il motore della tapparella nel caso di pressione contemporanea.
Per facilitare l’installazione minimizzando gli interventi, è possibile scambiare o invertire i comandi di ingresso direttamente dall’app eWeLink.
Per impostare il tipo di comando esterno occorre andare nelle Impostazioni del dispositivo su eWeLink alla voce Modalità di lavoro, scegliendo poi Motore, quindi Modalità di attivazione esterna ed infine Tipo di interruttore esterno:
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Schema di collegamento Sonoff Dual R3 con tapparelle
Trovate preliminarmente il cavo elettrico che dal pulsante di comando esistente arriva al motore elettrico ed identificare i singoli conduttori:
conduttore per la direzione salita del motore tapparelle elettriche (grigio nell’esempio)
cavo per la direzione discesa del motore tapparelle elettriche (marrone)
conduttori di alimentazione neutro (blu) e fase (nero)
conduttore di terra (giallo/verde)
Lo schema elettrico di collegamento tra il Sonoff Dual R3 ed il motore tapparelle elettriche con pulsante doppio inter-bloccato diventa il seguente:
il cavo della direzione salita dal pulsante doppio inter-bloccato (rosa nello schema) all’ingresso S2 del Sonoff Dual R3
il cavo del motore tapparelle elettriche direzione salita (grigionello schema) all’uscita L out 2 del Sonoff Dual R3
il cavo della direzione discesa dal pulsante doppio inter-bloccato (rosso nello schema) all’ingresso S1 del Sonoff Dual R3
il cavo del motore tapparelle elettriche direzione discesa (marrone nello schema) all’uscita L out 1 del Sonoff Dual R3
Nel caso abbiate due pulsanti separati lo schema di collegamento del Sonoff Dual R3 col motore tapparelle elettriche è il medesimo.
Nel caso di pulsante singolo separati lo schema di collegamento del Sonoff Dual R3 col motore tapparelle elettriche è sempre lo stesso, in cui collegherete solamente S1 (o S2) ed L in (fase).
Sonoff Dual R3 come puro misuratore di consumi
Concludiamo con la terza ed ultima modalità di funzionamento del Sonoff Dual R3 come misuratore di consumi elettrici: mi sembra sostanzialmente inutile perché tarpa le ali a tutte le altre funzionalità del dispositivo che comunque consentono anche il monitoraggio dei consumi.
Riporto comunque qualche schermata per completezza:
Sonoff Dual R3 con Alexa e Google Home
In questo paragrafo ci concentreremo sugli aspetti specifici di questo dispositivo: per gli aspetti comuni ai prodotti ITead, se non lo avessi ancora fatto, leggi le mie guide a Sonoff Alexa eWeLink e Sonoff Google Home eWeLink.
La vera novità è che il Sonoff Dual R3, quando in modalità di lavoro Motore, viene riconosciuto da Alexa e Google Home come dispositivo di gestione tapparelle in quando in grado di controllarne precisamente la posizione:
Questo assicura che sia supportata quindi la gamma completa di comandi vocali per gestire tapparelle e tende:
“Alexa, apri le tapparelle”
“Alexa, chiudi le tapparelle”
“Alexa, abbassa le tapparelle”
“Alexa, ferma le tapparelle”
“Alexa, Imposta le tapparelle al 50%”
Sonoff Dual R3 tapparelle con Alexa e Google Home
Sonoff Dual R3 e automazione
Ho provato a sintetizzare in questa tabella le opzioni per usare i canali del Sonoff Dual R3 all’interno di scenari di automazione “standard”:
Evento / Azione
eWeLink
IFTTT
Alexa
Google Home
Accensione Uscita
E/A
E/A
A
A
Spegnimento Uscita
E/A
E/A
A
A
Inversione Uscita
A
–
–
–
Apertura tapparella
E/A
–
–
–
Chiusura tapparella
E/A
–
–
–
Apertura in %
E/A
–
A
–
Dove E = Evento ed A = Azione. IFTTT e Google Home riconoscono comunque il Sonoff Dual R3 per le scene come una interruttore 2 canali. Il dispositivo in modalità misuratore non è disponibile all’interno delle scene.
Auspico che il supporto per la gestione tapparelle si estenda ulteriormente.
Questo dispositivo è sicuramente perfettamente confrontabile al popolare Shelly 2.5 e permette una gestione completa delle tapparelle anche nell’ecosistema eWeLink. La sua unica pecca è il non essere stato miniaturizzato come si sarebbe potuto fare meglio.
Nel panorama della domotica fai da te, SwitchBot è una famiglia di dispositivi davvero unici in grado di automatizzare qualsiasi elemento della nostra casa senza richiedere alcuna modifica rendendoli compatibili anche con Alexa e Home Assistant: scoprili a partire dall’interruttore intelligente a levetta Bot fino all’Hub Mini nella mia prova e recensione completa.
SwitchBot: una famiglia unica di prodotti per la domotica
La domotica dai fa te è assolutamente dominata da sistemi che, per realizzare l’automazione degli apparecchi elettrici esistenti di casa, richiede un intervento più o meno invasivo sull’impianto elettrico di casa che potrebbe non essere alla portata di tutti.
Le soluzioni poco invasive più comuni sono le seguenti:
presa smartda inserire a monte dell’alimentazione elettrica di un elettrodomestico
Ci sono pero’ innumerevoli casi in cui l’automazione non sarebbe proprio possibile a meno di non sostituire il dispositivo esistente:
un apparecchio totalmente meccanico
un dispositivo dotato solamente di pulsanti o interruttori di comando manuali
SwitchBot è una start-up cinese nata qualche anno fa proprio per soddisfare tutte queste esigenze con delle soluzioni sostanzialmente uniche sul mercato.
Al centro di tutto vi è lo SwitchBot Bot, un piccolo interruttore intelligente alimentato con batteria dotato di una levetta che, grazie al collegamento bluetooth, può essere azionato mediante smartphone e dunque in grado di agire a distanza come se fosse il nostro dito a premere un interruttore o pulsante!
Interruttore intelligente SwitchBot Bot con un pulsante
Tutti i dispositivi SwitchBot utilizzando la connettività Bluetooth Low Energy (BLE) che permette di massimizzare la durata della batteria e supportare una rete mesh di tutti i dispositivi presenti in casa.
La gestione su smartphone avviene mediante l’app SwitchBot, disponibile per Android ed iOS:
[appbox googleplay com.theswitchbot.switchbot]
Per risolvere un secondo scenario di automazione altrettanto comune, è stato ideato lo SwitchBot Curtain che con un piccolo motore consente di aprire e chiudere le tende.
Per poter gestire i dispositivi ovunque vi troviate e mediante Alexa, Google Home, Siri e IFTTT è stato aggiunto lo SwitchBot Hub Mini che funziona da gateway verso internet nonché, come vedremo, da telecomando universale WiFi.
Al fine di poter interagire con l’ambiente esterno, il sistema è dotato di sensori e di comandi remoti:
Meter: termometro ed igrometro
Meter Plus: termometro ed igrometro con display maggiorato
Come anticipato, tutti i dispositivi SwitchBot utilizzano il protocollo di comunicazione wireless Bluetooth Low Energy (BLE) che, oltre ad assicurare una lunga durata delle batterie, supporta anche una rete mesh.
Una rete mesh BLE consente la comunicazione tra i nodi che la costituiscono. Nella pratica questo permettere di raggiungere una dispositivo SwitchBot che si trovasse fuori dalla portata del vostro smartphone grazie alla trasmissione automatica da un dispositivo all’altro. Quindi più prodotti SwitchBot hai a casa, più efficace sarà la rete.
Rete mesh SwitchBot senza hub
Anche quando l’icona Bluetooth di un dispositivo nell’app SwitchBot fosse spenta, ovvero segnale troppo debole, potresti comunque essere in grado di controllarlo grazie agli altri dispositivi membri della rete mesh BLE.
La portata massima tra i dispositivi SwitchBot è di 80 metri in campo aperto; in casa ovviamente si ridurrà in funzione delle interferenze radio e del materiale di costruzione delle pareti. Grazie alla rete mesh BLE tale limite può essere esteso.
Interruttore intelligente SwitchBot Bot
Partiamo col capostipite, l’interruttore intelligente SwitchBot Bot, le cui caratteristiche tecniche principali sono le seguenti:
dimensioni 43 x 24 x 37 mm
peso 39 grammi
braccetto meccanico con forza massima di 10 Newton ed ampiezza di oscillazione di 135°
batteria tipo CR2 con durata fino a quasi 2 anni
connettività Bluetooth 4.1
disponibile nei colori bianco e nero
Interruttore intelligente SwitchBot Bot
Grazie all’uso della tecnologia mesh BLE a bassissimo consumo energetico, la durata della batteria del Bot può arrivare fino a 600 giorni.
Mediante l’utilizzo di un ingegnoso accessorio addizionale, oltre ad un pulsante, mediante lo SwitchBot Bot è possibile azionare anche un interruttore:
Interruttore intelligente SwitchBot Bot con un interruttore
Installazione e configurazione iniziale interruttore intelligente SwitchBot Bot
L’installazione e configurazione iniziale dello SwitchBot Bot risulta particolarmente semplice:
Scaricare ed installare l’app SwitchBot sul vostro smartphone
Creare un nuovo profilo sull’app
Verificare che il bluetooth sia attivo sullo smartphone
Togliere la linguetta di isolamento della batteria sul Bot
Il Bot viene rilevamento automaticamente nell’app e potete cosi’ associarlo al vostro profilo
Grazie all’adesivo, attaccare il Bot sul dispositivo che volete controllare; nel caso di un interruttore è possibile utilizzare anche l’accessorio aggiuntivo dedicato (davvero ingegnoso)
Facendo tap sull’icona nell’app sulla smartphone potrete finalmente azionare la levetta del Bot
Potete anche fare riferimento a questa video guida per installazione e configurazione iniziale:
L’interruttore intelligente SwitchBot Bot, come già detto, prevede due modalità di funzionamento tra di loro alternative configurabili mediante app:
Press Mode: per l’utilizzo con pulsanti
Switch Mode: per l’utilizzo con interruttori; è possibile invertire il comportamento della levetta tra acceso e spento
Press modeSwitch mode
In entrambe le modalità è anche possibile impostare il tempo di ritardo dopo il quale la levetta dello SwitchBot Bot ritorna automaticamente alla posizione di riposo:
Press modeSwitch mode
Ora si tratta solo di sbizzarrirvi con la fantasia nel rendere smart, grazie all’interruttore intelligente SwitchBot Bot, qualsiasi oggetto della vostra casa!
Mediante l’app SwitchBot è anche possibile:
impostare una password di accesso ad dispositivo per aumentare la sicurezza
configurare dei timer in orari e giorni prefissati
abilitare il dispositivo alla gestione mediante servizi in cloud Alexa, Google Home, (è necessario uno SwitchBot Hub Mini)
associare il Bot ad un comando remoto
visualizzare lo storico delle operazioni
controllare il livello della batteria e l’aggiornamento della versione del firmware
cancellare l’associazione del dispositivo con l’app
E’ importante osservare che tutte le funzionalità viste finora, in particolare i timer, non richiedono alcuna connessione permanente ad internet.
Date anche un’occhiata a questa valida video recensione dell’interruttore intelligente SwitchBot Bot:
Partendo dallo SwitchBot Bot, il naturale passo successivo nell’automazione della vostra casa consiste nel:
gestire i vostri dispositivi da remoto mediante lo smartphone ovunque vi troviate e non solamente mentre siete in casa
comandare gli SwitchBot con la voce ed integrare altri dispositivi smart tramite Alexa, Google Home e Siri
integrare i dispositivi SwitchBot con altri smart device tramite IFTTT
Per tutti questi scenari è necessario mettere in comunicazione i dispositivi tramite internet e cloud: la soluzione è lo SwitchBot Hub Mini:
Lo schema di funzionamento del sistema completo di SwitchBot Hub Mini diventa dunque il seguente:
Ovviamente anche in questo caso lo SwitchBot Hub Mini si distingue in positivo rispetto al mercato: avrete infatti a disposizione, in un prodotto unico, anche un telecomando universale WiFi per clonare tutti i telecomandi ad infrarossi di casa e rendere smart TV, climatizzatore e decoder satellitare.
Con lo SwitchBot Hub Mini il sistema di domotica fai da te è completo
Le caratteristiche tecniche principali dello SwitchBot Hub Mini sono le seguenti:
dimensioni di 65 x 65 x 21 mm
alimentazione 5 V 1 A tramite presa micro-USB
connettività WiFi 2,4 GHz, Bluetooth 4.2 e infrarossi
Assumendo che disponiate già dell’app, la procedura di installazione e configurazione iniziale dello SwitchBot Hub Mini risulta la seguente:
Collegate lo SwitchBot Hub Mini ad un alimentatore USB mediante il cavetto in dotazione
Premete a lungo il pulsante sull’Hub Mini: il LED sulla parte superiore del dispositivo comincerà a lampeggiare velocemente per conferma
Aggiungete l’Hub Mini sull’app completando l’operazione con l’inserimento delle credenziali per il collegamento WiFi della vostra abitazione
L’operazione viene confermata anche dal LED acceso in modo fisso sul dispositivo
Nel caso vogliate gestire apparecchi tramite infrarossi, posizionate il dispositivo in un punto in cui abbia visibilità diretta degli stessi
Tutta la procedura di installazione e configurazione iniziale è presente in questa video guida:
Vi prego di notare come le icone di stato della home dell’app siano cambiate per indicare che la connessione tra lo smartphone ed i dispositivi avviene tramite il cloud:
Disattivando le connessioni di rete sullo smartphone posso simulare la connessione diretta ai dispositivi mediante Bluetooth (con relativa icona di stato). Notate come sull’app sia anche indicata l’intensità del segnale di collegamento:
Nel caso abbia la necessita’ di effettuare il factory reset dello SwitchBot Hub Mini premente il pulsante a bordo per almeno 15 secondi.
Utilizzo di SwitchBot Hub Mini per clonare il telecomando TV
Vediamo come clonare il telecomando TV con SwitchBot Hub Mini per rendere smart il nostro vecchio televisore seguendo una procedura del tutto guidata in cui selezionare uno dei modelli pre-registrati:
Completata l’operazione disporremo di un nuovo telecomando virtuale con cui comandare la nostra TV mediante lo smartphone. Nel caso nel modello predefinito siano assenti dei pulsanti possiamo integrarli mediante apprendimento successivo.
Disponendo dell’app già installata e configurata, le operazioni da effettuare sono le seguenti:
Inserite le batterie nel Motion Sensor
Premete per circa 2 secondi il pulsante sul Motion Sensor: il LED comincerà a lampeggiare per conferma
Aggiungete il Motion Sensor sull’app completando l’operazione scegliendo il livello di sensibilità al movimento (Long. Medium, Short in termini di distanza dal sensore)
Lo SwitchBot Motion Sensor permette di rilevare movimenti ed i livello di luminosità al fine di compiere delle azioni, in particolare:
ricevere notifiche di movimento sullo smartphone
eseguire un’azione su un altro dispositivo intelligente SwitchBot mediante l’esecuzione di Scene
La gestione delle Scene su SwitchBot è molto semplice e potente, nell’esempio uno scenario di accensione crepuscolare basata sul movimento:
E’ importante osservare che per il loro funzionamento le Scene richiedono uno SwitchBot Hub Mini ed una connessione internet attiva.
Mediante l’app SwitchBot è anche possibile:
attivare e disattivare le notifiche di movimento
configurare il LED di stato del dispositivo
modificare la sensibilità del sensore di movimento
regolare la sensibilità del sensore di luminosità
abilitare il dispositivo alla gestione mediante servizi in cloud Alexa e Google Home
visualizzare lo storico delle operazioni effettuate
controllare ed aggiornare la versione del firmware del dispositivo
cancellare l’associazione del dispositivo con l’app
Aggiungo anche che il Motion Sensor viene correttamente riconosciuto come sensore di movimento in Alexa e può quindi essere utilizzato nelle routine personalizzate:
Un altro dispositivo che trovo veramente ingegnoso e creativo è lo SwitchBot Curtain che consente in modo automatico di aprire e chiudere le tende di casa.
Sono supportate praticamente tutte le tipologie di tenda:
Tenda a bastone – diametro 15÷40 mmTenda a binario con profilo ad UTenda a binario con profilo ad I
SwitchBot con Alexa, Google Home, IFTTT, Home Assistant e Homey
Disponendo dell’Hub Mini potrete utilizzare i dispositivi SwitchBot con principali servizi in cloud per la domotica come Alexa, Google Home, IFTTT, Home Assistant ed Homey..
Oltre alla mia guida dettagliata potete anche dare un’occhiata a questo video:
SwitchBot ed Alexa
La procedura da seguire è la seguente:
Verificare che ciascun Bot sia stato abilitato alla gestione mediante servizi cloud
Controllare che i dispositivi ad infrarossi siano stati aggiunti ad Hub Mini
Assegnare ai dispositivi un nome che sia facilmente riconoscibile da Alexa
Cercare ed abilitare la skill SwitchBot Smart sull’app Alexa
Inserire le credenziali del proprio profilo SwitchBot per completare l’abilitazione della skill Alexa
Tutti i dispositivi Switch Bot vengono aggiunti automaticamente ad Alexa
I dispositivi aggiunti successivamente verranno riconosciuti automaticamente da Alexa.
SwitchBot e Google Home
La procedura da seguire è la seguente:
Verificare che ciascun Bot sia stato abilitato alla gestione mediante servizi cloud
Controllare che i dispositivi ad infrarossi siano stati aggiunti ad Hub Mini
Assegnare ai dispositivi un nome che sia facilmente riconoscibile da Google Home
Cercare ed abilitare il servizio SwitchBot Smart sull’app Google Home
Inserire le credenziali del proprio profilo SwitchBot per completare l’abilitazione su Google Home
Tutti i dispositivi Switch Bot vengono aggiunti automaticamente a Google Home
SwitchBot ed IFTTT
E’ disponibile anche il servizio SwitchBot su IFTTT che consente di usare i sensori all’interno di Trigger che i dispositivi attivi dentro le Action:
SwitchBot e Home Assistant
E’ disponibile una integrazione nativa SwitchBot Home Assistant, date un’occhiata a questi video tutorial (in lingua inglese):
Se desideri un foglio di calcolo dimensionamento pompa di calore, in fondo all’articolo troverai un semplice tool online per il calcolo potenza termica per riscaldamento.
Se stai valutando l’installazione di una pompa di calore in una abitazione esistente e disponi dei dati di consumo attuali di gas, per il dimensionamento pompa di calore puoi leggere direttamente:
Senza mai rinunciare all’ausilio di un termo-tecnico, che potrebbe valutare direttamente il carico termico invernale di progetto, è possibile fare da soli una verifica di massima sulla corretta potenza nominale pompa di calore.
Utilizzando i dati di efficienza energetica del vostro edificio, presenti ad esempio nel vostro documento di certificazione energetica, la formula di calcolo qui proposta vi fornirà:
un valido confronto tra i dati nominali di efficienza energetica della vostra abitazione ed i consumi energetici effettivi
Per chi volesse approfondire più in generale l’argomento dimensionamento pompa di calorepotete anche guardare queste due video guide molto dettagliate:
Video guida al dimensionamento pompa di calore
Per avere maggiori dettagli sulle caratteristiche dell’involucro e degli impianti della mia casa elettrica ti consiglio di leggere Casa Elettrica Informazioni.
Perdite termiche e dimensionamento pompa di calore
Il sistema di riscaldamento della nostra casa, come ad esempio una pompa di calore o una caldaia, serve a compensare le perdite di energia termica dell’edificio come ben riassunto in questo schema:
L’energia termica dispersa, da compensare con l’energia termica prodotta dalla pompa di calore o dalla caldaia per mantenere la temperatura interna costante, è proporzionale alla differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno della nostra casa:
E_termica_dispersa = K * (T_int – T_est)
Conoscendo il fabbisogno termico ad una temperatura esterna di riferimento, possiamo determinare l’energia termica richiesta ad una qualsiasi temperatura mediante una semplice proporzione matematica:
I dati di efficienza energetica dell’edificio ci forniscono proprio come riferimento la quantità di energia termica idealmente richiesta per il riscaldamento in tutta la stagione invernale.
Nel cose voleste approfondire in modo accurato fate riferimento alla normativa UNI EN 12831:2006 (Impianti di riscaldamento negli edifici – Metodo di calcolo del carico termico di progetto).
Dati località ed edificio per dimensionamento pompa di calore
Parametro
Valore
Gradi Giorno
2.544 [GG]
Temperatura esterna di progetto
-5 ºC
Superficie utile
114 m²
Fabbisogno annuo di energia termica Climatizzazione invernale ETH
66 [kWh/m²anno]
I dati di esempio, tratti dalla pagina Casa Elettrica Informazioni potete trovarli in versione completa, si riferiscono all’attestato di certificazione energetica (ACE) della mia abitazione.
Per chiarezza vi riporto i due paragrafi con i dati che dobbiamo rilevare evidenziati in rosso:
Dati attestato certificazione energetica
Vediamo il significato dei principali parametri presenti nell’attestato di certificazione energetica (ACE):
Il Fabbisogno annuo di energia termica per climatizzazione invernale (ETH) è l’energia termica richiesta, nel corso della stagione di riscaldamento, per la climatizzazione invernale dello specifico edificio
La Superficie utile è la superficie netta calpestabile degli ambienti a temperatura controllata o climatizzati dell’edificio al netto di tramezzi e muri esterni e comprensiva delle soglie delle porte e degli spazi al di sotto dei terminali di emissione.
I Gradi Giorno di una località sono la somma sui giorni della stagione di riscaldamento, delle differenze tra la temperatura interna (convenzionalmente di 20 ºC) e la temperatura media esterna della singola giornata
La Temperatura esterna di progetto rappresenta la temperatura esterna minima per una certa località alla quale il generatore di calore fornisce l’energia termica comunque sufficiente a garantire che la temperatura interna rimanga stazionaria
E’ molto importante comprendere due aspetti:
i parametri specifici di una località, Gradi Giorno e temperatura di progetto, non possono essere alterati arbitrariamente in quanto sono stati definiti dalla normativa sulla base dei dati storici relativi ad una certa zona
le caratteristiche dell’abitazione, fabbisogno termico e superficie, sono invece quelli che caratterizzano l’edificio e variano a seconda delle sue caratteristiche
Facendo delle simulazioni occorre quindi che questi dati siano sempre coerenti tra di loro per evitare risultati privi di senso.
Dati relativi all’involucro
E’ assolutamente fondamentale non confondere tra di loro i dati di:
fabbisogno di energia termica ETH, ovvero la quantità di calore necessaria all’abitazione
fabbisogno di energia primaria EPH, ovvero la quantità di energia presente nella fonte primaria che alimenta la pompa di calore (energia elettrica) o la caldaia (gas metano)
La nuova normativa ha sostituito l’attestato di certificazione energetica (ACE) con l’attestato di prestazione energetica (APE). Il nuovo attestato, pur utilizzando principalmente dati relativi a fabbisogni di energia primaria, contiene anche l’indice di prestazione termica utile per il riscaldamento EPH,nd (che dovrebbe corrispondere all’ETH del vecchio ACE):
Dati relativi alla località
Per comodità ho preparato una tabella riassuntiva con i primi 25 comuni d’Italia per abitanti appartenenti alle fasce climatiche D ed E con i relativi dati:
gradi giorno
ore giornaliere di funzionamento del riscaldamento
Come già indicato in precedenza, la normativa stabilisce gli orari giornalieri massimi di funzionamento del riscaldamento.
Per evitare di rimanere al freddo pur avendo rispettato la normativa, farei comunque qualche ragionamento. Le ore di funzionamento della pompa di calore non potranno mai raggiungere le 24 a causa di due modalità funzionamento che interrompono il riscaldamento:
reintegro serbatoio di accumulo per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS)
cicli di sbrinamento
Nel calcolo per la mia abitazione ho assunto quale giornata peggiore 14 ore di riscaldamento, lasciando un margine di 8 ore per produzione acqua calda sanitaria, sbrinamenti e varie ed eventuali.
Casualmente corrisponde alla normativa.
Nulla vieta, per trovare la potenza termica utile della pompa di calore minima necessaria alla nostra abitazione, di ragionare su orari di funzionamento più lunghi (per quanto con un margine rispetto alle 24 ore per ACS e sbrinamenti).
Date le definizioni precedenti c’è una proporzionalità perfetta tra il Fabbisogno annuo di energia termica per climatizzazione invernale ed i Gradi Giorno:
E_termica_risc_annua = ETH * Superficie = K * Gradi_Giorno
Ricordando sempre che si considera un temperatura interna convenzionale di 20 ºC.
Utilizzando la proporzione descritta in precedenza tra energia termica e differenza di temperatura tra interno ed esterno, possiamo facilmente calcolare il caso peggiore di energia termica per riscaldamento necessaria in una giornata con temperatura esterna media pari alla temperatura di progetto:
Dividendo per l’orario di funzionamento del riscaldamento otteniamo finalmente il calcolo potenza termica utile pompa di calore necessaria alla temperatura esterna di progetto:
P_termica_progetto = ETH * Superficie * (20 ºC – T_Progetto) / Gradi_Giorno / Ore_giorno
Proviamo a fare concretamente il calcolo con i miei dati che ricordo essere:
Se mi fossi spinto nel considerare un funzionamento giornaliero del riscaldamento di 19 ore, senza particolari rischi, avrei potuto arrivare ad una potenza termica utile della pompa di calore alla temperatura esterna di progetto di 3,9 kW.
Come scegliere il modello in base alla potenza termica utile pompa di calore alla temperatura esterna di progetto
Facciamo un esempio concreto con i dati ottenuti col dimensionamento pompa di calore per la mia abitazione:
Temperatura esterna di progetto = -5 ºC
Potenza termica utile pompa di calore = 5,3 kW
Per finalizzare l’esercizio è importante anche sapere quale sarà il tipo di terminale sarà utilizzato nell’impianto di riscaldamento, poiché posso lavorare con temperature di mandata dell’acqua molto differenti:
pavimento radiante: 30÷35 °C
ventilconvettori: 40÷45 °C
termosifoni in alluminio o acciaio: 55÷60 °C
termosifoni in ghisa: 65÷70 °C
Per quanto sia tecnicamente assolutamente possibile, per ragioni di rendimento alle temperatura di mandata necessarie, andrei davvero cauto nell’utilizzare una moderna pompa di calore aria acqua con degli antiquati termosifoni in ghisa.
La potenza termica utile di una pompa di calore può essere molto differente a seconda della combinazione di temperatura esterna e temperatura di mandata; prendiamo come esempio la Daikin Altherma 3 H HT 14 kW:
Capacità termica Daikin Altherma 3 H HT da 14 kW
Quindi per finalizzare l’esercizio del dimensionamento dobbiamo scegliere un modello di pompa di calore che abbia la potenza termica utile necessaria alla temperatura esterna di progetto con la temperatura di mandata propria del nostro impianto di riscaldamento.
Quindi continuando col mio caso i dati di potenza termica utile per la pompa di calore candidata devono soddisfare:
Temperatura esterna = -5 ºC
Temperatura di mandata = 35 °C (pavimento radiante)
Potenza termica utile pompa di calore = 5,3 kW
Prendiamo quindi a titolo illustrativo i dati nominali della potenza termica utile per riscaldamento della pompa di calore aria acqua Panasonic Aquarea Alta Connettività Generazione J:
Potenza termica utile pompa di calore aria acqua Panasonic Aquarea Alta Connettività Generazione J
L’unità esterna Panasonic Aquarea WH-UD07JE5 assicura una potenza termica utile della pompa di calore di 6,02 kW con COP 3,07 alla temperatura esterna di -7 °C ed una mandata 35 °C.
Passando alla pompa di calore aria acqua Mitsubishi Ecodan la scelta nella potenza termica utile per riscaldamento è molto simile a quella precedente:
Potenza termica utile pompa di calore aria acqua Mitsubishi Ecodan
In questo secondo caso l’unità esterna Mitsubishi Ecodan SUZ-SWM40VA assicura una potenza termica utile della pompa di calore di 5,00 kW con COP 3,13 alla temperatura esterna di -7 °C ed una mandata 35 °C.
Chiudiamo il giro di esempio con la potenza termica utile della pompa di calore aria acqua Ariston Nimbus Compact S Net:
Potenza termica utile pompa di calore aria acqua Ariston Nimbus Compact S Net:
In questo terzo caso l’unità esterna della Ariston Nimbus Compact S Net 50 S assicura una potenza termica utile della pompa di calore di 5,0 kW con COP 3,1 alla temperatura esterna di -7 °C ed una mandata 35 °C.
Per semplificare il lavoro ho creato questo modulo interattivo che esegue direttamente online il dimensionamento pompa di calore inserendo i dati descritti in precedenza:
Per semplicità potete vedere le principali caratteristiche a confronto in questa tabella sintetica riepilogativa dove ho riportato i modelli in grado di gestire almeno 6 zone:
[aawp table=”50682″]
Per un confronto, riporto anche la valutazione clienti delle app di gestione delle medesime centraline irrigazione WiFi da Google Play Store:
Poiché c’è attenzione sempre crescente per il sistema di domotica fai da te Home Assistant ho verificato per quali di questi sistemi di irrigazione esista un’integrazione nativa oppure un custom component:
totalmente automatica: la programmazione e’ ottimizzata automaticamente per il vostro tappeto erboso adattandosi al meteo ed alle variazioni stagionali
Netro App: disponibile per Android ed iOS vi permette di controllare il vostro programmatore irrigazione WiFi ovunque vi troviate
auto-apprendimento: la centralina irrigazione WiFiNetro Sprite Smart Sprinkler Controller impara dalle vostre interazioni manuali con Netro App e costruire una programmazione personalizzata
risparmio acqua: gli algoritmi della centralina irrigazione WiFiNetro Sprinkler Smart Controller Sprite assicurano un risparmio d’acqua fino al 50% spostando l’irrigazione quando l’evaporazione e’ minima, favorendo cicli brevi e separati per consentire all’acqua di infiltrarsi nel terreno ed utilizzando le previsioni meteo
Questo programmatore irrigazione WiFi combina una estrema facilita’ di programmazione con la possibilità di controllo remoto tramite il collegamento della centralina irrigazione WiFi al router di casa: e’ infatti possibile la gestione mediante app dedicata per smartphone Android/iOS oppure mediante un computer.
La programmazione della centralina irrigazione WiFiOrbit B-hyve 94546 a 6 stazioni può essere configurata per adattarsi automaticamente alle condizioni meteo per fornire la corretta irrigazione automatica giardino ed evitare inutili sprechi d’acqua.
La funzionalità che ritengo più importante della centralina di irrigazione WiFi Orbit e’ WeatherSense, ovvero la capacita’ di utilizzare le previsioni meteo del luogo di installazione ed adeguare automaticamente la quantità d’acqua immessa nel nostro giardino:
Installazione centralina irrigazione WiFi Orbit B-hyve 94546 a 6 stazioni
La centralina irrigazione WiFi con app a 6 stazioni Orbit B-hyve 94546 si presenta con la tipica solidità che ci aspetta per un prodotto da montare all’esterno:
All’interno, oltre all’alimentazione elettrica, e’ presente una batteria per non perdere le configurazioni della centralina di irrigazione WiFi Orbit in caso di blackout:
Quando si sceglie una posizione per l’installazione della centralina di irrigazione WiFi Orbit B-hyve ricordarsi sempre di:
scegliere un luogo vicino a una presa elettrica
individuare un punto dove il segnale WiFi è buono (controllando mediante lo smartphone)
evitare la luce solare diretta per assicurare temperature di esercizio limitate
assicurarsi che vi siano 23 cm di spazio a sinistra in modo da permettere l’apertura dello sportellino
consentire un facile accesso ai fili delle valvole di irrigazione
La configurazione iniziale del programmatore irrigazione WiFi e’ abbastanza semplice come illustrato in questo video (potete eventualmente attivare i sottotitoli in italiano):
Possiamo anche dare un’occhiata all’app B-Hyve utilizzata per la gestione delle centraline irrigazione WiFi Orbit per vederne completezza e semplicità:
Risparmio acqua: la regolazione automatica stagionale riduce il consumo di acqua fino al 30%.
Totalmente personalizzabile: carica le foto del giardino ed imposta gli avvisi
Precisione locale: accesso ai dati meteo locali tramite il collegamento internet o per mezzo di un sensore di pioggia opzionale
Notifiche di allarme: ricevi avvisi di temperature e notifiche delle regolazioni stagionali sullo smartphone
Vediamo le funzionalità di programmazione principali disponibili sull’app Rain Bird, disponibile per Android ed iOS:
[appbox googleplay com.rainbird screenshots]
Costruisci il tuo programma
Ogni zolla d’erba e pianta nel giardino vive in un microclima diverso e richiede quantità differenti di acqua a seconda dei giorni. Crea programmi personalizzati per mantenere sane le piante e ridurre le bollette dell’acqua. Per ogni zona, personalizza: – Frequenza: irriga nei giorni pari, dispari, personalizzati o ciclici – Tempi di inizio: fino a 6 per zona – Tempo di attivazione: durata dell’irrigazione regolabile
Personalizza ogni zona
Stanco di doverti ricordare a quale parte del giardino corrisponde il cavo blu? Attribuisci un nome chiaramente comprensibile alle zone per individuare le aree di irrigazione. Ti serve aiuto per identificare le zone? Usa la funzione “Irriga ora” all’interno dell’app per attivare le zone una per una e quindi cambia il nome corrispondente a ciascuna. Mostra o nascondi le zone nell’app semplicemente premendo un pulsante.
Usa solo dove serve
Irrigare nella stessa misura tutti i giorni quando le condizioni climatiche cambiano non ha senso, ma chi ha voglia di modificare il programma tutti i giorni? Basta attivare la regolazione stagionale automatica e il programma giornaliero varierà in base alla stagione e al meteo, alla temperatura e all’umidità locali. Risparmia tempo, acqua e denaro. Mantieni le piante in salute. Esempio: se il tempo di attivazione è impostato a 10 minuti, una correzione stagionale del 40% porterà il tempo di attivazione a 4 minuti. Questi dati vengono ricavati in base allo specifico codice postale e calcolati ogni sera.
Ritardo di irrigazione
I programmatori dotati di collegamento WiFi di Rain Bird supportano un sensore di pioggia opzionale che disattiva l’irrigazione durante gli eventi piovosi locali. Anche senza sensore di pioggia, però, puoi sospendere il programma di irrigazione ogni volta che vuoi per mezzo dell’app: – Disattiva l’irrigazione per periodi fino a 14 giorni – Consente la disattivazione in remoto in caso di pioggia
Accesso condiviso
È facile condividere l’accesso alla centralina irrigazione WiFi senza dover fornire la password. Clicca sull’icona dell’email sotto all’immagine della centralina irrigazione WiFi e invia un file che può essere importato direttamente nell’app Rain Bird: – Facile da condividere con chiunque abbia un dispositivo cellulare compatibile – Numero di condivisioni illimitato – Modificare l’accesso per gli utenti è semplice: basta reimpostare la password
Resta in contatto
Attiva le notifiche nell’app Rain Bird per sapere tutto ciò che avviene nel giardino. Puoi essere informato quando si verifica uno dei seguenti eventi: – Qualcuno ha attivato un ritardo dell’irrigazione – È stata applicata la regolazione stagionale automatica – La data o l’ora nel programmatore non sono corrette – Il programmatore si scollega dalla rete WiFi – Nella zona le temperature potrebbero scendere sotto zero
Con la centralina irrigazione WiFi con appHunter HC Hydrawise potete controllare il vostro impianto irrigazione automatica giardino in qualsiasi momento, ovunque vi troviate, accedendo da smartphone, tablet o computer. Niente più acqua sprecata o peggio ancora il prato ingiallito.
La centralina irrigazione WiFiHunter HC Hydrawise è disponibile in modelli da 6 o 12 zone (ulteriormente espandibili). La configurazione, grazie al collegamento dell’irrigazione WiFi al router di casa, e’ molto semplice ed avviene mediante l’utilizzo dell’app su smartphone oppure con il browser su computer.
La regolazione automatica dell’irrigazione WiFi sulla centralina Hunter avviene in base alle previsioni meteo: questo consente di risparmiare acqua.
Sto cominciando a valutare, in ottica di sostituzione del mio veicolo attuale, quali possano essere le opzioni tra le migliori auto elettriche economiche: scopriamo quali caratteristiche tecniche è bene valutare a parte affidabilità del marchio e gusti personali in termini di estetica e livello di dotazioni.
Componenti di un’auto elettrica
Partiamo dalle basi: un’auto elettrica è un veicolo mosso da un motore elettrico alimentato mediante un pacco batterie ricaricabili all’interno del mezzo stesso.
Componenti di un’auto elettrica
In particolare i componenti principali di un’auto elettrica sono i seguenti:
Pacco batterie: immagazzina l’energia necessaria al funzionamento del motore elettrico
Motore elettrico: aziona le ruote del dell’auto, sfruttando l’energia immagazzinata nel pacco batterie. In molti modelli svolge sia la funzione di trazione che di rigenerazione
Trasmissione: trasferisce la potenza meccanica dal motore elettrico alle ruote
Caricatore di bordo: prende l’energia elettrica AC dal connettore di ricarica convertendola in DC per caricare le batterie; comunica con l’apparecchiatura di ricarica e monitora tensione, corrente, temperatura e stato di carica durante la ricarica
Connettore di ricarica: consente di collegare l’auto per ricaricare il pacco batterie
Elettronica di controllo: gestisce il flusso di energia erogata dal pacco batterie in base a velocità e coppia erogata dal motore elettrico
Sistema di raffreddamento: mantiene motore, elettronica ed altri componenti nel corretto intervallo di temperatura di funzionamento
Convertitore DC/DC: trasforma l’alta tensione del pacco batterie in bassa tensione per accessori e batteria ausiliaria
Batteria ausiliaria: serve ad alimentare tutti gli accessori del veicolo
Le auto elettriche utilizzano delle variazioni di motori a corrente alternata che vengono alimentati dall’elettronica di controllo mediante un sistema a modulazione d’impulso (PWM). Per evitare problemi di dissipazione del calore e surriscaldamento sono limitati a un regime massimo di rotazione di 10.000 ÷ 20.000 giri/minuto.
Nelle auto elettriche vengono normalmente utilizzati due tipi di motore elettrico:
Asincrono (induzione)
I motori elettrici ad induzione utilizzano bobine sul rotore, producendo uno “scorrimento” tra rotore e statore. Raggiungono la coppia massima ad elevati regimi di rotazione. Sono meno efficienti (85% circa) ma più semplici, robusti ed economici.
Sincrono magneti permanenti (brushless)
I motori elettrici sincroni utilizzano magneti permanenti sul rotore, in grado di ridurre lo scorrimento. Sono più efficienti (vicino al 100%) ed erogano la coppia massima già a basse velocità di rotazione. Sono più complessi e costosi.
Ormai anche quasi tutte le auto elettriche economiche sono progettate per recuperare, al rilascio del pedale dell’acceleratore, energia dal movimento per inerzia. In queste condizioni la trasmissione fa in modo che il motore elettrico possa girare spinto dalle ruote producendo elettricità per la batteria nonché contribuire a rallentare notevolmente il veicolo.
La caratteristica principale che differenzia un motore elettrico da uno a combustione interna, oltre alla maggiore efficienza, è la capacità di erogare fin da subito la coppia massima donando quella sensazione di auto sportiva:
Curva coppia e potenza auto elettrica vs combustione interna
Le caratteristiche che contraddistinguono il motore di un’auto elettrica sono le consuete:
potenza massima (misurata in kW o CV)
coppia massima (misurata in Nm)
Poiché stiamo approfondendo le migliori auto elettriche economiche, prendiamo come esempio la city car Renault Twingo, confrontando le caratteristiche del motore benzina con quello elettrico:
Renault Twingo Benzina
Renault Twingo Elettrica
Potenza massima
48 kW (65 CV)
60 kW (82 CV)
Coppia massima
95 Nm a 4000 giri/min
160 Nm a 500 giri/min
Come potete facilmente notare la versione elettrica della Renault Twingo è in grado di farci divertire molto di più della corrispondente a benzina.
Pacco batterie
Oltre al motore elettrico, che fa uso di tecnologie ampiamente consolidate, l’altro elemento chiave è quello del pacco batterie.
Ad oggi tutte le auto elettriche utilizzano utilizza batterie agli ioni di litio (Li-ion) in grado di immagazzinare più energia con dimensioni e peso inferiori.
Poiché il peso del pacco batterie può essere notevole, parliamo di 180 ÷ 550 kg, la sua posizione può influenzare notevolmente il baricentro del veicolo: nella maggior parte dei casi è posizionato sotto l’abitacolo per abbassare il baricentro e facilitare la manutenzione.
Uno svantaggio delle batterie al litio è che a temperature sotto lo zero possono danneggiarsi se caricate troppo rapidamente: per questo motivo la velocità di ricarica viene limitata fino a quando non si sono riscaldate a sufficienza per caricarsi ad una velocità maggiore.
In caso di surriscaldamento le batterie si scaricano molto più rapidamente, diminuendo significativamente l’autonomia della vettura. Per il raffreddamento è possibile utilizzare l’aria, il raffreddamento ad acqua è però in grado di mantenere le batterie ad una temperatura più uniforme.
Vengono utilizzati tre formati di cella per le batterie al litio:
Cella pouch
Può essere realizzata con qualsiasi geometria e dimensioni. Più facile da produrre ma il packaging in moduli è più oneroso. Buona dissipazione termica e semplice gestione dell’energia.
Cella prismatica
E’ formata da pacchetti di anodi e catodi impilati (stack). Il formato rigido ottimizza il packaging nei moduli. Produzione più complessa, ma moduli con elevata sicurezza e densità d’energia.
Cella cilindrica
Tecnologia consolidata. A causa della forma, la capacità massima per cella è limitata. Ciascuna cella ha un solo anodo e catodo. I moduli sono meno efficienti a causa dello spazio non utilizzato tra i cilindri.
In questa foto possiamo apprezzare la struttura dell’avanzatissimo pacco batteria con celle cilindriche integrato nel telaio di una Tesla:
Pacco batterie celle cilindriche Tesla
In questo diagramma viene invece rappresentato il nuovo sistema di batterie modulare con celle pouch o prismatiche Volkswagen MEB, utilizzato ad esempio nel modello ID.3:
Pacco batterie celle pouch o prismatiche Volkswagen MEB
La caratteristica principale di un pacco batterie è la capacità espressa in kWh, concettualmente equivalente alla capacità del serbatoio di un’auto con motore a benzina o diesel.
La capacità del pacco batterie è determinante nel definire l’autonomia del veicolo per quanto tutte le caratteristiche tecniche unite alla modalità di utilizzo determinino l’autonomia effettiva.
Proviamo a vedere qualche numero illustrativo relativo alla piattaforma modulare Volkswagen MEB che inizialmente utilizza le celle LGX E78, prodotte da LG Chem, aventi le seguenti caratteristiche:
Tensione: 3,65 V
Capacità: 78 Ah
Peso: 1,073 kg
Densità energetica: 265 Wh/kg
Poiché la piattaforma Volkswagen MEB è modulare, le celle possono essere combinate in modo scalabile per ottenere capacità crescenti:
Small
Medium
Large
Capacità totale
55 kWh
62 kWh
82 kWh
Capacità netta
52 kWh (94 %)
58 kWh (94 %)
77 kWh (94 %)
# Moduli
8
9
12
# Celle
192
216
288
Peso totale
206
232
309
Piattaforma Wolkswagen MEB
Si rende molto evidente come ad un incremento della capacità del pacco batterie corrisponda un significativo incremento del peso che in parte andrà a peggiorare i consumi attesi.
Connettore e dispositivi di ricarica
A differenza di un’auto tradizionale, attraverso la presa di ricarica, il pacco batterie può essere ricaricato in diverse modalità con velocità crescente:
Presa domestica
Cavo di ricarica domestica in dotazione all’auto (alcuni formati potrebbero essere opzionali).
Wall Box
Stazione di ricarica a parete fissa nel proprio garage o in piccole strutture ricettive.
Colonnina di ricarica
Colonnine pubbliche e colonnine a ricarica rapida situate in luoghi pubblici, parcheggi aziendali e stazioni di ricarica.
Vediamo quali sono gli standard disponibili e le potenze di ricarica massime possibili:
Type 2
Presa domestica: 2,3 kW AC
Monofase: 3,7 e 7,4 kW AC
Trifase: 11 e 22 kW AC
CCS Combo 2
CCS: 50, 100, 150, 175 e 350 kW DC
Supercharger: 75, 150 e 250 kW DC
CHAdeMO
50 kW DC
Le prestazioni effettive della ricarica dipendono, oltre alla potenza nominale del dispositivo utilizzato per la ricarca, dai seguenti fattori:
taglia del contatore di rete elettrica utilizzato per la presa domestica o il Wall Box
caratteristiche del caricatore di bordo, della presa di ricarica e dal livello di carica del pacco batterie dell’auto elettrica
La combinazione della capacità del pacco di batterie e della potenza massima in fase di ricarica determina il tempo necessario a fare un pieno.
E’ molto comodo ed intuitivo esprimere la velocità di ricarica in termini di chilometri di autonomia aggiunti per ogni ora di ricarica.
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Caratteristiche delle migliori auto elettriche economiche
Vediamo quali sono le caratteristiche principali da prendere in considerazione per scegliere tra le migliori auto elettriche economiche che possano soddisfare le nostre esigenze specifiche.
Autonomia
Al fine di poter misurare in modo uniforme i consumi di un’automobile viene ad oggi utilizzato lo standard WLTP che prescrive in modo molto preciso le condizioni con cui effettuare le prove al fine di ridurre gli scostamenti con i consumi reali.
Sono previsti tre profili di test WLTP differenti a seconda del rapporto tra potenza e peso dell’autoveicolo ma nella pratica tutte le auto ricadono nel ciclo WLTP Classe 3b che prevede una combinazione del 34% di percorso urbano, 31% percorso extraurbano e 35% percorso in autostrada.
WLTP Classe 3b
Ovviamente consumi e autonomia reale di un’auto elettrica sono influenzati da innumerevoli fattori, in particolare:
Caratteristiche auto
capacità del pacco batterie
modalità eco: limitazione automatica di accelerazione e velocità massima
frenata rigenerativa regolabile
pompa di calore per riscladamento
Condizioni ambientali
pendenza strade
temperatura esterna
riscaldamento invernale e climatizzatore estivo
Stile di guida
velocità media di utilizzo
stile di guida
peso trasportato
utilizzo riscaldamento e climatizzatore estivo
Tutte le case automobilistiche prevedono un simulatore online dell’autonomia in funzione dei vari parametri di utilizzo. A scopo illustrativo utilizzeremo il calcolatore online dell’autonomia di Dacia Spring, Nissan Leaf, Peugeot e-208, Renault Twingo Elettrica e Renault Zoe.
Oltre ad alcuni ovvi ed intuitivi fattori che sono comuni alle auto con motore a combustione (capacità serbatoio/pacco batterie, velocità media di utilizzo e stile di guida) ce ne sono quindi altri specifici delle auto elettriche.
Velocità media
Partiamo quindi col simulare quanto la velocità media di utilizzo influenzi l’autonomia di un’auto elettrica.
Prendiamo in considerazione le condizioni ottimali seguenti:
temperatura 20 °C
climatizzatore spento
numero di passeggeri single/coppia
tipo di guida tranquilla / modalità Eco attiva
Il risultato per l’autonomia in funzione della velocità media è il seguente:
Come vedete la differenza nell’autonomia tra uso cittadino ed extraurbano/autostrada è davvero notevole, anche un 40% inferiore, maggiore di quella di un’auto a benzina o diesel.
Questo è da spiegare col fatto che un’auto elettrica in città è molto più efficiente di una con motore a combustione interna: quando siete fermi in coda o al semaforo non ha alcun consumo e grazie alla frenata rigenerativa è in grado di recuperare tutta quell’energia cinetica che altrimenti andrebbe persa consumando anche pastiglie e dischi dei freni.
Avere il piede leggero e delicato, o utilizzare la modalità Eco se disponibile, è il primo accorgimento per ridurre i consumi ed aumentare l’autonomia di un’auto elettrica.
Temperatura
Capacità e velocità di ricarica di una batteria al litio scendono al diminuire della temperatura di funzionamento.
Inoltre, per portare le batterie ad una temperatura ottimale, ad ogni avvio dell’auto c’è un consumo addizionale.
Utilizzando gli stessi simulatori precedenti con le condizioni seguenti di utilizzo cittadino:
velocità media 30 km/h
riscaldamento attivo (fino ai 5 °C)
climatizzatore attivo (dai 35 °C)
numero di passeggeri single/coppia
tipo di guida tranquilla / modalità Eco attiva
Otteniamo delle variazioni molto rilevanti, anche il 35% in meno, nell’autonomia con lo scendere della temperatura esterna:
quando possibile, parcheggiare e ricaricare la nostra auto elettrica in un luogo chiuso
attivare il pre-condizionamento dell’abitacolo quando il veicolo è collegato ad una presa di ricarica
evitare brevi percorsi con soste prolungate: ad ogni ripartenza ci sarà un consumo addizionale per portare il pacco batterie in temperatura
Riscaldamento
A differenza di un motore a combustione interna, un motore elettrico non produce una grande quantità di calore col proprio funzionamento che possa essere utilizzata direttamente per il riscaldamento dell’abitacolo.
Per questo motivo le auto elettriche, anche economiche, utilizzando una piccola pompa di calore sia per riscaldamento invernale che il raffrescamento estivo. Il funzionamento della pompa di calore, per quanto in modo limitato, contribuisce al consumo della batteria.
Vediamo di nuovo concretamente il contributo di questo consumo alla riduzione dell’autonomia, simulando con queste condizioni di utilizzo cittadino:
velocità media 30 km/h
numero di passeggeri single/coppia
tipo di guida tranquilla / modalità Eco attiva
Otteniamo questi risultati per l’autonomia a diverse temperature esterne con riscaldamento acceso o spento:
Quindi è assolutamente fondamentale portate l’abitacolo alla temperatura desiderata prima di lasciare il punto di ricarica.
Velocità di ricarica
Come visto in precedenza la velocità di ricarica dipende principalmente da tre fattori:
potenza della sorgente utilizzata per la ricarica
potenza massima di ricarica dello specifico modello di auto elettrica
livello di carica del pacco batterie
temperatura
Il tempo effettivo di ricarica dipenderà anche da:
capacità del pacco batterie
livello di carica iniziale e finale
Anche in questo caso risultano piuttosto comodi per farsi un’idea concreta i simulatori online delle varie case produttrici.
Sorgente di ricarica
Come visto in precedenza, abbiamo quattro scenari tipici di ricarica:
Formato
Potenza
Dove
Presa domestica Wall Box
Type 2
2,3 ÷ 7,4 kW AC Monofase 11 e 22 kW AC Trifase
Garage, Strutture ricettive
Colonnina pubblica
Type 2
11 e 22 kW AC Trifase
Parcheggi
Colonnina a ricarica rapida
CCS Combo 2 CHAdeMO
50 ÷ 350 kW DC
Parcheggi, stazioni di ricarica
Per la ricarica domestica tre raccomandazioni:
anche senza ricorrere ad una Wall Box, installare comunque una presa di tipo industriale con i cavi elettrici di sezione opportuna per sostenere quelle potenze elevate per periodi lunghi senza rischi
adeguare la taglia del contatore elettrico o installare un contatore dedicato, magari trifase
utilizzare l’impianto fotovoltaico per ricaricare a costo marginale nullo
Vediamo qualche dato concreto sulla velocità di ricarica raggiungibile, per capire le differenze e l’influenza della limitazione del singolo modello prendendo in considerazione i medesimi esempi precedenti:
Potete facilmente trovare i dati di qualsiasi modello di auto elettrica sul sito EV Database.
Come potete vedere per un uso prettamente cittadino la ricarica domestica è assolutamente sufficiente a coprire le percorrenze tipiche senza richiedere troppe ore e diventando particolarmente vantaggiosa nel caso si disponga di impianto fotovoltaico (e magari batteria di accumulo).
Il grafico seguente mostra la velocità di carica, espressa in kW, in funzione di quanto è carica la batteria espressa in %:
Velocità ricarica vs livello batteria
In questo esempio, la velocità di carica inizia lentamente a diminuire lentamente quando la batteria è carica al 70%, il calo è più ripido quando la batteria raggiunge l’80% e al 90%: la velocità di carica è già ridotta in modo molto significativo.
Il motivo è che quando la batteria si riempie di più, deve essere caricata più lentamente.
Continuando nell’esempio, la ricarica rapida oltre l’80÷90% della batteria è meno utile, poiché la ricarica diventerà sempre più lenta.
La curva di carica di ciascun veicolo è diversa e dipende dalle scelte progettuali effettuate dal costruttore, come ben visibile in questo paio di esempi:
Velocità carica Dacia Spring ElectricVelocità carica Peugeot e-208
Temperatura
La temperatura della batteria ha un’influenza significativa sulla velocità di carica: il funzionamento è ottimale quando è compresa tra 20 °C e 30 °C:
in inverno, una batteria può diventare molto fredda, ad esempio se il veicolo è parcheggiato all’aperto: ciò può far sì che la ricarica sia molto più lenta
durante una calda giornata estiva una batteria può diventare molto calda ed anche questo può anche rallentare la ricarica
L’influenza della temperatura sulla velocità di carica è diversa per ogni modello di veicolo: i modelli più sofisticati sono dotati di gestione termica per la batteria che può essere raffreddata o riscaldata a seconda delle necessità.
L’utilizzo di colonnine a ricarica rapida è un modo efficace per riscaldare la batteria.
Assistenza alla guida (ADAS)
Oltre alle caratteristiche tecniche di base è importante anche prendere in considerazione le funzionalità di assistenza alla guida che ben si sposano con un’auto a tecnologia avanzata:
segnale di arresto di emergenza
predisposizione per l’installazione del blocco motore con etilometro
allarme anti-distrazione e anti-sonnolenza del conducente
sistema avanzato di avviso di distrazione del conducente
assistenza intelligente alla velocità
scatola nera
monitoraggio della pressione pneumatici
Tenete anche conto che la normativa europea prevede l’obbligo di disporre di serie dei dispositivi ADAS per le nuove omologazioni dal luglio 2022 e da luglio 2024 per i modelli omologati in precedenza.
Confronto autonomia auto elettriche economiche e non
Possiamo anche simulare viaggi su lunghe percorrenze utilizzando l’applicazione ABPR (A Better Routeplanner) per farvi un’idea di come utilizzare una macchina elettrica per uso cittadino con capacità del pacco batterie limitata possa non essere esattamente agevole.
Ho quindi provato a simulare un viaggio di quasi 1.700 km da Vigevano (PV) a Lublino (Polonia) con tre modelli di auto elettrica dalle caratteristiche molto differenti:
(Ho anche aggiunto Tesla Model 3 per avere una lepre d’eccezione da rincorrere e la Mercedes EQS 450+ che è il top ad oggi per autonomia).
Modello
Batteria
Autonomia
Velocità ricarica
Dacia Spring
26,8 kWh
170 km
170 km/h
Hyndai Kona Electric
64,0 kWh
395 km
370 km/h
Volkswagen ID.3 Pro S
77,0 kWh
450 km
570 km/h
Tesla Model 3 LR
76,0 kWh
490 km
820 km/h
Mercedes EQS 450+
107,8 kWh
640 km
840 km/h
Il risultato che si ottiene mediante ABPR è il seguente:
Modello
Tempo Guida
Tempo Ricarica
Consumi
# Soste
Costo Ricariche
Dacia Spring
19h28m
11h25m
307 kWh
16
103 Euro
Hyndai Kona Electric
16h21m
5h11m
361 kWh
8
121 Euro
Volkswagen ID.3 Pro S
16h28m
4h2m
389 kWh
7
177 Euro
Tesla Model 3 LR
16h2m
2h22m
299 kWh
5
76 Euro
Mercedes EQS 450+
15h46m
2h41m
354 kWh
4
128 Euro
Questo confronto ipotetico mette secondo me in evidenza gli aspetti seguenti:
una piccola auto cittadina non nasce per viaggi particolarmente lunghi a meno di non avere un po’ di santa pazienza (per quanto ce la possa comunque fare)
le colonnine a ricarica rapida rendono gli stop per fare il pieno assolutamente sopportabili
pianificare in anticipo un lungo viaggio con l’auto elettrica è fondamentale per un viaggio senza sorprese
per quanto abbiamo confrontato auto di segmenti diversi tra loro, Tesla ha un vantaggio enorme rispetto a qualsiasi concorrente in termini di efficienza sul campo
Migliori auto elettriche economiche
Ho provato a raccogliere in questa tabella le caratteristiche delle migliori auto elettriche economiche in vendita in Italia, ovvero modelli:
progettati in versione solamente elettrica (questo riduce ampiamente la rosa)
aventi un prezzo di listino massimo intorno ai 35.000 Euro
Ho evidenziato in grassetto le prestazioni migliori per ciascun indicatore ad eccezione della velocità, comunque limitata dal codice della strada, e capacità “tecnica” del pacco batterie in quanto perfettamente rappresentata dall’autonomia attesa.
Tutte queste auto elettriche economiche sono adatte ad un utilizzo principale in città poiché capacità del pacco batterie e conseguente autonomia sono limitate.
Mi sembra evidente come il futuro sia spianato per auto elettriche dei produttori cinesi: sono ampiamente all’avanguardia rispetto alla case tradizionali europee.
Video recensioni migliori auto elettriche economiche
Hai già montato le tue tapparelle elettriche ma sei stanco del solo pulsante a muro ? Vuoi aprire le tapparelle mentre sei ancora sdraiato a letto oppure comodamente seduto nel divano ? La soluzione è un interruttore tapparelle WiFi compatibile Tuya Smart Life come LoraTap, Jinvoo o Zemismart in versione modulo da incasso o touch a parete che ti consente di fare il comando tapparelle WiFi senza fili anche con Alexa e Google Home. La mia guida completa di schema di collegamento e scenari di automazione tapparelle wireless.
Motore per tapparelle elettriche
Per elettrificare una serranda avvolgibile e’ necessario inserire all’interno del rullo dove si arrotolano le tapparelle, un motore per tapparelle elettriche:
Motore tapparelle elettriche
Per determinare la coppia (Nm) del modello di motore tapparelle elettriche necessario per realizzare l’automazione di tapparelle wireless è necessario conoscere:
peso della tapparella
diametro del tubo di avvolgimento
Il peso della tapparella può essere calcolato conoscendo superficie e peso unitario (kg/m²) del materiale utilizzato, ad esempio utilizzando la tabella seguente:
[table id=73 responsive=flip/]
Mediante la tabella sinottica seguente possiamo determinare la coppia del motore tapparelle elettriche necessario, avendo sempre l’accortezza di aumentare del 50% il peso dell’avvolgibile come margine di sicurezza:
Coppia motore tapparelle elettriche
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Il comando tapparelle elettriche viene effettuato mediante pulsanti inter-bloccati a muro che consentono di alzare ed abbassare gli avvolgibili mediante lo schema di collegamento seguente:
Cos’è un interruttore WiFi per tapparelle
Se hai già montato il motore per le tue tapparelle elettriche con un semplice pulsante a muro, potresti passare al comando tapparelle elettriche senza fili WiFi per soddisfare ulteriori esigenze:
alzare ed abbassare gli avvolgibili mentre si è a letto o sul divano
aprire o chiudere automaticamente le tapparelle ad una certa ora (ad esempio all’alba o al tramonto)
comandare le tapparelle da remoto mediante lo smartphone ovunque tu sia
azionare la tapparella mediante comandi vocali con Google Home oppure Alexa
comandare l’apertura di una percentuale specificata
La soluzione a tutte queste esigenze è l’adozione di un interruttore WiFi tapparelle. Ci sono innumerevoli dispositivi per tapparelle elettriche senza fili WiFi che possono essere installati ad incasso:
all’interno del cassonetto della tapparella o dentro ad una cassetta di derivazione dell’impianto elettrico
sostituendo i pulsanti inter-bloccati nella scatola 503 con un comando per tapparelle elettriche senza fili WiFi touch a muro
In molti modelli è prevista anche la possibilità di integrarsi con i pulsanti di comando esistenti ed assicurando così di poter aprire le tapparelle elettriche senza fili WiFi premendo un bottone sul muro, mediante lo smartphone o con un comando vocale.
Le caratteristiche principali comuni a tutti i modelli sono le seguenti:
carico elettrico massimo tra i 200 ed i 300 W
dimensioni compatibili con scatola da incasso E503 (versione US)
comando remoto da smartphone mediante l’app Tuya Smart Life, disponibile sia per Android che iOS
collegamento in rete mediante WiFi 2,4 GHz
compatibile con Alexa, Google Home ed IFTT
possibilità di collegare pulsanti esterni esistenti (nell’interruttore tapparelle WiFi LoraTap)
misura dei consumi e possibilità di controllare l’apertura in percentuale nei modelli più recenti
Potete anche trovare versioni di interruttore tapparelle smart con connettività Zigbee per il quale è richiesta la presenza di un hub gateway di interconnessione. Per approfondire puoi leggere la mia guida introduttiva alla domotica Zigbee.
Questi dispositivi sono progettati per due differenti scenari di installazione:
un interruttore tapparelle senza fili WiFi come modulo da incasso come ad esempio i LoraTap
Modulo LoraTap interruttore tapparelle WiFi
Notate dalla serigrafia come il primo modello di interruttore tapparelle WiFi LoraTap abbia anche gli ingressi per gestire un comando esterno esistente mentre il secondo prevede solo il comando remoto del motore tapparelle.
Interruttore tapparelle smart con modulo da incasso
Nel caso in cui vogliate mantenere i pulsanti di comando delle tapparelle, magari perché distribuiti in più punti dell’abitazione, oppure che semplicemente vi interessi esclusivamente la gestione da smartphone o con comandi vocali, potete scegliere un modello di interruttore tapparelle smart costituito da un modulo miniaturizzato per l’incasso:
Modulo interruttore tapparelle WiFi da incasso LoraTap
Un piccolo svantaggio di questa tipologia di interruttore WiFi per tapparelle, rispetto ai modelli touch, è che il pulsante per effettuare l’accoppiamento col sistema di domotica o il factory reset perché magari cambiate rete WiFi è posizionato sul corpo del dispositivo: dovrete aprire la scatola per potervi accedere.
Nel caso di un modulo tapparelle WiFi da incasso dovrete solamente porre l’attenzione alle caratteristiche seguenti:
possibilità di gestire un pulsante doppio in ingresso (per integrarsi nell’impianto esistente)
possibilità di gestire l’apertura in percentuale (grazie alla presenza di sensori sui consumi sulle uscite)
La prima tipologia di modelli di interruttore tapparelle smart si riconosce in base alla presenza di due morsetti addizionali di ingresso dedicati al pulsante doppio quasi sempre indicati con S1 ed S2.
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Modelli di interruttore tapparelle smart touch
Sul pannello frontale dei modelli di interruttore WiFI tapparelle touch sono presenti tre pulsanti per comandare rispettivamente:
apertura tapparella (attivazione motore direzione 1)
pausa movimento motore
chiusura tapparella (attivazione motore direzione 2)
I pulsanti sono normalmente tra di loro inter-bloccati:
se stiamo aprendo la tapparella, ovvero il motore è attivo nella direzione 1, premendo il pulsante di chiusura tapparella il movimento si invertirà nella direzione 2
se stiamo chiudendo la tapparella premendo il pulsante di apertura avverrà il viceversa
premendo pausa il motore si fermerà
Purtroppo i pulsanti a bordo del dispositivo non sono temporizzati e quindi occorre sempre interrompere manualmente il movimento premendo il pulsante pausa. Vedremo successivamente come ovviare a questo limite creando degli scenari di automazione delle tapparelle elettriche senza fili WiFi sull’app Tuya Smart Life.
Il modulo ha un aspetto moderno ed elegante ed il risultato estetico quale comando tapparelle elettriche senza fili WiFi a muro è eccellente come visibile in queste foto relative rispettivamente ad alcuni modelli di interruttore WiFi tapparelle touch compatibili Tuya Smart Life.
Interruttore tapparelle WiFi touch LoraTap
Interruttore WiFi tapparelle touch Zemismart
Interruttore tapparelle WiFi touch Jinvoo
Vi prego come sul retro di entrambi i modelli Zemismart e Jinvoo sia stampato il numero di modello SM-SW102-C che permette di risalire al produttore reale Xenon: la differenza sta dunque esclusivamente sull’estetica del pannello frontale in vetro.
Vediamo ora lo schema elettrico di collegamento di un interruttore tapparelle WiFi LoraTap nei due scenari:
installazione ad incasso con integrazione dei pulsanti esistenti
installazione a parte con sostituzione dei pulsanti esistenti
Schema collegamento modulo tapparelle WiFi LoraTap da incasso con integrazione pulsanti esistenti
Prendiamo ora invece in considerazione i modelli di interruttore tapparelle WiFi LoraTap con modulo da incasso che consente di integrarsi con i pulsanti esterni, rendendo quindi intelligente un impianto esistente senza cambiare nulla esteriormente.
Lo schema di collegamento dell’interruttore tapparelle WiFi LoraTap in versione modulo da incasso col motore elettrico ed i due pulsanti esistenti è il seguente:
ingressi interruttore tapparelle WiFi LoraTap
N cavo di alimentazione neutro (colore blu)
L cavo di alimentazione di fase (colore grigio)
S1 cavo pulsante Direzione 1 (colore marrone)
S2 cavo pulsante Direzione 2 (colore nero)
uscite interruttore tapparelle WiFi LoraTap
L1 cavo di fase motore Direzione 1 (colore marrone)
L2 cavo di fase motore Direzione 2 (colore nero)
Schema collegamento interruttore tapparelle WiFi LoraTap versione modulo incasso
Vi prego di notare come i pulsanti di comando agiscano su un conduttore di fase (tramite il comune in rosso nello schema precedente). Nulla vieta che in fase di cablaggio, se potesse tornarvi più comodo, possano mantenere il collegamento del comune esistente.
L’unico onere aggiuntivo probabilmente richiesto è quello di far arrivare il conduttore neutro nella scatola con i comandi pre-esistenti.
In questo caso esteticamente non cambia nulla ma potete notare come sia piuttosto agevole l’installazione all’interno di una scatola 503 esistente con i frutti dei pulsanti di comando:
Installazione ad incasso modulo interruttore tapparelle WiFi LoraTap
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Schema collegamento interruttore tapparelle WiFi LoraTap touch a parete con sostituzione pulsanti esistenti
Il collegamento dell’interruttore tapparelle WiFi touch LoraTap in sostituzione di pulsanti inter-bloccati esistenti è particolarmente semplice come potete vedere nello schema seguente:
ingressi interruttore tapparelle WiFi LoraTap
N cavo di alimentazione neutro (colore blu)
L cavo di alimentazione di fase (colore grigio)
GND cavo di terra (colore giallo-verde)
uscite interruttore tapparelle WiFi LoraTap
L1 cavo di fase motore direzione 1 (colore nero)
L2 cavo di fase motore direzione 2 (colore marrone)
Schema collegamento interruttore tapparelle WiFi LoraTap, Jinvoo e ZemiSmart
L’unica accortezza necessaria in fase di sostituzione di pulsanti in una scatola esistente è quella di aggiungere il cavo neutro, probabilmente non presente, ma comunque necessario per l’alimentazione elettrica dell’interruttore tapparelle WiFi LoraTap.
Coma già dicevo, il risultato finale per la nostra soluzione di comando tapparelle elettriche senza fili WiFi può essere esteticamente davvero notevole:
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App Tuya Smart Life per la domotica tapparelle elettriche senza fili WiFi
Come visto fin dall’inizio, i modelli di interruttore tapparelle WiFi LoraTap, Jinvoo e Zemismart e sono compatibili con l’app Tuya Smart Life, una delle più diffuse nel campo della domotica fai da te.
La prima operazione è quella dell’accoppiamento del dispositivo con Tuya Smart Life:
premete un pulsante qualsiasi dell’interruttore tapparelle smart per una decina di secondi fino a quando il relativo LED di retro-illuminazione comincia a lampeggiare
scegliete Interruttore Tende (Wi-Fi) come tipologia di dispositivo aggiunto sull’app:
L’interfaccia sull’app Tuya Smart Life replica esattamente i pulsanti dell’interruttore tapparelle elettriche senza fili WiFi con la loro logica di funzionamento descritta in precedenza (apertura, pausa e chiusura con interblocco):
Apertura
Pausa
Chiusura
Nel caso di un interruttore tapparelle smart più recente dotato di gestione della posizione in percentuale avrete anche la possibilità di aprire parzialmente direttamente dall’app:
Interruttore tapparelle WiFi LoraTap
Per distinguere i modelli di modulo tapparella WiFi di ultima generazione con apertura in percentuale, non ci sono differenze esteriori e quindi dove verificare nelle caratteristiche. Spesso viene evidenziata la schermata dell’app dov’è visibile la funzione di apertura in percentuale.
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Dalla schermata del dispositivo è anche possibile impostare direttamente un timer per aprire o chiudere le tapparelle elettriche senza fili WiFi ad una determinata ora in certi giorni il tutto configurabile:
Timer
Timer apertura
Timer chiusura
Vi raccomando però di orientarvi verso l’utilizzo degli scenari di automazione di Smart Life, molto più potenti e flessibili per le tapparelle elettriche senza fili WiFi.
In particolare li useremo per:
impostare un tempo massimo di apertura e chiusura differenziato
aprire (e chiudere) automaticamente le tapparelle con un certo ritardo rispetto all’alba (e tramonto)
aprire (e chiudere) parzialmente le tapparelle nel caso in cui il dispositivo non gestisca l’apertura in percentuale
Scenari di automazione Tuya Smart Life per interruttore tapparelle elettriche senza fili WiFi LoraTap
Partiamo col primo esempio, utile per controllare i tempi di apertura e chiusura indipendentemente dalla presenza e corretto funzionamento dei finecorsa del motore.
L’automazione mette in pausa il movimento delle tapparelle elettriche senza fili WiFi dopo un tempo massimo configurabile differenziato tra apertura (30 secondi) e chiusura (15 secondi):
Il secondo esempio consente invece di aprire (e chiudere) automaticamente in base alla luce esterna sfruttando gli eventi di alba e tramonto con un opportuno ritardo differenziato anche in base al giorno della settimana:
interruttore tapparelle smart e scene compariranno su Alexa e Google Home con gli stessi nomi utilizzato su Smart Life: potrete eventualmente rinominarlo in modo più facile
per i dispositivi che supportano in modo nativo l’apertura parziale potrete usare un comando vocale del tipo “Alexa, Imposta le tapparelle al 50%”, per gli altri potrete aggirare il limite creando delle routine personalizzate che aprono la tapparella per un certo intervallo di tempo
eWeLink App Sonoff guida e istruzioni complete in italiano per la tua smart home: come accoppiare Sonoff, come creare scene e timer, come funziona lo spegnimento automatico (inching mode) e cosa fare quando Sonoff non si accoppia.
La gestione da remoto degli interruttori WiFi Sonoff e compatibili avviene utilizzando l’app eWeLink per smartphone, realizzata e gestita dall’azienda cinese CoolKit e disponibile sia per piattaforma iOS che Android.
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[appbox googleplay com.coolkit compact]
Le funzionalità di base sono le seguenti:
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Login a eWeLink App
Una volta scaricata ed installata eWeLink, disponibile anche in italiano, vengono richieste le vostre credenziali di accesso:
La registrazione dell’account eWeLink per utenti dall’Italia è supportata tramite email: riceverete un messaggio di posta elettronica contenente un codice di verifica da inserire in App insieme alla password da voi scelta.
Potete accedere con il vostro profilo da un solo smartphone per volta.
Nel caso riceviate un errore di rete in fase di autenticazione:
eWeLink App Sonoff errore login
Questo potrebbe essere dovuto all’impossibilità da parte dell’app su smartphone di raggiungere i servizi in cloud CoolKit.
Verificate la raggiungibilità di rete verso gli indirizzi dei vari data center dove viene erogato il servizio:
Data Center
API End-Point
DC + vicino
api.coolkit.cc
Europa
eu-api.coolkit.cc
Stati Uniti
us-api.coolkit.cc
Cina
cn-api.coolkit.cc
Potete farlo mediante il comando ping da un PC:
ping api.coolkit.cc
Per quelli più skillati sarebbe meglio verificare che sia la porta 443 a rispondere correttamente usando ad esempio il comando curl:
curl https://eu-api.coolkit.cc
Home Page eWeLink App Sonoff
Una volta inserite correttamente user e password del vostro profilo atterrerete alla schermata principale dove sono presenti le seguenti funzionalità:
Casa corrente e gestione case
Stanze della casa e loro gestione
Dispositivi della stanza corrente e loro gestione
Gestione delle scene
Aggiunta di nuovi dispositivi
Area messaggi
Gestione profilo utente
Casa, stanze, dispositivi
Scene
Aggiunta dispositivo
Gestione profilo
Quindi i dispositivi compatibili eWeLink che compongono la nostra smart home possono essere organizzati gerarchicamente in case e stanze ma anche essere inseriti in gruppi.
Dalla home dell’app eWeLink potete gestire la vostra casa smart:
visualizzare la casa selezionata ed accedere alla gestione delle case
visualizzare, selezionare e gestire le stanze della casa selezionata
Casa e Stanze
Dalla home dell’app eWeLink, in base a casa e stanza selezionata, per ciascun dispositivo smart potete:
consultarne stato (online / offline / LAN), la tipologia di connessione (WiFi, Zigbee, LAN, e l’intensità corrente nel caso di WiFi
visualizzare lo stato del singolo canale ed accenderlo o spegnerlo
Dovendo gestire più abitazioni con molti dispositivi smart compatibili eWeLink è davvero molto comodo poterli organizzare in case e stanze partendo dalla home page:
Organizza case
Gestisci stanze
Il numero massimo di case e stanze gestibili dipende dalla versione di eWeLink smart home, gratuita o a pagamento, che state utilizzando:
Per recuperare lo stato ed inviare comandi, eWeLink App comunica con i dispositivi della vostra smart home, avviene attraverso i servizi in cloud CoolKit. Ciascun dispositivo è a sua volta collegato ad internet attraverso la rete WiFi di casa come illustrato nel diagramma seguente:
Architettura hub Sonoff Zigbee Bridge ZBBridge
Per questo motivo, al primo utilizzo di ogni nuovo device compatibile eWeLink occorre:
configurare le credenziali dell’access point WiFi sul dispositivo (non si applica a quelli Zigbee ovviamente)
accoppiare il dispositivo Sonoff al nostro profilo memorizzato sui serverCoolKit eWeLink in cloud
Nel caso di un dispositivo Sonoff Zigbee l’accoppiamento deve essere fatto col suo hub gateway: rimanendo nel mondo eWeLink la scelta naturale è utilizzare il Sonoff ZBBridge.
I passi da seguire per accoppiare ad eWeLink un device sono abbastanza semplici e differenziate in base al tipo di connettività: insistete, ripetendoli con attenzione, anche nel caso che Sonoff non si accoppia al primo tentativo.
Sonoff WiFi
Le verifiche preliminari all’accoppiamento di un dispositivo Sonoff WiFi sono le seguenti
verificare sul vostro smartphone che l’app abbia l’autorizzazione all’accesso alla posizione
identificare l’access point WiFi a cui vogliamo che il device si connetta
assicurare che lo smartphone utilizzato per la procedura di associazione sia collegato all’access point WiFi desiderato mediante la banda a 2,4 GHz (i 5 GHz non saranno supportati dal dispositivo)
verificare che il nome e la password WiFi contengano solamente lettere maiuscole (a-z), lettere minuscole (A-Z) o numeri (0-9)
verificare che la password WiFi non superi i 32 caratteri di lunghezza
verificare che il Bluetooth sia attivo sullo smartphone (per i dispositivi Sonoff di ultima generazione)
A questo punto potete procedere con l’accoppiamento vero e proprio del dispositivo premendo il pulsante sul dispositivo per 5 secondi fino a che il LED di stato non cominci a lampeggiare 2 volte velocemente ed 1 lentamente confermando di essere pronto per l’accoppiamento:
Basic
4CH Pro R2
Touch
Ora potete tornare ad eWeLink app continuando nel modo che segue:
tappare sull’icona in basso di Aggiungi Dispositivo dalla home
tappare su Accoppiamento Rapido o Accoppiamento Bluetooth (dispositivi Sonoff di ultima generazione) per avviare la procedura di accoppiamento ordinaria
attendere il completamento dell’operazione di registrazione ed accoppiamento del dispositivo che potrebbe richiedere fino a 3 minuti
assegnare un nome al nuovo dispositivo appena accoppiato al sistema
Il LED di stato del dispositivo smette di lampeggiare e rimane acceso confermando il successo dell’operazione.
Tornando alla schermata principale troverete il dispositivo WiFi online.
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Sonoff Zigbee
Preliminarmente all’accoppiamento di un dispositivo Sonoff Zigbee dovete solo identificare l’hub Zigbee gateway a cui vogliamo che il device si connetta.
Per mettere il dispositivo Zigbee in modalità accoppiamento occorre anche in questo caso premere l’apposito pulsantino, con l’aiuto di un cacciavite, fino a quando il LED verde dello stato connessione Zigbee non comincia lampeggiare:
Ora potete tornare ad eWeLink app continuando nel modo che segue:
tappare sull’icona del vostro hub Zigbee Sonoff ZBBrdige
tappare su Aggiungi per avviare la procedura di accoppiamento
attendere il completamento dell’operazione di registrazione ed accoppiamento del dispositivo normalmente velocissima
assegnare un nome al nuovo dispositivo appena accoppiato al sistema
Il LED di stato della connessione Zigbee del dispositivo smette di lampeggiare e rimane acceso confermando il successo dell’operazione.
Tornando alla schermata principale troverete il dispositivo Zigbee online.
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eWeLink App: Sonoff non si accoppia che fare
Se Sonoff non si accoppia, potreste trovarvi in una delle due situazioni seguenti:
l’app eWeLink rimane sospesa in fase di accoppiamento (indicando eventualmente di aver trovato un dispositivo)
viene restituito un errore esplicito di Accoppiamento non riuscito
Per risolvere il problema Sonoff non si accoppia, occorre procedere nel modo seguente:
verificare nuovamente che lo smartphone utilizzato sia collegato all’access point WiFi mediante la banda 2,4 GHz
verificare il nome e la password WiFi contengano solamente lettere (a-z, A-Z) e numeri (0-9)
verificare che il Bluetooth sia attivo sullo smartphone (Sonoff di ultima generazione)
provare ad avvicinare il dispositivo al router WiFi se troppo lontani
ripetere la procedura di accoppiamento sull’app eWeLink
effettuare un test eseguendo la procedura di accoppiamento con altro access point WiFi se disponibile oppure utilizzando uno smartphone come hotspot WiFi
Nel caso il problema Sonoff non si accoppia permanga, potete provare ad utilizzare la modalità di accoppiamento compatibile (AP): in questo scenario il dispositivo funge temporaneamente da access point WiFi (con nome del tipo ITEAD-XXXXX) a cui lo smartphone si collega.
Per far entrare il dispositivo in accoppiamento compatibile, occorre premere il pulsante sul device stesso per ulteriori 5 secondi con la conferma mediante il LED di stato che lampeggia in modo veloce e costante:
Nel caso probabile ci sia un problema sulla vostra rete WiFi per i troppo dispositivi leggete subito la mia guida al miglior ripetitore WiFi.
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Ci sono situazioni in cui non potreste venire a capo con i vostri dispositivi intelligenti ITead: per ritornare ad una situazione conosciuta scopri come resettare nella mia guida al factory reset Sonoff.
eWeLink App Sonoff istruzioni italiano dettaglio dispositivo
Dalla home di eWeLink potete accedere alle funzionalità disponibili per ciascun dispositivo, ovviamente dipendenti dal modello.
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Le funzionalità comuni a tutta la famiglia di dispositivi per la smart home controllati da eWeLink App sono:
Impostazioni dispositivo: per cambiare ad esempio nome del dispositivo (e delle uscite nel caso multi-canale), le impostazioni WiFi, visualizzare la versione ed aggiornare il firmware Sonoff, condivisione con altri utenti eWeLink, notifiche e stato all’accensione (on/off/ultimo stato)
Programmazione: per gestire l’accensione/spegnimento in orari configurabili
Conto alla rovescia: per l’accensione/spegnimento dopo un intervallo di tempo definibile
Ripeti: per impostante una sequenza ripetuta di accensione e spegnimento
Ricevere notifica della possibilità di aggiornare il firmwareSonoff
Come primo esempio prendiamo in considerazione il Sonoff 4CH Pro R2 su eWeLink:
Come secondo esempio utilizziamo il Sonoff TH16, dove si possono vedere immediatamente su eWeLink app, oltre allo stato del dispositivo, temperatura ed umidità:
Quale terzo esempio un Sonoff Basic ad un canale su eWeLink app:
Dulcis in fundo un interruttore Sonoff T1 a due canali su eWeLink app:
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eWeLink – Impostazioni dispositivo
Vediamo ora le impostazioni comuni a tutti i dispositivi compatibili:
informazioni di base
scorciatoie
impostazioni dispositivo
informazioni sul dispositivo (produttore, modello, ID dispositivo, Indirizzo MAC, Nome Firmware)
Informazioni di base
modificare il nome del dispositivo e dei canali nel caso di device multi-canale
Modifica nome dispositivo
verificare la versione ed aggiornare il firmware Sonoff all’ultima versione disponibile
Aggiornare firmware Sonoff
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Impostazioni dispositivo
assegnare il dispositivo ad una delle stanze definite (Assegna posizione)
condividere il dispositivo con un altro utente eWeLink (Condividi)
abilitare le Notifiche Push sull’App eWeLink delle variazioni di stato del singolo canale
visualizzare lo storico delle operazioni (Registri) accadute sul dispositivo, in cui è possibile distinguere quelle avvenute tramite controllo remoto e quelle automatiche del dispositivo stesso
Registri
gestire il LEDIndicatore della connessione di rete a bordo del dispositivo (per risparmiare qualche goccia di energia, ma attenzione che perdete la diagnostica dei problemi di connettività)
configurare lo Stato all’Accensione di ciascun canale di uscita: Acceso, Spento, Ultimo stato prima dello spegnimento
Stato all’accensione
spegnimento automatico eWeLink Sonoff: una delle opzioni più interessanti e’ la possibile di abilitare lo spegnimento automatico delle uscite tramite l’app eWeLink sui Sonoff dopo un tempo configurabile:
Spegnimento automatico
Lo spegnimento automatico, denominato in precedenza inching mode o variazione graduale, nei dispositivi Sonoff e’ una funzionalità utilissima che funziona con tutti i dispositivi (anche quelli compatibili) ad eccezione del Sonoff TH16 e vi permette di trasformare la singola uscita del vostro dispositivo in un pulsante WiFi temporizzato con durata configurabile tra 0,5 secondi ed 1 ora (con incremento di 0,5 secondi).
Ancora più interessante è che lo spegnimento automatico di eWeLink funzioni anche col dispositivo non connesso in rete.
disabilitare la possibilità di accendere/spegnere contemporaneamente tutte le uscite di un dispositivo multi-canale
abilitare l’interblocco (modalità commutatore) tra le uscite in dispositivi multicanale
Interblocco (modalità commutatore)
modificare le Impostazioni WiFi del dispositivo senza dover ripetere la procedura di accoppiamento; non è ancora disponibile su tutti i dispositivi perché richiede anche un aggiornamento del firmware
Condivisione dispositivi
E’ possibile condividere con altri utenti eWeLink la gestione dei singoli dispositivi. E’ la modalità che dovete adottare per poter gestire contemporaneamente da due smartphone differenti i medesimi dispositivi creando due profili differenti.
Le limitazioni principale riguardano condivisione e scene eWeLink:
non è possibile condividere le scene
non è possibile utilizzare un dispositivo condiviso da altri per creare una scena
Le precondizioni per poter effettuare l’operazione di condivisione dall’app eWeLink sono le seguenti:
l’account ricevente deve essere loggato sullo smartphone
l’app eWeLink deve essere attiva sul telefono ricevente
smartphone mittente e ricevente devono essere entrambi collegati ad internet al momento della condivisione
Come esempio riporto la procedura per la condivisione di un Sonoff Basic con un altro utente eWeLink già esistente:
E’ anche possibile la condivisione di dispositivi eWeLink tramite WhatsApp per quanto sia comunque necessaria l’app installata per la gestione.
Programmazione timer eWeLink
A titolo illustrativo vi propongo le istruzioniitaliano per la programmazione di una coppia di timer su eWeLink che accende ogni giorno alle 08:00 e spegne alle 08:20 il dispositivo Sonoff TH16:
Programmazione Timer
Lo stesso risultato poteva essere ottenuto anche con la programmazione di un solo timer per l’accensione automatica alle 08:00 e l’impostazione dello spegnimento automatico dopo 20 minuti.
Un paio di osservazioni ulteriori sulla programmazione dei timer eWeLink:
nel caso di device con più canali è possibile selezionarne uno solo
è possibile impostare in quali giorni della settimana debba essere eseguito
Un punto di attenzione: al momento non e’ supportato in automatico il passaggio da ora solare a legale e viceversa. Questo vuol dire che dovrete aggiustare gli orari programmati in primavera ed autunno. Valutate eventualmente l’uso di scene basate sugli eventi di alba e tramonto per applicazioni tipo crepuscolare.
E’ disponibile una funzionalità di modifica massiva dei timer (Bulk Timer Edit) all’interno della gestione profilo utente:
Questa funzione è molto utile al cambio d’ora tra legale e solare perché purtroppo non viene gestito automaticamente.
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eWeLink App Sonoff istruzioni italiano programmazione scene
Sull’app eWeLink è possibile creare e gestire delle scene che permettono di eseguire automaticamente, in funzione di una condizione, un’azione su uno o più dispositivi.
E’ possibile scegliere tra delle scene comuni (In Evidenza) da configurare oppure di crearne una da zero (Personali):
Scene In Evidenza
Scene Personali
Ci sono quattro tipologie alternative di condizione (Attivatore) utilizzabili nelle sceneeWeLink:
Tocca per eseguire sull’app (per accendere o spegnere manualmente più dispositivi contemporaneamente)
Ora del Giorno (per avviare automaticamente l’esecuzione della scena ad un’orario prefissato in giorni selezionati)
Alba/Tramonto (per avviare la scena all’alba o al tramonto)
Dispositivo intelligente (l’esecuzione dipende dallo stato di un canale o da un dato misurato come temperatura o umidità del Sonoff TH16)
Ci sono tre tipologie di Azione a disposizione nelle scene eWeLink:
Dispositivo intelligente: per accendere o spegnere uno o più canali di un dispositivo
Ritardo: attende per un tempo configurabile massimo di un’ora
Scena intelligente: per eseguire una scena manuale o attivare/disattivare una scena automatica
Qualche punto di attenzione importante sull’utilizzo delle scene eWeLink Sonoff:
le scene manuali (Tocca per eseguire) compaiono nella home dell’App
una scena può contenere più condizioni (Attivatori) gestite nel modo seguente:
Soddisfa tutte le condizioni (AND): l’Azione viene eseguita se tutte le condizioni occorrono
Soddisfa ogni condizione (OR): l’Azione viene eseguita se almeno una condizione si verifica
nel caso di condizione (Attivatore) basato su un dispositivo intelligente può anche essere specificata una condizione temporale su giorni ed orari di possibile esecuzione
una scena può contenere più Azioni
lo stesso dispositivo intelligente non può essere presente sia nella condizione (Attivatore) che nell’Azione
le scene non funzionano quando i dispositivi coinvolti non sono connessi ad internet
le scene non possono essere condivise
Potete dare un’occhiata a questo video tutorial video ufficiale CoolKit:
Se le scene di eWeLink non vi fossero sufficienti per qualche motivo come ad esempio:
usare canali diversi di un medesimo dispositivo per condizione e target di esecuzione
interagire con dispositivi esterni
avete a disposizione le seguenti alternative:
IFTTT come spiego nel mio articolo IFTTT Sonoff (attenzione che il supporto e’ diventato a pagamento)
Il numero massimo di scene utilizzabili è dipendente dal piano eWeLink sottoscritto:
300 per il piano Free
1.000 per il piano Advanced
Possiamo ora vedere alcuni esempi di scene eWeLink.
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Esempio di scena eWeLink per attivare dispositivi multipli
Effettuando un tap manuale verrà eseguito l’accensione di un dispositivo ad un canale e dei canali tre e quattro di un device a quattro canali.
Aggiunta evento alla scena eWeLink
Aggiunta prima azione alla scena eWeLink
Aggiunta seconda azione alla scena eWeLink
Salvataggio scena eWeLink
L’apertura o chiusura contemporanea di due o più tapparelle di casa comandate da uno o più dispositivi è l’applicazione perfetta di questa tipologia di scene eWeLink.
Esempio di scena eWeLink con condizione basata su dispositivo intelligente
In questo esempio illustriamo le istruzioni di una scena eWeLink per accendere il secondo canale di un Sonoff 4CH Pro R3 quando venga superata una soglia di umidità misurata dal Sonoff TH16 ma solamente nei giorni feriali tra le 08:00 e le 19:00:
Come già indicato in precedenza, il Periodo Effettivo, ulteriore condizione temporale su giorni ed orari di possibile esecuzione, è applicabile ad una scena eWeLink solo nel caso di condizione su base dispositivo intelligente.
Esempio di scene eWeLink incrociate per gestione punto luce deviato
In questo esempio vediamo le quattro scene eWeLink necessarie per poter configurare una coppia di Sonoff TX US come due deviatori in punto luce deviato:
Scena eWeLink primo Sonoff TX punto luce deviato
Scena eWeLink secondo Sonoff TX punto luce deviato
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Per approfondire questo esempio leggi il mio articolo su Sonoff TX.
Esempio di scena eWeLink per interruttore crepuscolare
In questo esempio realizziamo un interruttore crepuscolare che, mediante una coppia di scene eWeLink:
si accende al tramonto
si spegne 30 minuti dopo all’alba
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Widget eWeLink
Sono anche disponibili i widget eWeLink per la sulla home page del vostro smartphone dove potrete verificare lo stato ed azionare direttamente un dispositivo mediante un semplice tap:
Widget eWeLink
Per aggiungere un widget eWeLink sul vostro smartphone le operazioni sono le consuete:
Aggiungere Widget eWeLink
eWeLink App per Android Udpate – Ultime Release
[table id=122 responsive=flip/]
Nel caso vi serva una versione più vecchia di quella correntemente disponibile sul Play Store, per il download potete eventualmente fare riferimento ad Aptoide o APKCombo.
Sonoff Control App
Sta destando un certo interessante app Sonoff Control: non si tratta di un’applicazione ufficiale ed ha recensioni particolarmente basse. La sconsiglio, molto meglio usare l’originale.
Leggi tutti i miei articoli sulla domotica fai da te Sonoff.
Cosa sono e come funzionano le valvole termostatiche
Per regolare la temperatura nella nostra abitazione con riscaldamento autonomo la soluzione più semplice è comandare, mediante un termostato ambiente, l’accensione e lo spegnimento di caldaia o pompa di calore che alimentano con il flusso d’acqua calda l’impianto di distribuzione del calore costituito da termosifoni, pavimento radiante o ventilconvettori.
Nel caso di un impianto di riscaldamento con termosifoni ci potrebbero essere dei casi in cui tale soluzione non sia applicabile o sufficiente:
riscaldamento centralizzato, in cui non abbiamo la possibilità di comandare su accensione e spegnimento del generatore di calore
comfort non omogeneo nelle varie stanze a causa del calore fornito dal singolo termosifone
Impianto di riscaldamento a termosifoni
Per questi motivi si utilizzando le valvole termostatiche per termosifoni, il cui scopo è proprio di controllare la temperatura dell’ambiente grazie alla regolazione del flusso di acqua calda che entra nel singolo radiatore.
Poiché una valvola termostatica agisce a livello del singolo termosifone, potrete così anche controllare la temperatura a livello di singola stanza della casa, adattando il comfort all’utilizzo di quell’ambiente: anche col riscaldamento centralizzato sarà possibile creare delle zone di riscaldamento differenti nella vostra casa.
Anche la legislazione, tenendo conto degli innegabili vantaggi, obbliga all’installazione delle valvole termostatiche in un impianto di riscaldamento centralizzato con termosifoni.
Una valvola termostatica e’ costituita da due componenti principali:
testina termostatica
corpo valvola
Quando la temperatura dell’ambiente varia, la il sensore di temperatura presente all’interno della testina termostatica si espande (o contrae) spingendo automaticamente l’otturatore presente nel corpo valvola e provocando l’apertura o la chiusura della valvola termostatica stessa.
Per regolare la temperatura ambiente ad un valore sostanzialmente costante, basterà impostare la temperatura desiderata sulla testina termostatica: le valvole termostatiche regoleranno il flusso di acqua calda aprendosi e chiudendosi per raggiungere e mantenere il calore necessario, garantendo il comfort ed evitando sprechi di calore.
Le valvole termostatiche tradizionali hanno normalmente una parte rotonda con una numerazione progressiva, spesso da 1 a 5, che rappresenta il livello di regolazione del calore e conseguentemente della temperatura che si vuole raggiungere.
Attenzione a distinguere una valvola termostatica da una valvola manuale:
le valvole termostatiche regolano la temperatura spingendo il pistoncino nel corpo valvola; la maggior parte possiede numeri, schermi o altri pulsanti di controllo
le valvole manuali hanno solo l’indicano della direzione per aumentare o ridurre la temperature e non è presente alcun pistoncino a pressione
Valvola termostatica
Valvola manuale
A seconda della direzione da cui proviene la tubazione dell’acqua abbiamo queste tipologie principali di valvole termostatiche:
Valvole termostatiche diritte
Il flusso dell’acqua non e’ distribuito ad angolo o con curve: adatte per le tubature che emergono dal pavimento.
Valvole termostatiche a squadra
Adatte per i termosifoni con valvola di mandata nel mezzo o in basso: permettono di ridurre al minimo l’ingombro.
Per impostare la temperatura desiderata tramite le valvole termostatiche esistono diversi metodi:
manualmente sulla singola testina termostatica
mediante una centralina di controllo con collegamento wireless
Come funzionano le migliori valvole termostatiche WiFi smart per termosifoni
Una valvola termostatica WiFi smart e’ un dispositivo intelligente, alimentato a batteria, che si sostituisce alla testina termostatica di un termosifone ed è in grado di controllare da remoto la temperatura ambiente tramite la regolazione del flusso dell’acqua calda da remoto agendo sul corpo valvola originale:
Rimuovi la testa termostatica esistente
Avvita la valvola termostatica WiFi
Per poter comandare da remoto le termovalvole WiFi mediante smartphone, Alexa o Google Home è necessario assicurarne il collegamento a dei servizi in cloud mediante un hub gateway:
le valvole termostatiche smart WiFi comunicano in modalità wireless col gateway utilizzando un protocollo radio proprietario, Zigbee o Bluetooth
il gateway tramite WiFi o cavo Ethernet si collega ai servizi in cloud attraverso il router internet di casa
l’app su smartphone, Alexa e Google Home impostano i comandi remoti per le valvole termostatiche WiFi smart tramite i servizi in cloud
Schema di funzionamento delle termovalvole WiFi per termosifoni
Grazie alla gestione remota mediante app dedicata ed ai servizi in cloud le funzionalità addizionali messe a disposizione dalle termovalvole WiFi sono davvero innumerevoli:
rilevamento automatico finestre aperte
regolazione intelligente in base alle condizioni meteo
regolazione in base alla presenza di persone tramite geolocalizzazione
Compatibilità ed installazione delle migliori valvole termostatiche WiFi smart per termosifoni
Ancora prima dell’acquisto è fondamentale verificare che le valvole termostatiche smart WiFi siano compatibili con quelle esistenti. I maggiori produttori forniscono dei comodi strumenti online per la verifica di compatibilità, con l’indicazione della necessità di eventuali adattatori:
Nei kit di base delle termovalvole WiFi sono solitamente inclusi gli adattatori per i maggiori produttori di testine termostatiche.
Adattatori inclusi con le valvole termostatiche WiFi NetatmoAdattatori per valvole termostatiche smart tadoAdattatori inclusi con le termovalvole WiFi meross
L’operazione pratica più delicata, che possiamo comunque svolgere in autonomia, è quella della sostituzione materiale delle testine termostatiche esistenti con le vostre nuove valvole termostatiche smart WiFi: sembra complesso ma nella pratica è tutto molto intuitivo.
Vediamo ora praticamente come procedere con la rimozione di una testina termostatica esistente per la sostituzione con una nuova valvola termostatica WiFi nei vari casi che potreste incontrare seguendo questa guida di tado:
Alcuni tipi di testa termostatica possono essere semplicemente svitati dal corpo valvola. Assicurati di allentare solo il dado della testa e non quello della valvola. Non ruotare la testa, ma solo il dado che la fissa alla valvola del termosifone.
Se la testa termostatica è bloccata da una vite, rimuovi prima quest’ultima e poi stacca la testa dal termosifone tirandola delicatamente verso l’esterno.
Alcune teste termostatiche devono essere ruotate oltre il valore massimo per essere svitate. Assicurati di allentare solo la testa e non il corpo valvola.
Se nessuna delle opzioni precedenti descrive il tuo caso, prova a staccarla dal termosifone tirandola delicatamente verso l’esterno. Assicurati anche di aver rimosso il supporto su cui era montata.
Le valvole termostatiche Giacomini sono composte da due parti. Per rimuovere la testina termostatica, mantenere saldamente la parte inferiore vicino alla valvola e tirare verso l’esterno. Tirare poi la parte superiore nella direzione mostrata. Si sentirà un clic e tutta la testa del termostato si sgancerà facilmente:
Vi consiglio anche questo video guida sull’installazione delle valvole termostatiche WiFi Netatmo per termosifoni:
Migliori valvole termostatiche smart WiFi: tado vs Netatmo vs Meross vs Honeywell Evohome vs Tuya Smart Life
Dopo la lunga introduzione generale necessaria a fugare molti dubbi di base comuni a qualsiasi soluzione, ho messo a confronto i sistemi con le migliori valvole termostatiche WiFi smart per termosifoni disponibili sul mercato:
Nella tabellina sintetica seguente vedete le caratteristiche principali delle termovalvole WiFi selezionate:
[aawp table=”48203″]
I prezzi che ho riportato in tabella, per semplicità ed uniformità, si riferiscono ad una singola valvola termostatica WiFi smart aggiuntiva.
In ogni caso per partire va sempre acquistato un hub gateway di collegamento, quasi sempre proprietario, che servirà poi a gestire tutti i dispositivi intelligenti. Sono disponibili starter kit di termovalvole WiFi che includono anche il gateway.
Nel resto dell’articolo approfondiremo tutti i modelli delle migliori valvole termostatiche WiFi per termosifoni tado vs Netatmo vs Meross vs Tuya Smart Life.
Con le valvole termostatiche WiFi Netatmo controlli la temperatura della tua abitazione se dotata di riscaldamento a termosifoni:
La differenza fondamentale delle valvole termostatiche WiFi Netatmo per termosifoni rispetto ad un sistema tradizionale è quello di poter gestire il riscaldamento ovunque ti trovi direttamente dal tuo smartphone:
App per il controllo remoto
Gestisci il riscaldamento della tua casa direttamente dal tuo smartphone
Modifica la temperatura stanza per stanza direttamente dal tuo letto o ovunque ti trovi
Programma l’accensione del riscaldamento mentre stai tornando dalle vacanze
Puoi programmare il riscaldamento stanza per stanza scegliendo la modalità più adatta alle tue abitudini e riscaldi soltanto quando e dove è necessario:
Modalità Notte
Modalità Comfort
Modalità Economico
Comfort + Modalità
Le valvole termostatiche smart WiFi Netatmo ti aiutano quindi a realizzare un vero impianto di riscaldamento intelligente anche con i termosifoni dotato di queste funzionalità:
Rilevamento finestra aperta
Se la valvola termostatica WiFi Netatmo rileva una finestra aperta spegne automaticamente il riscaldamento nella stanza per evitare sprechi.
Regolazione intelligente
La valvola termostatica WiFi Netatmo analizza la condizione della stanza in tempo reale e regola il riscaldamento in base alla luce solare e all’uso della stanza.
Impostazione manuale
Se necessario, la temperatura può essere temporaneamente aumentata in una determinata stanza per 3 ore.
Potrai anche controllare il riscaldamento con termosifoni semplicemente utilizzando la tua voce:
“Alexa, aumenta la temperatura del bagno di 2 gradi”
“OK Google, imposta la temperatura del bagno su 21 gradi”
“Siri, imposta la temperatura del soggiorno a 19 gradi”
Le valvole termostatiche WiFi Netatmo sono anche degli oggetti belli da vedere con un design ricercato con cui impostare comunque la temperatura desiderata nel caso non avessi a portata di mano il tuo smartphone:
Regolazione manuale temperatura: ruota la valvola termostatica WiFi Netatmo per modificarla
Visualizzazione temperatura in tempo reale sul display
Durata batterie di 2 anni
Cilindro in plexiglass translucido dal design minimalista
4 opzioni di colori
Nel caso utilizziate dei termosifoni, un impianto dotato di termostato intelligente può essere completato con delle valvole termostatiche smart WiFi Netatmo per controllare il singolo termosifone.
Cominciamo l’approfondimento sulle valvole termostatiche smart tado partendo dalle caratteristiche principali:
Programmazione intelligente
tado ti permette di pianificare le temperature desiderate in fasce orarie diurne e notturne, in base alla tua routine.
Segue il sole
tado tiene conto delle previsioni meteo. Per risparmiare energia, abbassa il riscaldamento, se il sole riscalda la tua abitazione.
Benessere ambientale
Grazie alla skill Benessere Ambientale, tado ti consiglia su come fare per mantenere sana l’aria in casa. Ti fornisce anche informazioni utili circa la qualità dell’aria esterna.
Geolocalizzazione
tado ti ricorda di abbassare il riscaldamento quando l’ultima persona esce di casa e di preriscaldare l’ambiente giusto in tempo per l’arrivo della prima persona.
Finestre aperte
tado rileva le finestre aperte e ti ricorda di abbassare il riscaldamento per risparmiare più energia.
Care & Protect
Care & Protect monitora il tuo impianto di riscaldamento, notifica comportamenti anomali e risolvere autonomamente eventuali malfunzionamenti.
La differenza fondamentale delle valvole termostatiche smart tado rispetto ad un sistema tradizionale è quello di poter gestire il riscaldamento ovunque ti trovi direttamente dal tuo smartphone:
App per il controllo remoto
Gestisci il riscaldamento dovunque ti trovi con l’app tado.
Ottieni accesso immediato alla temperatura di casa tua, all’attività di riscaldamento e al Report Risparmio Energetico.
Grazie alle valvole termostatiche smart tado anche controllare il riscaldamento con termosifoni semplicemente utilizzando la tua voce:
“Alexa, imposta la temperatura del soggiorno a 22 gradi”
“OK Google, riduci la temperatura del soggiorno di 2 gradi”
“Siri, imposta la temperatura del bagno a 25 gradi”
Le valvole termostatiche smart tado sono anche degli oggetti con un bel design e su cui poter intervenire manualmente per impostare la temperatura nel caso non abbiate lo smartphone a portata di mano:
Visualizzazione temperatura in tempo reale sul display a matrice di LED
Regolazione manuale temperatura: ruota la valvola termostatica WiFi tado per modificarla
Anche merosss, nota per per i suoi dispositivi per la domotica fai da te di elevata qualità ad un prezzo conveniente, ha nella gamma di prodotto le valvole termostatiche smart WiFi meross.
Valvole termostatiche WiFi smart meross
Le caratteristiche principali delle valvole termostatiche WiFi smart meross sono le seguenti:
Gestione mediante smartphone
Temperatura stanza per stanza
Rilevazione finestra aperta
Compatibilità valvole termostatiche
Programmazione intelligente
Alexa, Google Home ed IFTTT
Esiste anche una nuova versione, non ancora in vendita in Italia, di valvole termostatiche smart WiFi meross compatibili con Apple HomeKit.
Per un sistema completo serve uno smart hub che comunica via radio a 433 MHz con le valvole termostatiche smart meross mentre si collega con i servizi in cloud tramite il WiFi della vostra abitazione:
Smart Hub per valvole termostatiche WiFi smart meross
Lo Smart Hub è parte dello starter kit valvole termostatiche WiFi smart meross che include:
una valvola termostatica WiFi meross
adattatori per valvole termostatiche Danfoss RA, RAV e RAVL
manuale d’uso
Smart Hub meross per termovalvole WiFi
cavo USB per Smart Hub meross
Non sono incluse le 2 batteria AA necessarie per il funzionamento di una valvola termostatica WiFi meross.
Per la configurazione e l’utilizzo su smartphone delle valvole termostatiche WiFi smart meross fate download dell’app meross, disponibile per Android ed iOS.
Per approfondire potete anche leggere tutti i miei articoli su meross.
L’ecosistema di prodotti compatibili con Tuya Smart Life è davvero ampio e frastagliato, ho comunque provato a selezionare alcune delle valvole termostatiche WiFi smart per termosifoni migliori:
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Come potete notare in tutti i modelli di termovalvole WiFI:
è sempre necessario un hub gateway di collegamento
la connettività con le valvole usa standard come Bluetooth e Zigbee
Per evitare di complicarsi troppo la vita, nonostante l’uso di protocolli standard, raccomando di acquistare l’hub dello stesso produttore delle valvole termostatiche WiFi Tuya Smart Life.
Per un veloce approfondimento ho scelto le valvole termostatiche WiFi Maxcio compatibili Tuya Smart Life:
Valvole termostatiche WiFi Maxcio compatibili Tuya Smart Life
Le caratteristiche principali delle valvole termostatiche WiFi Maxcio compatibili Tuya Smart Life sono le seguenti:
Gestione mediante smartphone
Decalcificazione automatica
Protezione bambini
Rilevazione finestre aperte
Compatibilità valvole termostatiche
Alexa e Google Home
Anche nel caso di Maxcio serve un Mesh Gateway che comunica via Bluetooh con le valvole termostatiche WiFi Maxcio mentre si collega con i servizi in cloud Tuya Smart Life tramite il WiFi della vostra abitazione:
Hub gateway per valvole termostatiche WiFi Maxcio compatibili Tuya Smart Life
Per la configurazione e l’utilizzo su smartphone delle valvole termostatiche WiFi Maxcio fate download dell’app Smart Life, disponibile per Android ed iOS.
Per approfondire potete anche leggere tutti i miei articoli su Smart Life ed in particolare la mia guida a Tuya Smart Life.
Honeywell Evohome è un sistema completo di gestione intelligente della temperatura nella tua abitazione. Le caratteristiche principali di Honeywell Evohome sono le seguenti:
regolazione intelligente fino a 12 zone
controllo remoto termovalvole WiFi mediante smartphone con l’app Total Connect Comfort Intl, Google Home o PC tramite browser
Scopri uno degli interruttori smart più popolari per la domotica Zigbee: Sonoff ZBMINI. Guida completa di schema di collegamento a Sonoff Zigbee Mini e test con i principali hub Zigbee gateway come Sonoff ZBBridge, Philps Hue Bridge, LIDL Home gateway ed anche Amazon Echo 4 generazione.
Sonoff Zigbee: una famiglia completa di prodotti
Partiamo con un breve confronto tra WiFi e Zigbee, gli standard più affermati per la connettività wireless nella domotica:
il WiFi nasce per l’accesso dati wireless ad elevata velocità ad una piccola area mediante il collegamento di tutti i nodi ad un dispositivo centrale (rete a stella) e può adattarsi a qualsiasi tipo di applicazione
ZigBee serve invece a trasportare piccole quantità di dati, consumare una potenza bassissima e connettere tra di loro tutti i nodi (rete mesh) ovvero i requisiti tipici della domotica
A scopo illustrativo trovate anche i due diagrammi per un sistema di domotica fai da te realizzato mediante WiFi ed uno con ZigBee che utilizza Amazon Echo come hub o gateway:
Domotica Sonoff WiFi
Domotica Sonoff Zigbee
I due diagrammi evidenziano per bene le differenze:
i dispositivi ZigBee necessitano di un hub o gateway addizionale ma assicurano una rete wireless distinta, dedicata alla domotica, rispetto a quella WiFi già oberata da tanti dispositivi
i dispositivi WiFi si collegano direttamente utilizzando il router WiFi di casa che potrebbe raggiungere i propri limiti in termini di client collegati
lo standard Zigbee assicura un ottimo livello di compatibilità tra dispositivi di produttori differenti
ITead ha costantemente allargato la propria gamma di prodotti arrivando ad una discreta scelta di dispositivi Zigbee in grado di coprire la maggior parte delle esigenze: interruttori smart, sensori e hub Zigbee gateway.
Famiglia di prodotti Sonoff Zigbee
In questo articolo prenderemo in considerazione l’interruttore Sonoff ZBMINI.
Il Sonoff Zigbee Mini è un interruttore Zigbee che consente di controllare da remoto un qualsiasi carico elettrico potendosi integrare anche con un interruttore o deviatore esistente.
Sebbene Sonoff Zigbee Mini e Sonoff Mini R2 condividono le caratteristiche generali:
gestione remota smartphone
comandi vocali
timer e conto alla rovescia
scenari di automazione
condivisione del dispositivo
dimensioni 43 x 43 x 20 mm
peso 36 grammi
carico massimo 10 A / 2.200 W
Sotto il guscio di plastica bianca ci sono però delle importanti differenze tra Sonoff ZBMINI Zigbee vs Sonoff Mini R2:
Sonoff ZBMINI Zigbee
Sonoff Mini R2
Connettività
Zigbee 3.0
WiFi 2,4 GHz
Serve hub gateway
Sì
No
Comandi esterni
Interruttori e deviatori
Interruttori, deviatori e pulsanti
App
Dipende da hub Zigbee gateway
eWeLink
Modalità DIY
No
Sì
Differenze tra Sonoff ZBMINI Zigbee vs Sonoff Mini R2
In particolare vorrei soffermarmi sulla modalità di gestione del Sonoff ZBMINI che erediterà integralmente le caratteristiche dell’ecosistema di appartenenza dello specifico hub Zigbee gateway prescelto:
servizi in cloud
app per smartphone
integrazione con Alexa e Google Home
integrazione con Home Assistant
I modelli di hub Zigbee gateway che ITead supporta ufficialmente per Sonoff ZBMINI sono i seguenti, dove ho evidenziato l’ecosistema di gestione:
Hub Zigbee Gateway
App
Sonoff ZBBridge
eWeLink
Amazon Echo 4 generazione
Alexa
Samsung SmartThings Hub
SmartThings
Philips Hue Bridge
Philips Hue
Ovviamente il supporto dello standard Zigbee 3.0 dovrebbe consentire l’utilizzo di Sonoff ZBMINI anche con altri hub: successivamente troverete anche l’esito del mio test con il gateway LIDL Home.
Pulsante per accoppiamento / interruttore manuale (leggermente incavato)
Morsetti a vite per il collegamento dei conduttori esterni
Mediante un cacciavite piatto piccolo si può facilmente aprire il guscio in plastica per osservare la qualità realizzativa del Sonoff ZBMINI Zigbee dove il grosso dello spazio è occupato dal relè di potenza:
Sonoff Zigbee Mini teardown
Capovolgendo la scheda possiamo apprezzare:
antenna Zigbee realizzata direttamente con le piste del circuito stampato
collegamento tra i due morsetti N in che sono quindi del tutto elettricamente equivalenti
processore CC2652P/EFR32MG21 con supporto Thread, Zigbee , Bluetooth (BLE)
Sonoff ZBMINI Zigbee teardown
Focalizzandoci invece sulle dimensioni molto compatte del Sonoff ZBMINI Zigbee, lo abbiamo messo a confronto col fratello maggiore (direi più grosso) Sonoff Dual R3 e col sempreverde Shelly 2.5:
Dimensioni Sonoff Zigbee Mini vs Sonoff Dual R3 vs Shelly 2.5
La silhouette del Sonoff ZBMINI Zigbee gli permette di essere installato molto agevolmente all’interno di una scatola 503 esistente con dei comandi:
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Schema di collegamento Sonoff Zigbee Mini
Vediamo ora lo schema di collegamento del Sonoff Zigbee Mini partendo dai morsetti disponibili:
Morsetti collegamento Sonoff ZBMINI Zigbee
due conduttori di ingresso (Input) per l’alimentazione del neutro (N In)
un conduttore di ingresso (Input) per l’alimentazione della fase (L In)
un conduttore di uscita (Output) per la fase (L Out)
due conduttori di ingresso (Input) per il comando da un interruttore o deviatore esterno (S1 ed S2)
E’ importante sottolineare due punti di attenzioni:
i cavi di neutro sono comuni tra ingresso ed uscita: il contatto di uscita del Sonoff Zigbee Mini non fa altro che interrompere la fase dell’ingresso come in un interruttore unipolare; detto in altre parole non è un contatto pulito ma un interruttore smart
il comando esterno collegato agli ingressi S1 ed S2 deve essere totalmente privo di tensione: dovrete probabilmente modificare il vostro impianto elettrico esistente per assicurarlo
Come funzionano gli ingressi S1 ed S2
Da questo schema interno al dispositivo si può vede come funzionino gli ingressi S1 ed S2 operino ad una tensione continua di 3,3 V e perché debbano essere assolutamente collegati a comandi totalmente privi di tensione per evitare di danneggiare il dispositivo:
I buona sostanza il device misura la tensione su SWITCH_IN:
a riposo, con S1 ed S2 aperti, la tensione è di 3,3 V
quando S1 ed S2 si chiudono, la tensione diventa circa 0,3 V
Dato il funzionamento precedente, si comprende come la lunghezza dei cavi di collegamento ad un comando di un impianto elettrico esistente può diventare particolarmente rilevante determinato il fenomeno di “Sonoff Mini che si accende da solo“:
correnti parassite, diafonia ed interferenza possono introdurre disturbi elettrici agli ingressi S1 ed S2
il riconoscimento del comando esterno, a causa dei disturbi elettrici, può essere di conseguenza compromesso
i disturbi elettrici possono essere filtrati collegando un ulteriore condensatore in parallelo agli ingressi S1 ed S2 (analogamente a quello interno, C23 nello schema precedente)
la capacità del condensatore di filtro può essere indicativamente tra 1 uF e 22 uF
se utilizzate un condensatore elettrolitico, poiché c’è polarità, il positivo va collegato all’ingresso S2 mentre quello negativo ad S1
Schema collegamento Sonoff Zigbee Mini stand-alone
Lo schema di collegamento più semplice del Sonoff Zigbee Mini è relativo al controllo di un carico elettrico senza altri comandi esterni:
Schema collegamento Sonoff Zigbee Mini stand-alone
Potrebbe essere il caso in cui sostituiamo col Sonoff Zigbee Mini un interruttore in un punto luce interrotto esistente o semplicemente ne realizziamo uno ex-novo.
Per tutti gli schemi di collegamento proposti:
il device necessita sempre di alimentazione con fase e neutro che potrebbero non essere disponibili in tutte le scatole da incasso
lo stato effettivo del carico collegamento sarà sempre disponibile sull’app con cui gestite il Sonoff ZBMINI Zigbee
Mi preme farvi notare come non sia presente uno schema di collegamento specifici per pulsante o relè poiché il firmware del Sonoff ZBMINI Zigbee non supporta tale tipo di comportamento.
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Schema collegamento Sonoff ZBMINI Zigbee con interruttore
Passiamo al caso di schema di collegamento in cui il Sonoff ZBMINI Zigbee si inserisce in cascata ad un interruttore esistente:
Schema collegamento Sonoff ZBMINI Zigbee con interruttore
In questo modo potrete controllare il carico elettrico sia dall’interruttore che da remoto avendo sempre lo stato aggiornato anche su app.
Schema collegamento Sonoff Zigbee Mini con deviatore
Chiudiamo con lo schema di collegamento in cui il Sonoff ZBMINI Zigbee si inserisce in cascata ad un punto luce deviato o invertito:
Schema collegamento Sonoff Zigbee Mini con deviatore
Anche in questo caso potrete controllare il carico elettrico sia dai comandi tradizionali che da remoto avendo sempre lo stato aggiornato anche su app.
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Accoppiamento e gestione Sonoff ZBMINI con hub Zigbee gateway
Dopo aver compreso come collegare Sonoff Zigbee Mini, è possibile passare alla configurazione con l’hub Zigbee gateway prescelto e la relativa app che potrebbe anche non essere eWeLink che è invece quella da utilizzare con i dispositivi WiFi di casa ITead.
Come anticipato, ho provato l’accoppiamento e la gestione di Sonoff ZBMINI con diversi hub Zigbee gateway di cui riporto il risultato sintetico in termini di supporto:
Sonoff ZBMINI vs hub Zigbee gateway
Hub Zigbee
App
Alexa
Google Home
IFTTT
Sonoff ZBBridge
eWeLink
Sì
Sì
Sì
Amazon Echo 4 generazione
Alexa
Sì
–
–
Phlips Hue Bridge
Philips Hue
Sì
Sì
Sì
LIDL Home gateway
LIDL Home
–
Sì
–
Livello di supporto di Sonoff ZBMINI da parte dei principali hub Zigbee gateway
Nella foto vedete anche il gateway Zigbee Xiaomi ma il test è fallito miseramente, ci riproverò comunque.
In tutti i casi il passo preliminare è quello di mettere in modalità accoppiamento il Sonoff Zigbee Mini premendo il pulsantino, con l’aiuto di un cacciavite, fino a quando il LED verde dello stato connessione Zigbee non comincia lampeggiare:
Ora dovrete procedere secondo la procedura specifica del vostro hub Zigbee gateway e della sua app di gestione.
Accoppiamento e gestione con eWeLink e Sonoff ZBBridge
Partiamo con la soluzione, direi quasi naturale, tutta in casa con Sonoff Zigbee Mini, hub gateway Sonoff ZBBridge ed eWeLink:
Sonoff Zigbee Mini e Sonoff ZBBridge
Associare il Sonoff ZBMINI Zigbee con l’hub Sonoff ZBBridge è davvero semplice, una volta che il dispositivo è in modalità accoppiamento basta selezionare il gateway nell’app eWeLink e poi Aggiungi:
Il Sonoff Mini Zigbee viene riconosciuto automaticamente come qualsiasi altro dispositivo eWeLink:
E’ possibile utilizzare il Sonoff ZBMINI Zigbee nelle scene eWeLink sia come all’interno di eventi che azioni.
Ho anche verificato la visibilità e gestione del Sonoff Mini Zigbee nei vari servizi di terze parti resa possibile da eWeLink:
in AlexaSonoff ZBMINI Zibgee risulta un interruttore
su Google HomeSonoff Mini Zigbee è una lampadina (ma è possibile modificarne il tipo)
in IFTTTSonoff ZBMINI Zigbee è un interruttore ad un canale utilizzabile sia nei trigger che nelle azioni
Direi che con il terzetto Sonoff Mini Zigbee, Sonoff ZBBridge ed eWeLink la copertura è completa come peraltro ci si poteva aspettare.
Accoppiamento e gestione con Alexa e Amazon Echo 4 generazione
Consideriamo invece ora di usare Sonoff ZBMINI con Amazon Echo 4, il modello principale di altoparlante intelligente che supporta la domotica Zigbee:
Sonoff ZBMINI Zigbee con Amazon Echo 4
L’associazione di un dispositivo Zigbee come Sonoff ZBMINI con Amazon Echo 4 generazione è davvero elementare; una volta che il dispositivo è in modalità accoppiamento, basta dire il comando “Scopri i miei dispositivi” e l’interruttore sarà immediatamente riconosciuto ed associato al vostro profilo Alexa come lampadina:
Il LED di stato Zigbee sul Sonoff ZBMINI diventerà verde fisso a conferma del successo dell’operazione di accoppiamento con Alexa tramite Amazon Echo 4 generazione.
A questo punto potrete assegnare un nome personalizzato e cominciare ad utilizzarlo mediante comandi vocali, l’app o all’interno di routine personalizzata Alexa.
Notate come nelle proprietà sia evidenziato come il Sonoff Zigbee Mini non sia agganciato tramite la skill eWeLink ma direttamente tramite Amazon Echo 4 generazione, a differenza di quanto erroneamente indicato in una guida non aggiornata sul sito ITead.
Cancellando il dispositivo all’interno dell’app Alexa il LED di stato su Sonoff Zigbee Mini comincerà a lampeggiare indicando di essere pronto ad un nuovo accoppiamento.
Ho effettuato diversi test di accensione e spegnimento tramite interruttore esterno, app Alexa e comandi vocali e non ho riscontrato anomalie.
Veniamo però alle ulteriori limitazioni d’uso del nostro Sonoff ZBMINI Zigbee accoppiato a Amazon Echo 4 generazione:
essendo visto come lampadina non può essere usato come evento in routine Alexa (in particolare quando acceso dall’interruttore esterno)
non è gestibile su Google Home
non è utilizzabile su IFTTT
Direi che questo scenario è adatto se e solo se non si intende mai uscire dal recinto della domotica Alexa.
Philips Hue Bridge è l’hub al centro dell’omonimo sistema di illuminazione che consente la gestione, anche da remoto, delle lampadine e dei comandi con connettività Zigbee dell’azienda olandese. Il sistema è notoriamente piuttosto chiuso nonostante la piena compatibilità con lo standard Zigbee 3.0.
Abbiamo quindi provato pure l’accoppiata Sonoff Zigbee Mini con Philips Hue Bridge:
Sonoff Zigbee Mini con Philips Hue Bridge
L’app Philips Hue per smartphone è disponibile sia per Android che iOS:
Dopo aver impostato il Sonoff ZBMINI Zigbee in modalità accoppiamento occorre andare sull’app Philips Hue, alla sezioni Impostazioni – Luci e quindi tappare sul +:
A questo punto il Philips Hue Bridge effettua la scansione alla ricerca di lampadine Zigbee circostanti identificandone una:
Philips Hue riconosce il Sonoff ZBMINI Zigbee come lampadina di tipo On-Off e conclude il processo di accoppiamento:
A questo punto il Sonoff ZBMINI Zigbee può essere gestito nell’app Philips Hue come qualsiasi altra lampadina:
Non mi sarei aspettato che funzionasse al primo colpo! Anche in questo caso ho effettuato diversi test di accensione e spegnimento del Sonoff ZBMINI Zigbee tramite interruttore esterno ed app Philips Hue senza alcun problema.
Ho anche verificato la visibilità e gestione del Sonoff Mini Zigbee in Alexa, Google Home ed IFTTT grazie ai servizi cloud di Philips Hue:
Alexa
Google Home
IFTTT
Direi che anche la coppia Sonoff Mini Zigbee con Philips Hue Bridge se la cava bene: non ci avrei scommesso prima del test. E’ chiaramente uno scenario in cui la gestione di luci molto sofisticate è il bisogno principale per la domotica della vostra casa intelligente.
Visto che ci provavamo gusto ci siamo anche buttati nel test di Sonoff ZBMINI Zigbee con il gateway LIDL Home che avevo nel cassetto ma non ero mai riuscito a provare a fondo finora:
Sonoff ZBMINI Zigbee con LIDL Home gateway
L’app di riferimento in questo caso è Lidl Home, disponibile per Android ed iOS:
Dopo aver impostato il Sonoff ZBMINI Zigbee in modalità accoppiamento occorre andare sull’app LIDL Home, a tappare su Aggiungi dispositivo secondario:
Il Sonoff ZBMINI Zigbee viene stranamente riconosciuto su LIDL Home come interruttore a 2 canali (il primo comunque funziona correttamente):
Nel caso del sistema di domotica Zigbee LIDL Home è supportato solo Google Home dove ritroviamo il nostro amato Sonoff ZBMINI correttamente riconosciuto come interruttore ad 1 canale:
Quindi per il duo Sonoff ZBMINI Zigbee + LIDL Home gateway il risultato è limitato per quanto funzionante senza problemi. Utilizzando il gateway Zigbee LIDL Home con Tuya Smart Life la situazione potrebbe decisamente migliorare ma è ancora da provare. Per approfondire ulteriormente leggi la mia guida alla domotica Zigbee LIDL.
Vuoi controllare e migliorare la tua salute utilizzando un dispositivo da indossare e portare sempre con te? Scopri come funziona e come scegliere il miglior smartwatchcon ECG, saturimetro e pressione per monitorare lo stato di salute del tuo sistema cardiovascolare e respiratorio: Apple Watch vs Samsung Galaxy Watch 4 Classic vs Asus VivoWatch SP vs Withings ScanWatch vs Fitbit Sense vs Omron HeartGuide.
Controllare la nostra salute con smartwatch o smartband
La tecnologia digitale si è sviluppata moltissimo anche nel campo dei dispositivi che possono aiutarci in tanti aspetti della nostra vita quotidiana ed essere facilmente indossati sempre senza nemmeno ricordare di averli con noi.
Un dispositivo indossabile, come smartwatch o smartband, può infatti aiutarci nel:
disporre di informazioni aggiornate su meteo, traffico ed appuntamenti
essere connessi, via bluetooth con lo smartphone od addirittura mediante una SIM integrata, per ascoltare musica, effettuare chiamate ed accedere alle ultime notizie
pagare in un negozio semplicemente appoggiando il nostro polso
monitorare l’attività fisica che svolgiamo
controllare il nostro livello di salute attraverso la misurazione di alcuni parametri vitali
Sul mercato sono presenti due grandi famiglie di prodotti indossabili:
Smartwatch
Aspetto e dimensioni simili ad un orologio tradizionale con funzionalità molte ampie senza compromessi, connettività inclusa.
Smartband o fitness/activity tracker
Molto comodo con le funzioni essenziali per monitorare l’attività fisica quotidiana che svolgiamo per migliorare la salute.
Grazie all’evoluzione tecnologica con la miniaturizzazione sempre più spinta, è oggi anche possibile monitorare il nostro stato di salute grazie a dei sensori integrati all’interno dei dispositivi indossabili:
misurazione del battito cardiaco per monitorare il nostro allenamento e che non pretendiamo troppo dal nostro cuore sotto sforzo
misurazione della saturazione di ossigeno nel sangue (SpO2) per rilevare un’eventuale insufficienza nel sistema respiratorio
misurazione del livello di stress tramite l’applicazione di algoritmi di intelligenza articiale
rilevazione del tracciato ECG (elettrocardiogramma) per analizzare automaticamente la regolarità del battito cardiaco ed indicare la presenza di aritmie, in particolare la fibrillazione atriale (Afib) che potrebbe essere causa di ictus
misurazione della pressione arteriosa per controllare lo stato del sistema cardiocircolatorio, in particolare l’ipertensione che potrebbe essere causa di infarto
Prima di approfondire quali siano i migliori prodotti disponibili sul mercato, completiamo questa introduzione approfondendo anche il funzionamento dei sensori per la rilevazione del nostro stato di salute.
Come funziona la misurazione della saturazione dell’ossigeno nel sangue e del battito cardiaco tramite smartwatch con saturimetro
La saturazione di ossigeno (SpO2) nel sangue è un parametro che indica la quantità relativa di ossigeno presente nel sangue e viene considerata:
normale quando il valore e’ superiore al 95%
patologica (ipossia) se pari o inferiore al 90%:
lieve: tra 91-94%
moderata: tra 86-90%
grave: pari o inferiore all’85%
La saturazione di ossigeno si misura con uno strumento chiamato saturimetro, ossimetro o pulsossimetro, dalla forma simile a quella di una molletta.
Saturimetro o ossimetro o pulsossimetro
Questo strumento sfrutta una caratteristica dell’emoglobina, la proteina utilizzata dai globuli rossi per trasportare l’ossigeno nel nostro corpo: l’assorbimento della luce a diverse lunghezze d’onda varia a con la quantità di ossigeno presente:
l’emoglobina ricca di ossigeno assorbe soprattutto la luce infrarossa
l’emoglobina povera di ossigeno assorbe invece la luce rossa
Un saturimetro funziona proprio utilizzando due raggi luminosi che attraversano, o vengono riflessi, i tessuti del nostro corpo ricchi di vasi sanguigni.
In un saturimetro sono dunque presenti:
un LED che emette luce nell’infrarosso
un LED emittente luce rossa
un fototransistor che riceve i due raggi luminosi
Saturimetro da dito
Misurando il livello di assorbimento della luce alle due lunghezze d’onda, colore rosso ed infrarosso, è possibile stimare in modo piuttosto accurato il livello di saturazione dell’ossigeno.
Con il medesimo principio viene misurato il battito cardiaco: il sensore misura in modo continuo l’assorbimento di luce evidenziando così i picchi nella variazioni di volume di globuli rossi corrispondenti ai battiti cardiaci; questa tecnica è denominata fotopletismografia (PPG).
Utilizzo della fotopletismografia (PPG) negli smartwatch per rilevare il battito cardiaco
Oltre alla “semplice” misurazione del battito cardiaco, la fotopletismografia (PPG) permette anche la rilevazione di aritmie nel battito cardiaco come la fibrillazione atriale: l’accuratezza limitata è comunque limitata rispetto ai risultati raggiungibili mediante la rilevazione del tracciato ECG. Potete anche trovare app su smartphone che permettono di rilevare il battito cardiaco appoggiando il dito sulla telecamera.
Da notare come tradizionalmente negli smartwatch e smartband con la misurazione del battito cardiaco si sia utilizzata un luce verde che è però molto sensibile a differenze nel colore della pelle o presenza di tatuaggi.
Questo tipo di sensore è stato ovviamente integrato negli smartwatch e smartband con saturimetro che essendo sempre indossati hanno l’enorme vantaggio di permettere la misura di ossigenazione nel sangue e battito cardiaco quando, come e dove vogliamo.
In questo caso, per evidenti ragioni di spazio, l’assorbimento luminoso da parte dei vasi sanguigni viene misurato per riflessione.
L’elettrocardiogramma (o ECG) è invece una misurazione dell’attività elettrica del nostro cuore che consente di valutare lo stato di salute cardiaco.
L’elettrocardiogramma non è un esame invasivo o doloroso: si esegue applicando per pochi minuti degli elettrodi adesivi sulla pelle del torace e degli arti.
Attraverso l’analisi del tracciato ECG, un medico specializzato è in grado di fare della diagnosi sullo stato di salute del nostro cuore.
Rilevazione dell’elettrocardiogramma ECG
Attraverso l’analisi del tracciato ECG, un medico specializzato è in grado di fare della diagnosi sullo stato di salute del nostro cuore, come ad esempio:
controllo del battito cardiaco
valutazione del ritmo cardiaco in caso di presenza di aritmie o palpitazioni
monitoraggio di aritmie cardiache note
screening della cardiomiopatia ipertrofica per chi deve praticare sport agonistico (il famoso elettrocardiogramma sotto sforzo)
monitoraggio degli effetti di un farmaco sul cuore
diagnosi di ingrandimenti del cuore
rilevazione di squilibri elettrolitici (concentrazione sodio e potassio nel sangue)
Esempio di tracciato ECG
Ma è possibile miniaturizzare così tanto la rilevazione ed analisi automatica dell’elettrocardiogramma da farla stare dentro uno smartwatch con ECG?
La risposta è assolutamente affermativa grazie a due aspetti del funzionamento di uno smartwatch con ECG:
misurazione del segnale elettrico cardiaco tramite una coppia di elettrodi
utilizzo dell’intelligenza artificiale per analizzare quasi in tempo reale il tracciato ECG e rilevare aritmie cardiache come la fibrillazione atriale (Afib)
Nella pratica gli elettrodi di uno swartwatch con ECG si trovano rispettivamente:
sul retro del dispositivo direttamente a contatto con la pelle del braccio su cui lo indossiamo
sulla corona esterna
La rilevazione dell’elettrocardiogramma viene fatta toccando con un dito dell’altra mano la corona dello smartwatch con ECG.
Smartwatch con ECG
Vorrei evidenziare la grande differenza nei dati del battito cardiaco rilevati mediante la fotopletismografia (PPG con luce LED riflessa) e quelli dell’elettrocardiogramma possibili con uno smartwatch con ECG:
La rilevazione di aritmie cardiache è decisamente più accurata in uno smartwatch con ECG.
Sul mercato esistono diversi modelli di smartwatch con rilevazione dell’ECG ma occorre diffidare da quelli a basso costo in cui si parla di ECG ma che utilizzano la “semplice” fotopletismografia (PPG, luce LED) per rilevare il battito cardiaco.
La pressione arteriosa è infine una misura della pressione esercitata dallo scorrimento del sangue contro le pareti delle arterie.
La pressione arteriosa cambia costantemente nel corso del ciclo cardiaco: quella più elevata è detta pressione sistolica, mentre quella più bassa è detta pressione diastolica. Entrambi i valori di pressione, sistolica e diastolica, sono necessari per valutare lo stato di salute del nostro sistema cardiocircolatorio.
La misurazione della pressione viene effettuata tradizionalmente mediante una cuffia applicato sul braccio o sul polso che gonfiandosi gradualmente impedisce la circolazione sanguigna: rilevando il battito cardiaco nella varie condizioni è possibile misurare la pressione arteriosa minima e massima.
Anche nel caso di dispositivi connessi tramite smartphone si tratta di oggetti comunque fisicamente ingombranti per la cuffia che deve circondare l’arto ed interrompere il flusso sanguigno per misurare la pressione arteriosa.
Quindi esistono smartwatch con misurazione effettiva della pressione arteriosa? La risposta è di nuovo affermativa ma con molti punti di attenzione.
Solo Omron è riuscita a miniaturizzare un misuratore di pressione da polso, inclusa la cuffia, nel suo smartwatch Omron HeartGuide.
Omron HeartGuide
L’Omron HeartGuide è l’unico smartwatch con misurazione della pressione arteriosa ad aver ricevuto la certificazione FDA negli Stati Uniti.
Si trovano da poco tempo sul mercato anche degli smartwatch con ECG, saturimetro e pressione, come Samsung Galaxy Watch 4 Classic e Asus VivoWatch SP, che hanno implementato per la prima volta la determinazione della pressione arteriosa in modo indiretto tramite la misura del cosiddetto Pulse Transit Time (PTT).
Questa metodologia utilizza i sensori presenti in un smartwatch con ECG e saturimetro:
rilevazione del tracciato ECG mediante due elettrodi
rilevazione del battito cardiaco con sensore ottico PPG (fotopletismografia)
Combinando i due dati , lo smartwatch calcola il tempo impiegato (PTT) da un impulso per transitare dal cuore al polso:
se la pressione arteriosa è più alta, il tempo PTT è minore
con pressione più bassa, il tempo PTT è maggiore
Asus VivoWatch SP
Per ottenere dei valori attendibili in valore assoluto è però necessaria una calibrazione periodica, mediante un misuratore di pressione esterno, sulle caratteristiche del singolo individuo.
L’accuratezza di questi nuovi smartwatch con misuratore di pressione mediante Pulse Transit Time (PTT) è da verificare sul campo, ma sono sicuro che nel giro di poco, anche mediante l’uso di tecniche di intelligenza artificiale sui dati dei sensori, si potrà arrivare a soluzioni molto efficaci.
Al momento nessun smartwatch con ECG, saturimetro e pressione che utilizza Pulse Transit Time (PTT) ha ricevuto la certificazione FDA e può essere utilizzato negli Stati Uniti.
Come scegliere il miglior smartwatch con ECG, saturimetro e pressione: Apple Watch vs Samsung Galaxy Watch 4 Classic vs Asus VivoWatch SP vs Withings ScanWatch vs Fitbit Sense vs Omron HeartGuide
Dopo questa lunga introduzione, proviamo ad ordinare un po’ le idee su cosa possiamo realmente trovare sul mercato per scegliere il miglior smartwatch con ECG, saturimetro e pressione e soprattutto dove porre l’attenzione per non ritrovarci con un oggetto che non sia in linea con le nostre necessità.
Il punto di partenza sono ovviamente le caratteristiche tecniche e funzionali di un dispositivo indossabile:
Tecniche
tipo display, dimensioni e peso
durata batteria
ambiente preferito Android o iOS
compatibilità con GoogleFit, AppleHealth e Strava
Vita digitale
connettività in rete (Bluetooth o SIM 4G)
chiamate in vivavoce
ascolto musica
pagamento NFC contactless
Attività fisica e sportiva
monitoraggio attività fisica
tracking posizione GPS
misurazione altitudine barometrica
Salute
monitoraggio qualità del sonno
saturimetro, rilevazione ECG e misurazione pressione
ecosistema di dispositivi compatibili
Tra le quali determinare quali siano più importanti per il nostro utilizzo quotidiano in base al nostro stile di vita.
Raccomando di partire prendendo in considerazione i prodotti di aziende leader di mercato caratterizzate da grande innovazione e qualità; ho provato a suddividerle in base al settore del marchio:
Alta tecnologia in genere
Apple
Honor / Huawei
Samsung
Xiaomi
Salute
Amazfit
Mobvoi
Omron
Withings
Benessere e Sport
Fitbit
Garmin
Polar
Suunto
Si trovano anche moltissimi prodotti di altri marchi minori cinesi: oltre a farsi attrarre dal prezzo molto limitato è altrettanto importante verificare le caratteristiche tecniche effettive onde non avere sorprese: accade molto spesso che nella descrizione dello smartwatch vengano riportati termini che non hanno riscontro alcuno nella realtà per la rilevazione ECG e la misurazione della pressione in modo affidabile.
Nel resto dell’articolo ho pertanto deciso di prendere in considerazione esclusivamente prodotti di marche note con le combinazioni di caratteristiche più diffuse che potrebbero essere un sottoinsieme di smawrtwatch con ECG, saturimetro e pressione.
Miglior smartwatch con ECG, saturimetro e pressione: Samsung Galaxy Watch 4 Classic vs Asus VivoWatch SP
Si tratta di modelli di smartwatch che hanno tutti i sensori necessari, ovvero ECG e PPG, ma che non hanno la funzione di rilevazione della pressione cardiaca implementata. I migliori modelli sono i seguenti:
Smartwatch con ECG e saturimetro Apple Watch Series 7
Apple Watch Series 7 è sicuramente il riferimento per tutti come smartwatch per gestire la nostra salute.
Per quanto sia uno smartwatch dotato dei migliori sensori possibili, in particolare ECG e PPG, per la nostra salute:
Sensori Apple Watch Series 7
Apple ha probabilmente deciso di non lanciare la funzione di misurazione della pressione arteriosa nel Watch 7 probabilmente per l’impossibilità di ricevere in tempo l’autorizzazione dell’FDA, fondamentale per prodotti in ambito medico negli Stati Uniti.
Chissà che non arrivi un upgrade software o dovremo aspettare la prossima versione per avere un Apple Watch smartwatch con ECG, saturimetro e pressione? Conoscendo bene la logica commerciale della casa di Cupertino sono ragionevolmente certo che accadrà la seconda opzione.
Recensione smartwatch con ECG e saturimetro Apple Watch Series 7
Anche Fitbit Sense è un altro eccellente smartwatch con ECG e saturimetro che avrebbe già tutti i sensori per rilevare anche la pressione arteriosa in modo indiretto.
E’ comunque in corso uno studio di Fitbit Lab con un set di utenti selezionati negli USA per valutare sul campo l’uso della tecnica Pulse Arrival Time (PAT) già descritta in precedenza.
Non mi stupirei che nei prossimi mesi la funzionalità possa essere annunciata e lanciata mediante un aggiornamento software del Fitbit Sense per renderlo finalmente uno smartwatch con ECG, saturimetro e pressione perfetto per tenere sotto controllo la nostra salute.
Smartwatch con ECG e saturimetro Withings ScanWatch vs Withings ScanWatch Horizon
Withins è l’azienda che ha sostanzialmente creato il mercato dei dispositivi indossabili per la nostra salute e continua ad essere specializzata su questo fronte più che nel fornire un’esperienza digitale avanzata.
Tutti i suoi dispositivi sono infatti certificati anche dalla FDA per poter essere utilizzati nel mercato statunitense.
La linea Withings Scanwatch di smartwatch con ECG e saturimetro è il suo top di gamma attuale: anche in questo caso ci sarebbe già tutto il necessario ma la funziona di misurazione della pressione non è stata implementata probabilmente perché non ancora sufficientemente accurata per superare la certificazione FDA.
https://www.youtube.com/watch?v=QONHIO-ylHU
Recensione smartwatch con ECG e saturimetro Withings ScanWatch
Miglior smartwatch con misuratore di pressione Omron HeartGuide
Lo smartwatch Omron HeartGuide è l’unico sul mercato che ha cercato di miniaturizzare la cuffia di un misuratore di pressione tradizionale: il risultato è di essere l’unico ad avere anche l’approvazione della FDA statunitense.
Recensione smartwatch con misuratore di pressione sanguigna Omron HeartGuide di Andrea Galeazzi
Miglior smartwatch con saturimetro
Passiamo ora alla fascia più bassa alla ricerca del miglior smartwatch con saturimetro ma senza rilevazione ECG e misurazione di pressione.
Per confrontare oggetti con fasce di prezzo confrontabili è importante distinguerli in base alla tipologia di connettività disponibile nello smartwatch: smartphone tramite Bluetooth oppure SIM 4G LTE integrata.
Il secondo aspetto che può differenziarli è la presenza della localizzazione GPS.
Miglior smartwatch con saturimetro Bluetooth
I migliori modelli di smartwatch con saturimetro senza ECG e misurazione pressione che sfruttano uno smartphone via Bluetooth per la connettività sono i seguenti:
Per quanto siano tutti smartwatch dotati di sensore ottico per la rilevazione di battito cardiaco e saturazione ossigeno nel sangue, non effettuano la rilevazione del tracciato ECG.
Un generatore solare portatile è un dispositivo che consente di avere energia elettrica disponibile in qualsiasi luogo, non necessariamente connesso alla rete elettrica, prodotta senza inquinare grazie all’accumulo di energia solare.
Un accumulatore fotovoltaico portatile può essere davvero comodo nei casi in cui ci serve un fonte di alimentazione elettrica alternativa:
Outdoor
siamo in tendain una zona dispersa o in campeggio col camper e vogliamo alimentare qualche dispositivo
dobbiamo far ripartire il motore o recarci alla colonnina di ricarica con la batteria dell’auto, anche elettrica, esaurita
Indoor
si verifica un black-out elettrico ed abbiamo bisogno di poter gestire l’emergenza a casa
dobbiamo utilizzare degli elettrodomestici o degli attrezzi da lavoro in una costruzione non collegata alla rete elettrica
La maggior parte di noi quando pensa ad un generatore portatile immagina una macchina pesante e rumorosa che funziona solo a benzina o gasolio.
Ma anche in questo ambito è per fortuna in corso la transizione dalle fonti di energia fossili verso le energia alternative grazie all’uso di un accumulatore fotovoltaico portatile.
Un generatore solare portatile non è altro che un dispositivo compatto e facilmente trasportabile i cui componenti principali sono i seguenti:
pannelli solari fotovoltaici
regolatore di carica
batterie di accumulo
inverter corrente CC – AC
Componenti generatore solare portatile
Poiché sono leggeri e silenziosi, i generatori solari portatili sono perfetti per fornire l’alimentazione elettrica nel corso di un viaggio su strada o quando siamo in tenda.
Con un generatore solare portatile non solo non dovrai più preoccuparti che il tuo smartphone o PC portatile si scarichino ma potrai anche alimentare un mini frigorifero ed altri piccoli elettrodomestici.
Allpowers è un marchio cinese di ottima qualità ed altamente presente in rete.
La gamma di prodotti Allpowers è davvero ampia ed in grado di coprire sia l’utilizzo indoor che outdoor: la potenza di uscita spazia dai 200 fino ai 4.000 W mentre la capacità delle batterie parte dai 500 ed arriva fino ai 3.600 Wh.
Accumulatori di energia elettrica Allpowers
In questa tabella ho provato a riepilogare i principali modelli di generatore solare portatile Allpowers per l’uso outdoor e le loro caratteristiche chiave:
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Ci sono comunque altri modelli nella gamma di potenza e capacità batteria superiori.
Tutti i modelli sono gestibili da smartphone tramite collegamento Bluetooth mediante App:
Il generatore solare portatile Allpowers S700 è un modello dotato di inverter con potenza di 700 Watt (1.400 di picco) e batteria da 606 Wh, assolutamente sufficiente per alimentare gli apparecchi essenziali in viaggio ma anche in caso di blackout a casa.
L’Allpowers S700 ha 9 porte di uscita che permettono di soddisfare qualsiasi esigenza di alimentazione o ricarica contemporanea.
Il generatore solare portatile Allpowers S700 ha un design compatto (misura solo 26x14x18 cm), un peso limitato (solo 5,3 kg) ed è quindi molto facile da spostare anche grazie alla pratica maniglia integrata.
La ricarica del Allpowers S700 può essere ovviamente effettuata mediante un pannello solare fotovoltaico pieghevole, ma raccomando di farlo prima di partire mediante presa elettrica o in viaggio tramite la presa accendisigari del nostro autoveicolo.
Ma vediamo tutte le caratteristiche eccellenti dell’accumulatore fotovoltaico portatile Allpowers S700 in tutto il dettaglio possibile mediante un test pratica sul campo, reso possibile grazie alla collaborazione con Allpowers stessa che ringrazio.
Grazie alla collaborazione col produttore, è possibile aquistare dal sito ufficiale Allpowers con uno sconto del 25% riservato a chi utilizza il codice EM25 mediante i link diretti seguenti:
Nel primo contatto, peso (5,3 kg) ed ingombri (26x14x18 cm) del generatore solare portatile Allpowers S700 garantiscono una maneggevolezza estrema che vale anche per il pannello fotovoltaico Allpowers SP012 (ulteriori 2,2 kg).
un set di adattatori per i principali connettori DC
adattatore USB a micro-USB
cavi DC con pinze per collegamento a batteria auto
quattro moschettoni per fissare i pannelli ovunque
Aprendo completamente il pannello fotovoltaico Allpowers Sp012 la superficie disponibile per catturare i raggi solari diventa subito notevole (94×94 cm):
A pannello fotovoltaico Allpowers Sp012 aperto potete anche notare:
sacca interna per tenere i cavi in modo ordinato
asole su tutti i lati che rendono facile appendere il pannello dove potrebbe essere più comodo in tenda, campeggio o semplicemente fuori da auto o camper
la saponetta con le varie uscite DC (che include quindi un piccolo regolatore di ricarica)
Uscite DC e USB pannello solare portatile Allpowers Sp012
Il pannello solare portatile Allpowers Sp012 è quindi anche un’ottima soluzione stand-alone per ricaricare direttamente piccoli dispositivi come gli smartphone. Per approfondire leggi anche il mio articolo su Caricabatterie solare: carica cellulare solare ma non solo.
Poiché non vi è un’uscita diretta del pannello, la funzione di MPPT del generatore portatile Allpowers S700 non verrà utilizzato nella mia prova.
Pannello frontale e connettori generatore solare portatile Allpowers S700
Possiamo osservare ora con attenzione l’Allpowers S700 per vedere ingressi, uscite ed informazioni disponibili presenti sul corpo dell’apparecchio. Partiamo dal pannello frontale:
Come vedete, partendo dall’alto, sono presenti:
2 prese Schuko da 1.000 W con onda sinusoidale pura
2 lampade molto comode al buio e comunque in caso di emergenza
pulsante di accensione / spegnimento del dispositivo
pulsante di accensione / spegnimento uscite DC
pulsante di accensione / spegnimento uscite AC
display con informazioni di stato
Possiamo quindi passare ai due lati:
ingresso ricarica DC
ingresso pannello fotovoltaico
uscita DC formato presa accendisigari auto
griglie di ventilazione
3 uscite formato USB-A
1 uscita formato USB-C
2 uscite DC
griglie di ventilazione
Le modalità di carica previste nell’Allpowers S700 sono le seguenti:
rete elettrica tramite l’alimentatore esterno fornito in dotazione (ingresso ricarica DC); ricarica in 5 o 6 ore
tramite accendisigari veicolo (collegando comunque l’ingresso ricarica DC); ricarica in 5 o 6 ore
pannelli solari fotovoltaici (massimo 100 W); ricarica in 5 o 6 ore
tramite un caricabatteria Power Delivery collegato alla presa USB-C (che quindi è bidirezionale); ricarica in 10 ore
Ovviamente l’Allpowers S700 è dotato della funzione MPPT per lavorare sempre al punto di massima potenza dei pannelli solari fotovoltaici.
La potenza complessiva di uscita massima è di 700 Watt, controllata dal sistema di protezione che agisce anche contro sovra-tensioni e corto circuiti. E’ supportato un picco momentaneo di 1.400 W.
Il display mostra lo stato corrente della batteria (che scorre durante la ricarica), potenza di ingresso, potenza di uscita e diverse icone di stato:
Display Allpowers S700
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Gestione tramite smarpthone generatore solare portatile Allpowers S700
Come anticipato, un’ottima caratteristica dei generatori solari portatli Allpowers è quella di poterli comodamente gestire anche mediante lo smartphone tramite collegamento Bluetooh.
Per poterlo fare il primo passaggio è installare l’App ALLPOWERS sul proprio smartphone Anroid o iOS e poi tappare per aggiungere un nuovo dispositivo via Bluetooth:
A questo punto premete prima brevemente e poi a lungo il pulsante di accensione sull’Allpowers S700 in modo da attivarne il Bluetooth con la corrispondente icona sul display:
A questo punto comincia la ricerca, avviene l’associazione e la vostra batteria solare portatile Allpowers S700 è finalmente gestibile direttamente anche da smartphone:
Ho effettuato la prova di ricarica tramite rete elettrica con l’alimentatore incluso e mediante il pannello pannello solare portatile Allpowers SP012 (configurazione comunque particolare perché ho dovuto utilizzare l’ingresso DC e non quello diretto che pannello solari gestiti mediante MPPT).
Ricarica Allpowers S700 mediante rete elettrica
In dotazione viene fornito un alimentatore che consente comodamente di caricare l’Allpowers S700 da qualsiasi presa elettrica di casa (come vedete l’ho fatto sul piano della cucina):
Ricarica Allpowers S700 mediante rete elettrica con alimentatore in dotazione
Come si intravede dal display la ricarica avviene ad un potenza di circa 110 W: proiettando linearmente questo vorrebbe dire che per una ricarica da zero ci vogliono circa 5 ore e mezza per accumulare la capacità di 606 Wh. Personalmente credo si potesse fare di meglio.
Un aspetto positivo della fase di ricarica, a differenza di altre batteria portatili che ho provato, è che non c’è nessuna particolare rumorosità delle ventole di raffreddamento.
L’etichetta sull’alimentatore conferma che la potenza nominale è di 100 Watt (20 V x 5 A DC).
Carica Allpowers S700 mediante pannello fotovoltaico
La seconda modalità di ricarica dell’Allpowers S700, che direi essere quella di riferimento per un generatore solare portatile, è mediante dei comodi pannelli fotovoltaici pieghevoli.
La massima potenza di ingresso è di 100 Watt, mentre Allpowers propone modelli di pannelli solari pieghevoli fino a 400 W.
Come già scrivevo la prova l’ho fatta col pannello fotovoltaico Allpowers SP012 da 100 W che, essendo comunque di piccola taglia, non è progettato solamente per un uso diretto con generatori solari portatili per cui non ho utilizzato la coppia di ingressi dedicati.
L’utilizzo è davvero facile perché il pannello fotovoltaico Allpowers SP012 dispiegato può essere facilmente posizionato o appeso ovunque; nel mio caso è appoggiato sul parabrezza dell’auto riparando pure l’abitacolo dal sole:
Carica Allpowers S700 mediante pannello fotovoltaico
A questo punto colleghiamo la sua uscita DC, mediante l’apposito cavetto in dotazione, all’ingresso DC del generatore solare portatile Allpowers S700:
Ed il gioco è fatto:
Come vedete in una giornata di pieno sole di luglio, col pannello fotovoltaico Allpowers SP012 rivolto a sud, abbiamo una potenza di ricarica di poco più di 50 Watt.
Questo è tipico esempio di caso d’uso in cui può essere comodo controllare lo stato di ricarica tramite lo smartphone mentre magari ci stiamo sorseggiando una birra fresca all’ombra:
Prendendo lo spunto delle istantanee fatte ad avvio e fine ricarica del pannello abbiamo:
inizio carica: livello 85% con potenza 55 W (ore 15:23)
fine carica: livello 99% con potenza 34 W (ore 17:48)
Quindi il livello di carica è aumentato del 14% (85 Wh) in 2 ore e 15 minuti; proiettando linearmente la potenza media di ricarica è stata dunque di 38 Watt. Proiettando ulteriormente il tempo per una ricarica completa di zero sarebbe di quasi 16 ore.
Poiché amo verificare con mano quanto dichiarato dai produttori, ed anche misurarlo quando possibile, ho eseguito una serie di prove nell’arco di più giorni per verificare:
tempi e risultati di ricarica sia in scenario indoor (presa elettrica)
scarica mediante l’utilizzo di diversi apparecchi elettrici (stufetta elettrica, cuociriso, macchinetta del caffè, lampada antizanzare)
protezione in caso di sovraccarico
Vediamo i risultati effettivi raggiunti sul campo.
Per effettuare le prove di carico ho usato i seguenti apparecchi:
stufetta elettrica con tre livelli di potenza (700, 1.100 e 1.700 W)
cuociriso (potenza nominale 300 W)
macchinetta del caffè (potenza di picco di circa 120 W)
lampada antizanzare (potenza nominale 22 W)
smartphone Android Xiaomi Mi 9
Per rilevare i dati di assorbimento, quando possibile, ho invece utilizzato:
presa smart Shelly Plug S
App Ampere per misurare la ricarica su smartphone Android
Test utilizzo e scarica completa
Siamo così pronti a vedere quanto a lungo la batteria dell’Allpowers S700 può sostenere dei piccoli elettrodomestici di uso comune come stufetta elettrica, cuociriso, macchinetta del caffè, lampada antizanzare e smartphone.
La prova si è svolta in giardino ma poteva essere benissimo in un’area picnic o campeggio ovunque:
Il primo utilizzo è stato per preparare un buon caffé d’orzo (purtroppo), in questo caso il consumo era di circa 40 W (escluso il riscaldamento iniziale):
Prego di notare come sul display siano presenti:
icona della ventola di raffreddamento: parte immediatamente quando c’è un carico AC collegato
l’indicazione che la misura di potenza è in uscita
l’icona di uscita AC
sulla sinistra compare sempre la previsione della durata residua della batteria sulla base del consumo corrente
A questo punto, non pago, ho deciso di scaldare dei ravioli cinesi per mia figlia nella cuociriso:
Il consumo è così di poco inferiore ai 300 Watt:
Non appena partiva il ciclo di riscaldamento la macchinetta del caffè i consumi erano superiori ai 600 Watt e gestiti senza problema alcuno:
La preparazione è durata oltre 15 minuti:
ma mia figlia è rimasta decisamente soddisfatta dei suoi ravioli al vapore elettrico:
Sono poi passato a voler tirare il collo al generatore solare portatile Allpowers S700 collegando una stufetta elettrica:
La prima prova è stata quella di verificare se il pico dichiarato di 1.100 Watt in uscita venisse gestito: purtroppo alando la stufetta al secondo livello (1.200 W) il generatore portatile Allpowers S700 entrava subito in protezione. Prova non superata.
A questo punto utilizzando la stufetta al primo livello, ho scaricato completamente la batteria rimanente (73%) in meno di 28 minuti, sostanzialmente in linea con i valori di targa:
Alzatomi di buon mattino ho a questo punto deciso di simulare uno scenario in cui il pannello solare fotovoltaico ricarica il generatore solare portatile Allpowers S700 con un carico collegato simultaneamente. Pensate ad esempio l’utilizzo con un piccolo frigo da campeggio.
Per far questo ho appeso, mediante i pratici moschettoni inclusi nel pacchetto, il pannello solare pieghevole Allpowers SP012 in modo che avesse una ottimo orientamento verso est lasciando collegata la lampada antizanzare:
Complice la giornata tersa, il bilancio energetico è ottimale ed il generatore solare portatile Allpowers S700 riesce a ricaricarsi senza problema mentre ha un caricato collegato, il livello batteria è passato dal 68% all’87% in circa 2 ore:
Conclusioni sul generatore solare portatile Allpowers S700
Dopo questa lunghissima, anche nell’esecuzione, recensione e prova arrivo ad un giudizio abbastanza certo:
l’Allpowers S700 è un prodotto di ottima qualità
accoppiato ai pannelli solari pieghevoli Allpowers SP012 o di taglia superiore assicura una flessibilità ed autonomia in ogni situazione in avete bisogno di una fonte di energia elettrica alternativa facilmente trasportabile con una sola mano
ottima la gestione da smartphone e l’indicazione precisa del livello di carica sul display
dovete andare su modelli differenti quanto abbiate necessità superiori o inferiori di potenza o capacità
unica piccola pecca riscontrata riguarda il picco di potenza istantanea dichiarato che non ha trovato riscontro nel mio test
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Stai cercando un termostato intelligente economico compatibile Tuya Smart Life e non sai quale scegliere in mezzo a tante soluzioni? Scopri come fare nella mia guida alla scelta del miglior termostato Smart Life Tuya tra marchi poco conosciuti in Italia come BecaSmart, Decdeal, Hualans, Ledlux, LP e MoseGo.
Caratteristiche di un termostato smart
Partiamo dalle caratteristiche che contraddistinguono un termostato smart rispetto ad un cronotermostato tradizionale:
gestione da remoto mediante smartphone ovunque ti trovi in qualsiasi momento
programmazione intelligente dell’impianto di riscaldamento in base alle previsioni meteo, alle caratteristiche termiche della vostra abitazione ed alle vostre abitudini
connettività WiFi, Zigbee o Ethernet
gestione di zone di riscaldamento indipendenti (multizona)
geolocalizzazione per modificare la temperatura ambiente in base alla presenza effettiva di persone nell’abitazione
comandi vocali mediante il supporto di Alexa, Google Home o Apple HomeKit)
possibilità di estendere il sistema mediante valvole termostatiche WiFi per termosifoni o il controllo climatizzazione estiva
dati storici come temperatura ed orari di funzionamento del riscaldamento
integrazione con sensori di temperatura o stazioni meteo personali
Tutte queste funzionalità messe insieme vi consentono di gestire molto più comodamente il comfort nella vostra abitazione ed anche di risparmiare.
Le soluzioni più complete di fascia alta includono tutte queste caratteristiche: puoi approfondire leggendo il mio articolo sul miglior termostato intelligente.
Nel panorama dei dispositivi intelligenti per la domotica fai da te, l’approccio più frequente è che il produttore dell’hardware fornisca anche una propria applicazione proprietaria, come ad esempio Nest, tado, Shelly, Netatmo, Reolink, Meross, Philips, BTicino, Vimar, Daikin o Panasonic solo per fare qualche nome.
Se non vogliamo dover usare tante applicazioni diverse per poter gestire tutti questi dispositivi, abbiamo l’inevitabile necessità di usare altre applicazioni e servizi come Alexa, Google Home ed IFTTT per integrare tra di loro i device di produttori differenti.
L’azienda cinese Tuya sta aiutando un po’ a fare la differenza fornendo una piattaforma che può essere utilizzata da qualsiasi produttore di hardware per semplificare la realizzazione dei propri prodotti.
Il risultato per l’utilizzatore finale è una grandissima disponibilità di soluzioni intelligenti a basso costo compatibili con le due versioni gratuite di app: Smart Life e Tuya Smart.
[appbox googleplay com.tuya.smartlife compact]
[appbox googleplay com.tuya.smart compact]
La soluzione che abilita la gestione da remoto è basata sull’utilizzo di servizi in cloud di Tuya Smart Life e che ho sintetizzato in questo schema di massima relativo a dispositivi smart con connettività WiFi:
In buona sostanza il funzionamento della gestione remota di un dispositivo Tuya Smart Life è il seguente:
il dispositivo smart è connesso in rete mediante il router WiFi oppure attraverso un hub gateway Zigbee
tramite questa connessione il device intelligente è collegato ai servizi cloud Tuya Smart Life
per interagire con il nostro dispositivo mediante lo smartphone con le app Tuya Smart e Smart Life o la voce con Alexa e Google Home in realtà andiamo ad utilizzare i medesimi servizi cloud Tuya Smart Life
Completa l’introduzione, vediamo quali sono le funzionalità tipicamente disponibili in un termostato Smart Life Tuya e quali possono essere le caratteristiche che effettivamente possono differenziare i modelli della varia marche disponibili.
Le funzionalità comuni a tutti i modelli di termostato Smart Life Tuya sono le seguenti:
Controllo da smartphone
Ovunque siete in qualunque momento gestite il vostro riscaldamento.
Programmazione e scene
Crono-programmazione degli orari e della temperatura imposta; scenari di automazione.
Controllo vocale
Accendete e spegnete, alzate ed abbassate la temperatura con Alexa e Google Home.
Mancano quelle avanzate proprie dei prodotti di fascia alta americani o europei che consentono di ottimizzare automaticamente il comfort ed i consumi sulla base delle vostre abitudini, delle previsioni meteo e delle caratteristiche termiche della vostra abitazione. Se proprio non potete rinunciarci leggete la mia guida al miglior termostato WiFi.
Ciò che differenza principalmente i modelli dei diversi marchi di termostato Tuya Smart Life risiede dunque nel loro aspetto esteriore e nella modalità di gestire ed usufruire delle informazioni direttamente sul dispositivo. Direi che questo rientra soprattutto nella sfera dei gusti personali.
Ci sono però almeno quattro caratteristiche tecniche da verificare assolutamente prima di procedere nell’eventuale acquisto di un termostato Tuya Smart Life:
connettività di rete
alimentazione elettrica
tipologia di contatto di uscita
dimensioni e modalità di installazione
Connettività di rete
Come anticipato in precedenza, ad oggi la grande maggioranza dei dispositivi di rete intelligenti utilizza due tipologie di connettività in rete alternative: WiFi oppure Zigbee.
Nel caso della rete WiFi, come visto nel diagramma precedente, il dispositivo si collega direttamente alla rete.
Nel caso di rete Zigbee invece il nostro termostato Tuya Smart Life si collega tramite un hub gateway Zigbee come rappresentato in questo diagramma:
Domotica con dispositivi compatibili Zigbee
Il grande vantaggio della soluzione Zigbee è il ridotto consumo energetico che consente di alimentare i dispositivi smart mediante una batteria con autonomia accettabile, mentre nel caso WiFi il consumo porta in quasi tutti i casi ad alimentazione con tensione alternata.
La maggior parte dei modelli di termostato Smart Life Tuya prevedono il collegamento WiFi: fate comunque attenzione perché se fosse un modello Zigbee dovreste anche essere dotati di hub gateway che comunque potrebbe essere utile per automatizzare tutta la vostra casa.
Per approfondire puoi leggere la mia guida sulla domotica Zigbee.
Viste tutte le considerazioni precedente sostanzialmente tutti i modelli di termostato Tuya Smart Life prevedono una alimentazione mediante tensione 230 V AC. E’ un aspetto importante da prendere in considerazione soprattutto nel caso di sostituzione di un termostato tradizionale a batteria per cui dovremmo intervenire sull’impianto elettrico per alimentarlo.
Contatto di uscita
La stragrande maggioranza degli impianti di riscaldamento in Italia, che siano con caldaia, pompa di calore o termosifoni, se è dotata di un termostato esterno questo avrà in uscita un cosiddetto contatto pulito (dry contact), ovvero un contatto privo di alcuna tensione che può essere collegato all’apposito ingresso della nostra caldaia o pompa di calore:
GC – Caldaia o pompa di calore
Poiché i modelli di termostato Smart Life Tuya si rivolgono ad una platea ampia ed internazionale, sono quasi sempre disponibili anche delle versioni adatte ad altre tipologie di impianto, pavimento radiante con valvole motorizzate e riscaldamento elettrico a pavimento, che prevedono uscite in tensione:
GA – Pavimento radiante con valvole motorizzateGB – Riscaldamento elettrico a pavimento
Collegare direttamente la versione sbagliata alla caldaia o pompa di calore perché potrebbe danneggiarla.
Come riconoscere in pratica che il modello di termostato Tuya Smart Life sia nella versione corretta per il collegamento con una caldaia o una pompa di calore?
Suggerisco quindi queste tre semplici verifiche:
che nella descrizione del prodotto si parli di “impianti di riscaldamento con boiler a gas” oppure di “impianti con boiler/caldaia ad acqua o gas”; da evitare assolutamente le diciture come "impianti di riscaldamento elettrici a pavimento"
verificare se per caso il nome del modello finisca in GC; da evitare assolutamente i nomi che terminano in GA e GB
controllare che lo schema elettrico di collegamento serigrafato sul retro contenga un contatto pulito (dry contact, non alimentato)
Dimensioni e modalità di installazione
Ultime ma non ultime le dimensioni, critiche soprattutto perché moltissimi modelli di termostato Smart Life Tuya prevedono l’installazione a parete ad incasso come nell’esempio seguente:
Quasi tutti prevedono il formato quadrato 86×86 mm: fa eccezione il Ledlux LL0253 che monta direttamente su una scatola 503.
Avete quindi a disposizione tre opzioni per l’installazione tra cui scegliere a seconda delle vostre necessità:
Scatola tonda da incasso
Scatola quadrata esterna
Supporto per scatola 503
Nel caso non disponiate di una scatola tonda da incasso e non vogliate fare alcuna opera muraria, potreste cavarvela comprando una scatola quadrata aggiuntiva da fissare esternamente sulla parete.
Configurazione ed utilizzo di un termostato Smart Life Tuya
Passiamo ora alla caratteristica più interessante di un termostato Tuya Smart Life: il controllo da remoto mediante smartphone con le app Tuya Smart o Smart Life.
Associazione del termostato all’app Tuya Smart Life
Prima di cominciare con la procedura di configurazione iniziale, occorre eseguire le seguenti operazioni preliminari:
Scaricare ed installare l’app
Identificare l’access point WiFi a cui il termostato Tuya Smart Life dovrà essere connesso
Verificare che sia attiva la banda 2,4 GHz (i 5 GHz non sono normalmente supportati)
Assicurare che lo smartphone da cui effettuate la procedura di associazione sia collegato al medesimo router WiFi
Verificare che il nome e la password WiFi contengano solamente lettere maiuscole (a-z), lettere minuscole (A-Z) o numeri (0-9)
Verificare che la password WiFi non superi i 32 caratteri di lunghezza
Avviare l’app dove creare le credenziali di accesso registrandovi con ll-e-mail o numero di cellulare oppure accedere nel caso già disponiate delle credenziali:
Utilizzando come esempio il sempre valido Decdeal BHT-6000-C, passiamo ora al termostato Tuya Smart Life con le istruzioni per associarlo, tramite il router WiFi di casa, al profilo appena creato:
Se acceso, spegnere il termostato Tuya Smart Life premendo Acceso/Spento
Premere per 8 secondi il pulsante Giù
L’icona WiFi sul display del termostato Smart Life Tuya comincia a lampeggiare confermando che è possibile passare all’accoppiamento con lo smartphone
Il passo precedente potrebbe variare leggermente a seconda del modello.
Tornando alla home dell’app Tuya Smart Life è ora possibile avviare la procedura di accoppiamento in cui dovrete anche inserire la password del WiFi utilizzato:
Le app Tuya Smart e Smart Life sono molto complete e di facile utilizzato, vi consentono di controllare il termostato ovunque voi siate come se foste davanti al suo display:
La crono-programmazione mediante l’app Tuya Smart Life è sicuramente più semplice che effettuandola direttamente a bordo di qualunque modello di termostato compatibile:
E’ anche possibile creare delle scene per automatizzare delle operazioni, condividere con altri utenti nonché modificare il profilo personale creato in precedenza.
Termostato Smart Life Tuya con Alexa e Google Home
Grazie all’utilizzo dei servizi in cloud Tuya Smart Life è possibile comandare mediante la voce con Google Home ed Alexa il vostro termostato:
E’ possibile avviare il consueto processo di accoppiamento dei profili direttamente dall’app Tuya Smart Life:
Sia per Google Home, Alexa che IFTTT si viene rimandati all’utilizzo della skill Smart Life dove poi inserire le credenziali create in precedenza.
La mia raccomandazione è di dare un nome semplice al dispositivo che sarà quello da pronunciare per i comandi vocali
I comandi vocali da utilizzare sono ad esempio i seguenti:
Alexa
“Alexa, abbassa la temperatura di 2 gradi”
“Alexa, imposta la temperatura a 21 gradi”
Google Home
“Hey Google, abbassa la temperatura di 5 gradi”
“Hey Google, imposta la temperatura a 25 gradi”
Termostato Smart Life Tuya migliore
Grazie all’utilizzo della piattaforma Tuya, tutti i modelli di termostato Smart Life hanno caratteristiche molto simili: ciò che li differenzia all’apparenza è l’aspetto esteriore del dispositivo, in particolare forma e display, e la modalità fisica di interazione.
Altro elemento scarsamente differenziante è la disponibilità di documentazione o supporto in lingua italiana: molto limitato poiché parliamo di prodotti economici e peraltro la lingua inglese è ormai davvero diffusa.
Aggiungerei quale elemento che può provocare confusione la prassi tutta cinese di avere poche aziende, del tutto ignote in occidente come ad esempio Beca, che realizzano prodotti OEM oppure white label che vengono poi venduti commercialmente co altro marchio “più conosciuto”.
Approfondendo i modelli presenti sul sito di Beca troviamo i seguenti modelli di termostato WiFi:
BECA BHT-001 WiFi
BECA BHT-002 WiFi
BECA BHT-003 WiFi
BECA BHT-1000 WiFi
BECA BHT-2000 WiFi
BECA BHT-6000 WiFi
BECA BHT-8000 WiFi
Il marchio “originale” con cui vengono venduti è BecaSmart.
Ho provato a selezionare i marchi commerciali “più noti”: Decdeal, Hualans, Ledlux, LP e MoesGo. L’elenco non è sicuramente esaustivo ma sono aziende che hanno venduto molti pezzi anche in Italia. Nella maggior parte dei casi potrete riconoscere i modelli originali Beca.
BecaSmart termostato Tuya Smart Life WiFi
BecaSmart è il marchio commerciale con cui il produttore Beca vende direttamente i propri prodotti.
Il 5G è il futuro della connettività mobile già disponibile con prestazioni spettacolari ed una buona copertura nelle principali città, in rapida espansione, ed innumerevoli smartphone disponibili. Facciamo una brevissima introduzione tecnica. focalizzata sull’utilizzo individuale mediante un router WiFi con SIM 5G.
Prestazioni
Le prestazioni effettive raggiunte in Italia mediante la rete mobile 5G, in base ai dati di Statista 2023, sono le seguenti:
Sono sicuramente prestazioni assolutamente eccellenti soprattutto se confrontate con la performance media della rete mobile sempre misurata da Speedtest:
Lo standard 5G in Italia usa tre fasce di frequenze:
Bassa o n28 (694 ÷ 790 MHz): adatta per dispositivi IoT / casa intelligente
Media o Sub-6 o n78 (3,6 ÷ 3,8 GHz): per smartphone, modem e router nella fase iniziale di adozione mediante l’aggiornamento delle antenne BTS 4G+ esistenti
Alta o mmWave o n257 (26,5 ÷ 27,5 GHz): velocità altissime ma richiede una copertura molto più capillare delle antenne BTS
Bande 5G e loro utilizzo
Le frequenze più basse (n28) hanno capacita di penetrare le pareti, copertura maggiore ma velocità inferiore. E’ in corso di liberazione mediante switch-off della TV Digitale Terrestre (leggi eventualmente il mio articolo su Android TV Box DVB-T2 decoder digitale terrestre).
Le frequenze più alte (n257) invece hanno copertura molto inferiore ma velocità davvero maggiori. La rete di antenne deve essere molto più capillare e richiede quindi investimenti ingenti da parte degli operatori.
Per questo motivo inizialmente viene utilizzata la sola banda di frequenza Sub-6 o n78.
Come riferimento, le frequenze assegnate agli operatori in Italia sono le seguenti:
Frequenza
Banda
FDD/TDD
WindTre
Tim
Vodafone
Iliad
Fastweb
700 MHz
n28
FDD
2×10 MHz
2×10 MHz
2×10 MHz
3.700 MHz
n78
TDD
20 MHz
80 MHz
80 MHz
20 MHz
26 GHz
n257
TDD
200 MHz
200 MHz
200 MHz
200 MHz
200 MHz
C’è anche da aggiungere che WindTre ha adottato differenti tecnologie in 5G:
TDD su banda n78 (3.600 MHz) come gli altri operatori
FDD passivo in modalità DSS (Dynamic Spectrum Sharing) sulle bande n3 (1.800 MHz) ed n7 (2.600 MHz) condividise col 4G
Quindi nella pratica attualmente occorre verificare che il nostro smartphone 5G, router WiFi con SIM 5G o modem 5G con SIM supporti almeno le bande n3, n7, n28 ed n78.
Utilizzando come fonte nPerf, la copertura complessiva della rete mobile 5G in Italia è in veloce espansione come si vede confrontando settembre 2021 ed aprile 2022:
Agosto 2021Aprile 2022Luglio 2023
Lo strumento più preciso in assoluto è il sito LTE Italy che, nonostante il nome, contiene anche la mappa di tutte le antenne BTS 5G come potete vedere ad esempio in questa schermata relativa alla mia città Vigevano:
Antenne BTS 5G con LTE Italy
LTE Italy vi fornisce anche informazioni di dettaglio su tecnologia e bande 5G supportate dalla singola antenna BTS come in questi tre esempi nella sezione NR Info:
Come potete vedere che ciascuna antenna 5G utilizza bande di frequenza diverse: N3, N28 ed N78.
Utilizzare un modem router WiFi con SIM 5G per la vostra abitazione
Date le prestazioni eccezionali e la graduale copertura di tutte le aree, ci sono innumerevoli situazioni in cui utilizzare un modem router WiFi con SIM 5G per assicurare la connettività internet della vostra abitazione:
nel caso in cui non siate coperti dalla fibra ottica e che non ci siano piani a breve per la copertura (quindi siate sostanzialmente in condizioni di digital divide)
per una seconda casa che magari utilizziate saltuariamente ed in cui la fibra ottica probabilmente non arriverà mai
In tutti questi casi abbiamo a disposizione le seguenti soluzioni per poter usufruire delle prestazioni del 5G sulla rete WiFi:
router portatile 5G, detto anche saponetta 5G, che può essere portato ovunque grazie a dimensioni limitate e batteria ricaricabile integrata
modem router 5G per utilizzo fisso, dotato anche di prese Gigabit Ethernet, normalmente per installazione indoor
In entrambi i casi la vostra abitazione potrebbe non essere ad una distanza ottimale dall’antenna BTS 5G più vicina: per migliorare la situazione è possibile installare anche un’antenna 5G esterna per migliorare la qualità del segnale ricevuto ed in ultima battuta le prestazioni finali.
Miglior modem router WiFi con SIM 5G: AVM vs D-Link vs Huawei vs Netgear vs MikroTik vs ZTE vs Zyxel
Per sfruttare le eccezionali performance come connettività principale per la nostra abitazione, ecco i migliori router WiFi con SIM 5G e modem 5G con SIM attualmente disponibili sul mercato; data l’ormai ampia disponibilità li ho suddivisi tra saponetta 5G a batteria da quelli fissi con alimentazione di rete.
I parametri a cui suggeriscono di porre la massima attenzione sono i seguentI:
bande supportate e velocità massima in upload e download in 5G
bande supportate e velocità massima in upload e download in 4G LTE
supporto WiFi 6
numero di prese Gigabit Ethernet presenti
connettori per antenna 5G esterna
Moltissimi modelli di modem router 5G utilizzano il SoC Qualcomm Snapdragon X55 (SDX55) che determina le prestazioni massime della connessione alla rete:
Qualcomm Snapdragon X55 (SDX55)
Miglior modem router WiFi con SIM 5G fisso
Ho predisposto questa tabella col confronto sintetico delle caratteristiche peculiari dei principali modelli di router WiFi con SIM 5G per installazione indoor in vendita in Italia:
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Come vedete tutti i modem WiFi con SIM 5G attualmente disponibili operano nella gamma di frequenza Sub-6 o n78.
Sono sicuramente da segnalare diversi modelli che ho suddiviso tra installazione indoor ed outdoor evidenziandone le caratteristiche seguenti:
bande supportate e velocità massima in download (DL) e upload (UL) in Gbit/s
connettività in termini di supporto WiFi 6 e numero di prese Gigabit Ethernet
connettori per antenna 5G esterna
Non fatevi influenzare troppo dalle super velocità di picco in download (anche 5 GBit/s) se poi nel router stesso e nella rete a valle con siano almeno una rete Ethernet da 2,5 Gbps.
Miglior modem router WiFi con SIM 5G fisso – indoor
La scelta è piuttosto ampia e ci sono innumerevoli modelli di modem router 5G fisso indoor dalle ottime prestazioni con un prezzo inferiore ai 400 Euro.
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La mia short-list personale è tra ZTE MC801A, Zyxel NR5101 e Tenda 5G03. Ho escluso il TCL LinkHub HH515 perchè non è di un produttore specializzato in dispositivi per networking ed inoltre non dispone dei connettori per una eventuale antenna esterna.
Miglior modem router WiFi con SIM 5G fisso – outdoor
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Miglior modem WiFi portatile con SIM 5G (saponetta 5G)
Questi sono invece i migliori modelli di saponetta 5G presenti sul mercato:
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Vi prego di notare che il D-Link DWR-2101 viene venduto anche come Onda DM100 o Zyxel NR2101.
Le differenze di ciascun modello stanno quindi nella connettività locale (WiFi e LAN) e nel firmware che rende disponibili le funzioni di gestione della rete.
Come potete facilmente vedere lo ZTE MU5001 è la saponetta 5G col rapporto prezzo prestazioni di gran lunga più interessante di tutti.
Tenda è un produttore cinese specializzato nel networking. Nella sua ampia gamma di prodotti troviamo il modello Tenda 5G03, che ha le seguenti caratteristiche principali.
Modem con SIM Huawei GHTelcom 5G CPE PRO 3 (H138-380)
Venduto col brand GHTelcom, il modem router WiFi con SIM Huawei 5G CPE PRO 3 (H138-380) non è altro che una versione “ridotta” in termini di prestazioni del Huawei 5G CPE Pro 2 (H122-373) ed infatti lo si trova ad un prezzo leggermente inferiore.
Le caratteristiche del Huawei GHTelcom 5G CPE PRO 3 (H138-380) sono infatti le seguenti:
Velocità 5G: 1,8 Gbps in download e 250 Mbps in upload; MIMO 4×4 256QAM
Velocità 4G LTE: Cat 19 1,6 Gbps in download e 150 Mbps in upload; 5CA MIMO 4×4 256 QAM
WiFi 6 AX1800 2×2 MIMO 802.11a/b/g/n/ac/ax nelle bande 2, 4Ghz (300 Mbps) e 5Ghz (1,8 Gbps) fino a 128 dispositivi contemporaneamente
Nessuna porta per antenna 5G esterna
2 porte Gigabit Ethernet
1 porta RJ11 per telefono analogico o DECT
Chipset Qualcomm Snapdragon X55
App per smartphone Huawei Hi-Link
Recensione modem con SIM Huawei GHTelcom 5G CPE PRO 3 (H138-380)
Quasi sicuramente Huawei ha creato il marchio GHTelcom per aggirare i divieti americani: il risultato è che utilizza il SoC Qualcom X55 anziché il chipset Balong 5000 (scelta probabilmente determinata dalla carenza di CPU sul mercato).
Evidenzio nuovamente che non è possibile collegare un’antenna 5G esterna al Huawei GHTelcom 5G CPE PRO 3 (H138-380).
5GNR: grazie al chipset Qualcomm Snapdragon X55 supporta le bande mmWave e Sub 6
Tecnologia WiFi 6: consente la connessione e lo streaming di più dispositivi in contemporanea senza influire sulla velocità o sull’affidabilità
Opzioni wireless fisse: basta collegare il modem 5G con SIM Netgear M5 MR5200 tramite la porta ethernet oppure associarlo alla rete mesh via WiFi per offrire velocità 5G a tutta la rete domestica
Rete sicura e affidabile: il supporto pass-through VPN e la protezione tramite password consentono di evitare i rischi della rete WiFi pubblica
Connessione per 32 dispositivi WiFi
Connettori TS9 per antenna 5G esterna
Batteria ricaricabile
Funzionamento senza batteria: possibilità di collegarsi a una presa elettrica domestica senza servirsi della batteria
Il modem router WiFi con SIM 5G ZTE MC801A è probabilmente il miglior dispositivo sul mercato al momento in termini di rapporto qualità / prezzo grazie alle caratteristiche seguenti:
Ho selezionato i migliori modelli di antenna 5G esterna disponibili ottimizzate per la banda di frequenza 5G Sub-6 o n78 (3,6 ÷ 3,8 GHz) mettendo a confronto le caratteristiche principali (quando disponibili):
direzionalità (omnidirezionale o unidirezionale)
guadagno banda 5G n28 (700 MHz) / banda 4G LTE B20 (800 MHz)
guadagno banda 4G LTE B3 (1.700 MHz) / banda 4G LTE B1 (2.100 MHz) / banda 4G LTE B7 (2.600 MHz)
guadagno banda 5G n78 (3,6 ÷ 3,8 GHz)
In questo specchietto riepilogativo, per semplicità, per ciascuna antenna 5G esterna trovate solo il guadagno nella banda n78:
Se volete dare la priorità al massimo guadagno scegliete un’antenna unidirezionale; nel caso temiate la maggiore difficoltà iniziale di puntamento e non abbiate bisogno del guadagno massimo possibile andate serenamente su un modello omnidirezionale.
Guida completa e dettagliata in italiano all’utilizzo dell’app Shelly Cloud per tutti i dispositivi intelligenti della famiglia Shelly.
Shelly Cloud App
L’app Shelly Cloud, disponibile per Android ed iOS, consente di comandare e configurare qualsiasi dispositivo della famiglia Shelly ovunque vi troviate mediante il vostro smartphone.
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Le funzionalità principali sono le seguenti:
I dispositivi smart Allterco permettono di controllare i nostri elettrodomestici di casa mediante il vostro smartphone con tre differenti modalità di collegamento:
Access Point: lo smartphone od il PC si collega direttamente all’access point WiFi del singolo dispositivo utilizzando poi, mediante browser, la web app incorporata nel dispositivo stesso
Locale: smartphone e dispositivi sono collegati al router WiFi di casa senza accedere ad internet
Cloud: i dati sono scambiati dal device con l’app sul vostro smartphone attraverso l’uso di un server in cloud attraverso il collegamento ad internet
Le modalità Access Point e Locale permettono di gestire i dispositivi con l’app Shelly Cloud anche in assenza di collegamento ad internet; con l’opzione Cloud potete gestire remotamente i device ovunque vi troviate.
Per cominciare occorre scaricare sul vostro smartphone l’app dedicata Shelly Cloud, molto ricca rispetto ad altre di domotica WiFi, disponibile sia per Android che iOS anche in lingua italiana:
Al primo utilizzo e’ necessario registrare un profilo Shelly Cloud che vi permetterà di gestire tutti i dispositivi della famiglia Allterco:
Come già visto in precedenza, la comunicazione tra Shelly Cloud App ed i dispositivi per recuperarne lo stato ed inviare comandi, avviene attraverso dei server in cloud. Ciascun device e’ a sua volta collegato ad internet attraverso il WiFi di casa.
Per questo motivo per ciascun nuovo device Shelly occorre prima di tutto:
configurare le credenziali dell’access point WiFi che utilizzeranno
accoppiare il dispositivo stesso col nostro profilo memorizzato sui server Shelly Cloud
Dopo avere collegato ed alimentato il vostro interruttore WiFi Shelly potete procedere con l’accoppiamento effettivo del dispositivo e la configurazione del collegamento WiFi nel modo seguente:
Potrete completare la configurazione del vostro interruttore WiFi su Shelly Cloud scegliendo:
nome, stanza e foto
abilitazione della modalità Cloud, già descritta in precedenza, che vi raccomando assolutamente onde poter gestire il dispositivo ovunque siate
A questo punto potrete comandare il vostro interruttore WiFi direttamente dalla home page dell’app Shelly Cloud:
Potete anche fare riferimento a questa guida video in lingua inglese:
Tappando sul singolo canale del dispositivo dalla schermata dispositivi di Shelly Cloud e’ possibile accedere alla pagina dov’è possibile sia controllare il canale del dispositivo che modificarne le impostazioni:
Shelly 1
Shelly 1PM
Shelly 2.5 tapparelle
Per quanto dipendenti dalla tipologia di dispositivo, ci sono una serie di opzioni di controllo comuni a tutti i device della famiglia.
Statistiche consumi
Per i dispositivi dotati di misuratore di consumo e’ possibile visualizzare su Shelly Cloud il grafico dello storico dei consumi in diverse finestre temporali:
E’ anche possibile scaricare un file in locale sullo smartphone.
Timer
E’ possibile impostare sul singolo canale del dispositivo un conto alla rovescia, ovvero un evento di spegnimento o accensione automatica con un ritardo programmabile:
Mediante un Timer di Auto Spegnimento trasformiamo il canale dello Shelly in un pulsante temporizzato (di durata programmabile).
Programmazione settimanale
Possono essere configurate, sempre a livello di singolo canale del dispositivo, le classiche programmazioni in giorni ed orari predefiniti; molto interessante la possibilità di usare anche gli eventi di alba (Sunrise) e tramonto (Sunset):
Attenzione: la programmazione settimanale non funziona se le connessione internet e’ assente.
Internet/Sicurezza
E’ possibile configurare tramite queste opzioni la modalità di collegamento tra il nostro smartphone con a bordo l’app Shelly Cloud ed il dispositivo tra Locale (tramite il router WiFi di casa) oppure Access Point (direttamente al dispositivo) e Cloud (attraverso l’uso di un server in internet):
In particolare le opzioni su Shelly Cloud sono le seguenti:
WiFi Mode – Client: abilita e configura il collegamento del dispositivo al router WiFi di casa
WiFi Client Backup: abilita e configura un collegamento secondario del dispositivo ad un altro router WiFi diverso dal primario
WiFi Mode – Access Point: abilita e configura la password dell’access point WiFi del dispositivo per un collegamento diretto dello smartphone
Restrict Login: proteggere con una password l’accesso all’interfaccia web del device utilizzabile in modalità Locale ed Access Point
Cloud: abilita la modalità Cloud di accesso (che raccomando di gran lunga)
Per i dispositivi dotati di sensore di misura della potenza elettrica e’ possibile impostare su Shelly Cloud lo spegnimento automatico, per ragioni di sicurezza, superata una certa soglia di potenza assorbita:
Questa impostazione non e’ disponibile per lo Shelly EM.
Azioni su I/O URL
E’ anche permessa l’invocazione di una URL esterna (che potrebbe essere una API) differenziata per gli eventi di accensione/spegnimento mediante pulsante e di accensione /spegnimento effettiva:
In questa sezione di Shelly Cloud e’ possibile specificare:
se il canale del dispositivo deve essere considerato come una presa oppure una lampadina; tale informazione sara’ utilizzata su Alexa e Google Home
il filtro dei consumi del dispositivo dal totale di stanza e complessivo
la protezione mediante Pin Lock del controllo del dispositivo
Il valore del codice di protezione, identico per tutti i dispositivi del tuo profilo Shelly, si imposta sotto User Settings – Security – Device Lock Pin.
esclusione del dispositivo dai log degli eventi
Condivisione
E’ stata introdotta la possibilità di condividere un dispositivo con uno o più altri utenti Shelly Cloud:
Condivisione
Attenzione a non inserire maiuscole nel campo account/email.
Shelly Cloud: impostazioni dispositivo
L’impostazione dispositivo vera e propria richiede un paragrafo dedicato perché determina il comportamento elettrico del vostro interruttore relè WiFi:
Comportamentoaccensione
Tipo comando esterno collegato all’ingresso SW del dispositivo
Aggiornamento firmware
Pressione prolungata
Switch esterno addizionale
Sincronizzazione nomi tra App ed interfaccia Web dispositivo
Fuso orario e geolocalizzazione
Ripristino valori di fabbrica
Riavvio dispositivo
Informazioni dispositivo
Comportamento all’accensione
Acceso
Spento
Stato precedente allo spegnimento del dispositivo
Switch: stato corrispondente a quello dell’interruttore o pulsante collegato all’ingresso SW del dispositivo
Tipo comando esterno
Momentaneo: nel caso di pulsante esterno (una pressione accende, un’altra pressione spegne)
Interruttore a levetta: nel caso di interruttore esterno
Edge switch: nel caso di pulsante esterno (alla pressione accende, al rilascio spegne)
Detached switch: disattivazione dell’input del comando esterno
Activation switch: nel caso di sensore esterno (ogni volta riavvia il timer di auto spegnimento)
Cycle switch: nel caso di pulsante esterno con due canali (ad ogni pressione esegue la sequenza On-Off, Off-On, On-On, Off)
In Shelly Cloud e’ possibile creare delle scene (scenari di automazione) basati su condizioni multiple che, al loro verificarsi, scatenano automaticamente l’esecuzione di azioni multiple:
Scene – condizioni
In una scena e’ possibile costruire una condizione mediante la combinazione, con OR ed AND, di più condizioni elementari.
Le condizioni elementari possono essere di due tipi:
condizione basata su un evento temporale (timer, attivazione giornaliera, attivazione singola)
condizione basata su un evento del singolo canale di un dispositivo (cambio di stato dell’uscita, cambio di stato dell’ingresso, pressione prolungata dell’ingresso, potenza consumata rispetto ad una soglia, cambio di stato dello switch esterno addizionale, temperatura, umidità)
Il riconoscimento dell’evento può avere tre comportamenti possibili:
una volta (con un parametro in minuti)
ripetutamente
on any change
Scene – azioni
Le azioni multiple che vengono eseguite al verificarsi di una delle condizioni consistono in:
notifica push o log nell’app Shelly Cloud, via email o via Alexa
attivazione o disattivazione del canale di un dispositivo
Ciascuna azione singola può avere un proprio ritardo configurabile.
L’azione complessiva ha un intervallo temporale di validità configurabile tramite Shelly Cloud.
Reolink Argus PT 2K recensione e prova completa telecamera 4MP con obiettivo motorizzato, batteria ricaricabile con panello solare, rilevamento persone e veicoli.
Caratteristiche Reolink Argus PT 2K
La telecamera Reolink Argus PT 2K è l’evoluzione, con diversi miglioramenti, del già ottimo modello precedente che, grazie all’obiettivo motorizzato, consente di coprire un’area molto ampia all’esterno della nostra abitazione.
Vediamone le caratteristiche tecniche principali partendo dalle differenze rispetto alla generazione precedente:
Rilevamento automatico di veicoli e persone
Grazie all’uso di algoritmi di intelligenza artificiale, la telecamera Reolink Argus PT 2K è in grado di distinguere persone e veicoli dagli altri oggetti in movimento in base alla loro sagoma e temperatura, ottenendo allarmi e notifiche più precisi rispetto alla versione precedente.
Pan&Tilt con Zoom Digitale
Copre 355° in orizzontale e 140° in verticale con zoom digitale 16x.
Batteria Ricaricabile o Solare
Senza fili con batteria ricaricabile anche con pannello solare esterno.
Gestione remota
Gestisci la telecamera ovunque ti trovi da smartphone o PC desktop.
Condivisione
E’ possibile condividere l’accesso alla telecamera possibile fino ad 8 persone contemporaneamente.
Alexa e Google Home
Attivate la telecamera con la voce per vederla su Amazon Echo Show o sulla TV con Google Chromecast.
Archiviazione locale o Cloud
In caso di movimento registra i video su Micro SD (fino a 128 GB) o su Reolink Cloud.
Maschere Privacy
Escludi dall’inquadratura fino a 3 aree fuori dalla tua abitazione.
Notifiche personalizzate
Messaggio di allarme, salvataggio per tempo e tipo oggetto rilevato.
Timelapse
Tramite l’app Reolink puoi fare registrazioni timelapse di ore.
Aggiungerei anche qualche ulteriore dettaglio tecnico:
risoluzione video 2K 4MP (2.560×1.440 pixel 15 fps)
batteria da 6.000 mAh ricaricabile mediante presa micro USB che può essere collegata ad un pannello solare esterno (soluzione che raccomando di gran lunga)
connettività WiFi a a 2,4 e 5 GHz per una connessione più stabile.
ampiezza obiettivo 122° in diagonale
comunicazione bidirezionale e sirena grazie ad altoparlante e microfono integrati
protezione agenti atmosferici IP65
supporto formato H.265 per ridurre la dimensione dei video
disponibile nei colori bianco e nero
L’unica vera caratteristica ancora mancante è la presenza di un faretto per la visione notturna a colori anziché ad infrarossi: è probabilmente un compresso con la durata della batteria che Reolink non ha ancora deciso di affrontare in un modello in vendita al pubblico.
Nel seguito della nostra recensione e prova della telecamera Reolink Argus PT 2K faremo anche un confronto pratico col modello precedente che continua a garantire la sicurezza della nostra abitazione.
Grazie alla collaborazione con Reolink, abbiamo potuto mettere alla prova questa telecamera. Partiamo subito della confezione esterna dove si nota un’etichetta adesiva con la scritta Argus PT che copre Argus PT Pro:
Questo purtroppo denota un po’ di confusione nel marketing Reolink perché al momento abbiamo almeno tre modelli di telecamera PTZ WiFi a batteria:
la vecchia Argus PT HD WiFi 2,4 GHz (di cui trova la mia precedente recensione)
la Argust PT 2K WiFi 2,4 GHz con rilevazione persone e veicoli
la nuova Argust PT 2K WiFi 2,4/5 GHz con rilevazione persone e veicoli che sto provando in questo articolo e che in precedenza era giustamente denominata Argus PT Pro per differenziarla
All’interno della scatola possiamo trovare:
telecamera
staffa per montaggio a parete
antenna
cavetto micro USB per ricarica
viti e tasselli
busta contenente spina per factory reset, guida rapida e cartelli sorveglianza
Unboxing telecamera Reolink Argus PT 2K
Possiamo ora osservare i dettagli della Reolink Argus PT 2K per identificarne tutti i dettagli:
Testa rotante
microfono integrato e sensore di movimento
LED di stato e sensore luminosità
illuminatori ad infrarossi
altoparlante integrato
forellino con pulsante factory reset
altoparlante integrato
Corpo telecamera
interruttore accensione / spegnimento
attacco per antenna
presa micro USB per ricarica / pannello solare
LED stato batteria
ghiera per fissaggio con staffa
Notate come tutti i vari connettori siano protetti con tappi in gomma per garantire l’impermeabilità.
Per completezza trovate anche il contenuto della confezione del pannello solare opzionale che vi raccomando assolutamente di acquistare insieme alla telecamera Reolink Argus PT 2K per potervi dimenticare di doverla ricaricare:
Possiamo ora passare ad installazione e configurazione della telecamera Reolink.
L’operazione preliminare da effettuare, se non lo aveste ancora fatto, è di installare sul vostro smartphone l’app Reolink, disponibile per Android ed iOS:
[appbox googleplay com.mcu.reolink screenshots]
E registrare il vostro profilo Reolink associato alla vostra e-mail:
La prima operazione che raccomando di effettuare con la telecamera è quella di ricaricala completamente mediante il cavetto micro USB fornito in dotazione per evitare sorprese durante la configurazione e l’installazione; il LED di stato della batteria si accenderà in arancione per diventare verde al termine del processo di ricarica:
Mi raccomando di richiudere con cura il tappo di protezione in gomma. Ora potete accendere la telecamera mediante l’interruttore presente nella parte posteriore: come conferma sentirete un messaggio vocale che invita all’associazione in diverse lingue.
Tornate all’app su smartphone, inserite le vostre credenziali se non fossero memorizzate e dalla schermata principale tappate sull’icona + in alto a destra per l’associazione di una nuova telecamera al vostro profilo e seguite la procedura che vi richiederà di inquadrare il QR Code stampigliato dietro alla base della telecamera:
Non appena riconosciuto il QR Code la procedura di configurazione sullo smartphone prosegue chiedendovi di inserire le credenziali della rete WiFi alla quale dovrà collegarsi, se sarà posizionata all’interno o all’esterno, una password di accesso ed infine il nome da assegnare:
Ovviamente ho subito verificato sull’app le informazioni relative al modello nuovo Reolink Argust PT 2K e quello vecchio HD:
Il nome del modello è lo stesso!
Prima di passare all’installazione raccomando ancora di inserire la scheda di memoria Micro SD nell’apposito slot nella parte inferiore della telecamera, attenzione al verso non è necessario fare forzature ma va spinta fino in fondo col clic finale:
Mi raccomando nuovamente di richiudere per bene il tappo di copertura in gomma.
Prima di procedere con l’installazione definitiva, ho voluto fare qualche prova pratica della telecamera Reolink Argus PT 2K mettendola anche confronto con la “vecchia” Argus PT HD di cui prenderà il posto:
Confronto Reolink Argus PT (2K) vs Regolink Argus PT (HD)
Come vedete non ci sono sostanzialmente differenze esteriori ad eccezione della lunghezza dell’antenna che dovrebbe assicurare una migliore stabilità nella connessione WiFi grazie anche al supporto della banda 5 GHz da parte della nuova Reolink Argus PT.
Risoluzione video
Partiamo confrontando la risoluzione video come visibile nell’app:
Reolink Argus PT (HD)Reolink Argus PT (2K)
Come vedete abbiamo i 2K (1.440p) contro il solo HD (1.080p), riflesso anche nella diversa banda di collegamento richiesta (4 Mbit/s vs 2 Mbit/s). Ma vediamolo concretamente facendo due foto dello stesso soggetto alla massima risoluzione (Nitido) e mettendole a confronto normalizzando le dimensioni in pixel:
Reolink Argus PT (HD)Reolink Argus PT (2K)
La differenza è notevole in modo evidente, inoltre nell’utilizzo pratico il nuovo modello ha una reattività e fluidità nell’eseguire i comandi di rotazione decisamente maggiore.
Visione notturna e timelapse
Per verificare il comportamento in condizioni di bassa luminosità potete vedere questo breve video del timelapse di tre all’alba:
Direi che la qualità è ottima anche di notte, ovviamente la visione notturna a colori migliorerebbe ulteriormente il risultato.
Rilevamento persone e veicoli
Alexa e Google Home
Entrando nell’app Reolink, sotto Cloud – Smart Home, è possibile abilitare la singola telecamera alla gestione mediante Alexa e Google Home:
A questo punto potrete chiedere con un semplice comando vocale di visualizzare il video live della vostra telecamera Reolink Argus PT 2K su Amazon Echo Show oppure su una TV con Google Chromecast:
“Alexa, mostra Argus PT 2K“
“Ok Google, mostra Argus PT 2K su Google TV“
Forse sarebbe ora di cambiare televisore perché non ha risoluzione sufficiente per mostrare la telecamera su Google TV:
L’operazione preliminare è quella di decidere il punto esatto dove installare la telecamera WiFi a batteria Reolink Argus PT 2K; le raccomandazioni da seguire sono queste:
installare la telecamera a 2 o 3 metri di altezza da terra in modo da ottenere la massima area di copertura del sensore di movimento
posizionare la telecamera angolarmente rispetto all’area di interesse per avere un rilevamento di movimento efficace: se una persona o veicolo si avvicina ortogonalmente potrebbe non essere rilevato in tutti i casi
Corretto posizionamento telecamera Reolink
Nel mio caso ho montato la telecamera Reolink Argus PT 2K a parete su una trave del pergolato in legno in modo da poter coprire due lati della casa, sostituendo semplicemente quella di generazione precedente che ho spostato sul lato opposto. Seguendo alla lettera le raccomandazioni l’ho installata nel punto evidenziato:
Tenete anche conto che occorrerà adattare la sensibilità del sensore di movimento alla distanza dall’area di lavoro seguendola questa tabella di riferimento:
Sensibilità
Valore
Distanza di rilevamento
Bassa
0 ÷ 50
Fino a 5 metri
Media
51 ÷ 80
Fino a 8 metri
Alta
81 ÷ 100
Fino a 10 metri
Ovviamente maggiora sarà la sensibilità impostata tanto maggiore sarà la possibilità di falsi allarmi: per l’uso esterno è raccomandato di impostare la sensibilità a Bassa o Media.
Come già intuito dagli accessori disponibili nella confezione della telecamera Reolink Argus PT 2K, le possibilità di montaggio sono molteplici.
Montaggio a parete
E’ il caso più comune in cui utilizzare direttamente la staffa di montaggio avvitandola al muro o trave che sia:
Avvitandoci poi la telecamera.
Da buon pigro e riciclatore che sono ho montato la mia Reolink Argus PT 2K riutilizzando la staffa del modello precedente:
Reolink Argus PT 2KReolink Argus PT 2K
L’unico problema sarebbe la differenza cromatica, ma direi che non mi importa a sufficienza!
Montaggio a soffitto
In questo caso invece fisserete solo la base della staffa che si sgancia facilmente premendo prima il pulsantino e poi facendola ruotare:
Montaggio su palo e tronco
Analogamente potrete utilizzare la sola base della staffa con la cinghia per fissare la telecamera al tronco di un albero senza rovinarlo.
Installazione panello solare Reolink
Preliminarmente occorre scegliere una posizione ben illuminata sole durante tutto l’anno. Sono comunque necessarie solo poche ore di luce solare diretta al giorno per ricaricare sufficientemente la telecamera.
Ovviamente la quantità di energia che il pannello solare Reolink può produrre è influenzata dalle variazioni stagionali nella posizione del sole e dalle condizioni meteo. L’angolo ideale con cui inclinare il pannello è indicativamente la propria latitudine a cui aggiungere 5°: nel mio caso parliamo di circa 50°
Possiamo ora procedere col montaggio a parete del pannello solare Reolink ed il collegamento alla telecamera Argus PT 2K:
Montare la staffa sulla parete con le viti.
Avvitare saldamente il pannello solare alla staffa.
Regolare l’angolazione del pannello solare e poi fissare definitivamente.
Collegare il pannello solare alla telecamera Reolink Argus con il cavo micro USB.
Questo è il risultato nel mio caso dove ho lasciato il cavo in abbondanza semplicemente appoggiato sulla staffa:
E’ molto importante assicurarsi che il cavo di collegamento sia inserito saldamente nella presa della telecamera Reolink Argus PT 2K e che la sua protezione impermeabile protegga tutto dalle intemperie.
Dimenticate di fare spazio sulla vostra scrivania per un nuovo PC desktop: i migliori mini PC riescono a mettere la potenza di un PC desktop Intel o AMD in uno spazio piccolissimo. Che col miniPC vogliate risparmiare spazio, aggiungere ulteriori computer Windows 11 in ufficio, disporre di un media center o fare gaming con con scheda video dedicata o un barebone c’è un mini PC che fa per voi.
I mini PC con Windows 11 possono utilizzare hardware con caratteristiche molto variabili, partendo da soluzioni economiche fino ad arrivare a componenti paragonabili ad un computer desktop.
Vediamo le caratteristiche tecniche su cui è importante soffermarsi quando valutiamo, in sostituzione di un desktop, l’acquisto tra i migliori mini PC con Windows 11 e che potrebbero invece a performance non in linea con le nostre aspettative:
CPU Intel quad-core con frequenza ed assorbimento limitato; utilizzo del processore grafico integrato con Intel Graphics Technology
RAM compresa tra 4 ed 8 GB
ROM compresa tra 32 e 64 GB
possibilità di aggiungere un SSD
Stanno cominciando anche ad affermarsi mini computer basati su AMD Ryzen con Radeon Vega Graphics integrata.
Potete trovare soluzioni complete oppure mini PC barebone, ovvero con case e scheda madre con i vari componenti da personalizzare.
Mini PC: quali CPU Intel
Le principali famiglie di CPU Intel a basso costo e consumo molto utilizzate nei mini computer, note in precedenza come Intel Apollo Lake, sono le seguenti:
Intel Atom X
Intel Celeron
Intel Pentium
Questo grafico sintetizza, su scala logaritmica, un benchmark di performance tra le CPU Intel e AMD per mini PC più utilizzate, creato mediante CPU Mark:
Benchmark performance CPU Intel e AMD per mini PC
Ho volutamente incluso solo CPU che siano relativamente recenti nella famiglia a cui appartengono.
Come potete osservare le differenze tra i modelli possono essere clamorose: nella vostra ricerca fate dunque attenzione molta attenzione per evitare di acquistare un modello sostanzialmente inservibile perché troppo lento.
In questo momento i modelli di processori di fascia bassa più utilizzati nei miniPC sono quelli che ho raccolto nelle tabelle riepilogative seguenti, suddivisi per famiglia.
L’obiettivo e’ di facilitarvi nei confronti tra miniPC nella medesima fascia di prezzo che potrebbero pero’ nascondere differenze di prestazioni importanti tra i vari modelli di mini computer.
CPU Intel Atom x5 per mini computer
La famiglia di CPU Intel Atom e’ stata progettata per dispositivi mobili che devono avviarsi velocemente, lavorare a lungo e supportare video fino a 4K Ultra HD anche in streaming: e’ quindi perfetta anche per i mini computer che hanno esattamente i medesimi requisiti.
Atom x5 z8350
Atom x5 z8500
Launch date
Q1 2016
Q1 2015
CPU Core / Thread
4 / 4
4 / 4
CPU Frequency
1,44 GHz
1,44 GHz
CPU L2 Cache
2 MB
2 MB
GPU
HD 400
HD
RAM Max
2 GB
8 GB
RAM channels
1 x DDR3 1600
2 x DDR3 1600
CPU Mark
927
1.356
Si tratta di CPU davvero molto datate e dalle prestazioni davvero limitate.
I Mini PC Windows 11 utilizzano per la maggior parte la famiglia di CPU Intel Core: attenzione a pensare che le performance siano sicuramente molto più elevate e paragonabili ad un desktop perché ci potrebbero essere delle sorprese con le versioni molto datate. Riporto in questa tabella solo quelle più recenti e performanti, alcuni della quali utilizzabili anche per un mini PC gaming in accoppiata ad una GPU dedicata.
Intel Graphics Technology e’ il nome della serie di processori grafici integrati all’interno delle CPU Intel di varia generazioni.
Pur non avendo prestazioni lontanamente confrontabili con quelli di una scheda grafica dedicata dotata di una GPUAMD o Nvidia tipica dei desktop, possono dare grandi soddisfazioni nell’utilizzo in un mini PC quale media center.
Anche il mio notebook, ad esempio, è dotato di Intel HD Graphics 520 ed ho sempre operato senza alcun problema !
Confrontiamo le performance tramite il Benchmark G3D Mark, delle principali versioni di Intel Graphics Technology utilizzate all’interno delle CPU Intel per mini PC:
Intel Graphics Technology
Intel Core Generation
G3D Mark
HD Graphics 400
328
HD Graphics 4000
330
HD Graphics 4400
530
HD Graphics 500
317
HD Graphics 505
411
HD Graphics 5500
569
UHD Graphics 600
345
UHD Graphics 605
356
UHD Graphics 610
732
UHD Graphics 630
1.556
Iris 6100
936
Iris Plus 640
1.275
Iris Plus 655
8th Gen
1.810
UHD Graphics for 10th Gen
10th Gen
–
Mini PC migliori Intel
Intel NUC
Tra i migliori miniPC con CPU Intel Core spicca ovviamente la famiglia Intel NUC:
In particolare i modelli di mini PC Intel NUC 11 Extreme kit Beast Canyon e Phantom Canyon sono particolarmente adatti al gaming spinto viste le loro performance spinte grazie anche alla possibilità di ospitare rispettivamente la GPU NVIDIA GeForce RTX 3080 e GeForce RTX2060:
Minisforum e’ un’azienda specializzata in miniPC di elevata qualità e modelli sempre molto aggiornati che coprono un’ampia gamma di prestazioni e prezzi, con CPU sia Intel che AMD Ryzen. Il rapporto qualità prezzo e’ ottimo.
A seguire trovate i migliori modelli Minisforum dotati di CPU Intel.
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Il modello di mini computer con CPU Intel Core i5-9500F e scheda grafica NVIDIA Geforce GTX 1050Ti, quindi anche adatto al gaming, è il Minisforum H31G:
Minis Forum X35G
Il modello che adotta il processore di 10th Gen Intel Core i3-1005G1 è il Minis Forum X35G.
Nel caso il bisogno di risparmiare spazio sia estremo, esistono mini PC in formato stick, ovvero chiavette in grado di essere infilate direttamente nella presa HDMI di un monitor. Non aspettatevi grandi prestazioni ovviamente.
Stanno cominciando a comparire sul mercato innumerevoli proposte di mini PC che utilizzano processori AMD Ryzen per offrire performance elevatissime grazie anche alla GPU Radeon Graphics integrata.
Processori AMD Ryzen per mini PC
I processori utilizzati nei mini PC appartengono tipicamente, ma non esclusivamente, alle famiglie di CPU AMD Ryzen utilizzate per i notebook:
Ho provato ad evidenziare i migliori modelli di mini PC completi di CPU AMD Ryzen attualmente disponibili sul mercato che sono davvero potenti ed al passo coi tempi.
Ho incluso i produttori di miniPC che utilizzano appieno la famiglia AMD Ryzen.
Mini PC AMD Ryzen MINIS FORUM
Ho predisposto questa tabella riepilogativa di una gamma di modelli, in veloce e costante aggiornamento, di mini PC MINIS FORUM con CPU AMD Ryzen:
Anche in questo caso ho preparato una tabella riepilogativa della gamma di modelli, in veloce e costante aggiornamento, di mini PC Beelink con CPU AMD Ryzen:
Modello
Launch
CPU
CPU MARK
Graphics
Beelink GTR5
Q4-21
Ryzen 9 5900HX
23.219
Radeon
Beelink GTR4
Q4-21
Ryzen 9 4900H
19.269
Radeon
Beelink SER3
Q4-21
Ryzen 7 3750H
8.278
Radeon Vega 10
Beelink GTR3 (3750H)
Q4-20
Ryzen 7 3750H
8.414
Radeon Vega 10
Beelink GTR3 (3550H)
Q3-20
Ryzen 5 3550H
8.113
Radeon Vega 8
Beelink GTR3 Pro
Q3-20
Ryzen 5 3550H
8.113
Radeon Vega 8
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Per l’utilizzo per gaming raccomando la scelta di un mini PC dotato con CPU Intel Core in versione sufficientemente recente oppure, ancora meglio, di una più recente CPU AMD Ryzen 4000: la presenza di una scheda video dedicata, anziché l’utilizzo di quella integrata, può’ fare notevolmente aumentare le prestazioni (ed i costi).
Segnalo la serie di mini PC gaming HYSTOU: delle vere bestie dotata di CPU Intel Core Intel Core i7-7700, i7-8700K e i7-9700F con scheda video dedicata NVIDIA GeForce GTX 1650:
Altrettanto interessante e’ il mini PC da gamingAsus ROG GR8 II:
Sul fronte mini PC gaming con CPU AMD Ryzen potreste valutare i già citati Minisforum DMAF5 e Beelink GT-R basati entrami sul Ryzen 5 3550H che pero’ non hanno scheda video dedicata.
Mini PC migliori barebone Intel e AMD: ASRock e GIGABYTE
Un mini PC barebone non e’ altro che un case ed una scheda madre in cui potete liberamente scegliere CPU ed eventuale scheda grafica esterna raggiungendo quindi vertici di potenza di un desktop: ottima soluzione soprattutto per il gaming. Si differenziano in base al chipset Intel o AMD utilizzato.
Mini PC migliori barebone: ASRock
La soluzione migliore per il gaming potrebbe venire dall’uso di un mini PC barebone della ASRock, nota soprattutto per la produzione di ottimi modelli di scheda madre e scheda video per computer desktop.
In particolare sono disponibili le seguenti serie più recenti e potenti di mini PC barebone ASRock:
Chipset
Socket
Gen
Slot
ASRock DeskMini GTX
Intel Z390
LGA1151
8th/9th
3 x M.2 PCIe Gen3 x4
ASRock DeskMini GTX/RX
Intel Z370
LGA1151
7th
3 x M.2 PCIe Gen3 x4
ASRock DeskMini H470
Intel H470
LGA1200
10th
1 x M.2 PCIe Gen3 x4
ASRock DeskMini 310
Intel H310
LGA1151
8th/9th
1 x M.2 PCIe Gen3 x4
ASRock DeskMini 110 Barebone
Intel H110
LGA1151
6th/7th
1 x M.2 PCIe Gen3 x4
ASRock DeskMini X300
AMD X300
AM4
Renoir Picasso Raven Ridge
1 x M.2 PCIe Gen3 x4 1 x M.2 PCIe Gen3 x2/x4
ASRock DeskMini A300
AMD A300
AM4
Picasso Raven Ridge Bristol Ridge
1 x M.2 PCIe Gen3 x4 1 x M.2 PCIe Gen3 x2/x4
Mini PC barebone ASRock
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Ovviamente dovrete aggiungere CPU, RAM e SSD per completare il vostro mini computer.
Proviamo con un miniPC di esempio basato sull’ASRock DeskMini A300, che in particolare supporta CPU AMD con le seguenti caratteristiche:
chipset AMD A320 socket AM4
Accelerated Processing Unit delle serie Picasso, Raven Ridge e Bristol Ridge
TDP fino a 65W
altezza massima dissipatore 46 mm
Le APU tra cui potremmo scegliere (lista completa sul sito ASRock) sono ad esempio:
Tra i migliorimini PCbarebone evidenzio infine la serie GIGABYTE Brix e Barebone BRIX che permettono anche di creare sistemi gaming dalle buone prestazioni ad un costo limitato.
EZVIZ C8C è una telecamera WiFi da esterno 1080p motorizzata con visione notturna a colori e rilevamento automatico delle persone che puoi installare ovunque: scoprila nella mia recensione completa, inclusa la sorella minore C8C Lite.
Telecamera WiFi da esterno motorizzata EZVIZ: una gamma completa
Il marchio EZVIZ, parte del gruppo specializzato nella videosorveglianza Hikvision, ha una gamma davvero ampia di modelli di telecamera WiFi da esterno motorizzata in grado di soddisfare qualsiasi esigenza:
EZVIZ C8W Pro 3K: video 1620p, rilevamento persone e veicoli, auto-zoom tracking, visione notturna a colori
EZVIZ C8W Pro 2K: video 1440p, rilevamento persone e veicoli, auto tracking, visione notturna a colori
EZVIZ C8W: video 2K 1440p, rilevamento persone, visione notturna a colori
EZVIZ C8PF: doppio obiettivo Full HD 1080p, rilevamento persone
EZVIZ C8C: video Full HD 1080p, rilevamento persone, visione notturna a colori
EZVIZ C8C Lite: video Full HD 1080p, rilevamento persone
Andiamo ad approfondire il modello C8C, capostipite della gamma.
L’obiettivo motorizzato copre 352° in orizzontale95° in verticale: la telecamera EZVIZ C8C assicura la ripresa di tutta l’area che la circonda.
Rilevamento persone
Con il sensore di movimento e l’intelligenza artificiale, la telecamera EZVIZ C8C distingue il movimento delle persone per aumentare la sicurezza.
Sirena e lampeggianti
Il movimento di una persona può attivare la sirena ed i lampeggianti della telecamera EZVIZ per fare allontanare i malintenzionati.
Visione notturna a colori
La telecamera WiFi EZVIZ C8C, grazie ai faretti integrati, ha tre modalità di visione notturna: a colori, intelligente e bianco e nero.
Nata per durare
La protezione IP66 della telecamera EZVIZ offre un’alta protezione contro polvere e acqua anche nelle condizioni meteo più difficili.
Archiviazione locale e Cloud
Grazie alla doppia opzione di archiviazione, è possibile scegliere dove memorizzare i video. La telecamera WiFi EZVIZ C8C assicura la massima affidabilità nei dati.
Compressione video H.265
L’utilizzo della tecnologia di compressione video H.265 riduce a metà la banda e dello spazio di archiviazione richiesti rispetto allo standard precedente H.264
Alexa e Google Home
Compatibile con Alexa, Google Home ed IFTTT. Basta un comando vocale per attivare la telecamera EZVIZ.
Le tre modalità di visione notturna consentono un utilizzo estremamente flessibile:
Visione notturna a colori
La visione notturna è luminosa e completamente a colori, grazie ai due faretti integrati e ad obiettivi ottici professionali.
Visione notturna bianco e nero
Senza illuminazione supplementare basta passare alla visione notturna in bianco e nero tramite l’app EZVIZ per visualizzare l’area circostante fino a 30 metri di distanza.
Visione notturna a intelligente
Con la rilevazione di persone in movimento, la telecamera attiva i faretti e passa automaticamente da bianco e nero a colori registrando il video di allarme.
App EZVIZ
Per la gestione da smartphone si utilizza l’app EZVIZ, disponibile per Android ed iOS:
Esiste anche la versione minore EZVIZ C8C Lite la cui differenza consiste esclusivamente nell’assenza del faretto integrato per la visione notturna a colori: avrete comunque riprese di ottima qualità grazie all’illuminazione dei LED ad infrarosso.
Stai valutando l’installazione di una pompa di calore per termosifoni e non sai quale scegliere? Hai già una pompa di calore per termosifoni e vorresti risparmiare ulteriormente sulla bolletta? Trova tutte le risposte nella mia guida pratica completa.
Differenze tra caldaia e pompa di calore per termosifoni
Caldaia e pompa di calore sono due soluzioni perfette per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria per nostra abitazione. E’ però bene comprendere quali siano le differenze di base nel loro funzionamento che ci aiuteranno nel fare una scelta consapevole, a non avere sorprese e disporre di strategie per poter risparmiare sulla nostra bolletta.
Consideriamo un impianto di riscaldamento a termosifoni, in cui un generatore di calore – caldaia o pompa di calore per termosifoni – manda acqua calda nei termosifoni che trasmettono il calore nell’ambiente facendo ritornare indietro acqua fredda.
Pompa di calore per termosifoni
E’ importante tenere bene a mente che:
i radiatori in ghisa funzionano a temperatura di mandata di circa 70÷75 °C
i termosifoni in acciaio o in alluminio operano a temperature di mandata di circa 65 °C
In una caldaia tradizionale l’acqua viene scaldata tramite il calore prodotto dalla combustione di gas metano, GPL, gasolio, legna o pellet.
Caldaia Vaillant ecoTEC
Il rendimento di una caldaia non dipende in modo significativo dalle condizioni di lavoro, in particolare il rendimento è costante anche in presenza di variazioni di temperatura di mandata e temperatura esterna.
Fa eccezione la caldaia a condensazione nella quale viene recuperato il calore latente nello scarico facendone condensare il vapore tramite il flusso d’acqua fredda di ritorno dell’impianto: per questo motivo il rendimento aumenta, entro certi limiti, quanto è minore la temperatura di ritorno dai termosifoni.
Rendimento caldaia a condensazione
Le potenze e temperature raggiungibili da una caldaia consento anche la produzione istantanea di acqua calda sanitaria. Nel caso di grande fabbisogno per assicurare il comfort può comunque essere necessario l’utilizzo di un accumulo termico.
Una caldaia, essendo basata sulla combustione, contribuisce in modo significativo all’immissione di anidride carbonica (CO2) in atmosfera contribuendo al riscaldamento globale.
Il funzionamento di una pompa di calore per termosifoni, e non solo, è molto meno intuitivo: si basa infatti sull’estrazione del calore, tramite compressione un gas frigorifero, da un fluido per trasferirla ad un secondo fluido mediante la condensazione del gas frigorifero stesso.
Pompa di calore aria acqua Panasonic Aquarea
I modelli di gran lunga più diffusi sono di pompa di calore aria acqua, utilizzabili per i termosifoni, in cui viene estratto calore dall’aria esterna e restituito sotto forma di acqua calda tramite il lavoro di un compressore alimentato mediante energia elettrica.
Funzionamento pompa di calore aria acqua
Essendo basata sul lavoro di trasferimento del calore, il rendimento di una pompa di calore per termosifoni (chiamato COP) dipende in modo molto forte dal salto termico tra sorgente di calore fredda: maggiore sarà il salto termico, minore sarà il rendimento e viceversa.
Nel caso specifico più comune di una pompa di calore aria acqua avremo rendimenti elevati con temperature di mandata inferiori e temperature esterne maggiori e viceversa rendimenti inferiori con temperature di mandata elevate e temperature esterne inferiori.
Rendimento pompa di calore
A titolo illustrativo ma concreto vi riporto i dati di targa di capacità termica della pompa di calore ad alta temperatura Daikin Altherma 3 H MT & HT da 14 kW, progettata per l’utilizzo con termosifoni:
Capacità termica Daikin Altherma 3 H MT & HT da 14 kW
Come potete vedere minore è la temperatura di mandata dell’acqua calda maggiore è in rendimento.
Un’altra caratteristica importante della pompa di calore per termosifoni, per i limiti su potenze e temperature raggiungibili, è di non poter effettuare la produzione istantanea di acqua calda sanitaria. Per ovviare a questo viene utilizzato un serbatoio di accumulo per acqua calda sanitaria che viene fatta pre-riscaldare; molto spesso è integrato nell’unità interna della pompa di calore per termosifoni.
Una pompa di calore per termosifoni, non utilizzando un processo di combustione, non immette anidride carbonica (CO2) e può facilmente utilizzare energia elettrica prodotta in modo pulito e rinnovabile. Pensate anche a questo prima di scegliere una caldaia per il vostro impianto di riscaldamento.
In questa sezione ho provato a raccogliere tutti gli aspetti che ritengo essere più importanti nel momento in cui dobbiamo cercare o scegliere la pompa di calore per termosifoni per la nostra casa, magari valutando la proposta fatta da un tecnico.
Dimensionamento pompa di calore per termosifoni
Il punto di partenza per qualsiasi impianto di riscaldamento è scegliere la potenza termica corretta per il generatore di calore al fine di garantire condizioni ambientali confortevoli anche nelle giornate invernali più rigide.
Con una caldaia il problema è relativo in quanto sono disponibili taglie di con potenza termica elevata (24, 28 e 34 kW) pensate per abitazioni con superfici medio-grandi ed un isolamento termico limitato. Se una caldaia è sovradimensionata non si incorre in particolari problemi, motivo per il quale si è sempre abbondato per avere un ampio margine di sicurezza rispetto alle temperature minime.
Se facciamo un intervento di miglioramento delle caratteristiche dell’involucro della nostra abitazione potremmo ridurre drasticamente il fabbisogno e di conseguenza la potenza termica effettivamente necessaria per il riscaldamento: sostituire una caldaia con la pompa di calore per termosifoni richiede maggiore attenzione, cercando di evitare il sovradimensionamento.
caratteristiche climatiche del luogo, che sono rappresentati da zona climatica e temperatura esterna di progetto
caratteristiche termiche involucro: tanto miglior è l’isolamento di pareti ed infissi tanto minore sarà la quantità di calore necessaria per il riscaldamento
le pompe di calore moderne sono sostanzialmente ad inverter, ovvero in grado di regolare automaticamente il loro regime di funzionamento (leggilo come potenza termica erogata) al fabbisogno corrente, ovviamente all’interno di una certa gamma (all’incirca tra il 30 ed il 100 %)
l’assorbimento massimo di corrente, e di conseguenza la potenza del contatore, cresce con l’aumentare della potenza termica massima erogata
le dimensioni dell’unità esterna lievitano in base al taglio di potenza generata
al crescere della taglia della pompa di calore per termosifoni, a parità di condizioni di lavoro, il rendimento potrebbe scendere più lievemente
In particolare una pompa di calore ad inverter molto sovradimensionata tende ad avere un comportamento acceso spento che potrebbe limitarne drasticamente l’efficienza possibile nonché farvi saltare il contatore del tutto inutilmente.
Cerchiamo di capire meglio con un esempio pratico, che utilizzeremo nel resto dell’articolo, considerando un’abitazione con impianto a termosifoni:
fabbisogno termico giornaliero di 170 kWh con temperatura esterna di -5 °C
fabbisogno termico giornaliero medio di 98 kWh (in base ai gradi giorno del luogo)
fabbisogno termico giornaliero di 88 kWh con temperatura esterna di +7 °C
14 ore giornaliere di funzionamento del riscaldamento
temperatura di mandata di 55 °C
Il dimensionamento semplificato della pompa di calore per termosifoni in questo caso ci dice che servirebbero 12 kW termici per 14 ore con temperatura esterna di -5 °C e temperatura di mandata di 55 °C per garantire il mantenimento della temperatura ambiente interna.
Supponiamo di aver optato per i nostri termosifoni per una pompa di calore ad alta temperatura Daikin Altherma 3 H MT & HT e di dover scegliere tra una delle tre unità esterne attualmente disponibili in Italia.
Unità esterna pompa di calore ad Daikin Altherma 3 H MT & HT adatta per termosifoni
Vediamo in numeri cosa vuol dire con i tre modelli di unità esterna della pompa di calore per termosifoni candidati:
Le prime considerazioni che possiamo fare in merito all’utilizzo di questa pompa di calore per termosifoni sono le seguenti:
c’è un solo modello che avrebbe la capacità richieste nelle condizioni nominali di progetto (l’unità esterna Daikin Altherma 3 H MT & HT EPRA18DV3); allungando però il tempo di funzionamento del riscaldamento da 14 ore a 16 ore e 40 minuti quindi di fatto la capacità termica è sufficiente con tutti e tre i modelli
i tre modelli hanno prestazioni (COP) molto simili tra di loro: la giornata peggiore di riscaldamento avrebbe un “costo” di 74 kWh elettrici (12,1 kW termici x 14 ore / 2,30)
vi è una differenza di quasi 1 kW nell’assorbimento elettrico massimo: potrebbe diventare un fattore cruciale per la scelta della potenza del contatore
Raccomando assolutamente di scegliere il modello di pompa di calore per termosifoni con taglia più piccola: oltre ad un contatore Enel più piccolo ci porteremo a casa anche il beneficio di ridurre i rischi di un comportamento on off dell’impianto che sarebbe meno efficiente.
Pompa di calore per termosifoni: facciamo chiarezza
Pompa di calore per termosifoni ad alta temperatura
Se possibile scegliete modelli di pompa di calore per termosifoni progettati specificamente per operare con alte temperatura di mandata.
Poiché nascono per l’utilizzo in bassa temperatura, tipicamente col pavimento radiante, per l’utilizzo della pompa di calore per i termosifoni è importante verificare che il modello selezionato sia stato progettato per funzionare ad alta temperatura.
Questo vuol dire che:
è in grado di mantenere una potenza termica elevata anche per temperature di mandata tipiche dei radiatori in tutta la gamma utile di temperature esterna
non deve ricorrere ad una sorgente integrativa di calore a minore efficienza come ad esempio una resistenza elettrica di backup
A titolo illustrativo confrontiamo i regimi di funzionamento delle pompe di calore di calore Daikin di ultima generazione con gas refrigerante R32:
Daikin Altherma 3 R: progettata sia per nuove abitazioni a basso fabbisogno energetico che per sostituzione di caldaie di piccola e media potenza
Daikin Altherma 3 H MT & HT: progettata invece per nuove abitazioni di grandi dimensioni e sostituzione di qualsiasi impianto termico esistente
Daikin Altherma 3 RDaikin Altherma 3 H MT & HT
Le differenze principali nel funzionamento di queste due pompe di calore per i termosifoni sono le seguenti:
la Daikin Altherma 3 H MT & HT è in grado di raggiungere temperature di mandata fino a 70 °C senza alcuna integrazione esterna fino ad un temperatura esterna di -15 °C
la Daikin Altherma 3 R raggiungere temperature di mandata di 60 °C senza integrazioni fino a temperature di -5 °C per quanto possa arrivare ai 65 °C mediante resistenza integrativa
Sempre a titolo illustrativo trovare i limiti di funzionamento in riscaldamento della pompa di calore per termosifoni Rossato Air Inverter II:
Rossato Air Inverter II
Nel caso della Rossato Air Inverter II si raggiungono temperature di mandata di 60 °C senza integrazioni fino a temperature di -3 °C per quanto con la resistenza integrativa possa arrivare fino ai -20 °C.
Nell’utilizzo con i termosifoni, magari vecchi ed in ghisa, la differenza tra i modelli è importante perché se non gestita consapevolmente potrebbe portare spiacevoli sorprese nei consumi. Scopriremo successivamente gli accorgimenti a nostra disposizione.
Oltre a ridurre ulteriormente la vostra impronta sull’ambiente, scegliere una pompa di calore per termosifoni con gas refrigerante R32 o R290 vi assicura di avere le prestazioni ottimali, campo di funzionamento alle basse temperature ed in generale una macchina di progettazione sicuramente recente.
Prendiamo in considerazione a scopo illustrativo due modelli di unità esterna della pompa di calore Panasonic Aquarea di generazione differente:
Panasonic Aquarea Generazione F con gas refrigerante R407C
Panasonic Aquarea Generazione J con gas refrigerante R32
Confrontando le caratteristiche, sempre con temperatura di mandata 55 °C, dei due modelli di Panasonic Aquarea da 9 kW termici nominali:
Pur ponendo attenzione alla temperatura massima di mandata ed alla capacità di riscaldamento alle temperature più rigide, la Panasonic Aquarea Generazione J R32 è inequivocabilmente più vantaggiosa della generazione precedente.
Tipologia unità esterna ed installazione
Con il consolidarsi del mercato delle pompe di calore, anche per le sostituzioni di caldaie, esistono innumerevoli modalità di installazione possibili, in alcuni casi combinabili tra di loro
unità esterna split vs monoblocco
unità interna all in one o compatta
sistema ad incasso
Pompa di calore Clivet Sphera Evo 2.0: split, compatta e ad incasso
Unità esterna split vs monoblocco
Le pompe di calore si differenziano in prima battuta in base alla posizione dello scambiatore di calore tra il gas refrigerante e l’acqua:
Pompa di calore split
Nella pompa di calore split lo scambiatore di calore si trova in una unità interna all’abitazione mentre nell’unità esterna abbiamo gli altri componenti.
Pompa di calore monoblocco
Nelle pompe di calore monoblocco lo scambiatore è invece integrato nell’unità esterna insieme a ventilatore e compressore.
La principali differenze sono le seguenti:
nella pompa di calore split il collegamento tra unità interna ed esterna è mediate il gas refrigerante per cui è richiesto il patentino per l’installazione; l’unità interna è molto compatta e può essere installata a muro
Buderus Logatherm WPL ARUnità interna Rossato Group
il risparmio di spazio interno della pompa di calore monoblocco si traduce in una unità esterna decisamente più ingombrante
Vaillant aroTHERM plus
Per la produzione di acqua calda sanitaria è possibile aggiungere, in entrambi i casi, un serbatoio di accumulo di capacità adeguata alle nostre necessità.
Per eliminare la necessità del patentino semplificando le operazioni di installazione iniziale si stanno velocemente diffondendo le unità esterne idro split, in cui il calore tra unità esterna ed interna viene trasmesso direttamente mediante acqua.
Un esempio di pompe di calore con unità esterna idro split sono la Daikin Altherma 3 H MT & HT oppure la LG Therma V Hydrosplit.
LG Therma V Hydrosplit
Unità interna All In One o Compatta
L’unità interna della pompa di calore split può integrare anche un serbatoio di accumulo per la produzione di acqua calda sanitaria con un’installazione a basamento ma continuando comunque ad occupare una superficie davvero minima.
Panasonic Aquarea All in One
E’ sicuramente di gran lunga tra le soluzioni migliori per un’abitazione unifamiliare.
L’estetica gradevole consente di non doverla relegare ad un locale tecnico ma di poterla posizionarla, come un qualsiasi elettrodomestico ordinario, in altri ambienti come bagno o cucina.
Daikin Altherma 3 R F
Sistema ad incasso
E’ la modalità più recente che mira a fornire riscaldamento ed acqua calda sanitaria per nuove abitazioni con una installazione totalmente all’esterno.
Clivet Sphera EVO Invisible
L’installazione ad incasso prevede un box esterno in cui ospitare l’unità interna con lo scambiatore, il bollitore ACS, un kit idraulico di distribuzione a cui solamente aggiungere l’unità esterna con ventilatore e compressore:
Panasonic Aquarea da incasso
E’ una soluzione ideale per essere installata:
sul muro perimetrale di un’abitazione singola
sul balcone nel caso di appartamento in condominio
all’interno in un ripostiglio o in un corridoio
Baxi CSI IN HPS E WI-FI
Dimensioni unità esterna pompa di calore per termosifoni
A parità di marca e modello, variare la capacità termica può voler dire cambiare parecchio dimensioni ed peso dell’unità esterna della pompa di calore per termosifoni.
La capacità termica di una pompa di calore aria acqua per termosifoni è infatti legata a:
ampiezza della superficie di scambio tra aria esterna e gas refrigerante
intensità del flusso d’aria
Salendo molto con la potenza termica troviamo spesso una doppia ventola che rende l’altezza dell’unità esterna davvero importante.
Prendiamo come esempio illustrativo le tre taglie di unità esterna della pompa di calore Mitsubishi Ecodan split:
Potenza (kW)
4 ÷ 8
8 ÷ 13
16 ÷ 30
Dimensioni AxLxP (cm)
88 x 84 x 33
102 x 105 x 48
134 x 105 x 33
Peso (kg)
54
92 ÷ 116
136
Dimensioni e peso unità esterna pompa di calore Mitsubishi Ecodan Split
Questo è un fattore ovviamente da prendere in considerazione se abbiamo vincoli di spazio o peso per l’installazione dell’unità esterna e direi particolarmente importante in caso di appartamento.
Anche in questo caso scegliere la taglia di potenza termica più piccola possibile potrebbe essere vantaggioso.
Dimensioni e peso unità esterna pompa di calore Panasonic Aquarea Alta Connettività Generazione J
Come vedete l’unità esterna monoblocco è decisamente più ingombrante e pesante della corrispondente split.
Concludiamo con un confronto concreto tra una unità esterna split (collegamento con gas refrigerante all’unità interna), una idro split (collegamento con acqua all’unità interna) ed una monoblocco (collegamento con acqua direttamente con i termosifoni) con potenza termica simile della pompa di calore Daikin Altherma 3:
Famiglia
Daikin Altherma 3 R
Daikin Altherma 3 H MT
Daikin Altherma 3 M
Unità esterna
ERGA04-08EV
EPRA08-12EV
EBLA09-16D3V3
Tipologia
Split
Idro Split
Monoblocco
Potenza (kW)
8
8
9
Dimensioni AxLxP (cm)
74 x 88 x 39
100 x 127 x 53
87 x 138 x 46
Peso (kg)
59
118
149
Dimensioni e peso unità esterna pompa di calore Daikin Altherma 3
Come vedete, a parità di potenza termica, passando da unità esterna split, ad idro split e monoblocco ingombro e peso lievitano.
Aggiungerei un ulteriore raffinamento: molto spesso ci sono diverse taglie di potenza termica che utilizzano la medesima struttura dell’unità esterna, in particolare lo scambiatore di calore a lamelle tra l’aria esterna ed il gas refrigerante. A parità di potenza termica generata, maggiore è la superficie di scambio e minore sarà l’incidenza degli sbrinamenti che contribuiscono a ridurre l’efficienza complessiva.
Siccome per non esperti è dura riconoscere lo scambiatore lamellare con maggiore superficie, scegliere la taglia di potenza termica più piccola possibile a parità di dimensioni dell’unità esterna potrebbe portare un ulteriore miglioramento nel rendimento complessivo.
Dimensioni unità interna pompa di calore per termosifoni
Passando all’unità interna di una pompa di calore split, gli ingombri dipendono fondamentalmente dalla presenza o meno dell’accumulo per la produzione di acqua calda sanitaria e poi in seconda battuta dalla capacità del serbatoio stesso. Sostanzialmente non vi è dipendenza dalla capacità termica.
Partiamo mettendo a confronto le dimensioni di diverse unità interne senza accumulo che prevedono tutte l’installazione a muro:
Marca e modello
A (cm)
L (cm)
P (cm)
Peso (kg)
Buderus Logatherm
76
49
40
35
Daikin Altherma 3
84
44
39
42
Mitsubishi Ecodan
80
53
36
44
Panasonic Aquarea
89
50
34
42
Daikin Altherma Bi-Bloc R32
Passando a modelli di unità interna con serbatoio la situazione è ben differente e richiede inevitabilmente l’installazione a pavimento:
Vaillant uniTOWER
Marca e modello
Serb. (litri)
AxLxP
Peso (kg)
Mitsubishi Ecodan
170
140x60x68
94
Panasonic Aquarea
185
164x60x60
101
Buderus Logatherm
190
180x60x66
135
Mitsubishi Ecodan
200
160x60x68
104
Daikin Altherma 3
230
185x60x63
118
Daikin Altherma 3
300
189x60x62
76
Mitsubishi Ecodan
300
205x60x68
114
Daikin Altherma 3
500
190x79x79
99
Nota bene: dovete anche aggiungere il peso dell’acqua immessa nel serbatoio.
Pompa di calore per termosifoni smart
Facendo tesoro della mia esperienza personale, raccomando anche di scegliere una pompa di calore per termosifoni in cui sia facile e comodo accedere ai parametri di funzionamento per capire ed ottimizzare il comportamento del sistema, in particolare:
temperatura di mandata corrente e set-point
temperatura di ritorno
modalità di funzionamento corrente (riscaldamento, produzione acqua calda sanitaria, sbrinamento)
parametri curva climatica
temperatura esterna
Panasonic Aquarea Smart Cloud
Sono le informazioni base per poter ottimizzare, per quanto possibile, il funzionamento del vostro impianto di riscaldamento con pompa di calore per termosifoni sia in termini di comfort che di consumi complessivi.
Mitsubishi MELCloud
Ovviamente la possibilità di comandare il funzionamento ovunque siate mediate smartphone o con la voce tramite Alexa e Google Home sono ulteriori caratteristiche utili.
Daikin Residential Controller
In questo senso le aziende grandi ed internazionali hanno sicuramente una marcia in più.
Miglior pompa di calore per termosifoni aria acqua
Ho provato a sintetizzare le tipologie di installazioni disponibili per la miglior pompa di calore per termosifoni aria acqua delle aziende più popolari in Italia:
Miglior pompa di calore per termosifoni aria acqua
Pur avendo lasciato indietro fior di aziende, come vedete c’è solo l’imbarazzo nella scelta che dipende dalle proprie esigenze, soprattutto in termini di spazi disponibili o vincoli dati dall’impianto di riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria esistente.
Proviamo a mettere a confronto le caratteristiche chiave delle unità esterne di queste pompe di calore per termosifoni, considerando i seguenti parametri (scelti anche in base alla disponibilità del dato da parte del produttore):
marca e modello
gas refrigerante utilizzato
temperatura di mandata massima
coefficiente di rendimento medio stagionale SCOP con temperatura di mandata di 55 °C
Ho volutamente ignorato la temperatura esterna minima di funzionamento perché tutte le gamme coprono qualsiasi situazione possibile in Italia.
Questo è il risultato scegliendo il modello più vicino ad una taglia nominale di circa 10 kW:
Gas
Tmand
SCOP
Daikin Altherma 3 H MT & HT
EPRA12EAV3
R32
65 °C
3,43
Mitsubishi Ecodan Split
PUHZ-SW75VAA
R410A
60 °C
3,30
Panasonic Aquarea Gen J
WH-UD09JE5-1
R32
60 °C
3,32
Vaillant aroTHERM plus
VWL 85/6 A 230V S3
R290
75 °C
3,48
Viessmann Vitocal 200-S
C10
R410A
60 °C
3,32
Come potete vedere:
per quanto non drammatiche, ci sono differenze nell’efficienza tra i diversi modelli
emergono i modelli di progettazione recente (gas R32 o R290) e progettate per operare con elevate temperature di mandata massime (almeno 65 °C)
Come risparmiare con la miglior pompa di calore per termosifoni aria acqua
Una volta che abbiamo scelto, o qualcuno ha scelto per noi, la nostra pompa di calore per termosifoni le variabili che possiamo controllare, entro certi limiti, per assicurare il comfort ed ottimizzare i consumi sono le seguenti:
periodo di accensione del riscaldamento nel corso delle 24 ore mediante un termostato
portata dell’acqua calda per gruppi di radiatori sotto il medesimo collettore o a livello di singolo termosifone mediante valvole termostatiche
Come visto in precedenza, il rendimento di una pompa di calore per termosifoni aria acqua è tanto più grande quanto è minore la differenza di temperatura tra la mandata dell’acqua calda verso i termosifoni e la temperatura esterna dell’aria.
Vediamo come poter utilizzare in modo efficace questi strumenti.
Impostare la minor temperatura di mandata possibile
Abbassare la temperatura di mandata dell’acqua calda nel nostro impianto di riscaldamento ha due effetti:
ridurre il calore immesso nell’abitazione
aumentare le performance della pompa di calore per termosifoni
Sono chiaramente due azioni che devono essere equilibrate tra di loro per evitare il rischio di ridurre il comfort.
Il mio suggerimento è quello di partire molto gradualmente a ridurre la temperatura di mandata osservando gli impatti sui consumi e sul comfort percepito.
Allungare il periodo di accensione del riscaldamento tramite il termostato può facilitare questa operazione di ottimizzazione.
Potrebbe contribuire a questo processo anche aggiustare la portata della pompa di circolazione dell’acqua dell’impianto abbassandola quanto possibile per massimizzare il salto termico e dunque l’energia trasmessa dai termosifoni.
Vediamo concretamente i benefici possibili con un’ottimizzazione di questo tipo utilizzando i dati di targa dell’unità esterna EPRA14DV3 della Daikin Altherma 3 H HT & MT per una temperatura dell’aria di 2 °C :
Tmandata
Capacità riscaldamento
Potenza ingresso
COP
Consumi
70 °C
9,13 kW
4,56 kW
2,00
+8%
65 °C
10,1 kW
4,70 kW
2,15
–
60 °C
10,0 kW
4,25 kW
2,36
-10%
55 °C
9,92 kW
3,80 kW
2,61
-21%
50 °C
9,92 kW
3,80 kW
2,61
-21%
45 °C
8,43 kW
2,99 kW
2,82
-31%
40 °C
8,30 KW
2,69 kW
3,09
-44%
Considerando come riferimento una temperatura di mandata di 65 °C possiamo dire che:
riducendo la temperatura di mandata a 60 °C, discesa di 5 °C, risparmieremmo sui consumi il 10%
scendendo a 55 °C, ovvero decremento di 10 °C, il risparmio diventa già oltre il 20%
se scendessimo a 45 °C, quindi riduzione di 20 °C, arriveremmo a risparmiare oltre il 30%
Lavorando sull’allungamento dei tempi di accensione direi che abbiamo margini enormi di ottimizzazione nei consumi.
E senza dimenticare che riduciamo anche in modo importante la potenza elettrica richiesta al nostro contatore.
Consideriamo ora la potenza termica resa da un termosifone che dipende dalla differenza tra la temperatura media dell’acqua calda nel radiatore stesso e la temperatura ambiente. Prendiamo a titolo illustrativo i dati di un elemento del radiatore in acciaio Ercos Comby a 4 colonne di altezza 1 metro:
∆T
Tmedia
Tmandata
Potenza resa
30 °C
50 °C
55 °C
66 kW
-31 %
40 °C
60 °C
65 °C
96 kW
–
50 °C
70 °C
75 °C
129 kW
+34 %
Facendo un’estrapolazione semplificata, possiamo dire che la potenza termica resa dall’elemento del termosifone scende del 3% per ogni 1 °C di riduzione della temperatura di mandata.
Questo ci ricorda che anche volendo risparmiare dobbiamo comunque assicurarci il comfort:
I termosifoni in alluminio sono quelli più adatti perché lavorare bene anche con mandate di 45÷50 °C
I termosifoni in acciaio sono al limite necessitando di mandate di 55÷60 °C
I radiatori in ghisa sono quelli critici perché devono lavorare ad almeno 65÷70 °C
Ma abbiamo una strada sicura nel risparmio sui consumi della pompa di calore per termosifoni grazie alla riduzione della temperatura di mandata al minimo necessario coniugata all’allungamento dei tempo di funzionamento, arrivando anche alle 24 ore.
Purtroppo il funzionamento della pompa di calore per termosifoni sulle 24 ore non è la pietra filosofale della riduzione dei consumi perché la temperatura esterna in una giornata di inverno può variare moltissimo tra giorno e notte:
Ma “In medio stat virtus” come per tutti i processi di ottimizzazione della fisica o dell’ingegneria.
Regolare la temperatura di mandata con la curva climatica
Per continuare nel ragionamento e nell’opportunità di avere comfort ottimale, ci viene incontro la regolazione automatica della temperatura di mandata con la cosiddetta curva climatica.
Con questo algoritmo di regolazione, allo scendere della temperatura esterna dell’aria la temperatura di mandata dell’acqua calda viene fatta crescere in modo proporzionale:
Curva climatica termosifoni
Questa modalità di regolazione nasce per assicurare il comfort in qualsiasi momento della stagione ma ci assicura allo stesso tempo di avere in modo automatico la temperatura di mandata minima necessaria per assicurare il comfort senza dover fare operazioni manuali di aggiustamento nel corso dell’inverno.
Utilizzare termostato e valvole termostatiche WiFi
Veniamo infine a prendere in considerazioni gli strumenti che ritengo assolutamente necessari anche utilizzando la curva climatica con pompa di calore per termosifoni: termostato e valvole termostatiche WiFi.
Sistema di riscaldamento intelligente Netatmo
Ne abbiamo bisogno per:
gestire gli eventuali errori di impostazione della temperatura di mandata e della curva climatica per evitare surriscaldamenti (termostato WiFi)
regolare accensione e spegnimento della pompa di calore per termosifoni ad inizio e fine stagione in cui anche a regime minimo sarebbero necessarie pochissime ore di funzionamento giornaliere (termostato WiFi)
evitare l’accensione notturna per ridurre il funzionamento con temperature esterne più rigide con conseguente performance ridotta della pompa di calore per termosifoni (termostato WiFi)
gestire abitazioni molto grandi in cui ha senso assicurare condizioni di comfort differenti in zone differenti
regolare il comfort a livello di singola stanza (valvole termostatiche WiFi)
gestire l’impianto di riscaldamento da remoto ovunque ci troviamo in qualunque momento
Misurare i consumi elettrici della pompa di calore per termosifoni
Ultimo ma non ultimo suggerimento, soprattutto quando i conti non dovessero tornarci, è quello di dotarsi di una sistema di misurazione e monitoraggio dei consumi elettrici.
A partire da novembre 2021 fino a giugno 2022, a seconda della regione di appartenenza, molti televisori non potranno più ricevere il nuovo segnale televisivo in standard DVB T2 HEVC (H.265) mentre saranno solo gli apparecchi compatibili che continueranno a funzionare.
Come verificare se la mia TV è compatibile col DVB T2?
E’ possibile effettuare una prova molto semplice che prevede di sintonizzare il televisore su uno dei canali di test DVB T2 esistenti:
canale 100 (Rai)
canale 200 (Mediaset)
Se sullo schermo della vostra TV vedrete una schermata fissa con la scritta “Test HEVC Main10” vuole che dire il vostro televisore è compatibile col DVB T2 HEVC (H.265) 10 bit e potete dunque stare tranquilli.
Cosa fare se il test fallisce?
Prima di preoccuparsi definitivamente, risintonizzate tutti i canali e poi provate nuovamente ad andare su uno dei canali di test DVB T2 e fate qualche ultima verifica:
se i canali di test ricevono un’altra emittente dove risintonizzare il televisore e ripetere la prova
se i canali di test non si sintonizzano il vostro televisore è probabilmente non compatibile DVB T2
se i canali di test ricevono una schermata nera la vostra TV è certamente incompatibile DVB T2 HEVC (H.256) 10 bit
Il nostro televisore principale di casa, un Panasonic TX-L39E6EK acquistato nel 2013, non era nemmeno in grado di sintonizzare i canali di test: ho anche verificato la documentazione con chiara indicazione di compatibile con lo standard precedente DVB-T (MPEG2 e MPEG4-AVC(H.264)).
Cosa fare se il mio televisore non è compatibile col DVB T2?
Abbiamo ora, a seconda del budget disponibile, a disposizione le opzioni seguenti:
Miglior decoder DVB T2 Android TV Box con digitale terrestre per Smart TV
Android TV
Android TV è una piattaforma per smart TV sviluppata e prodotta da Google basata sul sistema operativo Android.
Android TV permette di utilizzare un’interfaccia interattiva sovrapposta alla normale programmazione televisiva suddivisa in tre sezioni:
raccomandazioni personalizzate in base alle proprie abitudini nella parte superiore
applicazioni multimediali nella parte centrale
giochi nella parte inferiore
Le applicazioni sono scaricabili da Google Play Store ed includono anche servizi di streaming come Netflix che vedrete senza smart TV.
Android TV è disponibile sia in modelli avanzati di smart TV che come TV Box da collegare a televisori più datati mediante HDMI.
Sono supportati nativamente:
comandi e ricerche vocali
trasmissione dei contenuti tra i vari dispositivi della famiglia Google (tablet/smartphone, Chromecast, PC con Chrome)
giochi multi-player
Android TV segue una costante aggiornamento delle versioni per migliorare l’esperienza d’uso che segue in buona sostanza quello della piattaforma Android per dispositivi mobili:
L’ultima versione, rilasciata a settembre 2020, e’ Android TV 11
La versione precedente, uscita a dicembre 2019, e’ Android TV 10
Come scegliere il miglior decoder DVB T2 Android TV Box con digitale terrestre per Smart TV?
Ho estrapolato le CPU utilizzate negli Smart TV Box che sono in numero ristretto e che ho ordinato per potenza crescente nella seguente tabella sintetica:
cpu
FAMIGLIA
CORE / FREQUENZA
GPU
Amlogic S805Y
ARM Cortex A53
4 core @ 1,5 GHz
Mali 450 MP
Amlogic S905D
ARM Cortex A53
4 core @ 1,5 GHz
Mali 450 MP3
HiSilicon Hi3798MV200
ARM Cortex A53
4 core @ 1,6 GHz
Mali 450
Amlogic S905X2
ARM Cortex A53
4 core @ 1,8 GHz
Mali-G31 MP2
Amlogic S905X3
ARM Cortex A55
4 core @ 1,9 GHz
Mali-G31 MP2
CPU per Decoder smart DVB T2 Android
Segnalo che alcuni modelli di decoder DVB T2 smart prevedono il multi-boot con Linux, quindi orientati al mondo degli smanettoni:
Dinobot 4K+: dual-boot Android TV e Linux Enigma 2
Ferguson Ariva ATV Combo: triple-boot Android TV, Linux Enigma 2 e Linux Debian
Il DiProgress DPST200A utilizza Android AOSP 9.0 pre-intallato ed integrato.
Per controllare tramite smartphone il DiProgress DPST200A potrete utilizzare l’app EShare, disponibile per Android ed iOS, che consente di navigare, selezionare, ricercare e visualizzare immagini, video e anche di inserire testi.
La qualità delle immagini sul DiProgress DPST200A e’ ottima: a risoluzione video fino a 4K HDR UHD 3840 × 2160 @ 60Hz.
Un’altra caratteristica del DiProgress DPST200A è la funzione mirroring integrata, per visualizzare i contenuti dello smartphone direttamente sullo schermo del tuo televisore.
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Altri decoder DVB T2 Android TV Box con digitale terrestre per Smart TV
Decoder DVB T2 Smart TV Android Viark Droi
Il decoder DVB T2 smartViark Droi è dotato di lettore di Smartcard integrato (posizionato nella parte posteriore come si vede anche dalle foto) con ottime valutazioni da parte degli utenti.
Il GTMEDIA GTT-2 è sicuramente uno dei modelli più popolari di decoder DVB T2 smart di fascia medio bassa ma ha un ottimo prezzo; non supporta la ricezione satellitare DVB-S2.
Miglior decoder DVB T2 Linux + Android TV Box con digitale terrestre per Smart TV: Dreambox One Ultra HD
Mi permetto una piccola digressione segnalandovi il Dreambox One Ultra HD, un decoder DVB T2 smart combo di fascia alta, basato sul sistema operativo Linux, dotato della potente CPU Amlogic S922X e con un lettore di Smartcard Dreamcrypt in grado di emulare molti moduli CA.
Vuoi gestire l’irrigazione del tuo giardino o terrazzo anche mentre sei in vacanza ovunque ti trovi? Scopri la centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint compatibile Tuya Smart Life nella mia recensione completa.
Caratteristiche centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint
RainPoint è un marchio dell’azienda cinese Fujian Baldr Technology, specializzata in sistemi di irrigazione.
All’interno della sua ampia gamma di prodotti troviamo anche una centralina irrigazione WiFi a batteria che vi permette di controllare tramite smartphone, ovunque voi siate ed in qualunque momento, l’irrigazione del vostro giardino o delle piante sul terrazzo grazie alla possibilità da inserirla semplicemente tra il rubinetto ed il tubo dell’acqua per l’irrigazione.
controllo remoto tramite app RainPoint su smartphone ovunque voi siate ed in qualsiasi momento grazie all’hub gateway di collegamento alla rete WiFi domestica
irrigazione intelligente e ritardo pioggia: grazie all’uso delle previsioni meteo e del sensore umidità e temperatura terreno opzionale, il programmatore irrigazione ottimizza in modo intelligente la programmazione ritardandola in caso di pioggia
3 programmi di irrigazione configurabili in termini di orario di avvio, frequenza e durata
modalità funzionamento irrigazione o nebulizzazione per risparmiare acqua
sensore di flusso integrato per monitorare il consumo d’acqua
notifiche di batteria scarica e perdita d’acqua
condivisione con altri membri della famiglia: ciascuna persona abilitata potrà gestire in autonomia l’irrigazione dal proprio smartphone
Schema funzionamento centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint compatibile Tuya Smart Life
In poche parole:
le centraline irrigazione smart, incluso l’eventuale sensore umidità e temperatura terreno, comunicano via radio (433 MHz) con il loro hub gateway WiFi
l’hub gateway WiFi, attraverso la connessione di internet domestica, comunica con i servizi in cloud sulla piattaforma Tuya
l’app su smartphone interagisce con i servizi in cloud permettendo di gestire la centralina irrigazione WiFi a batteria
grazie all’integrazione dei servizi in cloud è possibile comandare il programmatore irrigazione WiFi anche tramite comandi vocali con Alexa
Il funzionamento della programmazione dell’irrigazione è garantito anche in caso di problemi sulla connessione ad internet: chiaramente le funzioni intelligenti, basate sulle previsioni meteo, non saranno invece disponibili.
Per quanto l’app ufficiale sia quella RainPoint, disponibile per Android ed iOS, la centralina di irrigazione WiFi a batteria è realizzata sulla la piattaforma Tuya e quindi compatibile con l’ecosistema Tuya Smart Life.
Aggiungiamo anche le caratteristiche più tecniche del sistema di irrigazione smart:
Centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint
alimentazione mediante 4 batterie AA
attacco standard per rubinetti (3/4″ o 1″)
protezione IP54
portata massima 35 litri/minuto
pressione di lavoro 0,5÷5 bar
Hub gateway WiFi RainPoint
copertura massima di 60 metri
fino a 4 centraline irrigazione smart
un solo sensore umidità e temperatura terreno
supporto rete WiFi a 2,4 GHz
funziona anche da presa smart
E’ importante che la centralina irrigazione smart ed hub gateway siano comunque il più vicino possibile e senza ostacoli: questo assicurerà una connessione stabile ma soprattutto allungherà molto la durata delle batterie, tra gli 8 e i 12 mesi.
Unboxing centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint
I componenti del sistema di irrigazione intelligente Rainpoint, compatibile Tuya Smart Life, sono i seguenti
centralina irrigazione smart a batteria (ITV0103W)
hub gateway WiFi (TWG004WRF)
sensore umidità e temperatura terreno connesso (TCS005FRF)
Per partire occorre prendere un kit che include hub gateway e centralina irrigazione WiFi a cui aggiungere, se necessario, ulteriori centraline smart ed il sensore umidità e temperatura terreno.
Kit centralina irrigazione WiFi RainPoint con hub gateway + sensore umidità e temperatura terreno
Attenzione a distinguere questo modello dotato di connettività WiFi, con l’irrigatore giallo, da quello con collegamento Bluetooth, di colore verde, che permette la gestione da smartphone esclusivamente quando siete in sua prossimità.
All’interno della confezione del kit troviamo il programmatore irrigazione smart, l’hub con presa smart ed il manuale d’uso in lingua inglese:
Unboxing centralina irrigazione WiFi RainPoint
Le 4 batterie AA necessarie per l’alimentazione del programmatore irrigazione smart non sono incluse nella confezione.
Osservando con attenzione la centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint possiamo notare:
l’attacco rubinetto da 1″ (con adattatore per 3/4″) nella parte superiore
l’attacco tubo da 3/4″ nella parte inferiore
l’indicatore della stato della connessione con l’hub gateway
LED di stato e pulsante irrigazione manuale
Nella parte inferiore della centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint possiamo accedere al vano batterie:
L’hub gateway WiFi RainPoint non è troppo dissimile da una qualsiasi presa smart di tipo Schuko con il pulsante per l’accoppiamento ed il LED di stato:
Installazione e configurazione centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint
Potete fare riferimento a questa guida completa su configurazione ed utilizzo della centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint in lingua inglese:
Configurazione ed utilizzo centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint
Il manuale utente completo in lingua inglese è disponibile per il download a questo link.
Trovate nel seguito le istruzioni in italiano per installazione e configurazione centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint.
Download e installazione app RainPoint
L’operazione preliminare è quella di scaricare ed installare sullo smartphone l’app RainPoint:
Se non lo avete ancora fatto, dovete registrarvi creando un vostro profilo personale su RainPoint tramite indirizzo e-mail al quale saranno associati i dispositivi per la gestione da remoto:
Accoppiamento hub gateway WiFi con app RainPoint
Ora possiamo associare l’hub gateway WiFi all’app RainPoint: per prima cosa alimentatelo inserendolo in una presa elettrica.
Tornate sull’app tappando Aggiungi dispositivo, scegliendo Smart irrigation e tappando infine su Irrigation Hub:
Premete ora a lungo il pulsante sull’hub fino a quando il LED blu comincia a lampeggiare rapidamente, tappate Avanti sull’app, inserite la rete WiFi e password con cui il gateway dovrà collegarsi ed attendete il completamento dell’operazione di accoppiamento:
Occorre ora continuare la procedura per accoppiare anche la centralina irrigazione smart con l’app RainPoint, tramite l’hub gateway.
Accoppiamento centralina irrigazione smart con app Rainpoint
Montate le 4 batteria AA nel vano del programmatore irrigazione smart chiudendolo con decisione e poi premete il pulsante fino a quando il LED non comincia a lampeggiare rapidamente.
Tornate sulla procedura guidata di configurazione e tappate su Manage added devices, poi tappate su Confirm indicator rapidly blinking ed attendete la conclusione della procedura di accoppiamento:
Potete anche fare riferimento a questa guida video, in lingua inglese, che spiega tutti i passi necessari nel caso in cui l’accoppiamento rapido dell’hub non funzioni ed occorra procedere con l’accoppiamento compatibile (AP):
Accoppiamento centralina irrigazione WiFi a batteria con app RainPoint
Accoppiamento sensore umidità e temperatura terreno con app Rainpoint
Per associare il sensore umidità e temperatura terreno RainPoint all’app la procedura è molto simile col pulsante di accoppiamento all’interno del vano batterie; vi rimando anche alla visione di questa guida in lingua inglese:
Accoppiamento sensore umidità e temperatura terreno con app Rainpoint
Collegamento centralina irrigazione smart con il rubinetto
Ora sono solo le vostre necessità e fantasia a determinare la maniera ottimale con cui controllare uno o più tubi di irrigazione a partire dal rubinetto: avvitate ed il gioco è fatto.
Gestione irrigazione da smartphone con app RainPoint
Completata la procedura iniziale di configurazione ed installazione, vedrete sull’app la centralina irrigazione, la presa smart e l’hub gateway.
Tappando sull’icona della centralina irrigazione WiFi a batteria accedete prima ai dettagli e poi alle proprietà del dispositivo:
La scheda dei dettagli, di colore rosso nel caso in cui l’umidità del terreno sia superiore ad una soglia impostata, contiene le seguenti informazioni ed opzioni:
scelta unità di misura della temperatura
consumo acqua ultima sessione di irrigazione
umidità e temperatura del terreno (in caso di sensore collegato)
livello batteria
stato e orario prossimo ciclo di irrigazione
Nelle proprietà del dispositivo potrete creare automazioni, scene di irrigazione e condividere la gestione con altri utenti.
Nella parte inferiore c’è un barra con l’accesso veloce alle principali funzioni Parametri, Irrigazione manuale, Programmazione e Sensore:
Irrigazione manuale
Tappando su Irrigation control è possibile avviare manualmente l’irrigazione anche con un ritardo configurabile:
Programmazione irrigazione
Tappando su Plan accediamo all’ambiente di programmazione dell’irrigazione, dove potete impostare i giorni della settimana e i tre diversi programmi selezionando tra modalità irrigazione e nebulizzazione:
Sensore
Tappando su Sensor potrete accedere ai dati di consumo d’acqua:
Automazioni e scene di irrigazione
Tappando su Tap-To-Run and Automation nelle proprietà della centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint potrete creare delle azioni su più dispositivi contemporaneamente e delle scene di funzionamento automatico con eventi ed azioni conseguenti:
Una volta create le troverete disponibili per il loro utilizzo:
Gestione centralina irrigazione RainPoint con Alexa
E’ anche possibile comandare il programmatore irrigazione WiFi a batteria con la voce tramite Alexa: per farlo è necessario utilizzare la skill Tuya Smart con le credenziali del vostro profilo RainPoint.
Questo significa che non potete usare contemporaneamente l’app Tuya Smart Life: se avete anche altri dispositivi compatibili molto meglio associarci direttamente anche la centralina irrigazione.
Nel caso vogliate ripristinare i dispositivi, magari per associarli ad un altro profilo personale su RainPoint, potete seguire le seguenti procedure per il factory reset:
Factory reset centralina irrigazione smart a batteria RainPoint
Factory reset hub gateway WiFi RainPoint
Video recensioni centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint
Per completezza trovate anche un paio di ottime video recensioni, in lingua inglese, della centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint:
Recensione centralina irrigazione WiFi a batteria RainPoint
Recensione programmatore irrigazione WiFi a batteria RainPoint
L’interruttore WiFi Sonoff Mini R2 consente di controllare da remoto un qualsiasi carico elettrico mediante smartphone, Alexa e Google Home grazie all’app eWeLink. Sonoff Mini R2 funziona con interruttore, deviatore, relè o pulsante esistenti: scopri come collegare Sonoff Mini nel manuale ed istruzioni in italiano complete di schema di collegamento e confronto.
Sonoff Mini R2 interruttore WiFi
Il Sonoff Mini R2 è un interruttore WiFi che consente di controllare da remoto mediante l’app eWeLink un qualsiasi carico elettrico potendosi integrare anche con un interruttore, pulsante, deviatore o relè esistente.
Le caratteristiche principali del Sonoff Mini R2 sono le seguenti:
Il carico elettrico massimo gestibile dal Sonoff Mini R2 è di 10 A / 2,2 kW.
Potete anche sfruttare la modalità DIY che consente l’accesso diretto al Sonoff Mini R2 dalla rete locale senza transitare dal cloud eWeLink ma direttamente tramite l’invocazione di API locali:
Grazie alla modalità DIY l’aggiornamento a Tasmota può essere effettuato totalmente via software: puoi approfondire con la mia guida a Sonoff Tasmota. Consiglio comunque assolutamente di orientarsi verso l’utilizzo di Home Assistant come descritto nella mia guida a Sonoff eWeLink Home Assistant.
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Famiglia dei prodotti Sonoff
Nella famiglia Sonoff ci sono diversi modelli di interruttori WiFi tra cui scegliere in base a:
numero di carichi elettrici controllabili indipendentemente
potenza elettrica massima degli apparecchi elettrici comandati
possibilità di aggiungere un sensore esterno di temperatura ed umidità
misura dell’energia elettrica consumata dal carico elettrico controllato
utilizzo di un telecomando radio tradizionale per comandare i carichi elettrici, oltre allo smartphone
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Tutti i dispositivi smart Itead permettono di controllare i nostri elettrodomestici di casa mediante WiFi oppure Zigbee. I dati sono scambiati dal device con l’app sul vostro smartphone attraverso l’uso di un server in cloud (su Amazon AWS):
Architettura di funzionamento Sonoff eWeLink
Unboxing e teardown Sonoff Mini R2 interruttore WiFi
Partiamo osservano la parte frontale del Sonoff Mini R2:
Sonoff Mini R2
Possiamo osservare:
LED stato WiFi (blu)
LED stato interruttore (rosso)
Pulsante incassato per configurazione / interruttore manuale
Morsetti a vite per il collegamento dei conduttori esterni
Mediante un cacciavite piatto si può anche aprire il guscio in plastica esterno per osservare il circuito stampato:
Teardown Sonoff Mini R2
Passando alla parte inferiore del circuito stampato del Sonoff Mini R2:
Teardown Sonoff Mini R2
Possiamo invece apprezzare:
come l’uscita del dispositivo sia direttamente in corrente alternata e non un contatto pulito
i morsetti per i collegamenti esterni
che i due ingresso neutro sono collegati tra di loro e quindi elettricamente equivalenti
La versione Sonoff Mini R2, a differenza di quella precedente, è senza antenna e con i morsetti S1 ed S2 in grigio:
Sonoff Mini R2
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Sonoff Mini R2: istruzioni e schema di collegamento interruttore, deviatore, relè e pulsante
Innanzi tutto osserviamo i morsetti a vite presenti sul dispositivo:
Morsetti collegamento Sonoff Mini R2
due conduttori di ingresso (Input) per l’alimentazione del neutro (N In)
un conduttore di ingresso (Input) per l’alimentazione della fase (L In)
un conduttore di uscita (Output) per la fase (L Out)
due conduttori di ingresso (Input) per il comando del dispositivo Sonoff Mini R2 da un interruttore o deviatore esterno (S1 ed S2)
ATTENZIONE:
i cavi di neutro sono comuni tra ingresso ed uscita, questo vuol dire che il contatto di uscita non fa altro che interrompere la fase dell’ingresso come in un interruttore unipolare: non e’ un contatto pulito ma un interruttore WiFi comandato mediante l’app eWeLink oppure tramite gli ingressi S1 ed S2 del Sonoff Mini R2
il comando mediante gli ingressi S1 ed S2 deve essere totalmente privo di tensione: dovrete modificare il vostro impianto elettrico esistente per assicurarlo
Come funzionano gli ingressi S1 ed S2
Da questo schema interno al dispositivo si può vede come funzionino gli ingressi S1 ed S2 operino ad una tensione continua di 3,3 V e perché debbano essere assolutamente collegati a comandi totalmente privi di tensione per evitare di danneggiare il dispositivo:
I buona sostanza il device misura la tensione su SWITCH_IN:
a riposo, con S1 ed S2 aperti, la tensione è di 3,3 V
quando S1 ed S2 si chiudono, la tensione diventa circa 0,3 V
Dato il funzionamento precedente, si comprende come la lunghezza dei cavi di collegamento ad un comando di un impianto elettrico esistente può diventare particolarmente rilevante determinato il fenomeno di “Sonoff Mini che si accende da solo“:
correnti parassite, diafonia ed interferenza possono introdurre disturbi elettrici agli ingressi S1 ed S2
il riconoscimento del comando esterno, a causa dei disturbi elettrici, può essere di conseguenza compromesso
i disturbi elettrici possono essere filtrati collegando un ulteriore condensatore in parallelo agli ingressi S1 ed S2 (analogamente a quello interno, C23 nello schema precedente)
la capacità del condensatore di filtro può essere indicativamente tra 1 uF e 22 uF
se utilizzate un condensatore elettrolitico, poiché c’è polarità, il positivo va collegato all’ingresso S2 mentre quello negativo ad S1
Pulse Mode e Following mode sono disponibili a partire dalla versione di firmware 3.5.0 ed eWeLink 4.2.0.
Questo video tutorial approfondisce le tre modalità di funzionamento del Sonoff Mini R2:
Modalità di attivazione esterna bordo (Edge Mode)
L’Edge Mode è adatto per interruttori e deviatori, che mantengono lo stato anche dopo la loro pressione come quello del carico comandato.
Modalità di attivazione impulso (Pulse Mode)
Il Pulse Mode è adatto per pulsanti, normalmente aperti (NA) e normalmente chiusi (NC), mediante il cui impulso viene cambiato lo stato del carico collegato.
Modalità di attivazione esterna inseguimento (Following Mode)
Il Following Mode è adatto per sensori con contatto pulito, il carico comandato segue le variazioni di stato dell’ingresso.
E’ possibile invertire la corrispondenza tra stato del sensore all’ingresso e carico in uscita.
Un esempio applicativo del Following Mode è quello di un sensore di movimento ad infrarossi.
Inching o spegnimento automatico
Grazie ad eWeLink e’ anche possibile utilizzare il dispositivo, oltreché come interruttore WiFi, anche come pulsante WiFi temporizzato grazie all’opzione inching in cui il ritardo tra il comando di accensione e lo spegnimento automatico è configurabile tra 0,5 e 3.600 secondi (1 ora):
Schema di collegamento Sonoff Mini R2 con interruttore, deviatore, relè e pulsante
Passiamo finalmente a vedere come collegare Sonoff Mini R2 grazie allo schema elettrico di collegamento nei casi seguenti:
Stand-alone (nessun comando elettrico esterno in ingresso)
Collegato ad un interruttore o pulsante esistente
Collegamento ad un deviatore esistente
Collegato o in sostituzione ad un relè con pulsanti esistente
E’ importante osservare che:
ildevice necessita sempre di alimentazione con fase e neutro che potrebbero non essere sempre disponibili in tutte le scatole da incasso
queste soluzioni sono le uniche, in tutta la famiglia di dispositivi ITead, in cui lo stato del carico controllato dal Sonoff Mini R2 congiuntamente ad elementi di comando tradizionali (interruttore, deviatore, invertitore e relè) è effettivamente disponibile sull’app eWeLink
logicamente è come se aggiungeste, o sostituiste, un punto di comando fisico a quelli già presenti nell’impianto elettrico esistente
Come collegare Sonoff Mini R2: schema di collegamento stand-alone
Come collegare Sonoff Mini R2: schema di collegamento stand-alone
Utilizzando l’inching potete ottenere lo spegnimento temporizzato del carico collegato.
Come collegare Sonoff Mini R2: schema di collegamento con interruttore o pulsante
Come collegare Sonoff Mini R2: schema di collegamento con interruttore o pulsante
Nel caso di interruttore dovrete utilizzare sul Sonoff Mini R2 l’Edge Mode, col pulsante il Pulse Mode.
Nel video seguente potete vedere il risultato davvero notevole poiché c’e’ il pieno controllo dello stato del carico elettrico indipendentemente dalla sorgente del comando (che sia da smartphone, interruttore esterno, device esterno o altoparlante intelligente):
Come collegare Sonoff Mini R2: schema di collegamento con deviatore
Come collegare Sonoff Mini R2: schema di collegamento con deviatore
Nel caso di deviatore utilizzate l’Edge Mode.
Nel caso di punto luce invertito, lo schema e’ assolutamente analogo.
Come collegare Sonoff Mini R2: schema di collegamento con relè
Ho realizzato due varianti di schema di collegamento del Sonoff Mini R2 al relè, applicabili con l’Edge Mode, a seconda di come siano collegati i pulsanti del vostro impianto esistente.
Schema di collegamento punto luce a relè
Schema Sonoff Mini R2: punto luce a relè con pulsanti sulla fase
Schema Sonoff Mini R2: punto luce a relè con pulsanti sul neutro
Grazie alla disponibilità del Pulse Mode, possiamo sostituire il relè esistente col Sonoff Mini R2 adottando quest’altro schema di collegamento che ritengo essere la soluzione più pulita:
Schema Sonoff Mini R2 in sostituzione relé
Per approfondire leggete anche l’articolo su Sonoff relè.
Accoppiamento e gestione mediante app eWeLink
Dopo aver compreso come collegare Sonoff Mini R2, potete passare alla configurazione dell’app eWeLink seguendo la consueta procedura comune a tutta la famiglia ITEAD che potete trovare nella mia guida a eWeLink ed a Sonoff pairing: accoppiare eWeLink.
Come riferimento un brevissimo video che mostra come lampeggia il LED in fase di associazione del dispositivo:
Vediamo anche le schermate principali dell’app eWeLink per la gestione del dispositivo:
Google Home, Alexa ed IFTTT
Poiché non c’è differenza alcuna per Sonoff Mini R2 rispetto alla famiglia di dispositivi ITEAD, vi rimando alla lettura delle mie guide di riferimento: Google Home, Alexa e IFTTT.
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Leggi anche tutti i miei articoli sulla domotica Sonoff:
Abitiamo felicemente nella nostra casa elettrica costruita nel 2013. La consapevolezza acquisita col tempo e l’evoluzione di tecnologia e standard mi porterebbero a fare scelte differenti in caso di una nuova costruzione: casa passivaPassivhaus Premium o CasaClima Gold, nZEB, aggregato compatto, fotovoltaico con batteria di accumulo e wallbox di ricarica per auto elettrica.
Manifesto per la mia nuova abitazione
Sicuramente i miei obiettivi, per quanto siano passati gli anni, non sono cambiati:
ridurre l’impronta ecologia della mia famiglia
minimizzare i costi di esercizio
massimizzare il comfort
controllare i costi di costruzione
misurare ed ottimizzare ovunque mediante automazione e domotica (ma non dovrei nemmeno dirvelo)
Questi sono alcuni degli spunti che mi affascinano e pervadono, soprattutto per il connubio di ecologia ed evoluzione di tecnologie e standard di costruzione:
Involucro
casa passiva Passivhaus Premium (o CasaClima Gold)
Casa passiva: Passivhaus Premium o CasaClima Gold?
Quello che segue è un semplice schema riassuntivo degli obiettivi energetici che si possono raggiungere con una casa passiva costruita secondo lo standard Passivhaus:
I sistemi ad armatura diffusa (SAAD) o Insulated concrete form (ICF) permettono di realizzare edifici con una struttura a setti portanti in cemento armato isolati utilizzando casseri a rimanere in polistirene espanso sinterizzato o EPS, coniugando così la resistenza meccanica del calcestruzzo gettato in opera con l’elevata capacità di isolamento termico dell’EPS.
Isospan Eco-Expert in legno cemento con spessore 43 cm si arriva ad una trasmittanza termica U 0,15 W/m2K
Hotblok con Trasmittanza termica U 0,15 W/m2K e spessore 42 cm
Aggregato compatto tutt’aria
Una casa passiva prevede un fabbisogno termico annuo per riscaldamento inferiore ai 15 kWh/m2a che, per la superficie della mia abitazione attuale, farebbero una potenza termica di picco alla temperatura di progetto per il generatore di calore di circa 1,34 kW.
La soluzione è un aggregato compatto, ovvero un sistema unico delle dimensioni di un elettrodomestico per soddisfare tutti i bisogni di base della nostra abitazione:
ventilazione: estrazione dell’aria con inquinanti/umidità ed immissione di aria pulita
riscaldamento: immissione di aria calda negli ambienti
raffrescamento: immissione di aria fresca negli ambienti
acqua calda sanitaria: disponibilità di acqua calda sanitaria in tutta la casa
A cui aggiungere funzionalità sempre meno accessorie:
filtrazione dell’aria
umidificazione e deumidificazione
Come funziona un aggregato compatto
Un aggregato compatto è l’evoluzione della ventilazione meccanica controllata con recupero di calore passivo in cui la climatizzazione viene realizzata trattando direttamente l’aria ambiente, con una quota d’aria di rinnovo, in modo attivo mediante una pompa di calore integrata.
Aggregato compatto migliore
Utilizzando l’elenco delle pompe di calore certificate Passivhaus e grazie alla frequentazione di forum con persone ben più esperte del sottoscritto ho stilato il seguente elenco:
Per le considerazioni successive per le potenze ringrazio PID_Block.
Aggregato compatto Nilan Compact P
Per l’aggregato compattoNilan Compact P fornisce tre curve di prestazione con portata d’aria di 98, 179 e 220 m3/ora con i dati seguenti:
potenza fornita totale
potenza recuperata dal recuperatore statico
in funzione della temperatura esterna con temperatura ambiente di 21 °C.
Possiamo estrapolare i dati puntuali da tali grafici.
Per disporre dei medesimi dati con temperatura ambiente di 20 °C effettuiamo una proiezione.
Per ottenere il contributo ai carichi ambiente dobbiamo sottrarre la quota di potenza per ventilazione, ovvero per portare l’aria dalla temperatura esterna alla temperatura ambiente (aria neutra).
Effettuiamo il calcolo per una temperatura esterna di 7 °C e -5 °C.
I dati successivi sono riferiti al vecchio modello Brofer HPU600.
Prestazioni con temperatura esterna 7 °C e -5 °C
I dati seguenti sono con:
portata aria rinnovo: 100 m3/ora
portata aria ricircolo: 500 m3/ora
T esterna 7 °C
T esterna -5 °C
Potenza fornita totale (kW)
5,52
5,30
Quota ventilazione (kW)
0,44
0,85
Contributo carichi ambiente (kW)
5,08
4,45
Aggregato compatto con batteria accumulo fotovoltaico Pichler PKOM4 & PSOL+
L’aggregato compatto Pichler PKOM4 è un sistema completo di ventilazione, riscaldamento, raffrescamento ed acqua calda sanitaria. E’ stato integrato con un sistema intelligente di gestione dell’energia con batteria Pichler PSOL+ creando la soluzione Pichler PKOM4 & PSOL+ efficiente ed economica con la quale i costi di esercizio sono ridotti al minimo, rendendo così possibile realizzare facilmente un edificio a energia zero o addirittura una casa attiva.
Aggregato compatto con batteria accumulo fotovoltaico Pichler PKOM4 & PSOL+
Per l’aggregato compatto Pichler PKOM4 viene fornisce una curve di prestazione con portata d’aria di 160 m3/ora con i dati seguenti:
Con uno scambiatore di calore aria-terra, una parte o tutta l’aria necessaria per il funzionamento dell’aggregato compatto viene condotta attraverso un singolo tubo (sistema monotubo) o un sistema di tubi posati nel terreno.
Durante l’estate, la superficie terrestre viene riscaldata dall’irradiamento solare, dalle precipitazioni e da altre condizioni climatiche. In inverno, invece, le condizioni climatiche la raffreddano.
Gli strati superiori del suolo subiscono l’effetto della temperatura esterna in modo nettamente maggiore rispetto agli strati inferiori, quindi la differenza di temperatura tra estate e inverno si riduce man mano che aumenta la profondità. In base alla capacità di accumulo del terreno è possibile notare uno sfasamento tra le singole curve.
È proprio a causa di queste differenze tra la temperatura del terreno e la temperatura esterna nel corso dell’anno che l’aria condotta attraverso i tubi è utilizzabile per il riscaldamento in inverno e per il raffrescamento in estate.
Questi sono i sistemi basati sullo scambio terreno aria che ho trovato:
Yearly PV energy production [kWh]: 1.304 a Vigevano con 1 kWp
Quindi se faccio Passivhaus Premium con 1 kWp di fotovoltaico copro 10,9 m2 di impronta sostenibile edificata. Se fossero 114 m2 mi servirebbero 10,5 kWp.
Leggete anche più avanti della soluzione Pichler PKOM4 & PSOL+ costituita da un aggregato compatto integrato con una batteria di accumulo per fotovoltaico.
La tecnologia delle auto elettriche è in rapido divenire per cui:
mi doterò di wallbox di ricarica
valuterò l’adozione di un modello con funzionalità V2H, ovvero in grado di svolgere anche la funzione di batteria di accumulo della produzione del fotovoltaico, da capire se in modo esclusivo o comunque con una batteria complementare.
Per quanto non ancora standardizzato in Italia esiste già la Wallbox Quasar.
Nel caso ci trasferiremo in una zona con ventosità media sufficiente per renderla economicamente sensata, valuterò anche l’installazione di una turbina eolica domestica:
Il verde pensile estensivo viene comunemente identificato come tetto verde. Esso rappresenta un sistema tecnico per coperture verdi caratterizzato da spessori ridotti (da 13 cm), pesi contenuti (da 95 kg/mq. a massima saturazione) e manutenzione ridotta. Ovviamente è in concorrenza ai pannelli fotovoltaici.
Shelly 2.5: manuale completo in italiano con schema elettrico di collegamento ed istruzioni di installazione e configurazione anche con Alexa e Google Home, Come funziona da contatto pulito, deviatore, interruttore e pulsante, Reset: come resettare.
Shelly 2.5: interruttore WiFi a 2 canali per domotica
Lo Shelly 2.5, di produzione europea e davvero diffuso nella domotica dai fa te in Italia, è un interruttore WiFi a 2 canali che consente anche di misurare i consumi dei carichi collegati:
Membro della famiglia di prodotti Shelly che si differenziano per:
numero di carichi elettrici controllabili indipendentemente
potenza elettrica massima degli apparecchi elettrici comandati
disponibilità di contatto pulito in uscita
misura dell’energia elettrica consumata dal carico elettrico controllato
numero di pinze e potenza elettrica misurabile
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Puoi approfondire i due fratelli minori nelle mie guide a Shelly 1 e Shelly 1PM.
Lo Shelly 2.5 e’ controllabile da remoto mediante smartphone con l’App Shelly Cloud, disponibile sia per Android che iOS, e dotato di molte funzionalità comuni alla famiglia Shelly:
A cui aggiungere le feature specifiche:
Relè doppio o tapparelle
Configurabile come relè doppio o per;a gestione di un motore tapparelle
Misurazione consumi
Misurazione dei consumi elettrici su entrambi i canali
Protezione surriscaldamento
Sensore integrato di temperatura per protezione da surriscaldamenti
E’ possibile controllare i nostri elettrodomestici di casa mediante il vostro smartphone con tre differenti modalità di collegamento allo Shelly 2.5:
Access Point: lo smartphone od il PC si collega direttamente all’access point WiFi del singolo dispositivo utilizzando poi, mediante browser, la web app incorporata nel dispositivo stesso
Locale: smartphone e dispositivi sono collegati al router WiFi di casa senza accedere ad internet
Cloud: i dati sono scambiati dal device con l’app sul vostro smartphone attraverso l’uso di un server in cloud attraverso il collegamento ad internet
Le modalità Access Point e Locale permettono di gestire i dispositivi anche in assenza di collegamento ad internet; con l’opzione Cloud potete gestire remotamente i device ovunque vi troviate.
La corrente massima supportata e’ di 10 A (2,2 kW) per ciascun canale di uscita.
Unboxing Shelly 2.5
Una volta aperta la confezione, possiamo apprezzare la pulizia e le dimensioni davvero ridotte del dispositivo:
Il confronto è davvero impari. Le dimensioni ne consentono l’installazione anche all’interno di una scatola 503.
Shelly 2.5 schema e manuale in italiano: deviatore, interruttore, tapparelle
Osservando il dispositivo dall’alto possiamo osservare i morsetti per effettuare i collegamenti elettrici:
L ingresso per conduttore di alimentazione di rete (fase)
N ingresso per conduttore di alimentazione di rete (neutro)
SW1 ed SW2 ingressi per collegare allo Shelly 2.5 due comandi esterni come deviatore, interruttore, pulsante
O1 ed O2 uscite per comandare due carichi elettrici in modo autonomo (conduttore di fase)
E’ importante osservare che i due canali di uscita non fanno altro che interrompere l’alimentazione di fase di ingresso: NON costituiscono quindi un contatto pulito come nel fratello minore Shelly 1 o nel nuovo cugino Shelly 1 Plus.
Osservando invece la parte inferiore del dispositivo vediamo:
i PIN della porta seriale che facilitano molto l’operazione di caricamento di un firmware alternativo
Sono previste le seguenti tipologie di alimentazione possibili:
110 – 230 V AC
24 – 60 V DC
Configurazione mediante l’app Shelly Cloud
Per effettuare tutte le configurazioni successive, vi rimando alla lettura della mia guida a Shelly Cloud App.
Tratteremo ora le principali configurazioni e funzionalità specifiche del dispositivo utilizzato come relè WiFi a 2 canali: per il funzionamento come Tapparella vi rimando alla guida a Shelly 2.5 tapparelle.
Le configurazioni sono normalmente applicabili in modo differenziato a ciascun canale.
Modalità Di Funzionamento
Partiamo dalla scelta della modalità di funzionamento del dispositivo tra interruttore a due canali o centralina tapparelle che si trova sotto Impostazioni – Impostazioni – Modalità Di Funzionamento che determina comportamento, interfaccia utente e funzionalità disponibili:
Relè per l’utilizzo come interruttore WiFi a due canali
Tapparella per l’utilizzo con tapparelle elettriche
Tipo Pulsante
Selezione della tipologia di comando elettrico esterno (interruttore o pulsante) collegato all’ingresso del dispositivo
Trovo particolarmente interessante l’opzione Interruttore ciclo che vi permette di implementare con lo Shelly 2.5 la logica di un relè passo-passo: ad ogni pressione del pulsante cambia la combinazione di stato delle due uscite.
Timer – Accensione automatica e spegnimento automatico
E’ possibile configurare un timer su ciascun canale di uscita dello Shelly 2.5 in modo che:
dopo un evento di spegnimento sia riaccenda automaticamente dopo un tempo configurabile (Accensione automatica)
dopo l’evento di accensione si spegna automaticamente dopo un tempo impostabile (Spegnimento automatico)
Sicurezza – Protezione potenza
E’ possibile impostare una soglia di potenza oltre la quale il singolo canale di uscita si spegne automaticamente.
Factory Reset Shelly 2.5: come resettare
In caso dubbio su come resettare il dispositivo, potrete procedere al Factory Reset mediante l’app Shelly Cloud rimuovendo lo Shelly 2.5 dal profilo e ripristinandolo delle impostazioni di fabbrica:
Nel caso in cui non riusciate più a raggiungere il vostro dispositivo mediante l’app o l’interfaccia web, ad esempio avendo aggiornato in modo errato le credenziali WiFi, e vi chiedeste come resettare: potete procedere al reset dello Shelly 2.5 tramite la pressione del pulsante di reset sul retro del dispositivo per 10 secondi.
Nel caso non possiate accedere fisicamente al dispositivo perché installato ad incasso e vi chiediate come resettare, potrete sempre effettuare il reset dello Shelly 2.5 seguendo la procedura seguente:
se alimentato, togliete e ripristinate l’alimentazione
entro 1 minuto, premete per 5 volte il pulsante (o interruttore) collegato all’ingresso
a conferma dell’avvenuto reset sentirete scattare il relè interno allo Shelly 2.5 col ritorno alla modalità Access Point
Shelly 2.5 schema elettrico di collegamento standalone
Lo schema di collegamento base di due carichi elettrici in corrente alternata e’ il seguente:
Vediamo ora lo schema di collegamento elettrico in tutti gli scenari di utilizzo all’interno di un impianto elettrico esistente: in tutti i casi il dispositivo diventa un elemento di comando aggiuntivo in grado di mostrato sempre stato effettivo e consumi dei carichi elettrici collegati.
Data la disponibilità di due canali e la flessibilità di configurazione del dispositivo, potrete utilizzarlo in scenari di controllo misti, quali ad esempio:
primo canale con interruttore, secondo con deviatore
primo canale con deviatore, secondo in sostituzione di relè
Shelly 2.5 schema elettrico di collegamento con interruttore o pulsante
Il caso più semplice di impianto elettrico esistente e’ quello di due lampadine comandate da un solo punto mediante interruttore unipolare (punto luce interrotto) a cui aggiungere lo Shelly 2.5 per il controllo remoto sfruttandone i due canali autonomi:
Sfruttando questo schema potrete facilmente sostituire dei relè passo passo con lo Shelly 2.5.
L’accortezza sarà di configurare sull’app Shelly Cloud l’ingresso come pulsante anziché come interruttore.
Di fatto questo è anche lo schema di collegamento per utilizzare lo Shelly 2.5 in sostituzione di un relè passo passo.
Shelly 2.5 schema elettrico di collegamento con deviatore
Vediamo ora come controllare tramite lo Shelly 2.5 una coppia di punti luce deviati esistenti comandati mediante l’uso di deviatore:
Schema elettrico di collegamento Shelly 2.5 deviatore
Ho omesso il caso del punto luce invertito ovvero comandato da tre punti in cui lo schema e’ del tutto analogo.
Per andare oltre la semplice raccolta differenziata dei rifiuti devi scoprire cos’è e come funziona la compostiera domestica per fare compostaggio domestico, riducendo i tuoi rifiuti organici ed anche concimando il tuo giardino: la mia esperienza pratica con il composter Mattiussi Ecologia 310.
Avete presente il profumo di humus mentre passeggiate in un bosco? Una foglia che cade dall’albero entra in una catena alimentare molto complessa. Animali e micro-organismi mangiano la foglia: diventano a loro volta alimento di altri organismi e così via fino alla trasformazione della materia originale (la foglia) in humus. L’humus a sua volta migliora la fertilità del terreno.
E’ proprio la natura stessa a spiegarci cos’è e come funziona la compostiera: la trasformazione dei rifiuti organici in concime organico è un processo che avviene normalmente nell’ambiente che ci circonda.
Analogamente alla foglia che cade dall’albero, i tuoi rifiuti organici rientrano in una complessa catena alimentare e divengono fertilizzante per il terreno. Questo è il processo naturale utilizzato nella compostiera domestica.
Prendiamole tutte in considerazione. proprio per vedere come la compostiera domestica potrebbe essere la soluzione pratica più adatta a qualsiasi tipo di giardino.
Cumulo (o concimaia o buca)
Il cumulo prevede l’accumulo degli scarti organici direttamente sul terreno, magari all’interno di una buca:
Vantaggi
Il cumulo è la soluzione con la gestione del rivoltamento dei residui organici più facile.
Lo scarto risulta inoltre essere “nascosto” alla vista, un vantaggio nei piccoli giardini per evitare a priori problemi col vicinato. Questi timori non hanno comunque generalmente ragione di esistere, perché un cumulo ben predisposto e gestito con attenzione, oltre a non dare problemi di cattivo odore, è senz’altro molto bello da vedere: offre infatti un’idea di gestione ordinata degli scarti organici in armonia con i cicli naturali degli elementi.
Problemi
Il cumulo va utilizzato solo per gli scarti verdi perché, a differenza della compostiera, quelli della cucina attirano gli animali.
Con la buca inoltre c’è la tendenza ad accumulare acqua, soprattutto se la buca è stata impermeabilizzata sul fondo.
Infine nella buca c’è un’insufficiente superficie di scambio dell’ossigeno con l’esterno, in quanto solo la fascia superiore degli scarti accumulati è a contatto con l’aria: è più facile dunque che le porzioni inferiori del materiale depositato abbiano carenza di ossigeno, andando incontro a putrefazioni invece che trasformarsi in compost.
Consigli pratici
Il cumulo va coperto con teli di iuta o uno strato di foglie e paglia di 5-10 cm per evitare l’essiccamento. La buca andrebbe evitata.
Se si ha un grande giardino è preferibile usare il cumulo per i rifiuti verdi e una compostiera nella quale mettere gli scarti della cucina e una piccola parte delle potature.
La compostiera è molto utile in giardini piccoli o se ci sono animali domestici perché nasconde e ripara il materiale organico accumulato.
Questo rendere facile ottenere una buona igiene generale anche con pochi scarti o in stagioni molto fredde soprattutto se la compostiera è coibentata.
Problemi
L’unico limite, comunque superabile, è la difficoltà nell’utilizzare il rivoltamento dell’accumulo per migliorare l’aerazione nella compostiera domestica.
Consigli pratici
Gestire sempre il carico della compostiera in modo tale che la massa di scarto mantenga una buona porosità per evitare fenomeni putrefattivi che genererebbero cattivo odore.
Se possibile, posizionare alla base della compostiera delle fascine di legno che permettono di conservare un flusso di aria.
Cosa mettere e cosa non mettere nella compostiera domestica
Ovviamente l’attività propedeutica è quella della raccolta differenziata. Questo semplice schema sintetizza cosa mettere e cosa non mettere nella compostiera domestica:
Cosa mettere e cosa non mettere nella compostiera domestica
In pratica occorre solamente evitare di mettere in compostiera domestica gli scarti di carne e formaggi che potrebbero attirare animali o andare più facilmente in putrefazione.
Ovviamente dobbiamo separare tutte i residui che non sono di natura organica in modo che non finiscano nel composter.
Come funziona la compostiera domestica: le regole d’oro
Scegliere il luogo adatto
La collocazione ottimale della “zona di compostaggio” nell’orto o nel giardino è in un luogo facilmente praticabile tutto l’anno.
Cumulo o compostiera vanno posti all’ombra: l’ideale sarebbe all’ombra di alberi che in inverno perdono le foglie, in modo che in estate il sole non essicchi eccessivamente il materiale, mentre in inverno i tiepidi raggi solari permettano lo svolgimento delle reazioni biologiche.
Temperatura corretta
L’attività dei microorganismi durante il processo di compostaggio domestico produce calore, aumentando la temperatura del cumulo. Normalmente, nella prima fase la temperatura nel centro del cumulo della compostiera oscilla tra i 45° ed i 55°C ed è ottimale perché i microorganismi possano lavorare; successivamente vi sono una fase intermedia ed una finale in cui si ha una progressiva diminuzione della temperatura, fino ad arrivare a quella ambientale.
Umidità necessaria
L’acqua, come l’aria, è indispensabile per l’attività dei microrganismi che producono il compost, e dovrà essere presente nel cumulo della compostiera nella giusta percentuale. Infatti, se il cumulo è troppo secco, la decomposizione microbica rallenta notevolmente; per farla ripartire bisognerà innaffiare e rivoltare il cumulo con l’apposito aeratore.
Viceversa, se il cumulo nel composter è troppo bagnato c’è scarsità di ossigeno e la decomposizione si trasformerà in marcescenza (reazione anaerobica). In questo caso il cumulo dovrà essere rivoltato aggiungendo materiale secco, come per esempio trucioli di legno, foglie secche o pezzetti di cartone.
È assolutamente necessario trovare un giusto equilibrio tra i rifiuti più ricchi d’acqua e quelli secchi: introdurremo quindi nella compostiera da giardino le quantità che rendono il cumulo umido, ma non bagnato.
Per verificare la giusta umidità si può fare la prova del “pugno”: prendiamo con la mano un po’ di materiale nel composter e stringiamo il pugno; se mantiene la forma e non si creano gocce d’acqua l’umidità è giusta, se invece si sbriciola sarà troppo asciutto.
Ossigeno per far respirare la compostiera
Il compost “è vivo” e quindi ha bisogno d’aria: in un cumulo compatto non c’è ossigenazione, e i microrganismi aerobi non possono vivere né nutrirsi.
Nella compostiera da giardino l’aria entra dalle apposite feritoie inferiori ed attraversa il cumulo: è quindi indispensabile che il cumulo all’interno del contenitore non sia compatto (attenzione alla troppa umidità !) ma soffice e strutturato; ciò si ottiene con l’aggiunta di materiale grossolano come rametti, trucioli, foglie, paglia, ecc.
È buona norma rivoltare o smuovere periodicamente il cumulo nella compostiera da giardino con l’apposito aeratore per favorire la circolazione dell’aria. La carenza di aerazione provoca la formazione di composti maleodoranti facilmente eliminabili seguendo i consigli suddetti.
Carbonio e azoto nutrimenti per il compost
Il rapporto tra carbonio ed azoto, detto C/N, è un elemento importante per il processo di compostaggio domestico:
i materiali ricchi di carbonio sono fonte di energia per la vita dei microrganismi
l’azoto è indispensabile per la crescita e la moltiplicazione degli stessi
Un giusto equilibrio tra carbonio ed azoto favorisce la decomposizione rapida:
se nel cumulo della compostiera da giardino prevalgono i rifiuti ricchi di carbonio come foglie, ramaglie, segatura, ecc., il processo ha un decorso molto lento a causa della scarsità di azoto disponibile; questo si risolve con l’aggiunta di scarti alimentari
al contrario, una sovrabbondanza di rifiuti della cucina ricchi di azoto, libera un eccesso di ammoniaca provocando cattivi odori nella compostiera da giardino; in questo caso è sufficiente aggiungere rametti sminuzzati, foglie, pezzi di cartone, ecc., rimescolando il tutto per favorire l’ossigenazione
Nella tabella seguente vengono indicati alcuni dati medi relativi al rapporto carbonio/azoto dei rifiuti organici utilizzabili nel composter:
La composizione dei materiali e quindi il lor giusto rapporto possono essere ricavati utilizzando i dati della tabella precedente: per un buon risultato, il rapporto medio tra carbonio ed azoto nel cumulo all’interno del composter deve essere di circa 25, al massimo 30.
Come funziona la compostiera domestica: riempimento
Quando si riempie la compostiera domestica per la prima volta, è consigliabile immettere nel contenitore un secchio di compost maturo, oppure creare un letto composto da piccoli rami, paglia, trucioli e foglie.
La mia compostiera domestica: composter Mattiussi Ecologia 310
Una volta compreso cos’è e come funziona la compostiera domestica, ho deciso di acquistare un composter Mattiussi Ecologia 310 che si adatta perfettamente, con la sua capacità di 310 litri, alle esigenze della mia famiglia di 4 persone con un piccolissimo orto ed un tappeto erboso di circa 70 m².
E’ anche disponibile il composter Mattiussi Ecologia 660, adatto a spazi verdi di medie ed ampie dimensioni.
Le istruzioni da seguire per il montaggio della compostiera da giardino Mattiussi Ecologia 310 sono davvero semplici ed alla portata di chiunque:
Montare il coperchio al fusto mediante i due perniInserire il cono di aerazione sulla baseAccoppiare il fusto alla base della compostieraApplicare lo sportello alla compostiera da giardino
Dati i vincoli del mio piccolo giardino ho piazzato la compostiera da giardino in un angolo tra orto e tappeto erboso come vedete in questo foto del mio composter Mattiussi Ecologia 310:
Vi prego di osservare in questo schema di dettaglio come funziona l’aerazione nella compostiera da giardino Mattiussi Ecologia 310:
l’aria entra dalla parte inferiore fornendo ossigeno al mucchio del compost sul fondo del composter
aprendo il coperchio superiore possiamo aumentare il ricambio dell’aria all’interno della compostiera da giardino ed eventualmente ridurre problemi di surriscaldamento estivo
Scopriamo insieme come installare Home Assistant su Raspberry Pi passo passo per realizzare un sistema dedicato alla domotica fai da te scegliendo tra le modalità Home Assistant OS e Home Assistant Core.
Quando abbiamo molti dispositivi intelligenti appartenenti a molti ecosistemi differenti, come ad esempio eWeLink Sonoff, Shelly, Tuya Smart Life, Netatmo solo per citarne alcuni, sarebbe comodi poterli gestire in un punto unico.
Le soluzioni commerciali con molti dispositivi supportati in grado di coprire discretamente gestione ed integrazione sono Alexa e Google Home. Ma se vogliamo una grandissima configurabilità ed una bella interfaccia web la soluzione fai da te di gran lunga più utilizzata è Home Assistant. E se vogliamo un sistema dedicato sempre disponibile lo installeremo su un Raspberry Pi.
Home Assistant Raspberry Pi: quale versione installare?
disponibilità di Custom Components e/o Add-Ons per i dispositivi che intendete integrare sul vostro sistema
Nel mio esempio specifico volevo perseguire come minimo gli obiettivi seguenti:
utilizzare la scheda CAN Bus ed il software in Python per controllare la mia pompa di calore (leggi anche il mio articolo su hack Daikin HPSU Compact)
integrare i dispositivi Tuya Smart Life in Home Assistant utilizzando il Custom Component ufficiale Tuya v2
gestire i dispositivi Sonoff utilizzando l’Add On ufficiale eWeLink
integrare i dispositivi Broadlink
Alcune esigenze erano apparentemente in contraddizione l’una con l’altra, ad esempio utilizzare contemporaneamente un custom component ed un add on.
Tutte le procedure successive si riferiscono all’utilizzo di un PC Windows per la preparazione delle installazioni.
Cosa serve per installare Home Assistant su Raspberry Pi
La lista della spesa da fare prima di cominciare col vostro sistema dedicato alla domotica fai da te è la seguente:
Raspberry Pi 4: se avete un vecchio Raspberry Pi 3 potrebbe andare bene lo stesso
Alimentatore per Raspberry Pi: può sembrare banale ma avere la potenza minima necessaria è fondamentale perché il sistema sia stabile, soprattutto se collegaste anche un hard disk esterno
Micro SD Card: di capacità almeno 32 GB e possibilmente classe A2
Lettore di SD Card: quello interno al vostro PC va benissimo in alternativa potete usane uno esterno stand-alone
Collegamento Ethernet: per quanto Home Assistant funzioni benissimo in WiFi una connessione Ethernet è sicuramente più stabile e permette prestazioni di rete migliori
[aawp bestseller=”raspberry pi 4″ grid=”3″ items=”3″ button=”none” ribbon=”none”]
Guida per installare Home Assistant OS su Raspberry Pi
Home Assistant OS è l’opzione per chi non ha alcuna competenza sul sistema operativo Linux ma vuole comunque cimentarsi con la domotica fai da te avanzata.
In questo caso non dovrete fare altro che scaricare e flashare sulla SD Card un’immagine già pronta contenente un’installazione minimale di Raspberry Pi OS e Home Assistant.
Possiamo scegliere tra due applicazioni per preparare la scheda:
Balena Etcher
Raspberry Pi Imager
L’opzione leggermente più facile è l’utilizzo di Raspberry Pi Imager; tramite Balena Hetcher potrete anche installare l’ultimissima versione di Home Assistant OS presente sul repository GitHub.
Per entrambe le soluzioni il primo passo è quello di formattare la SD Card. Per farlo raccomando l’utilizzo del tool ufficiale SD Card Formatter, disponibile sia per Windows che Mac.
Nella formattazione selezionate l’opzione di sovrascrittura in modo da avere una situazione perfettamente pulita anche nel caso utilizzate una vecchia SD Card:
Infilate ora l’SD Card con l’immagine nel vostro Raspberry Pi, collegatelo alla rete mediante cavo Ethernet ed accendetelo.
Dopo qualche minuto dovreste essere in grado di accedere all’interfaccia web http://homeassistant.local:8123 dove potrete completare il wizard di installazione:
Questa soluzione prevede l’utilizzo del tool ufficiale Raspberry Pi Imager:
Nella marea di immagini disponibili su Raspberry Pi Imager, all’interno di Other specific purpose OS, potete scegliere anche quella di Home Assistant OS:
Come vedete in questo caso, rispetto all’opzione precedente:
abbiamo due sole opzioni tra cui scegliere: Raspberry Pi 4 32-bit e Raspberry Pi 3 32-bit
la versione qui disponibile (6.2 nel mio esempio) non è recente come quella pronta per il download sul repository GitHub di Home Assistant OS (6.5 nel mio esempio)
Procedendo con la selezione si succederanno scrittura e verifica della SD Card. Successivamente procedete come già descritto per Balena Etcher.
Installare SSH su Home Assistant OS
Al fine di poter utilizzare l’accesso SSH con linea di comando al vostro Home Assistant OS è necessario installare un Add-on come Terminal & SSH.
Per farlo andate su Supervisor e poi sulla raccolta di Add-on per trovarlo all’interno di quelli ufficiali:
Basta ora selezionarlo ed avviarlo:
Per aprire una finestra SSH all’interno del browser basterà semplicemente cliccare su Apri l’interfaccia utente web:
Uno dei prerequisiti per le ultime versioni di Home Assistant è l’utilizzo di Python 3.9.
La versione attuale di Raspberry Pi OS include invece solamente Python 3.7: è quindi necessario effettuare un aggiornamento che potrebbe richiedere un po’ di tempo e pazienza.
Vi raccomando di farlo in quanto al primo custom component installato avente il medesimo prerequisito, Tuya v2, mi sono schiantato.
Scaricare e compilare su Raspberry Pi l’ultima versione disponibile di Python 3.9 necessaria da Home Assistant 2022 in poi.
wget https://www.python.org/ftp/python/3.9.10/Python-3.9.10.tgz
tar -zxvf Python-3.9.10.tgz
cd Python-3.9.10
./configure ‐‐enable-optimizations ‐‐prefix=/usr
make
L’operazione di compilazione può richiedere davvero molto tempo. Ora installiamo il risultato della compilazione:
sudo make altinstall
Per pulizia rimuoviamo i file che non dovranno essere più utilizzati:
cd ..
sudo rm -r Python-3.9.10
rm Python-3.9.10.tgz
. ~/.bashrc
Potete verificare la bontà del lavoro effettuato verificando le due versioni di Python 3 disponibili su Raspberry Pi OS:
python3 --version
python3.9 --version
Installazione Home Assistant Core su Raspberry Pi
Passiamo ora all’installazione vera e propria di Home Assistant Core su Raspberry Pi.
Prima di tutto aggiornate Rasperry Pi OS all’ultima versione:
Guida per installare Home Assistant Container (Docker) su Raspberry Pi
Trovo che l’opzione con l’utilizzo di Docker su Raspberry Pi per Home Assistant sia quella più complessa e senza particolari benefici per l’utente medio interessato alla domotica fai da te, se non un ridotto onere per la gestione degli aggiornamenti. Per questo motivo vi rimando alla guida ufficiale in inglese.
Anche io ero dubbioso prima dell’acquisto ma, dopo aver approfondito gli innumerevoli vantaggi ed i marginali punti di attenzione, ho proceduto serenamente a scegliere tra i vari piani cottura induzione non allacciandomi alla rete del gas e completando gli impianti della mia casa elettrica.
Sebbene ci siano diversi sistemi di cottura elettrici, la tecnologia di cottura dei piani cottura induzione e’ quella di gran lunga più moderna ed efficiente:
il calore non viene prodotto direttamente ma tramite un campo magnetico, generato da bobine alimentate dell’energia elettrica, che si trasferisce direttamente alle pentole sul fornello a induzione scaldandole
il rendimento dei piani cottura induzione è nell’ordine del 90%, mentre un fornello tradizionale a gas arriva intorno al 40-55% a causa dell’elevata dispersione termica del calore sprigionato dalla fiamma
Per comprendere le differenze di consumo, per avere una potenza termica trasmessa al cibo di 1,1 kW, un piano cottura induzione assorbirà 1,2 kW (in energia elettrica), mentre uno a gas circa 2,0 kW (in combustibile).
Da un punto di vista di puri costi operativi la convenienza del piano cottura a induzione rispetto al metano sarebbe minima ma, se utilizziamo per il riscaldamento una pompa di calore, potremmo staccarci completamente dal gas. In questo modo risparmieremmo costi fissi pari a circa 115 Euro/anno dell’allacciamento alla rete del metano.
Quindi il consumo di un piano cottura a induzione, in una casa elettrica, è conveniente rispetto al fornello a gas tradizionali.
Nei miei ragionamenti non ho preso in considerazione l’evenienza, sempre più probabile, in cui disponiate anche di un impianto fotovoltaico: in questa situazione i consumi del piano cottura induzionepotrebbero essere coperto in grande parte dall’energia solare.
Pentole per piani cottura induzione
Un piano cottura induzione richiede delle pentole con un fondo perfettamente piatto e con uno strato inferiore di materiale ferroso, senza il quale non potrebbe attivarsi il campo magnetico.
Un metodo semplice per verificare se le pentole che già possediamo possano andare bene anche con l’induzione è vedere se una calamita ci si attacca; la prova migliore e’ quella di provare la pentola direttamente sul piano cottura induzione.
Pentole adatte al fornello a induzione
Esistono anche dei dischi adattatori che pero’ vi sconsiglio caldamente perché il risultato e’ dubbio e si perde tutta l’efficienza tipica della cottura con i piani cottura induzione.
In caso di acquisto di una piastra induzione basta verificare che sulla confezione della pentola sia presente l’apposito simbolo identificativo:
Per quanto una pentola per fornello a induzione abbia un prezzo più elevato di una normale, la mia esperienza personale mi dice che si sbaglia nella scelta delle pentole molto più per altri fattori, in particolari dell’usura del fondo col tempo.
A titolo esemplificativo l’ultimo set di pentole per piastra induzione, di cui siamo parecchio soddisfatti, che abbiamo acquistato a causa dell’usura del fondo antiaderente di quelle precedenti nonché le opzioni alternative che avevo considerato per l’acquisto nella medesima gamma di prezzo (inclusa la moka):
Veniamo ora all’aspetto che oggi preferisco di gran lunga del piano cottura induzione: il piano è tutto liscio e quindi facilissimo da pulire.
Altrettanto fantastica e’ la sicurezza intrinseca: nessuna fiamma o rischi dovuti a eventuali fughe di gas. La superficie di vetroceramica, inoltre, rimane fredda intorno alle pentole, riducendo al minimo la possibilità di scottarsi.
La cottura della piastra induzione è più rapida e precisa per diversi motivi:
il calore si diffonde in modo uniforme sulla pentola, senza le tipiche dispersioni dei fornelli a gas
si possono impostare diversi livelli di temperatura e tempi di cottura
la modalità booster consente di far bollire l’acqua in pochissimo tempo
Quale consiglio pratico per la pulizia del piano cottura induzione che deriva dall’esperienza pluriennale di mia moglie:
cercate di pulire costantemente facendo attenzione a non rovinare la superficie del fornello a induzione
verificate preliminarmente che la piastra induzione sia spenta e completamente fredda
per la pulizia ordinaria basta passare sul fornello a induzione un panno in micro-fibra inumidito d’acqua
per una pulizia più profonda della piastra induzione, ad esempio con macchie di unto o residui di cibo incrostati, potete utilizzare una soluzione di bicarbonato di sodio e aceto bianco:
riempite una bottiglietta con un 50% di acqua fredda ed il 50% di aceto di vino bianco
aggiungete un cucchiaino di bicarbonato di sodio e mescolate
passate il composto con una spugnetta abrasiva apposita
Acquistare un piano cottura induzione ha mediamente un prezzo superiore alle cucine a gas: se per le seconde i prezzi più bassi scendono fino a circa 100 euro, un piano cottura induzione più economico (sempre parlando di almeno 4 fuochi) non si trova a meno di 180-200 euro, mentre i modelli più sofisticati arrivano oltre i 1.300 euro; per un piano cottura induzione di fascia media la spesa è sui 4-500 euro.
Nel mio caso specifico, pur esplorando prima di tutto marchi blasonati come Bosch oppure Electrolux, la scelta era stata guidata verso un modello ad incasso con misura compatibile col foro nel piano in marmo della nostra cucina; la scelta era caduta sul piano induzioneAriston KIO 744 DD Z che ho poi sostituito dopo sette anni di onorato servizio con un Bosch PUE611BF1J.
Ci sono comunque tantissime marche ed opzioni in grado di soddisfare qualsiasi necessità di prezzo per un fornello a induzione:
Nel seguito trovare i prezzi dei migliori modelli di piastra induzione presenti sul mercato (Amazon e tutti gli ecommerce gestiti tra Trovaprezzi e Kelkoo) suddivisi per marca.
Una delle mie paure maggiori era il consumo e la potenza elettrica di picco assorbita dalle bobine.
I = zona di cottura a induzione semplice
B = booster: la zona di cottura può essere sovralimentata a 3000 W
* = la potenza massima e’ limitata finché e’ attivo il booster nella zona di cottura posteriore relativa
Come si vede, utilizzando contemporaneamente più zone cottura del fornello a induzione sembrerebbe facile sforare i classici 3 kW, soprattutto se abbiamo acceso qualche altro elettrodomestico o un climatizzatore.
Molti piani cottura induzione, ma non quello che ho comprato, consentono di autolimitare l’assorbimento totale massimo per evitare distacchi della corrente.
Il mio piano cottura a induzione è dotato di un interruttore di sicurezza che spegne le zone di cottura automaticamente quando viene raggiunto un tempo limite di utilizzo a un dato livello di potenza.
Consumo piano cottura induzione: ma quanti kW servono ?
Una domanda che ci si pone prima di procedere all’acquisto è: dato i consumi del piano cottura induzione quanti kW servono per il contatore ?
Come sempre voglio essere specifico per cui vi riporto il grafico della misura della potenza elettrica consumata da tutti gli elettrodomestici di casa, incluso il fornello a induzione ed esclusa pompa di calore:
Ho cerchiato i picchi di consumo corrispondenti alla preparazione del pranzo e della cena col fornello a induzione.
Successivamente ho anche fatto un test aumentando gradualmente il livello di potenza sulla zona di cottura posteriore destra della mia piastra induzione fino al massimo, booster incluso:
Si vede ben dal grafico che (in giallo la potenza consumata dagli altri elettrodomestici che non va considerata):
il massimo livello di potenza con la piastra induzione è semplice ed è pari a circa 2.000 W
attivando il booster del fornello a induzione arriviamo a 2.700 W
I dati dei consumi e potenza elettrica assorbita ci spiegano come il collegamento all’impianto elettrico debba essere fatto con attenzione (possibilmente da un elettricista) ed una normale spina non sia adatta: nel caso del mio piano cottura induzione la potenza massima di 7,2 kW corrisponde ad una corrente di oltre 31 A !
Una spina Schuko, una spina grande oppure una spina bivalente sono in grado di supportare un massimo di 16 A quindi ben al di sotto di quando necessario con un fornello a induzione.
Occorre assolutamente evitare una presa ordinaria per il fornello a induzione
Per questo motivo non si utilizza una spina ma sempre una morsettiera, collegata in modo permanente e della sezione appropriata per il consumo del piano induzione.
Esempio di morsettiera per fornello a induzione
I cavi elettrici di alimentazione per un fornello a induzione devono:
avere una sezione adatta (almeno 4-6 mm2 per 32 A) ed essere collegati direttamente, senza derivazioni, al quadro elettrico principale di casa
essere dotati di interruttore magnetotermico di protezione dedicato
Io dispongo del contatore elettrico da 4,5 kW e non ricordo di episodi significativi di distacco nonostante il consumo, oltre a pompa di calore e piano induzione, di lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice, micro-onde e forno elettrico.
Il rischio di distacco dovuto all’accensione contemporanea di più elettrodomestici, per la mia esperienza personale, e’ piuttosto remoto.
Dietro al limite della potenza impegnata di un contatore elettrico, ci sono diverse soglie di funzionamento (utilizzo l’esempio da 4,5 kW):
per un periodo illimitato, la disponibilità di una potenza fino al 10% in più rispetto alla potenza impegnata (nel mio esempio 4,95 kW)
per almeno 3 ore consecutive è possibile prelevare fino al 33% oltre la potenza impegnata (6,0 kW nel mio caso)
prelevando oltre il 33% (6,0 kW nel mio esempio) contatore scatta entro quattro minuti
Ora non ci sono più dubbi sul consumo del piano induzione e quanti kW servono: passa anche tu ad un piano cottura a induzione nella tua casa elettrica !
Smart Life App e Tuya Smart App: scopri come gestire i dispositivi compatibili come interruttori, lampadine, termostati e qualsiasi dispositivo con smartphone, Alexa e Google Home, istruzioni complete in italiano. SmartLife è la vera alternativa a Sonoff eWeLink. Tuya Smart Life Smart Living App.
Smart Life e Tuya Smart App: introduzione
Nel panorama dei dispositivi intelligenti per la domotica fai da te della nostra abitazione, l’approccio più frequente e’ che il produttore hardware fornisca anche una propria applicazione proprietaria (ad esempio Sonoff, Netatmo, Philips, etc). Questo porta alla inevitabile necessita’ di usare altri servizi come IFTTT oppure Alexa e Google Home per integrare tra di loro i dispositivi di marche differenti.
Fa un po’ la differenza Smart Life App che e’ supportata direttamente da moltissimi produttori di dispositivi intelligenti compatibili Tuya Smart e consente quindi una gestione diretta di dispositivi eterogenei con un’applicazione unica.
La soluzione per la gestione da remoto basata sull’utilizzo di servizi in cloud SmartLife che ho sintetizzato in questo schema di massima:
Al primo accesso veniamo invitati ad una classica procedura di registrazione di un account Smartlife e creazione delle nostre credenziali di accesso:
Registrazione account Smartlife
A questo punto, disponendo di un account Smartlife valido, comincia la creazione della nostra abitazione con cui organizzare i vari dispositivi:
Ed arriviamo infine alla home page dell’app Smart Life Smart Living dove possiamo aggiungere dispositivi e creare delle scene:
Smart Life Smart Living App istruzioni: home page
Una volta inserite correttamente le credenziali atterrerete alla schermata principale dove sono presenti le seguenti funzionalità:
Elenco scene di Esecuzione + elenco e gestione dei dispositivi, suddivisi per camera
Elenco e gestione delle scene, suddivise tra Esecuzione ed Automazione
Gestione profilo utente
Accoppiamento di nuovi dispositivi
Lo stato dei dispositivi e’ aggiornato in tempo reale: tappando sul singolo dispositivo e’ possibile accedere alla schermata di dettaglio oppure invertirne direttamente lo stato (ad esempio da acceso a spento).
Smart Life Smart Living App istruzioni: associazione nuovo dispositivo compatibile Tuya Smart
Completata l’installazione siamo pronti ad associare un nuovo dispositivo. Come visto in precedenza, l’app comunica con i dispositivi, recuperando stato ed inviando comandi, attraverso dei server in cloud. Ciascun device e’ a sua volta collegato ad internet attraverso il WiFi di casa.
Per questo motivo per i nuovi prodotti e dispositivi compatibili Tuya Smart occorre:
configurare le credenziali dell’access point WiFi che utilizzeranno
accoppiare il dispositivo stesso col nostro profilo memorizzato in cloud
Le istruzioni preliminari per l’accoppiamento dei prodotti e dispositivi compatibili con l’app Smart Life sono le seguenti:
Identificare l’access point WiFi a cui il device dovrà essere connesso
Verificare che sia attiva solamente la banda 2,4 GHz (i 5 GHz non sono supportati)
A titolo di esempio vi riporto le schermate per l’impostazione delle bande di frequenza attive sul mio router WiFi mesh FRITZ!Box 7530:
Assicurare che lo smartphone da cui effettuate la procedura di associazione sia collegato al medesimo router WiFi
Verificare che il nome e la password WiFi contengano solamente lettere maiuscole (a-z), lettere minuscole (A-Z) o numeri (0-9)
Verificare che la password WiFi non superi i 32 caratteri di lunghezza
Smart Life App istruzioni: associazione interruttore WiFi
Passiamo ad un primo esempio le istruzioni per associare l’interruttore WiFi eMylo:
Alimentate il dispositivo verificando che il LED verde lampeggi velocemente (2 volte al secondo); nel caso non accada premete il pulsante a bordo dell’eMylo WiFi
Seguite questi passi sull’app:
Ho anche realizzato questo video illustrativo:
Smart Life App istruzioni: associazione sensore di movimento WiFi
Un secondo esempio di associazione di prodotti e dispositivi compatibili Smart Life App (compatible devices) e Tuya Smart e’ quello di un sensore di movimento WiFi:
Smart Life App istruzioni: associazione di una lampadina WiFi
Come terzo ed ultimo esempio vediamo l’accoppiamento iniziale di una lampadina WiFi compatibile Tuya Smart che non si discosta molto dagli altri casi:
L’associazione e’ completata e ora potete liberamente gestire da remoto i vostri prodotti e dispositivi compatibili Smart Life App e Tuya Smart.
Entrando nella pagina di dettaglio del dispositivo possiamo invece:
spegnere ed accendere l’interruttore WiFi eMylo
fare toggle, ovvero invertire lo stato dell’interruttore WiFi rispetto a quello corrente (ad esempio da acceso a spento)
attivare la funzione di countdown oppure quella di timer
accedere ai dettagli del dispositivo (dove ad esempio rinominare, includere in un gruppo ed effettuare la condivisione, verificare/aggiornare il firmware)
accedere alla configurazioni del device
CountdownTimer
Passando alla configurazione e’ possibile, nel caso dell’eMylo WiFi, impostare esclusivamente lo stato all’accensione:
Smart Life App istruzioni: scene
E’ possibile configurare delle scene ovvero eseguire delle attività sui dispositivi a seconda di determinate condizioni ed in determinati intervalli di tempo.
Sono previste due tipologie di scene:
esecuzione: esegue una o più azioni in base alla pressione di un pulsante su app
automazione: in base all’occorrere di una o più condizioni esegue una più azioni
Possono essere create catene di scene:
una scena di esecuzione può utilizzare una automazione
una scena di automazione può utilizzare una esecuzione o una automazione
A differenza della popolare app eWeLink Sonoff, un medesimo dispositivo può essere utilizzato all’interno di una certa scena sia come condizione che come attività.
Le macro-tipologie di condizione possibili sono le seguenti:
tap sull’app
parametri ambientali (temperatura, umidità, condizioni meteo, evento di alba/tramonto, velocità del vento) di una città prescelta
posizione (ingresso/uscita da un’area definita)
pianificazione temporale di un evento
stato o variazione di stato di un dispositivo
Le tipologie di attività possibili sono le seguenti:
controllare un dispositivo
eseguire una scena
inviare una notifica in app
attendere un certo ritardo
La ricchezza di opzioni, per quanto limitata ai dispositivi associati direttamente, e’ decisamente maggiore di quella di IFTTT.
Nelle attività delle scene Smart Life, vorrei evidenziare in particolare la possibilità di:
eseguire azioni multiple in sequenza ciascuna con un proprio ritardo configurabile
specificare un segmento di tempo Validità che può essere basato anche sugli intervalli tra alba/tramonto (giorno) e viceversa (notte)
Un primo semplice esempio di automazione e’ la temporizzazione (inching) per trasformare un interruttore WiFi in un pulsante WiFi:
Un secondo esempio di automazione e’ invece quello di realizzare un interruttore crepuscolare che si attiva automaticamente all’orario previsto per il tramonto e si spegne nel momento previsto per l’alba:
Smart Life App istruzioni: modificare il nome di un dispositivo
Tappando sull’icona matita in alto a destra si entra nel dettaglio dispositivo dove e’ possibile, ad esempio, modificare il nome del dispositivo stesso:
Tuya Smart Life App istruzioni: Google Home, Amazon Echo e Amazon Alexa
I servizi in cloud di Smart Life App, permettono di controllare comodamente i nostri prodotti e dispositivi compatibili Tuya Smart con la voce sia mediante Google Home che Alexa.
Vediamo nel caso di Google Assistant le istruzioni per collegare le nostre credenziali Smart Life App create in precedenza all’interno dell’app Google Home:
Tutti i dispositivi associati e gli scenari creati in Smart Life saranno automaticamente disponibili in Google Home.
Collegare Tuya Smart Life App ad Alexa
Sono ovviamente disponibile le skill Alexa Smart Life e Tuya Smart. Grazie all’installazione della skill Smart Life su Alexa potrete comandare con la voce tutti i prodotti e dispositivi compatibiliTuya Smart.
Vediamo degli esempi di comandi da utilizzare con le lampadine WiFi:
Alexa, accendi la luce del soggiorno
Alexa, spegni la luce del soggiorno
Alexa, abbassa la luce del soggiorno
Alexa aumenta la luminosità del soggiorno
Alexa, imposta la luce del soggiorno al 20 per cento
Alexa, imposta la camera da letto su verde
Alexa, imposta la camera da letto su bianco freddo
Oppure nel caso di prese WiFi:
Alexa, accendi la mia presa
Alexa, spegni la mia presa
Le istruzioni da seguire per collegare Smart Life ad Alexa sono del tutto analoghe a quelle precedenti:
A questo punto potere controllare i vostri prodotti e dispositivi compatibili Smart Life App e Tuya Smart semplicemente utilizzando la voce col vostro altoparlante intelligente preferito che sia Google Home oppure Amazon Alexa ed Amazon Echo !
Prodotti e dispositivi compatibili Smartlife app e Tuya Smart: hub gateway smart Zigbee
Come approfondito nel mio articolo sui migliori hub gateway Zigbee, sono disponibili diversi prodotti compatibili Tuya Smart con ottimo rapporto qualità prezzo:
Robot aspirapolvere e lavapavimenti Tuya Smart Life
Per gli amanti di questa piattaforma esistono anche dei robot aspirapolvere e lavapavimenti compatibili Tuya Smart Life dei marchi Rozi e Airrobo in vendita su Amazon:
Dopo la lettura della mia recensione pensi di rimanere su Shelly e Sonoff eWeLink o abbracciare la famiglia aperta di prodotti e dispositivi compatibili Smart Life App e Tuya Smart ?
Leggi tutti i miei articoli sulla domotica fai da te Smart Life:
I migliori purificatori aria aumentano la qualità dell’aria in casa inquinata da polveri sottili, acari, polline e virus. Scegli il miglior purificatore aria tra Dyson vs Philips vs Levoit vs Xiaomi Mi Air Purifier o le alternative Winix vs Proscenic vs Honeywell vs Electrolux grazie alla mia recensione completa.
Qualità dell’aria in casa
La qualità dell’aria della nostra casa dipende principalmente dalle condizioni ambientali e dalla presenza di inquinanti:
Condizioni ambientali
Temperatura
Umidità
Inquinanti chimico fisici
Gas di combustione (CO2, CO)
Particolato sottile (PM2.5)
Composti organici volatili (COV)
Gas radon
Inquinanti biologici
Batteri, virus, pollini, acari
Composti allergenici
Condizioni ambientali non ottimali ed una concentrazione elevata di inquinanti possono avere effetti negativi sulla nostra salute:
A breve termine
mal di testa e nausea
difficoltà respiratorie
reazioni cutanee
reazioni allergiche
infezioni oculari
irritazione naso e gola
bronchiti
polmoniti
A lungo termine
malattie respiratorie croniche
cancro ai polmoni
malattie cardiache
danni cerebrali e neurologici
danni agli organi interni
Per migliorare la qualità dell’aria abbiamo alcune semplici regole e punti di attenzione da seguire:
Evitare temperatura ed umidità elevate controllando le condizioni ambientali
Aerare gli ambienti più volte durante la giornata per evitare l’accumulo degli inquinanti
Utilizzare sempre l’aspirazione mediante cappa/ventola quando si cucina ed aprire le finestre per evitare l’aumento dell’umidità
Effettuare sempre la manutenzione degli impianti di condizionamento inclusa la sostituzione dei filtri
Rimuovere immediatamente le muffe utilizzando candeggina, nel caso in cui compaiano
Usare i prodotti per la pulizia con grande moderazione perché contengono composti organici volatili (COV)
Rimuovere i tappeti che sono ricettacolo di polvere, soprattutto con bambini o persone soggette ad allergie
Utilizzare un aspirapolvere di buona qualità che non rilasci polvere durante l’utilizzo
La combustione della legna in caminetti e stufe è una fonte rilevante di particolato atmosferico e composti nocivi
Rispettare la normativa sul divieto del fumo
Le principali soluzioni per ridurre la concentrazione di inquinanti presenti nell’aria in casa vertono sul ricambio dell’aria e sulla filtrazione:
Aprire le finestre
Basta qualche minuto di ricambio d’aria attraverso la finestra per abbattere tutti gli inquinanti, ma d’inverno fa perdere un sacco di calore.
Purificare l’aria
Il miglior purificatore aria può catturare diversi elementi inquinanti per quanto occorre sostituire periodicamente il filtro.
Ventilazione meccanica
La ventilazione meccanica controllata con recupero di calore permette di ricambiare e filtrare l’aria senza perdere calore.
Per quanto non ci siano studi scientifici che provino che i migliori purificatori ariaportatili migliorino effettivamente la nostra salute, è invece dimostrato che contribuisce a ridurre la concentrazione di alcuni degli agenti inquinanti presenti nell’aria e quindi può migliorare la qualità della vita quotidiana per le persone affette da allergie o con problemi respiratori:
allergie: un depuratore d’aria per allergie è in grado di rimuovere in larga parte acari, polveri sottili, polline, pelo gatto e cane sospesi nell’aria riducendo i sintomi delle allergie. Non dimenticate che gli allergeni possono essere annidati nei tappeti quindi occorre comunque lavorare con un aspirapolvere !
problemi respiratori: le persone affette da asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva possono trarre beneficio per i sintomi della malattia grazie alla riduzione del particolato sospeso PM2.5
Per quanto i migliori purificatori aria siano ottimi per abbattere polveri sottili e pollini non risolvono allo stesso modo tutti i problemi di qualità dell’aria:
odori: di solito sono causati da molecole troppo piccole per essere catturate da un filtro. Alcuni modelli dei migliori purificatori aria sono dotati di filtri ai carboni attivi dalla dubbia efficacia. Meglio ricambiare l’aria
composti organici volatili (COV): il depuratore aria casa col suo filtro a carboni attivi ha un effetto limitato nel tempo ed è necessario intervenire sulla sorgente di inquinamento
germi: alcuni tra i migliori purificatori aria sono dotati di lampada ad ultravioletti ma questa tecnica si è dimostrata efficace solo nella decontaminazione dell’acqua
Come scegliere il miglior purificatore aria
Ci sono almeno quattro aspetti fondamentali da prendere in considerazione per scegliere il miglior purificatore aria:
Filtro HEPA
Portata di aria pulita (CADR)
Costi di esercizio
Rumorosità
Funzionalità smart
Filtro HEPA
La prima domanda per scegliere tra i migliori purificatori aria per casa e’ relativa alla presenza di un filtro HEPA ovvero un sistema di filtrazione ad alta efficienza. HEPA e’ infatti l’acronimo di High Efficiency Particulate Air filter.
Un filtro HEPA è costituito da fogli filtranti in micro-fibra su più strati, separati da setti in alluminio in grado di bloccare le particelle solide inquinanti, incluso il particolato sottile PM2.5, presenti nel flusso d’aria da trattare:
Filtro HEPA
Un filtro HEPA combina quattro meccanismi fisici grazie ai quali raccoglie e blocca le particelle presenti nel flusso d’aria che lo attraversano:
Diffusione
Le particelle piccole (0,1 µm) hanno una traiettoria che si allontana dalla direzione generale del flusso e vengono catturate per effetto elettrostatico.
Intercettazione diretta
Le particelle medie (tra 1µm e 3 µm) vengono attirate dalle fibre del filtro quando passano a una distanza inferiore al diametro della particella.
Collisione o inerzia
Le particelle di grosse dimensioni (15/30 µm) continuano la loro traiettoria e per inerzia vengono a collidere con le fibre del filtro.
Setaccio
Quando il diametro delle particelle è più grande della distanza fra le fibre e quindi le particelle non riescono ad attraversare il setto.
Nel grafico seguente è possibile vedere, in funzione delle dimensioni delle particelle, l’efficienza di ciascun contributo alla capacità complessiva del filtro HEPA :
I filtri HEPA sono categorizzati in base all’efficienza di filtrazione ed alla penetrazione per particelle di 0,3 µm, secondo la normativa europea EN 1822:
Gruppo
Classe
Efficienza
Penetrazione
Filtri EPA
E10
≥ 85 %
–
Filtri EPA
E11
≥ 95 %
–
Filtri EPA
E12
≥ 99,5 %
–
Filtri HEPA
H13
≥ 99,95 %
≤ 0,05
Filtri HEPA
H14
≥ 99,995 %
≤ 0,005
Tranne qualche modello più vecchio dotato di un filtro EPA E12, i migliori purificatori aria sono praticamente tutti dotati di filtro HEPA H13.
Questo ci rassicura molto per la capacità di filtrare particolato sottile e batteri, ma che succede con i virus che hanno diametro inferiore a quello di certificazione?
Dimensione delle particelle degli inquinanti fisici e biologici
L’efficienza del filtro HEPA si mantiene elevata anche con particelle più piccole e quindi possiamo stare tranquilli col miglior purificatore aria:
Depuratore d’aria ionizzatore
Ci sono diversi modelli sul mercato che filtrano l’aria per mezzo di ionizzatori, ovvero emettendo particelle cariche che si fissano a quelle presenti nell’aria facilitandone la cattura da parte di un filtro. Alcuni di questi dispositivi possono emettere ozono che irrita i nostri polmoni. La raccomandazione è quella di evitare questi modelli.
Portata di aria pulita (CADR)
Il secondo criterio per scegliere il miglior purificatore aria è che abbia una portata sufficientemente grande per filtrare l’aria dell’ambiente in cui dovremo utilizzarlo.
La capacità di filtrare di un depuratore aria casa è definita in base al volume di aria depurata nell’unità di tempo (CADR, Clean Air Delivery Rate) e viene misurata in m³/ora.
Il CADR necessario per una certa superficie dipende soprattutto dal numero di ricambi d’aria che potranno essere effettuati ogni ora:
2 ricambi / ora sono il minimo per una normale pulizia dell’aria
5 ricambi / ora nel caso ci sia qualcuno che soffre d’asma o allergie
8 ricambi / ora in caso di fumo o aria fortemente contaminata
Ad esempio per una stanza di 30 m², che corrisponde ad un volume di circa 90 m3, ci vorrà un purificatore aria con CADR compreso tra 180 e 720 m³/ora.
Ciascuna azienda produttrice dei migliori purificatori aria potrebbe interpretare questa regola di massima a suo piacimento: quando dovete decidere l’unico parametro oggettivo rimane il CADR e non la superficie ottimale dichiarata.
Comunque meglio abbondare con la portata quando scegliamo il purificatore aria migliore: al massimo la qualità dell’aria tornerà regolare più velocemente.
Costi di esercizio
Il terzo fattore nella scelta dei migliori purificatori aria riguarda i costi di esercizio, costituiti essenzialmente dai consumi elettrici e dai filtri di ricambio.
Rumorosità
Quarto ed ultimo criterio riguarda la rumorosità: meglio evitare che il rumore possa infastidirvi visto che potreste passaci un sacco di tempo vicino magari durante il vostro sonno ristoratore
Miglior purificatore aria: Dyson vs Philips vs Levoit vs Xiaomi
Sicuramente il lungo periodo di pandemia ha ampliato l’interesse di mercato, ma le migliori marche rimangono sempre le medesime:
Dyson
Philips
Levoit
Xiaomi
Winix
Basandoci sulla lunghissima introduzione, in questa tabella ho messo a confronto le caratteristiche di alcuni modelli, ordinati per capacità crescente, che ambiscono a tutto diritto ad essere il purificatore aria migliore.
Partiamo con la recensione del purificatore aria Dyson Pure Hot + Cool, prodotto dalla nota azienda inglese Dyson, specializzata in elettrodomestici ad altissima tecnologia ed innovazione.
Un depuratore aria casa Dyson, come tutti i prodotti di questa azienda, si differenzia molto per innovazione e design:
La famiglia di purificatori aria Dyson prevede quattro tipologie di prodotto:
Una domanda che ho riscontrato frequentemente è se il purificatore aria Dyson emette ozono nel suo funzionamento.
L’ozono è un gas formato da tre atomi di ossigeno, di colore bluastro e di odore caratteristico pungente ed irritante. Viene prodotto in atmosfera dalla reazione tra ossidi di azoto, composti organici volatili e raggi solari.
La presenza di elevati livelli di ozono danneggia la salute umana, quella degli animali e delle piante (ne influenza la fotosintesi e la crescita) e produce il deterioramento dei materiali.
Gli effetti principali che ha sull’uomo sono:
irritazioni di occhi, naso, gola ed apparato respiratorio
senso di pressione sul torace e la tosse (forte azione irritante nei confronti delle mucose)
I rischi dipendono dalla concentrazione di ozono presente e dalla durata dell’esposizione:
sintomi irritativi sulle mucose oculari e sulle prime vie respiratorie per esposizioni di alcune ore a livelli di ozono a partire da 0,2 mg/m3
in bambini ed in giovani adulti sono state osservate riduzioni transitorie della funzionalità respiratoria, a livelli inferiori di ozono, a partire da 0,12 mg/m3
Per rispondere alla domanda se il purificatore aria Dyson produce ozono, ci viene incontro il California Air Resources Board (CARB), un ente che certifica tutti i migliori purificatori aria prima che vengano messi in vendita in California.
Questa certificazione prevede che un depuratore aria casa portatile abbiamo un livello di emissione di ozono massimo di 0,050 parti per milione.
Accedendo all’elenco dei migliori purificatori aria certificati in California è possibile verificare che quasi tutti i purificatore Dyson, ad eccezione dei modelli Cryptomic, sono certificati e rientrano nei limiti di produzione di ozono.
Miglior purificatore aria Philips
Nella vasta gamma di prodotti della multinazionale olandese, sono presenti due famiglie di purificatore aria Philips:
Modalità di purificazione automatica intelligente: grazie a un sensore di particelle professionale, rileva automaticamente e si adatta anche ai minimi cambiamenti nell’aria
Indicazione tramite colore per conoscere la qualità dell’aria in tempo reale: è divisa in 4 fasi, da blu (buona) a rosso (scarsa), per garantire la qualità dell’aria in casa
Funzionamento ultra silenzioso con illuminazione attenuata in modalità sleep: le luci del display sono attenuate e il depuratore aria casa funziona quasi in silenzio per pulire l’aria durante la notte, fino a 35 db(A). Ideale da usare in camera da letto o nella stanza dei bambini
Dimensioni compatte: si adatta facilmente in qualunque stanza della casa. Adatto per una stanza di 49 m² con un CADR di 190 m³/ora
Purificazione efficace: rimuove efficacemente il 99,5% di nanoparticelle, fino a 0,003 µm (800 volte più piccole del PM2.5), inclusi PM2.5, polline, polvere e peli di animali, ecc. Rimuove efficacemente il 99% di batteri e il 99,9% di virus, così sarai sempre sicuro di respirare aria pulita
Dotato di un design aerodinamico e del filtro NanoProtect, Vitashield IPS il purificatore aria Philips AC1215/10 offre una maggiore erogazione di aria pulita, pari a fino 270 m³/ora. È in grado di rimuovere efficacemente le particelle ultrasottili anche di appena 0,02 µm e di ridurre i gas nocivi come la formaldeide e i composti organici volatili.
Modalità automatica
I livelli di PM2.5 in ambienti interni possono superare di molto quelli stabiliti dalle linee guida locali per via dell’inquinamento esterno o di attività come cucinare, pulire e così via. Il sensore dell’aria intelligente di cui e’ dotato il purificatore aria Philips AC1215/10 è in grado di rilevare i livelli di PM2.5 e di aumentare la velocità del depuratore aria casa per eliminare le particelle inquinanti.
Modalità notturna
La modalità di rilevazione notturna è progettata per la camera da letto; il purificatore aria Philips AC1215/10 prepara rapidamente l’aria per il sonno e controlla costantemente la qualità dell’aria mentre dormi per garantire che sia sempre pulita. Le spie luminose attenuate o spente e il basso livello di rumorosità aiutano te e la tua famiglia a dormire meglio.
Avviso protezione aria sana
L’avviso di protezione aria sana ti avvisa subito quando è il momento di sostituire il filtro. Se il filtro non viene subito sostituito, l’apparecchio si spegne per evitare un funzionamento inefficace. Così avrai la certezza di respirare aria sempre più sana.
Misura qualità aria
La ghiera colorata sul pannello di controllo del purificatore aria Philips AC1215/10 offre una visione chiara della qualità dell’aria in 4 colori, dal blu (buon livello di allergeni e particelle) al rosso (scarso livello di allergeni e particelle).
Filtro HEPA NanoProtect
Il filtro HEPA NanoProtect Philips serie 3, non incluso col purificatore aria Philips AC1215/10, è realizzato con materiali di elevata qualità. È in grado di catturare fino al 99,97% di particelle anche di appena 0,3 micron, ovvero le dimensioni degli allergeni, delle particelle nocive, dei batteri e dei virus più comuni. Il filtro di alta qualità, dotato di una struttura solida e stabile, assicura un’efficacia di filtraggio elevata per tutta l’aria.
E’ molto importante che nella sostituzione periodica del filtro del vostro purificatore aria Philips facciate attenzione alla tipologia per ottenere l’efficacia attesa nella filtrazione:
Approfondiamo le caratteristiche del purificatore ariaLevoit LV-PUR131, uno dei modelli di maggiore successo della casa americana e che ambisce sicuramente a poter essere il miglior purificatore aria.
[aawp bestseller=”Xiaomi Mi Air Purifier” grid=”3″ ribbon=”none” description_items=”0″ button=”none” filter_items=”10″ items=”3″ filterby=”title” filter_type=”include” filter=”xiaomi”]
Miglior purificatore aria: Proscenic A8
Aggiungo anche la marca cinese emergente nel campo dei prodotti intelligenti per la casa Proscenic che ha il suo purificatore aria Proscenic A8:
Proscenic A8
Le caratteristiche principali del Proscenic A8 sono le seguenti:
Tecnologia UPV
Il CADR di Proscenic A8 può raggiungere fino a 220 m³/ora coprendo un’area di 55 m2.
Controllo smart
Con l’app ProscenicHome puoi comandare il depuratore d’aria Proscenic A8 da smartphone. Supporta anche i comandi vocali Alexa e Google Home.
Rilevamento qualità aria
Grazie al sensore integrato, il Proscenic A8 ti indicherà la qualità dell’aria in tempo reale: rossa, giallo o verde a seconda che sia scarsa, buona o eccellente.
Timer
Puoi impostare orari e modalita’ di funzionamento sia dal pannello touch che comodamente dallo smartphone con l’app.
Connessione WiFi
Grazie alla connessione WiFi potrai comandare il tuo Proscenic A8 ovunque tu sia.
Rumore basso
In modalità sleep, il Proscenic A8 funziona sotto i 24 dB consentendo di dormire tranquillamente in un ambiente confortevole.
Le dimensioni sono estremamente limitate (24 x 24 x 42 cm) ed i filtri operano su quattro strati differenti:
Filtri Proscenic A8
Guardate questo test del Proscenic A8:
E’ disponibile anche il fratello maggiore Proscenic A9 con CADR di 460 m3/ora adatto a superfici fino a 90 m²:
Le caratteristiche principali del purificatore aria Honeywell sono le seguenti:
cattura il 99,97% del particolato fine e degli inquinanti fonte di allergie quali acari, polveri sottili, polline, pelo gatto e cane (filtro True-HEPA)
aiuta a ridurre gli odori sgradevoli ed i composti organici volatili COV (pre-filtro)
Dimensioni del locale fino a 63 m²
Indicatore a LED della qualità dell’aria
Nella confezioni sono inclusi un pre-filtro ed filtro True-HEPA; e’ comunque possibile acquistare un filtro ai carboni attivi più economico.
Miglior purificatore aria: Dyson vs Philips vs Levoit vs Xiaomi?
Ora che grazie a questa recensione avete una panoramica completa, siete pronti ad acquistare il miglior purificatore aria per migliorare la qualità dell’aria nella vostra casa e combattere batteri, virus, polveri sottili, acari, polline, pelo gatto e cane che provocano allergie?
La mia preferenza come miglior purificatore aria, per l’ottimo rapporto qualità convenienza, continua ad andare al Philips AC1215/10.
Stufo di dover innaffiare a mano le piante sul balcone? Vorresti controllare e modificare l’irrigazione del giardino anche mentre sei in vacanza? Scopri come fare nella mia guida completa all’irrigazione smart.
Tipologie di impianti di irrigazione
Per rendere piacevoli ed avere un tocco di natura nelle nostre abitazioni, per quanto siano piccole, possiamo arricchirle con piante e fiori
Se viviamo in un appartamento possiamo abbellire il balcone o il terrazzo con dei vasi sempre fioriti.
Se abitiamo in una casa col giardino avremo aiuole fiorite, prato verde e magari anche un piccolo orto.
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In ogni caso, oltre al pollice verde, il segreto per avere piante e fiori rigogliosi è quello di garantirne la corretta irrigazione in ogni condizione:
in primavera dove la pioggia non è così infrequente
in estate quando il caldo torrido rende tutto secco
in ogni momento, anche quando siamo lontani da casa magari per una meritata vacanza
Per farlo senza dover usare l’innaffiatoio a mane, possiamo realizzare un impianto di irrigazione.
Le due tipologie di sistemi di irrigazione principali sono le seguenti:
Irrigazione a goccia
Ogni pianta riceverà la quantità d’acqua giusta all’orario opportuno: ideale per piante in vaso su balconi e terrazzi, per aiuole ed anche per l’orto.
Irrigazione interrata
E’ il sistema più comodo, invisibile ed efficace per annaffiare il prato ed il giardino, negli orari migliori e con la giusta quantità d’acqua.
In entrambi i casi la differenza può essere fatta dalla centralina che si occupa di programmare automaticamente l’irrigazione assicurando la fornitura della corretta quantità d’acqua in ogni momento: un sistema di irrigazione smart è in grado di farlo nel modo più intelligente e comodo.
Un impianto di irrigazione a goccia distribuisce sempre la giusta quantità d’acqua a ogni singola pianta, quando e dove serve, per fiori e verde rigogliosi:
Terrazzo e balcone
Per i vasi in terrazzo, balcone o patio, un impianto a goccia è la soluzione ideale, aggiornabile ed adattabile anche in caso di risistemazione o spostamento dei vasi.
Aiuole
Un impianto a goccia assicura la massima versatilità con aiuole, siepi e arbusti. Programmatori, tubi e raccordi permettono un’installazione e programmazione facile.
Orto o serra
In orto e serra coltiviamo piante con esigenze differenziate: gocciolatori per le piante che temono i ristagni d’acqua, nebulizzatori per insalata e terreni appena seminati.
Predisporre un impianto di irrigazione a goccia fai da te è semplicissimo e divertente: basta qualche ora per realizzare una o più linee di irrigazione. Con l’irrigazione a goccia è possibile adattarsi alla tipologia di terreno, di pianta e di clima mediante tipologie di gocciolatori e tempi ed intensità di irrigazione differenti.
I componenti di un impianto di irrigazione a goccia sono i seguenti:
Impianto irrigazione a goccia
centralina irrigazione a batteria
tubo collettore per la linea principale di irrigazione
raccordi tra tubi e circuiti di irrigazione
tubi capillari per alimentare i gocciolatori
gocciolatori
A seconda dell’esigenza avremo lo schema dell’impianto di irrigazione a goccia più adatto:
Balcone e terrazzo
Aiuole
Orto
Il cuore del sistema di irrigazione a goccia è il programmatore, alimentato a batteria, che si interpone tra rubinetto e tubo collettore: utilizzando una centralina di irrigazione smart potremo quasi dimenticarci di questa incombenza.
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Irrigazione interrata
Un impianto di irrigazione interrata ha due principali vantaggi:
irrigazione precisione per un manto erboso compatto e uniforme grazie ad irrigatori pop-up e turbina
assenza di tubazioni ed irrigatori esterni spiacevoli da vedere e che possono ostacolare i movimenti
suddivisione del giardino in diverse zone ciascuna delle quali può ricevere la corretta quantità d’acqua
possibilità di coprire anche superfici ampie
La predisposizione di un impianto di irrigazione interrata è sicuramente più onerosa inizialmente ma porta a notevoli vantaggi successivamente ed è comunque un lavoro alla portata di tutti.
I componenti di un impianto di irrigazione interrato sono i seguenti:
Impianto irrigazione interrato
centralina irrigazione a zone
elettrovalvole di irrigazione di zona
raccordi
irrigatori statici pop-up o a turbina
valvola di drenaggio
sensore pioggia e gelo
Nel progettare l’impianto di irrigazione interrato occorre coprire tutta l’area del giardino con le seguenti accortezze:
usare gli irrigatori da 90° negli angoli, da 180° lungo le bordure e quelli da 360° negli spazi liberi
sovrapporre le aree tra di loro per garantire sia copertura e quantità d’acqua uniforme
Gli irrigatori vanno raggruppati in zone di irrigazione distinte in modo che:
il consumo d’acqua complessivo non ecceda mai la portata disponibile
ogni zona abbia un consumo d’acqua uniforme
Le tubazioni partiranno dal pozzetto in cui verranno montate le elettrovalvole che comandano il flusso d’acqua relativo a ciascuna zona in cui è stato suddiviso l’impianto:
Anche nel caso dell’irrigazione interrata il cuore del sistema è il programmatore: utilizzando una centralina di irrigazione smart a zone che comanda le varie elettrovalvole otterremo i risultati migliori possibili.
Caratteristiche di una centralina irrigazione smart
Come già visto l’utilizzo di una centralina irrigazione automatica ha molti vantaggi per il nostro impianto di irrigazione:
possibilità di impostare facilmente orari e tempi di irrigazione
comodità di irrigare automaticamente anche quando si è in vacanza
configurazione differenziata a seconda della zona di irrigazione nel caso di impianto interrato
Un programmatore irrigazione tradizionale ha degli evidenti limiti:
la programmazione dell’irrigazione è statica e non segue l’andamento stagionale di temperatura ed umidità ambientale
non viene tenuto conto delle precipitazioni se non eventualmente interrompere l’irrigazione in corso in base ad un sensore di pioggia esterno
è possibile cambiare la programmazione esclusivamente mentre siamo a casa
Il risultato è che molto spesso la quantità d’acqua fornita potrebbe essere, a seconda dei casi, troppo grande o insufficiente col risultato che piante e prato ne risentano.
L’evoluzione della tecnologia per rendere più intelligente la nostra casa è stata applicata anche all’irrigazione smart che è riuscita a superare tutti i limiti precedenti ed aggiunto ulteriori funzionalità:
gestione remota dell’impianto di irrigazione smart tramite smartphone o PC ovunque vi troviate ed in qualsiasi momento
adattamento dell’irrigazione smart in base alle previsioni meteo ed alle caratteristiche di terreno e piante
gestione dell’impianto di irrigazione smart condivisa tra più utenti, tipicamente i membri della famiglia
report avanzati sul funzionamento del sistema di irrigazione smart
rilevazione automatica dei guasti
comando vocale dell’irrigazione smart tramite Alexa e Google Home
integrazione dell’irrigazione con altri dispositivi e servizi smart
Gestione remota mediante smartphone impianto irrigazione smart
Per rendere possibile la gestione remota di un impianto di irrigazione smart viene fatto uso di servizi in cloud a cui il programmatore accede, eventualmente tramite l’utilizzo di un hub gateway esterno di collegamento nel caso di centraline a batteria.
A titolo del tutto illustrativo riporto il diagramma di funzionamento della centralina irrigazione smart a batteria RainPoint:
Schema di funzionamento di un impianto di irrigazione smart
Il funzionamento dell’impianto di irrigazione smart è il seguente:
le centraline irrigazione smart, incluso un eventuale sensore umidità e temperatura terreno, comunicano via radio con il loro hub gateway WiFi
l’hub gateway WiFi, attraverso la connessione di internet domestica, comunica con i servizi in cloud della propria piattaforma
l’app su smartphone interagisce con i servizi in cloud permettendo di gestire la centralina irrigazione WiFi
grazie all’integrazione dei servizi in cloud è possibile comandare il programmatore irrigazione WiFi anche tramite comandi vocali con Alexa e Google Home
i servizi in cloud della piattaforma di irrigazione smart possono recuperare le previsioni meteo ottimizzando la programmazione
Il funzionamento di un sistema di irrigazione smart è garantito anche in caso di problemi sulla connessione ad internet: chiaramente le funzioni intelligenti, come quelle basate sulle previsioni meteo, non saranno invece disponibili.
Nel caso di centraline irrigazione smart per impianti interrati, normalmente alimentate in modo fisso, la connettività è assicurata in due maniere:
mediante un modulo aggiuntivo da montare sulla centralina di irrigazione per renderla smart
Modulo irrigazione smart Hunter Wand
Modulo irrigazione smart Rain Bird LNK2
in modo nativo all’interno della centralina irrigazione smart
Irrigazione smart in base alle previsioni meteo
Non tutta l’acqua che cade sul suolo tramite la pioggia o l’irrigazione arriva alle piante:
solo una parte dell’acqua riesce ad essere assorbita dal terreno
le radici riescono ad assorbire fino ad una certa profondità
parte dell’acqua passa nell’aria in forma di vapore per l’effetto congiunto, chiamato evapotraspirazione, della traspirazione delle piante e l’evaporazione direttamente dal terreno
Evapotraspirazione
I produttori di sistemi di irrigazione smart hanno così realizzato piattaforme che, grazie alla possibilità di recuperare le previsioni meteo locali tramite i servizi in cloud, ottimizzano il funzionamento dell’impianto di irrigazione, assicurando che le piante ricevano sempre la giusta quantità di acqua.
I dati meteo sono prelevati da servizi come ad esempio Weather Underground.
Ciascuna azienda ha la propria funzionalità di irrigazione smart in base al meteo:
Hunter Predictive Watering
Orbit WeatherSense
Nelle soluzioni più economiche di centraline irrigazione smart questo tipo di funzionalità potrebbe non essere presente.
App gestione irrigazione smart
Ciascun produttore di centraline di irrigazione smart ha sviluppato la propria app proprietaria per la gestione da smartphone, in alcuni casi esiste anche una versione da PC.
Riporto per completezza quelle delle soluzioni più popolari in Italia, dove suggerisco di porre attenzione alle recensioni, sia nel numero che nella valutazione media.
Tuya Smart Life è una piattaforma di domotica generalista e non specializzata specificamente nell’irrigazione.
Eve for HomeKit App
Questo è l’unico caso in cui non è disponibile la versione per smartphone Android.
Non trovate nessun modello delle popolari aziende Hunter e Rain Bird perché a catalogo hanno esclusivamente centraline smart a batteria con connettività Bluetooth che necessitano di avere lo smartphone in prossimità.
In questa tabella sintetica potete anche le caratteristiche principali delle migliori centraline irrigazione smart a batteria a confronto:
[aawp table=”50668″]
Date anche un’occhiata a questa ottima recensione omnicomprensiva:
Tutti i modelli di centralina irrigazione smart a batteria necessitano di un hub gateway per il collegamento ad internet tramite il router WiFi domestico.
Per approfondire ulteriormente potete leggere i seguenti articoli:
Centralina irrigazione smart a zone per impianti interrati
Passando invece al settore delle centraline irrigazione smart adatte per l’installazione fissa in un impianto interrato, le opzioni sono davvero innumerevoli: il principale fattore differenziante è il numero di zone gestite.
La scelta di modelli è davvero ampia:
ho filtrati le migliori centraline irrigazione WiFi a 4, 6 ed 8 zone che coprono il grosso delle esigenze domestiche
i prodotti che prevedono più versioni con zone gestite crescenti sono state attribuiti alla taglia inferiore
Centralina irrigazione WiFi a 4 zone
Tutti i modelli necessitano dell’installazione del modulo addizionale per la connessione WiFi:
Per quanto non siano esattamente una centralina irrigazione smart, una soluzione che riscontra molti consensi negli amanti della domotica fai da te è quella di utilizzare un interruttore smart con contatto pulito in uscita.
Puoi trovare le mie guide dettagliate per le due piattaforme più popolari in Italia:
Abiti in provincia o in periferia? Stufo della velocità scarsa della tua fibra in rame FTTC? Guida completa per il collegamento ad internet col migliore modem con SIM 4G o router 4G+ con SIM come TP-Link Archer MR600 vs Huawei B818-263 vs Huawei B535-232 vs FRITZ!Box 6890 LTE vs Netgear e antenna 4G esterna migliore come Poynting, LowcostMobile, Iskra o una soluzione unica come i router LTE MikroTik.
Fibra in rame FTTC con velocità limitata
Partiamo dal mio problema che credo possa riguardare molti: la velocità massima di download e latenza (ping) della mia connessione internet mediante fibra su rame FTTC sono peggiorate nel tempo fino ad arrivare ad un livello non accettabile.
Riporto ad esempio una misure a campione effettuata mediante la nota app SpeedTest tramite il mio smartphone Xiaomi Mi 9 collegato al WiFi di casa:
Aggiungo anche l’andamento nel corso di 12 mesi della velocità di download su fibra misurata utilizzando uno dei miei Raspberry Pi:
Situazione davvero deprimente: devo arrabbiarmi col mio provider di connettività internet o e’ purtroppo un limite tecnologico e fisico? Vediamo come capirlo.
Ricordiamo prima di tutto come funziona un collegamento in fibra su rame FTTC:
La velocità di trasmissione sul doppino in rame decresce molto rapidamente a causa di:
distanza dell’abitazione dal cabinet (789 metri nel caso della mia abitazione)
diafonia tra le linee in rame del cavo di collegamento
Possiamo confrontare la misura di velocità precedente con le informazioni che il mio modem libero FRITZ!Box 7530 riporta:
Facendo uso del grafico che mostra l’andamento della velocità massima di download per collegamenti VDSL2 rispetto alla distanza dal cabinet di strada, possiamo facilmente che nel mio caso non e’ possibile superare di molto i 30 Mbit/s:
Quando attivai la linea un paio di anno fa, per primo nella strada in cui abito, andavo infatti ad una velocità massima di download di 33 Mbit/s.
Evidentemente col passare del tempo e l’attivazione di altre utenze FTTC / VDSL2 la mi velocità e’ man mano degradata a causa dell’effetto della diafonia (crosstalk).
Questo grafico e’ piuttosto eloquente in merito all’impatto del crosstalk:
Vediamo ora di capire come valutare se la connettività internet mobile 4G a casa possa essere un’alternativa valida e concreta ad una fibra su rame FTTC scadente.
Test velocità rete 4G, 4G+ e 4.5G LTE
Disponendo di copertura 4G+ nella zona di casa mia, ho effettuato una serie di test di velocità comparativi in tre punti differenti di casa mia, mediante smartphone, tramite connessione internet 4G con SIM Vodafone:
Dentro casaFuori casaBalcone con braccio proteso
Ho riassunto tutte le misure in questa tabella riepilogativa:
All’esterno della mia casa, mediante la rete 4G LTE, si possono raggiungere velocità decisamente maggiori rispetto alla fibra in rame FTTC, anche in termini di latenza. Abbiamo una speranza !
Cerchiamo ora di capire come le caratteristiche della rete 4G LTE possano avere determinato il risultato della misure fatta a casa.
Velocità rete 4G LTE e LTE-Advanced 4G+ / 4.5G
La velocità raggiungibile nella trasmissione dati utilizzando la connessione alla rete 4G LTE dipende fondamentalmente dai tratti di rete che vengono materialmente attraversati per arrivare dal nostro dispositivo ad internet:
connessione tra il nostro dispositivo, smartphone, modem con SIM 4G o router 4G, con l’antenna BTS 4G LTE
collegamento (backhaul) tra l’antenna BTS 4G LTE ed il resto della rete del provider di servizi: può essere direttamente in fibra ottica o mediante ponte radio ad un’altra BTS
collegamento ad internet della rete del provider di servizi
Architetture rete 4G LTE
La componente con maggiore variabilità è proprio il collegamento via radio tra smartphone o modem con SIM 4G con la BTS LTE; i fattori che ne influenzano principalmente le performance sono i seguenti:
banda di frequenze
ampiezza spettro disponibile
schema di modulazione: efficienza nel trasmettere i dati in un certo slot di frequenze (in ordine crescente QPSK, 16QAM, 64QAM e 256QAM)
supporto MIMO (Multiple Input Multiple Output): utilizzo di più elementi di antenna contemporaneamente
Tutti questi fattori dipende dalle caratteristiche tecniche supportate sia dall’antenna BTS 4G LTE che dallo smartphone/modem/router: verificarle in fase di scelta ci preserva da molte sorprese e permette di ottenere le prestazioni massime dalla rete.
In linea generale la velocità massima di download è maggiore con:
maggiore ampiezza di banda disponibile (20 MHz è il massimo per uno slot in Italia)
schema di modulazione più evoluta (il migliore è 256QAM)
supporto MIMO mediante l’uso di più antenne (2×2, 4×4 o 8×8)
La banda di frequenze influenza soprattutto il livello di copertura:
Le frequenze più basse (B20 800 MHz) coprono distanze maggiori ed assicurano la copertura all’interno degli edifici
Le frequenze più alte sono molto utilizzate in ambienti urbani potendo essere aggregate a quelle più basse e con minori interferenze
A titolo illustrativo ho predisposto questa tabella che mostra la velocità di download al variare dell’ampiezza dello slot di banda disponibile e dello schema di modulazione utilizzato:
Slot banda
16QAM
64QAM
256QAM
5 MHz
13 Mb/s
19 Mb/s
25 Mb/s
10 MHz
25 Mb/s
38 Mb/s
49 Mb/s
15 MHz
38 Mb/s
56 Mb/s
73 Mb/s
20 MHz
50 Mb/s
75 Mb/s
98 Mb/s
Vediamo invece l’effetto del MIMO sulla velocità (esempio con modulazione 64QAM):
Slot banda
1×1 MIMO (SISO)
2×2 MIMO
4×4 MIMO
5 MHz
19 Mb/s
38 Mb/s
75 Mb/s
10 MHz
38 Mb/s
75 Mb/s
150 Mb/s
15 MHz
56 Mb/s
113 Mb/s
225 Mb/s
20 MHz
75 Mb/s
150 Mb/s
300 Mb/s
Ribadisco che questi sono valori massimi teorici e dipendono dal supporto di MIMO e schema di modulazione sia da parte del vostro terminale 4G LTE che delle antenne della rete dell’operatore utilizzato.
In questa tabella ho sintetizzato gli schemi di modulazione ed il supporto MIMO per i vari operatori in Italia:
Per chi non ne avesse a sufficienza, è disponibile online un simulatore online della velocità raggiungibile dal 4G: LTE Throughput Calculator.
Bande 4G LTE in Italia
Come visto, la banda di frequenza e l’ampiezza di spettro disponibile utilizzate nella rete 4G LTE contribuisce a determinare la velocità massima di download raggiungibile teoricamente; in questa tabella ho sintetizzato le caratteristiche delle bande utilizzate in Italia:
Banda
Frequenza (MHz)
Iliad
TIM
Vodafone
Wind Tre
B1
2.100
2 x 10 MHz
2 x 5 MHz
2 x (5 / 10) MHz
4 x 10 MHz
B3
1.800
2 x 10 MHz
2 x (10 / 15 / 20) MHz
2 x (10 / 15 / 20) MHz
4 x 10 MHz
B7
2.600
2 x 10 MHz
2 x 15 MHz
2 x 15 MHz
4 x 20 MHz
B20
800
2 x 10 MHz
2 x 10 MHz
2 x 10 MHz
B32 *
1.500
20 MHz
20 MHz
B38
2.600
2 x 15 MHz
* supplemental downlik
Mettendo insieme tutte le informazioni disponibili relative a banda e modulazione, in questa tabella ci sono le velocità di download massime (Mb/s) raggiungibili dai vari operatori:
Banda
Frequenza (MHz)
Iliad
TIM
Vodafone
Wind Tre
B1
2.100
100
100
150
100
B3
1.800
100
200
200
200
B7
2.600
100
150
150
200
B20
800
100
100
100
B32*
1.500
200
200
B38
2.600
150
* supplemental downlink
Come vedete l’operatore e la banda utilizzata possono influenzare pesantemente il risultato.
Utilizzando le statistiche fornite da LTE Italy, è possibile anche farsi un’idea dell’utilizzo delle diverse bande nelle BTS dei vari operatori:
Banda
Iliad
TIM
Vodafone
Wind Tre
B1
98%
34%
96%
97%
B3
100%
75%
85%
99%
B7
99%
25%
47%
68%
B20
72%
83%
82%
B32
1%
4%
B38
22%
Dato aggiornato al 17 luglio 2022
Per questo motivo può essere molto utile acquistare un modem con SIM 4G o router 4G+ che consenta la anche la selezione manuale della banda di collegamento.
Velocità rete LTE-Advanced 4G+ e 4.5G: carrier aggregation
Grazie alla tecnologia 4G LTE-Advanced, è possibile effettuare anche la carrier aggregation di diversi canali contemporaneamente, appartenenti alla stessa banda od a bande diverse, per arrivare ad una velocità massima ulteriormente migliorata propria delle cosiddette reti LTE-Advanced 4G+ e 4.5G:
LTE Adavanced Carrier Aggregation
Quindi, a seconda dell’operatore e delle aree attualmente coperte, grazie alla carrier aggregation del 4G LTE-Advanced è possibile passare dai “semplici” 150 Mbit/s del 4G LTE ed arrivare alle velocità seguenti:
Carrier Aggregation
DL (Mbit/s)
Cat LTE
Iliad
TIM
Vodafone
Wind Tre
CA_3A_20A
20 MHz
150
Cat 4
CA_3A_7A
20 MHz
150
Cat 4
CA_3A_20A
25 MHz
225
Cat 6
CA_7A_20A
25 MHz
225
Cat 6
CA_3A_20A
30 MHz
225
Cat 6
CA_3A_7A
30 MHz
300
Cat 6
CA_3A_32A
40 MHz
300
Cat 6
CA_3A_7A_20A
40 MHz
300
Cat 9
CA_3A_20A_32A
50 MHz 256QAM
375
Cat 11
CA_3A_20A_32A
50 MHz 4×4 MIMO 256QAM
750
Cat 16
CA_3A_7A_32A
55 MHz 4×4 MIMO 256QAM
1.080
Cat 16
CA_3A_7A_20A_32A
65 MHz 256QAM
640
Qualche osservazione sui dati della tabella:
L’etichetta della carrier aggregation corrisponde alle bande di frequenza da cui sono presi gli slot aggregati: ad esempio CA_3A_7A corrisponde a B3+B7
La banda totale aggregata dipende sia dal numero di canali che l’ampiezza degli slot a disposizione del singolo operatore
La velocità teorica raggiungibile dipende, come già detto, anche da MIMO e schema di modulazione supportati
Sono velocità per internet di assoluta eccellenza e confrontabili con quelle della fibra (FTTH) e sono raggiungibili se il vostro smartphone, modem con SIM 4G o router 4G supporta tali tipologie di carrier aggregation
Cat 6 è il minimo per aggregare due bande ed arrivare ad una velocità di download massima di 150 Mbit/s, ma andando oltre possiamo sfruttare tutta la potenza sprigionabile dagli operatori arrivando a velocità superiori.
Se volete avere una panoramica dell’infinita lista di combinazioni di carrier aggregation definite dallo standard, leggete 4G LTE Carrier Aggregation.
Categoria di smartphone, modem con SIM 4G e router 4G+
Per beneficiare delle sorprendenti velocità del 4G LTE (fino a 150 Mbit/s) ed LTE-Advanced (fino a 1.000 Mbit/s) descritte in precedenza, occorre uno smartphone, modem con SIM 4G o router 4G+ che sia in grado di supportarle correttamente e non avere sorprese.
Per quanto riguarda i dispositivi utente, come smartphone, modem con SIM 4G e router 4G+, c’è una classificazione standard che definisce una categoria numerica.
Maggiore è la categoria LTE di un dispositivo 4G e migliori sono le sue prestazioni in termini di velocità di download ed upload.
Nella tabella seguente ho evidenziato in grassetto le categorie più comuni che potete trovare nei modem con SIM 4G e router 4G+ disponibili sul mercato con le rispettive caratteristiche:
DL (Mbit/s): velocità massima in download
UL (Mbit/s): velocità massima in upload
QAM: schemi di modulazione supportati
MIMO DL: MIMO supportati in download
CA DL: carrier aggregation in download
Categoria LTE
DL (Mbit/s)
UL (Mbit/s)
QAM
MIMO DL
CA DL
LTE Cat 0
1
1
1×1
LTE Cat 1
10
5
1×1
LTE Cat 2
50
25
2×2
LTE Cat 3
100
50
2×2
LTE Cat 4
150
50
2×2
2×10 MHz
LTE Cat 5
300
75
4×4
LTE Cat 6
300
50
64
2×2, 4×4
2 x 20 MHz
LTE Cat 7
300
100
64
2×2, 4×4
2 x 20 MHz
LTE Cat 8
3.000
1.500
64
8×8
LTE Cat 9
450
50
64
2×2, 4×4
3 x 20 MHz
LTE Cat 10
450
100
64
2×2, 4×4
3 x 20 MHz
LTE Cat 11
600
50
64, 256
2×2, 4×4
LTE Cat 12
600
100
64, 256
2×2, 4×4
LTE Cat 13
400
150
256
2×2, 4×4
LTE Cat 14
4.000
1.500
256
8×8
LTE Cat 15
800
200
64, 256
2×2, 4×4
LTE Cat 16
1.000
150
64, 256
2×2, 4×4
LTE Cat 18
1.200
150
64, 256
2×2, 4×4, 8×8
LTE Cat 19
1.600
13.500
64, 256
2×2, 4×4, 8×8
LTE Cat 20
2.000
300
64, 256
2×2, 4×4, 8×8
LTE Cat 21
1.400
300
64, 256
2×2, 4×4
LTE Cat 22
2.500
400
64, 256, 1024
2×2, 4×4
Per approfondire meglio tutte le caratteristiche definite per una certa categoria di dispositivo, leggete User Equipment category.
Come trovare la BTS migliore per il modem router 4G con SIM e antenna esterna
Nella ricerca di una soluzione di connettività internet basata su rete mobile LTE 4G o LTE-Advanced 4G+ o 4.5G alternativa alla fibra su rame FTTC a casa, la prima verifica tecnica da effettuare e’ la presenza di una antenna BTS ottimale per la nostra abitazione in termini di:
Il sito LGEItaly, di cui esiste anche app omonima, ci facilita il compito permettendo di trovare posizione e caratteristiche aggiornate delle antenne BTS 4G LTE dei principali provider italiani.
Vediamo dunque in concreto quali siano le antenne BTS 4G LTE più vicine a casa mia situata nella periferia di Vigevano in provincia di Pavia:
Mappa LGEItaly
Nel momento in cui scrivo l’articolo risulterebbero disponibili per casa mia le seguenti tre antenne BTS 4G:
BTS 4G (eNb)
Distanza (metri)
Iliad
TIM
Vodafone
Wind Tre
126100 / 1002361
260
B1 B7 B3
B1 B3 B7 B20
27198 / 126406
1.100
B1 B3
B1 B3 B7 B20
27197 / 500736
1.000
B1 B7 B3
B1 B20
Ricordo nuovamente che l’antenna BTS 4G ottimale per la propria casa e’ quella che racchiude le caratteristiche seguenti, in ordine di importanza decrescente:
la più vicina fisicamente
col maggior numero di bande disponibili
con le bande B3 e B7 che assicurano le velocità massime
di un operatore con rete LTE 4G+ / 4.5G (supporto carrier aggregation)
Vi prego anche di notare il seguente il paradosso: l’antenna BTS 4G ottimale per casa mia e’ molto più vicina (260 metri in linea d’aria) rispetto al cabinet di strada dove arriva il doppino in rame della mia FTTC (790 metri) !
Come misurare copertura e velocità della rete LTE 4G o LTE-Advanced 4G+ e 4.5G a casa
Ho selezionato un paio di app da utilizzare su smartphone Android per verificare in modo semplice le caratteristiche delle antenne BTS LTE 4G prossime a casa mia a cui lo smartphone può collegarsi e la potenza e la qualità corrente del segnale corrente:
Vediamo quali sono le informazioni principali rese disponibili tramite l’app NetMonster che arricchiscono la semplice icona 4G / 4G+ presente su Android con un esempio misurato nel comune di Tromello non eccessivamente distante da casa:
icona che indica il tipo di collegamento corrente:
4G: banda utilizzata (800, 1800, 2100, 2600)
4G+: 2CC o 4CC nel caso di carrier aggregation
operatore, tipo collegamento (4G LTE o 4G LTE-A) e bande disponibili (800, 1800, 2100, 2600)
dati della cella e dell’antenna BTS
dati sulla qualità del collegamento corrente
ampiezza di banda dei canali utilizzati correntemente
Anche mediante Network Cell Info potete reperire le medesime informazioni:
Network Cell Info
Approfondiamo meglio il significato dei dati relativi alla qualità del collegamento corrente:
RSRP (Reference Signals Received Power): potenza (dBm) segnale utile ricevuto
RSRQ (Reference Signal Received Quality): qualità complessiva (dB) segnale agganciato incluso il carico della cella
SNR (Signal to Noise Ratio): qualità segnale ricevuto (dB)
TA (Timing Advance): stima della distanza dall’antenna BTS
E questi sono i valori di riferimento con cui confrontarsi:
Per comprendere meglio l’effetto della qualità del segnale ricevuto sulle performance effettive del 4G, ho recuperato questo grafico che mostra la relazione tra velocità massima in download e la potenza del segnale ricevuto (RSRP):
Posso quindi completare le quattro misure di latenza e velocità effettuate in precedenza con i dati relativi a potenza e qualità della connessione corrente a cui anche aggiunto un misura in prossimità della BTS di giorno e di notte per vedere i limiti:
IN CASA
FUORI CASA
BALCONE
C/o BTS
C/O BTS NOTTE
Connessione
4G LTE
4G LTE
4G LTE-A
4G LTE-A
4G LTE-A
Ping (ms)
15
18
15
26
15
Velocità download (Mbit/s)
3,0
8,5
48,3
176
273
Velocità upload (Mbit/s)
0,3
0,4
3,4
61,7
68,1
RSRP (dBm)
-118
-109
–108
-73
-67
RSRQ (dB)
-14
-11
-13
-10
-6
SNR (dB)
-18
5,8
4,8
22,6
27,8
Qualche osservazione:
nelle varie misure l’antenna BTS 4G LTE utilizzata variava (anche agganciandosi ad una distante oltre 2 km da casa mia)
in casa la banda 4G utilizzata e’ la B20 (800) che riesce a penetrare meglio le pareti per quanto con velocità inferiori
potenza e qualità del segnale sono sempre tra discrete e scarse confermando l’assenza di una antenna BTS 4G LTE Vodafone sufficientemente vicina a casa
all’esterno c’e’ un miglioramento significativo del segnale che permette a latenza e velocità di superare ampiamente quelle della fibra in rame
grazie al supporto della rete Vodafone all’esterno viene utilizzata la carrier aggregation
velocità di download ed upload cambiano drammaticamente in funziona della distanza dalla BTS
il ping (latenza) non e’ quasi influenzato dalla distanza dalla BTS
Per comprendere ancora meglio l’effetto della distanza rispetto all’antenna BTS 4G LTE ho anche fatto una misura muovendomi in auto da casa verso l’antenna stessa, ottenendo questo andamento nella qualità della connessione:
Come potete vedere l’RSRP cresce da -120 a -70 dB ! La distanza dalla BTS conta eccome !
Ho provato a sintetizzare in questo schema la situazione di partenza di utilizzo di un modem con SIM 4G o router 4G+:
Diciamo che ci sono tutte le opportunità tecniche per arrivare col 4G a velocità decisamente interessanti rispetto alla situazione attuale con la fibra in rame FTTC.
Siccome amo approfondire e verificare, ho acquistato una seconda SIM per poter sfruttare l’antenna BTS 4G vicina a casa mia ottenendo questi risultati:
IN CASA
FUORI CASA
BALCONE
Connessione
4G LTE-A
4G LTE-A
4G LTE-A
Banda
800
800
2100
Ping (ms)
23
20
18
Velocità download (Mbit/s)
70,0
77,7
82,4
Velocità upload (Mbit/s)
10,4
38,5
39,7
RSSI (dBm)
-77
-63
-55
RSRP (dBm)
-108
-100
-88
RSRQ (dB)
-11
-12
-9
SNR (dB)
4,8
13,8
19,2
Qualche conclusione relativa al cambio di antenna BTS:
potenza e qualità del segnale sono migliorate moltissimo, sia all’interno che all’esterno rispetto alla BTS più lontana
velocità di download ed upload sono migliorate in modo analogo
la qualità del segnale all’esterno e’ buona (anche se non eccellente)
la latenza e’ leggermente peggiorata
Viste le misure effettuate sulle antenne BTS 4G vicino a casa potrei dunque realizzare questa soluzione alternativa alla connessione in fibra:
valutare un provider internet mobile con offerta per internet illimitato 4G casa attestato sull’antenna BTS vicina a casa per massimizzare potenza e qualità del segnale 4G LTE (e conseguentemente della velocità massima di download e d upload)
scegliere un modem con SIM 4G o router 4G+ da interno (eventualmente già compatibile con il 5G)
installare un’antenna 4G esterna per router 4G tipo MikroTik per massimizzare potenza e qualità del segnale a casa
Una eventuale alternativa, per quanto poco diffusa, è di utilizzare un modello di modem con SIM 4G o router 4G+ da esterno che non richieda una antenna 4G esterna per un collegamento ad internet soddisfacente. Nella parte conclusiva dell’articolo propongo qualche esempio.
Miglior modem con SIM 4G e router 4G+: TP-Link Archer MR600 vs Huawei B818-263 vs Huawei B535-232 vs FRITZ!Box 6890 LTE vs Netgear
In base a tutte le analisi precedenti, vediamo quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere un modem con SIM 4G e router 4G+ per casa:
categoria LTE pari almeno a 6
bande 4G LTE supportate (B1, B3, B7, B20, B32)
supporto carrier aggregation (MIMO 2×2, MIMO 4×4)
possibilità di collegare antenne esterne (con connettore SMA oppure TS-9)
possibilità di fissare le bande 4G LTE che permettono velocità maggiori (B3 e B7)
Vediamo quali sono i migliori modelli di modem con SIM 4G e router 4G+ disponibili attualmente sul mercato che supportino almeno il 4G+ e che abbiano la possibilità di utilizzare un’antenna 4G esterna per il collegamento ad internet:
Ovviamente non c’è una scelta perfetta per tutti. Oltre alle pure caratteristiche di connettività del modem con SIM 4G o router 4G+, occorre anche valutare il proprio caso specifico anche in termini di:
supporto di un collegamento in ADSL o fibra FTTC (i modem router 4G hotspot portatili non sono adatti)
copertura WiFi interna alla vostra abitazione
presenza di un ecosistema di un certo produttore (AVM FRITZ!Box nel mio caso) con cui realizzare una rete WiFi mesh unica molto più facile da gestire
Approfondiamo ora quelli che ritengo i migliori modelli di modem con SIM 4G / router 4G+ per il rapporto tra prestazioni e qualità offerte rispetto al prezzo disponibili sul mercato italiano:
Sul modem router 4G+TP-Link Archer MR600 e’ possibile scegliere manualmente le bande LTE di collegamento utilizzando il firmware (beta) v1_1.1.0_0.9.1 esclusivamente per la versione V1 come descritto sulla Community TP-Link:
Selezione manuale bande su modem router 4G+ TP-Link Archer MR600
Date anche un’occhiata a queste video recensioni del TP-Link Archer MR600:
E questo comodo script utilizzabile in fase di puntamento dell’antenna 4G esterna:
Volendo risparmiare e rimanere entro i 150 Mbit/s di download esistono differenti modelli di router 4G TP-Link Cat4.
La versione del vostro AVM FRITZ!Box 6890 LTE e’ indicata dalla targhetta che si trova alla base del dispositivo.
In questo video trovate un tutorial relativo all’installazione dell’AVM FRITZ!Box 6890 LTE:
Anche sul modem router 4GAVM FRITZ!Box 6890 LTE è possibile scegliere manualmente le bande LTE di collegamento nel menu’ Internet > Dati di accesso > Accesso a Internet:
Come scegliere la migliore antenna LTE esterna per internet e modem router 4G LTE con SIM
Come visto nelle misure precedenti, la potenza e la qualità del segnale ricevuto influenzano moltissimo la velocità massima raggiungibile, indipendentemente dal provider internet mobile scelto.
Per migliorare potenza e qualità del segnale 4G LTE a casa, se non soddisfacente, potete:
traslocare per avvicinare casa vostra ad un’antenna BTS 4G
posizionare il modemrouter 4G all’esterno di casa in preda alle intemperie
Anche in caso di velocità buona, l’utilizzo della migliore antenna 4G LTE da esterno col vostro modemrouter 4G ad alto guadagno può stabilizzare le prestazioni dell’accesso ad internet e renderle resilienti rispetto a condizioni meteo sfavorevoli, una sorte di ponte radio.
Come visto in precedenza, un guadagno di 10 dB introdotto dalla migliore antenna 4G LTE da esterno può trasformare da discreto ad eccellente la potenza e la qualità del segnale sul vostro modemrouter 4G per internet a casa.
Ho provato a simulare l’effetto di un’antenna 4G esterna e modem router 4G LTE con SIM con segnale discreto o buono utilizzando i dati precedenti che legano velocità di download internet e potenza ricevuta (RSRP):
Benefici sulle velocità di download internet con un’antenna 4G esterna per modem router 4G LTE
Come vedete l’effetto potenziale può essere davvero sorprendente!
Questo e’ il diagramma che sintetizza la situazione ottimale nel mio caso:
Modem router 4G LTE con SIM e antenna 4G esterna direzionale MIMO
Come potete vedere, nel mio caso, la potenza del segnale ricevuto dal modem router 4G con SIM può migliorare di ben 40 dBm, grazie alla combinazione dell’uso della BTS più vicina e della migliore antenna 4G LTE da esterno direzionale.
elevato guadagno dell’antenna 4G esterna internet nelle bande 4G LTE (con eventuale supporto delle bande 5G)
tipologia: direzionale o omnidirezionale
supporto alla carrier aggregation (MIMO 2×2 riconoscibile dalla presenza di due connettori)
facilita’ di installazione
In tutti i vostri ragionamenti per migliorare il collegamento ad internet non trascurate il contributo del cavo coassiale di collegamento tra l’antenna LTE esterna ed il modem router con SIM interno: se troppo lungo o di qualità scarsa le sue perdite potrebbero vanificare parzialmente lo sforzo della scelta della migliore antenna 4G LTE da esterno.
Migliore antenna 4G LTE internet da esterno: guadagno
Per evitare fraintendimenti generati da venditori furbetti, e’ opportuno prima di tutto sapere cosa sia il guadagno di un’antenna.
Il guadagno di un’antenna (misurata in dBi) e’ il rapporto tra la densità di potenza irradiata in una data direzione e la densità di potenza che sarebbe generata nella medesima direzione da un radiatore isotropico
Il radiatore isotropico è un riferimento: irradia in modo uniforme in tutte le direzioni con una densità di potenza uniforme
Di fatto il guadagno è una misura di quanta parte della potenza in ingresso è concentrata in una particolare direzione: la maggior potenza che si riesce ad irradiare in una determinata direzione si ottiene a spese di tutte le altre.
Detto in altre parole: maggiore è il guadagno massimo, maggiore è la direttività dell’antenna 4G esterna.
Migliore antenna 4G LTE da esterno per modem router 4G con SIM: direzionale o omnidirezionale?
La prima decisione da prendere nella scelta della migliore antenna 4G LTE da esterno per modem router 4G con SIM è se direzionale oppure omnidirezionale:
un’antenna 4G esterna direzionale ha un guadagno elevato (circa 10 dBi) in una sola direzione e decisamente più debole in tutte le altre
un’antenna LTE esterna omnidirezionale, invece, e’ progettata per avere un guadagno uniforme in tutte le direzione per quanto complessivamente inferiore (circa 2/3 dBi)
Nel caso abbiate una BTS 4G LTE a vista, la scelta migliore sembrerebbe una antenna 4G LTE da esterno direzionale:
potete puntare l’antenna LTE esterna alla BTS che vi interessa
ottenete la massima potenza e qualità del segnale
L’unico punto di attenzione e’ che in caso di BTS congestionata o fuori servizio anche con la migliore antenna 4G LTE da esterno direzionale potreste rischiare di perdere del tutto il segnale.
Adottando invece la migliore antenna 4G LTE da esterno omnidirezionale vi assicurate invece maggiore affidabilità se avete diverse BTS a cui potersi agganciare, per quanto con un guadagno leggermente inferiore.
A titolo di riferimento, riporto il diagramma di radiazione nelle bande B1, B3 e B7 di due antenne della Poynting:
Come si vede, per quanto ristretto, anche il lobo di massimo guadagno dell’antenna 4G esterna direzionale è in grado di coprire circa 60°.
Se avete comunque incertezze per il vostro collegamento ad internet potete cominciate con una antenna LTE esterna omnidirezionale:
sarebbe equivalente a posizionare il modem router 4G all’esterno
potreste incontrare meno problemi iniziali nel puntamento
non avreste guadagni aggiuntivi particolarmente significativi
Migliore antenna 4G LTE da esterno per internet con modem router con SIM
Ho selezionato alcuni modelli della migliore antenna 4G LTE da esterno disponibili adatte a modem router 4G+ con SIM. La tabelle sono ordinate in base alla valutazione di chi le ha acquistate.
Migliore Antenna 4G LTE da esterno omnidirezionale
Per capire a fondo se le differenze di prezzo tra il migliore modello di antenna 4G LTE da esterno e gli altri corrispondano a prestazioni cosi’ differenti, ho estrapolato il guadagno nelle varie bande di interesse, quando disponibile, dei modelli direzionali con valutazioni più alte:
Vi segnalo anche questo interessante video comparativo tra l’antenna 4G esterna Halo&Son Coflex 3200 e Poynting XPOL-2-5G:
Migliore antenna 4G LTE da esterno per internet: Halo&Son Coflex 3200
Prendiamo in considerazione l’antenna LTE esterna per modem router 4G LTE Halo&Son Coflex 3200 per internet che ha le ottime caratteristiche caratteristiche seguenti:
direzionale
guadagno massimo tra 698 e 960 MHz (banda B20): 10 dBi
guadagno massimo tra 1.710 e 2.700 MHz (bande B1, B3 e B7): 11 dBi
supporto MIMO 2×2
connettore N femmina
Antenna 4G esterna Halo&Son Coflex 3200
L’antenna 4G esterna per internet Halo&Son Coflex 3200 viene fornita con due tipologie di cavo coassiale:
coflex 2200
Coflex 2700
Diametro
5 mm
6 mm
900 MHz
0,32 dB/m
0,25 dB/m
1500 MHz
0,42 dB/m
0,32 dB/m
1800 MHz
0,46 dB/m
0,36 dB/m
2000 MHz
0,49 dB/m
0,38 dB/m
2500 MHz
0,55 dB/m
0,42 dB/m
Quindi optate sicuramente per il cavo Coflex 2700.
guadagno massimo tra 698 e 960 MHz (banda B20): 9 dBi
guadagno massimo tra 1.710 e 2.700 MHz (bande B1, B3 e B7): 10 dBi
supporto MIMO 2×2
5G ready
grado di protezione IP65
Guadagno antenna 4G esterna Poynting XPOL-2-5G
A catalogo sono disponibili tre configurazioni dell’antenna 4G esterna Poynting XPOL-2-5G:
A-XPOL-0002-V3-01 con 5 metri di cavo Twin HDF-195 e connettore SMA maschio
A-XPOL-0002-V3-02 con connettore N femmina
A-XPOL-0002-V3-03 con 10 metri di cavo Twin HDF-195 e connettore SMA maschio
Il cavo coassiale Poynting HDF-195, di qualità media, ha le seguenti attenuazioni:
0,35 dB/m @ 900 MHz
0,53 dB/m @ 2000 MHz
0,60 dB/m @ 2500 MHz
Fate attenzione a non confondere l’antenna 4G esterna Poynting XPOL-2-5G col modello di generazione precedente Poynting XPOL-2 (A-XPOL-0002-V2): l’aspetto esteriore e’ identico ma il guadagno e’ leggermente inferiore e manca il supporto alle bande 5G.
Antenna 4G esterna per modem router 4G LTE con SIM Poynting XPOL-1-5G (A-XPOL-0001-V2-21)
E’ disponibile anche il modello di antenna 4G esterna omnidirezionalePoynting XPOL-1-5G (A-XPOL-0001-V2-21) dall’aspetto esteriore molto simile ma con guadagno massimo molto differente:
omnidirezionale
guadagno massimo 3 dBi
supporto MIMO 2×2 e 4×4
5G ready
Guadagno antenna LTE esterna Poynting XPOL-1-5G
Anche in questo caso fate attenzione a non acquistare il modello di antenna 4G esterna precedente Poynting XPOL-1 (A-XPOL-0001): l’aspetto e’ differente e manca il supporto alle nuove bande 5G.
Esiste anche il modello di antenna 4G esterna LowcostMobile ANT4GMIMO10MLCM che è più compatta:
Antenna 4G esterna LowcostMobile ANT4GMIMO10MLCM
L’antenna LTE esterna LowcostMobile ANT4GMIMO10MLCM viene fornita invece con un cavo coassiale LMR200 di qualità discreta avente le seguenti caratteristiche:
L‘antenna 4G esternaIskra P-58 L700 UNI MIMO e’ progettata per la ricezione del segnalare degli operatori mobili utilizzando la tecnologia MIMO (due antenne con montaggio ad X rispetto alle polarità).
Antenna LTE esterna Iskra P-58 L700 UNI MIMO
La Iskra P-58 L700 UNI MIMO copre tutto lo spettro di frequenze LTE dai 700 MHz ai 2,6 GHz.
Le caratteristiche tecniche principali della singola antenna LTE esterna Iskra P-58 L700 UNI MIMO sono le seguenti:
58 elementi
guadagno tra 9 ed 11 dB(i)
polarizzazione 45°
impedenza 50 Ohm
lunghezza 107 cm
Guadagno antenna 4G esterna Iskra P-58 L700 UNI MIMO
Personalmente ritengo che il rapporto tra prestazioni e prezzo dell’antenna 4G esterna Iskra P-58 L700 UNI MIMO sia davvero eccellente.
Potete ovviamente trovare prodotti dal prezzo inferiore, ma il guadagno assicurato dall’antenna 4G esterna potrebbe essere nella realtà marginale e non in linea con quanto promesso.
Cavo coassiale per collegamento antenna 4G esterna con modem router 4G
Come anticipato, il cavo coassiale utilizzato per collegamento dell’antenna 4G esterna può incidere sulla potenza e qualità del segnale ricevuto dal modem router 4G+ con SIM.
La qualità di un cavo coassiale per antenna 4G esterna è misurata dall’attenuazione per unità di lunghezza.
Ho raggruppato i dati dei cavi coassiali forniti con le antenne 4G LTE esterne descritte nei paragrafi precedenti in questa tabella riepilogativa:
LOWCOSTMOBILE WL240
Halo&Son COFLEX 2700
Halo&Son coflex 2200
LOWCOSTMOBILE LMR200
Poynting HDF-195
Diametro
6 mm
6 mm
5 mm
5 mm
5 mm
900 MHz
0,23 dB/m
0,25 dB/m
0,32 dB/m
0,33 dB/m
0,35 dB/m
1500 MHz
0,31 dB/m
0,32 dB/m
0,42 dB/m
0,42 dB/m
1800 MHz
0,34 dB/m
0,36 dB/m
0,46 dB/m
0,47 dB/m
2000 MHz
0,36 dB/m
0,38 dB/m
0,49 dB/m
0,49 dB/m
0,53 dB/m
2500 MHz
0,41 dB/m
0,42 dB/m
0,55 dB/m
0,55 dB/m
0,60 dB/m
Come potete vedere:
la differenza sostanziale nell’attenuazione dipende dal diametro del cavo coassiale utilizzato
alle frequenza più elevate un cavo coassiale lungo 10 metri di bassa qualità potrebbe introdurre un’attenuazione confrontabile col guadagno dell’antenna LTE esterna !
Ci potrebbero essere alcuni casi in cui la soluzione migliore sia quella di utilizzare un modem router 4G LTE da esterno con slot per SIM anziché l’accoppiata modem router interno ed antenna 4G esterna.
Il vantaggio principale di uno modem router 4G LTE da esterno con slot per SIM è quello principale di poter utilizzare un cavo ethernet per il collegamento dall’interno non avendo limitazioni di sorta sulla lunghezza a differenza di un cavo coassiale che opera ad alta frequenza.
Vediamo quali sono le caratteristiche che deve avere un modem router 4G LTE da esterno con slot per SIM:
collegamento mediante ethernet a 100 Mb/s o 1 Gb/s
Segnalo anche i prodotti estremamente interessanti ed innovativi dell’azienda lituana MikroTik, con prestazioni eccellenti e probabilmente indirizzati a quelli più smanettoni.
Il prodotto sicuramente più interessante e’ l’antenna router LTE MikroTik LHG LTE6 kit, particolarmente adatta a situazioni in cui la BTS 4G LTE più vicina sia distante anche parecchi chilometri:
L’unico punto di attenzione dell’antenna router LTE MikroTik LHG LTE6 kit e’ che il collegamento ethernet limita la velocità di picco a 100 Mb/s rispetto ai 300 Mb/s teorici assicurati dal Cat 6 LTE: potrebbe essere un non problema per chi si trova in una situazione particolarmente remota.
Il guadagno dell’antenna 4G esterna parabolica con modem router 4G LTE Cat 6 integrato MikroTik LHG LTE6 kit e’ particolarmente elevato, ad eccezione della banda B20, anche se confrontato con le antenne direzionali viste in precedenza:
Offerte internet mobile illimitato casa per modem router 4G
Il vero problema e’ che al momento non esistono ancora offerte con traffico internet mobile 4G realmente illimitato da parte dei provider principali TIM, Vodafone e Wind Tre.
Ho estrapolato le condizioni generali di contratto relative all’uso personale del servizio che sono alquanto limitanti rispetto all’utilizzo di un’offerta mobile:
volumi di traffico mensili anomali e almeno superiori a 5 volte rispetto alla media di consumo di clienti con offerte omogenee o analoghe.
volumi di traffico dati superiore per tre mesi consecutivi al volume del traffico medio mensile di clienti con offerte omogenee o analoghe
Ovviamente l’informazione di quanto sia il valore della media di consumo di clienti con offerte omogenee o analoghe non è assolutamente reperibile sul sito degli operatori stessi.
Anche le prime offerte del cosiddetto FWA (Fixed Wireless Access) basate sulla rete LTE-Advanced 4G+ e 4.5G non prevedono ancora internet mobile illimitato casa:
TIM Internet FWA
Internet con velocità fino a 30 Mbps in download e fino a 3 Mbps in upload
Traffico mensile illimitato. Per consentire un utilizzo ottimale della rete, oltre i 200 Giga mensili la velocità viene ridotta a 1 Mbps in down e up
Vodafone Giga Network FWA Casa Wireless +
Navighi fino a 100 Mbps in download e 50 Mbps in upload per i primi 200 GB
Terminati i primi 200GB, continui a navigare a 3 Mbps in download e 1 Mbps in upload
Alcuni piccoli fornitori vendono offerte, decisamente care e salate, che utilizzando SIM business dei provider principali offrono grossi pacchetti di traffico mensile o reale traffico illimitato 4G casa:
Flat
Pacchetti Mensili
ROUTER OBBLIGATORIO
TIM
Vodafone
Wind Tre
Broker per la Telefonia
Gigainlab
LundaX
OGILink
Alpsim
Alcuni considerazioni:
da verificare sul campo che il traffico internet 4G casa sia veramente illimitato e non si ricada nelle condizioni d’uso del servizio dei grandi provider
in alcuni casi non vi e’ trasparenza sull’operatore utilizzato: l’assenza di questa informazione impedisce di scegliere in base alla BTS a cui siamo vicini
in tutti i casi e’ presente l’operatore Vodafone a testimonianza della migliore qualità di rete sul territorio italiano
Pagamenti GSE: quanto paga il GSE l’energia immessa in rete 2022 con scambio sul posto e ritiro dedicato per fotovoltaico
Installare un impianto fotovoltaico connesso in rete ci permettere di risparmiare sulla bolletta elettrica, primariamente mediante l’autoconsumo contestuale dell’energia prodotta.
Non è però possibile auto consumare tutta l’energia prodotta dal fotovoltaico: la parte in eccesso viene immessa in rete e consumata da altre utenze.
Fotovoltaico: energia prodotta, autoconsumata, immessa e prelevata dalla rete
Le motivazioni sono piuttosto semplici:
il profilo di consumo della nostra abitazione non può seguire quello di produzione del fotovoltaico (di notte il sole non c’è)
la potenza prodotta dal fotovoltaico varia moltissimo nel corso della stagioni (in inverno è insufficiente, in estate è in eccesso)
Per favorire la diffusione del fotovoltaico sono stati quindi creati nel corso del tempo diversi meccanismi di incentivazione per remunerare la vendita dell’energia prodotta in eccesso ed immessa in rete; quelli principali che si applicano al caso di abitazioni individuali sono:
conto energia: remunerazione dell’energia prodotta (meccanismo non più applicabile ai nuovi impianti dal luglio 2013)
scambio sul posto: corrispettivo per l’energia immessa in rete con un’addizionale per l’energia scambiata (immessa e poi prelevata)
ritiro dedicato: tariffa per la remunerazione della sola energia immessa in rete
Trovate la lista completa dei vari meccanismi di incentivazione sul sito del GSE che include anche quelli interessanti per abitazioni plurifamiliari e condomini come i gruppi di autoconsumatori e comunità di energia rinnovabile.
Per capire la convenienza della vendita dell’energia prodotta dal fotovoltaico e quanto paga il GSE l’energia immessa in rete 2022 in questa guida approfondiremo in modo dettagliato:
Mi preme chiarire da subito un concetto molto importante per valutare la convenienza della vendita dell’energia prodotta dal fotovoltaico:
lo scambio sul posto è conveniente se l’energia prelevata dalla rete nel corso dell’anno è comunque superiore a quella immessa: è il caso più comunque di impianto dimensionato per l’autoconsumo
se avete usufruito del Superbonus 110%, oppure avere un grande impianto non asservito ad una utenza domestica, allora dovete optare per la tariffa con ritiro dedicato
Ho provato a rappresentare su questo grafico illustrativo il confronto dei i pagamenti GSE con scambio sul posto e ritiro dedicato al variare dell’energia immessa in rete a parità di energia prelevata (3.000 kWh nell’esempio):
Pagamenti GSE: scambio sul posto vs ritiro dedicato
Procediamo nella mia guida per capire quanto viene pagata l’energia immessa in rete.
Quanto paga il GSE l’energia immessa in rete 2022: estratto conto pagamenti GSE
Nei pagamenti GSE possiamo ad esempio prendere in considerazione l’estratto conto SSP corrispondente all’ultimo pagamento con conguaglio dell’anno precedente effettuato dal GSE nel mese di giugno:
Pagamenti GSE: quanto paga il GSE l’energia immessa in rete 2022
Tenendo conto che il valore dei due acconti nei pagamenti GSE per il 2021 era stato in totale di 54,6 € il contributo conto scambio sul posto pagatomi in totale nel 2021, relativo all’energia scambiata nel 2020, è stato pari a 102,1 €.
Per analizzare il dettaglio dei pagamenti GSE derivanti dalla vendita dell’energia del fotovoltaico, possiamo anche scaricare i dati di dettaglio dei corrispettivi per contributo in conto scambio sul posto che si trovano nella sezione Contratti – Corrispettivi dell’Area Clienti del sito GSE:
Pagamenti GSE: Scambio sul posto – Sezione Contratti – Corrispettivi Area Clienti sito GSE
Il contenuto del file con il dettaglio de pagamenti GSE potrebbe intimidire qualsiasi professionista.
Il primo dato che è piuttosto agevole estrarre dai file dei corrispettivi dei pagamenti GSE è il dettaglio mensile relativo all’anno precedente dell’energia prelevata ed immessa in rete nelle varie fasce orarie:
Dettaglio energia prelevata ed immessa in rete anno 2020
Che possiamo anche rappresentare graficamente:
Andamento energia prelevata ed immessa in rete anno 2020
Poiché il mio impianto fotovoltaico è sottodimensionato rispetto ai miei consumi elettrici, che includono pompa di calore e piano cottura ad induzione, l’energia immessa è sempre inferiore a quella prelevata anche nei mesi estivi.
Se siete in ansia e non potete attendere fino a giugno la disponibilità dei pagamenti GSE con i dati ufficiali di prelievo ed immissione sul sito GSE, potete comunque scaricare quelli relativi agli ultimi 12 mesi nella sezione Misure GSE-TERNA della vostra area riservata del portale di E-distribuzione.
Sezione Misure GSE-TERNA area riservata portale E-distribuzione
Purtroppo occorre scaricare i dati presenti sul portale di E-distribuzione mese per mese; con santa pazienza ho estrapolato i seguenti dati di energia prelevata ed immessa, non troppo dissimili da quelli dell’anno precedente:
Dettaglio energia prelevata ed immessa in rete anno 2021Andamento energia prelevata ed immessa in rete anno 2021
Siamo pronti per affrontare insieme la sfida di capire come si arrivi praticamente al totale dei pagamenti GSE per la vendita dell’energia del fotovoltaico ottenere due risultati:
verificare la congruità dei pagamenti GSE rispetto a quanto immesso e prelevato in rete
prevedere l’importo del conguaglio che riceverete con i pagamenti GSE nel mese di giugno 2022 in un periodo con grandi turbolenze nel costo dell’energia elettrica
Lo scambio sul posto GSE (SSP) è un meccanismo pensato per gli impianti fotovoltaici dimensionati per l’autoconsumo e che consente di “scambiare” l’energia elettrica prodotta in eccesso ed immessa prima in rete e prelevata poi in un momento successivo.
La soluzione dello scambio sul posto ha il grande pregio di non richiedere altri investimenti, oltre all’installazione di un impianto fotovoltaico, anche in una batteria di accumulo.
Detto in altre parole, lo scambio sul posto GSEfunziona come una batteria di accumulo elettrico virtuale sempre disponibile in cui accumulare l’energia prodotta in eccesso per poi scaricarla successivamente quando ci serve.
Ho provato a schematizzare il funzionamento dello scambio sul posto GSE nel corso delle quattro stagioni:
Il funzionamento complessivo dello scambio sul posto è quello rappresentato nel diagramma precedente:
in estate, con la produzione del fotovoltaico al massimo, accumuliamo in rete energia elettrica per l’inverno, un po’ come delle formiche che si preparano all’inverno
durante l’inverno, con la produzione del fotovoltaico minima, scarichiamo la nostra batteria virtuale di rete
in primavera ed autunno energia prelevata e consumata si bilanciano
Il servizio di scambio sul posto GSEè regolato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) che si occupa del pagamento del contributo GSE, valorizzando l’energia scambiata sulla base dei prezzi nel mercato elettrico ovvero quelli della quota energia presente nella nostra bolletta che include anche altri oneri
Questo vuol dire in pratica che:
l’utilizzo della rete elettrica come batteria virtuale dello scambio sul posto non è completamente “gratuito” perché non ci vengono integralmente gli altri oneri presenti in bolletta
lo scambio sul posto è pensato ed è conveniente per chi utilizza la rete elettrica come batteria di accumulo virtuale: se l’energia immessa supera quella prelevata nel corso di un anno è possibile portare tale eccedenza a credito per l’anno successivo; possiamo comunque optare per la liquidazione dell’eccedenza se il nostro impianto fotovoltaico è sovradimensionato rispetto ai consumi
Abbinare fotovoltaico, pompa di calore e scambio sul posto GSE potrebbe essere una soluzione ottimale:
la pompa di calore aumenta l’autoconsumo istantaneo del fotovoltaico
lo scambio sul posto GSE funziona da batteria di accumulo virtuale in rete per le eccedenze immesse in rete
Se vuoi essere certo cosa contribuisce ai tuoi consumi elettrici, leggi anche il mio articolo Misuratore consumo elettrico.
Nell’ambito della convenzione per lo SSP, il GSE eroga, su base annuale solare, il contributo in conto scambio sul posto CS (in €) che costituisce l’importo dei pagamenti GSE, viene calcolato applicando la seguente formula:
CS = min (OE; CEI) + CUsf * ES
dove:
OE (€)
Onere energia prelevata
Prodotto tra: – quantità di energia prelevata (EPR) – Prezzo Unico Nazionale (PUN)
CEI (€)
Controvalore energia immessa
Prodotto tra: – quantità di energia immessa – Prezzi Zonali Orari (MGP)
CUsf (c€/kWh)
Corrispettivo unitario di scambio forfettario annuale
Definito dall’ARERA
ES (kWh)
Quantità energia scambiata
Minimo, su base anno solare, tra: – quantità energia immessa – quantità energia prelevata
Parametri calcolo scambio sul posto GSE
Nella pratica ci sono due componenti nel ricavo da vendita dell’energia del fotovoltaico con lo scambio sul posto:
quota energia min (OE; CEI) è la valorizzazione economica vera e propria dell’energia scambiata
quota servizi CUsf * ES è un rimborso forfettario, relativamente all’energia scambiata, di tutti gli altri oneri presenti in bolletta
Nel caso in cui vi sia un’eccedenza, ovvero il controvalore energia immessa CEI sia maggiore dell’onere energia prelevata OE si matura anche un credito che si può scegliere se accumulare sull’anno successivo oppure farsi saldare col conguaglio del pagamento GSE:
Cr = max (0; CEI – OE)
Come vedremo nel seguito, la parte quantitativamente più rilevante dello scambio sul posto è la quota energia, corrispondente alla valorizzazione dell’energia elettrica immessa in rete.
somma del Prezzo Unico Nazionale (PUN) e del corrispettivo unitario di scambioforfettario annuale CUsf per la quota di energia immessa che non eccede quella prelevata
Prezzo Unico Nazionale (PUN) per la parte di energia immessa che supera quella prelevata; questa eccedenza può essere accumulata anziché essere saldata col conguaglio
Quindi se il nostro impianto fotovoltaico è asservito ad una utenza domestica, lo scambio sul posto risulta sempre conveniente rispetto al ritiro dedicato; nel caso abbiate usufruito del Superbonus 110% potete sottoscrivere esclusivamente il ritiro dedicato.
Scambio sul posto: onere energia prelevata OE e Prezzo Unico Nazionale PUN
L’onere per l’energia prelevata OE dello scambio sul posto corrisponde alla quota energia pagata in bolletta:
Per avere un riferimento di massima ho sintetizzato l’andamento del Prezzo Unico Nazionale PUN monorario negli ultimi due anni:
Mese
PUN (c€/kWh)
giu-20
2,8
set-20
4,9
dic-20
5,4
mar-21
6,0
giu-21
8,5
set-21
15,9
dic-21
28,1
mar-22
30,8
giu-22
27,1
Andamento Prezzo Unico Nazionale (PUN) Monorario
Occorre osservare diversi aspetti fondamentali:
il PUN è inferiore alla tariffa totale presente in bolletta poiché corrisponde alla sola quota energia
nel corso del 2021 c’è stato un incremento esponenziale del prezzo dell’energia elettrica
l’invasione dell’Ucraina a marzo 2022 ha creato una fiammata ulteriore sui mercati dell’energia, evidenziando l’enorme dipendenza italiana dal gas importato dalla Russia; ad agosto 2022 siamo arrivati ad un incredibile valore di 54,3 c€/kWh
In rete potete anche trovare il valori del Prezzo Unico Nazionale PUN per fasce orarie: personalmente li ho consultati sul sito A2A dove sono costantemente e tempestivamente aggiornati.
Moltiplicando l’energia prelevata dalla rete su base mensile e di fascia oraria per il corrispondente PUN, possiamo calcolare l’onere per l’energia prelevata OE dello scambio sul posto:
Scambio sul posto – Calcolo onere energia prelevata OE
Nel mio caso per l’energia prelevata nel 2021 di 6.149 kWh, il valore determinato per OE, utilizzato per il calcolo del contributo scambio sul posto 2022, è stato di 815,6 €.
Detto in altre parole il Prezzo Unico Nazionale PUN medio per la mia particolare distribuzione di energia prelevata nell’anno 2021 è stato di 13,3 c€/kWh.
Ricordo che in pratica il valore dell’onere per l’energia prelevata OE diventa rilevante per il risultato finale dello scambio sul posto per stabilire la soglia di remunerazione dell’energia immessa in rete.
Scambio sul posto: controvalore Energia Immessa CEI
Il controvalore energia immessa CEI dello scambio sul posto rappresenta in qualche modo il prezzo di vendita dell’energia del fotovoltaico ed utilizza i prezzi zonali orari definiti nel Mercato del Giorno Prima (MGP).
Con una discreta approssimazione per capire quanto viene pagata l’energia immessa in rete potete considerare il prezzo zonale orario applicato sostanzialmente identico al PUN: valgono sicuramente le medesime considerazioni già fatte sul suo andamento nel corso degli ultimi anni.
Moltiplicando l’energia immessa in rete su base mensile e di fascia orario per il prezzo zonale corrispondente, possiamo calcolare il controvalore per l’energia immessa CEI dello scambio sul posto:
Scambio sul posto – Calcolo controvalore energia immessa CEI
Nel mio caso per l’energia immessa nel 2021 di 1.149 kWh, il valore determinato per CEI, utilizzato per il calcolo del contributo scambio sul posto 2022, è stato di ben 129,1 €.
Detto in altre parole il prezzo zonale orario medio per la mia particolare distribuzione di energia immessa nell’anno 2021 è stato di 11,2 €/kWh.
Per un impianto fotovoltaico dimensionamento correttamente, l’energia immessa è normalmente minore di quella prelevata: sarà quindi proprio il CEI a contribuire al totale finale del contributo per scambio sul posto GSE.
E’ abbastanza evidente come il meccanismo dello scambio sul posto GSE non sia pensato come investimento per la produzione col fotovoltaico, come lo era invece il conto energia: lo scambio sul posto è un supporto per bilanciare i consumi invernali con la sovrapproduzione estiva non gestibile mediante autoconsumo istantaneo o batteria di accumulo; le eventuali eccedenze annue sono comunque utilizzabili a credito oppure possono essere saldate.
Ricordo ancora nuovamente che, nel caso in cui abbiate usufruito del Superbonus 110% per la costruzione del vostro impianto fotovoltaico oppure non sia associato ad una utenza domestica, dovrete necessariamente utilizzare la tariffa del ritiro dedicato anziché lo scambio sul posto.
Scambio sul posto: corrispettivo energia scambiata CUsf
Approfondiamo la parte che sta diventando sempre meno rilevante nell’totale del contributo in conto scambiosul posto: la quota servizi ovvero il corrispettivo economico per l’energia scambiata.
Non è altro che il valore al quale, grazie ai pagamenti GSE, ci vengono “rimborsati” gli altri oneri di utilizzo della rete elettrica per l’energia che scarichiamo dalla batteria virtuale dello scambio sul posto GSE dopo averla immessa: è quanto paga il GSE a kW oltre al Prezzo Unico Nazionale (PUN).
Il dato del corrispettivo unitario di scambio forfettario annuale CUsf dello scambio sul posto è definito in una tabella pubblicata annualmente, intorno alla metà di marzo, dall’ARERA di cui riporto un estratto dall’ultima versione disponibile:
Scambio sul posto – Quanto paga il GSE l’energia immessa in rete 2022
Il valore del corrispettivo CUsf, utilizzato per il calcolo del contributo in scambio sul posto GSE, è valorizzato su base mensile e non ci sono differenze in base alle fasce orarie.
Il valore dei corrispettivi CUsf nel corso del tempo ha seguito la riforma tariffaria, in particolare c’è stata l’eliminazione di:
tariffa TD per pompe di calore
scaglioni progressivi di consumo (fino a ed oltre 1.800 kWh/anno)
I corrispettivi CUsf dello scambio sul posto sono stati ridotti drasticamente proprio a partire dal 2017, come potete vedere in questa tabella e grafico in cui sono riportati i valori medi annui relativi alle utenze domestiche BT o a quelle con tariffa D1 pompe di calore (fino a quando in essere):
Anno
CUsf (c€/kWh)
2014
10,4
2015
10,9
2016
10,8
2017
5,9
2018
5,8
2019
6,5
2020
6,5
2021
5,1
Andamento corrispettivo energia scambiata CUsf
Purtroppo, anche a causa dell’incremento del prezzo dell’energia elettrica, il valore del corrispettivo energia scambiata CUsf è diventato col tempo la componente dello scambio sul posto sempre più marginale.
Il calcolo del corrispettivo forfettario energia scambiata, una volta compreso, è molto semplice: basta moltiplicare il valore del CUsf per l’energia scambiata totale calcolata su base mensile, come minimo tra energia prelevata ed immessa.
Vediamo in modo facile con dei numeri concreti riprendendo come riferimento i miei dati relativi all’energia scambiata che come vedete deve essere calcolata su base mensile come il minimo tra energia immessa e prelevata:
Dettaglio energia scambiata anno 2021
Nel mio caso per l’energia scambiata nel 2021 il corrispettivo forfettario dello scambio sul posto risultante sarà di ben 57,3 €, ancora meno dell’anno precedente!
Come anticipato questa parte determina solo più marginalmente quanto paga il GSE a kW con lo scambio sul posto.
Nel mio caso, con impianto fotovoltaico fortemente sottodimensionato, non ho maturato nessuna eccedenza da potere essere portata come credito per l’anno successivo oppure liquidata:
Cr = max (0; CEI – OE) = max (0; 129,1 – 815,6) = 0
Possiamo sintetizzare i risultati della vendita dell’energia del fotovoltaico con parole semplici concludendo che:
l’energia scambiata – prodotta in eccesso dal fotovoltaico, immessa nella batteria di accumulo virtuale della rete e poi prelevata – è stata complessivamente valorizzata con lo scambio sul posto a circa 16,5 c€/kWh, ovvero la somma del Prezzo Unico Nazionale PUN / Prezzo zonale orario medio e del corrispettivo unitario di scambioforfettario annuale
l’eventuale eccedenza annuale – immessa in rete oltre a quella prelevata – sarebbe stata valorizzata con lo scambio sul posto a circa 11,2 €/kWh ovvero il Prezzo Unico Nazionale PUN / Prezzo zonale orario medio
Per una comprensione immediata della convenienza della vendita dell’energia del fotovoltaico tramite lo scambio sul posto GSE, vi suggerisco di confrontare i corrispettivi sopra indicati, in particolare quelli relativi alle utenze domestiche BT, con le tariffe del vostro contratto di fornitura dell’energia elettrica.
Come riferimento potete vedere il sommario della mia ultima bolletta elettrica disponibile relativa al mio contratto in mercato libero con tariffa bioraria e potenza impegnata 4,5 kW di fatto fissata.
Tenendo conto che c’è anche il canone Rai incluso nel totale, parliamo di 221 € per 1.410 kWh, ovvero una tariffa elettrica media di 16 c€/kWh.
Prendete il valore con le pinze perché siamo in periodi di bufera sul costo dell’energia per cui il valore qui riportato potrebbe non essere più attuale nel momento in cui leggete questo articolo.
Quindi vi consiglio di prendere con pazienza la vostra ultima bolletta e verificare la tariffa effettiva che vi viene applicata. Conviene farlo periodicamente.
Traiamo qualche conclusione per il mio caso specifico ma che potrebbero essere facilmente generalizzabili:
il costo in bolletta elettrica dell’energia prelevata è stato di 16 c€/kWh
il recupero per l’energia scambiata, grazie allo scambio sul posto GSE, è stato di 16 c€/kWh ovvero il totale del costo in bolletta con mercato libero
l’autoconsumo istantaneo continua ad essere il modo più conveniente di utilizzare l’energia prodotta dal nostro impianto fotovoltaico
lo scambio sul posto GSE può fungere da batteria di accumulo virtuale per quanto con un rendimento limitato
Sono sicuro che nella revisione delle tariffe che il mio operatore farà quest’anno la situazione cambierà legandosi all’andamento del Prezzo Unico Nazionale PUN come nel mercato tutelato.
Vi ricordo quali sono le maniere migliori per aumentare l’autoconsumo del fotovoltaico:
riscaldamento, produzione acqua calda sanitaria e raffrescamento mediante una pompa di calore Smart Grid Ready, in grado di aumentare automaticamente la potenza termica in presenza di un eccesso di produzione solare
accensione automatica, ove possibile, degli elettrodomestici energivori in presenza di energia solare grazie all’utilizzo di un dispositivo di monitoraggio e gestione dei carichi come, ad esempio, Elios4You, Shelly EM o Smappee
ricarica dell’auto elettrica mediante una stazione di ricarica, possibilmente integrata col sistema di gestione dell’energia
utilizzo di una batteria accumulo fotovoltaico elettrico
Vi consiglio dunque la lettura di questi miei articoli:
Quanto paga il GSE l’energia immessa in rete 2022: ritiro dedicato
Col meccanismo del Ritiro Dedicato, alternativo allo Scambio sul Posto, il GSE remunera l’energia immessa in rete con una tariffa per la vendita che fa sul mercato dell’energia per nostro conto. Il Ritiro Dedicato è pensato per gli impianti fotovoltaico che non hanno una utenza domestica associata.
Nei pagamenti GSE la tariffa che ci viene riconosciuto con la vendita dell’energia del fotovoltaico tramite il ritiro dedicato per l’energia immessa dipende dalla tipologia di impianto e dalle eventuali incentivazioni già presenti:
non incentivato (fino a 1 MW) o incentivato (fino a 100 kW): Prezzi Minimi Garantiti (PMG) stabiliti dall’ARERA
incentivato (tra 100 kW e 1 MW) o comunque con superiore a 1 MW: Prezzo Zonale Orario (PO)
Nel caso in cui i Prezzi Minimi Garantiti (PMG) del ritiro dedicato fossero inferiori al Prezzo Zonale Orario (PO) nella tariffa verrebbe comunque conguagliata la differenza.
Bisogna anche sottrarre una minima tariffa a copertura degli oneri di gestione da parte del GSE (dipendente dalla potenza di impianto).
siamo in un momento storico di forte instabilità dei prezzi dell’energia
il prezzo zonale orario con buona approssimazione corrisponde al prezzo unico nazionale PUN
Per prevedere la tariffa del ritiro dedicato nei pagamenti GSE è quindi bene confrontarsi sempre con l’andamento del Prezzo Unico Nazionale PUN già visto in precedenza:
Andamento Prezzo Unico Nazionale (PUN) Monorario
Possiamo sintetizzare con parole semplici quanto viene pagata l’energia immessa in rete nel caso del ritiro dedicato: nella pratica la tariffa coinciderà col Prezzo Unico Nazionale PUN / Prezzo zonale orario medio.
Tocchiamo il tema impianto fotovoltaici realizzato col Superbonus 110% già anticipato in precedenza: la normativa stabilisce che siano tenuti a cedere l’energia elettrica non auto consumata al GSE esclusivamente con la tariffa del Ritiro Dedicato.
E’ anche ammesso al Superbonus 110% il potenziamento di un impianto fotovoltaico già incentivati a condizione che la sezione di impianto potenziato possa:
funzionare in maniera autonoma e indipendente dal resto dell’impianto esistente
misurare la produzione autonomamente
che sia installata in modalità di autoconsumo
che abbia una potenza inferiore a 20 kW
Se le condizioni sono soddisfatte, all’estensione dell’impianto fotovoltaico col Superbonus 110% si applicherà la tariffa del ritiro dedicato.
Pagamenti GSE: quando paga il GSE l’energia immessa in rete con scambio sul posto
E’ facile prevedere quando paga il GSE l’energia immessa in rete poiché sono date pianificate per lo scambio sul posto:
pagamenti GSE acconto primo semestre: giugno (15° giorno lavorativo)
pagamenti GSE acconto secondo semestre: novembre (15° giorno lavorativo)
pagamenti GSE conguaglio: giugno successivo (15° giorno lavorativo)
Quindi nella pratica riceveremo due pagamenti GSE all’anno per lo scambio sul posto:
pagamenti GSE giugno (15° giorno lavorativo): conguaglio anno precedente + acconto primo semestre anno corrente
pagamenti GSE novembre (15° giorno lavorativo): acconto secondo semestre anno corrente
Questo schema illustrativo, relativo a 2020 e 2021 ma applicabile anche al 2022, spiega in modo piuttosto chiaro quando paga il GSE che le due tranche dei pagamenti GSE:
Il contributo in conto scambio sul posto (CS) ha una remunerazione unitaria più conveniente fino a quando l’energia immessa nell’anno è inferiore a quella prelevata, oltre la tariffa diventa del tutto equivalente a quella del ritiro dedicato.
Il punto ottimale per l’investimento in un impianto fotovoltaico con una utenza domestica associata (progettato per l’autoconsumo) è sfruttare tutto il contributo scambio sul posto GSE unitario massimo, ovvero energia elettrica scambiata ed immessa nell’anno uguali.
Pagamenti GSE: scambio sul posto vs ritiro dedicato
Abbiamo quindi una coppia di regole auree per il dimensionamento del fotovoltaico con scambio sul posto GSE per una casa elettrica:
minimizzare la bolletta elettrica mediante la massimizzazione dell’auto-consumo
massimizzare il contributo in conto scambio sul posto assicurando che, sull’anno solare, energia elettrica prelevata ed immessa in rete siano identiche
Nella scelta della taglia del fotovoltaico tenetene conto con grande attenzione.
I valori dei consumi attesi, soprattutto con la pompa di calore per riscaldamento e raffrescamento, possono fare davvero la differenza !
My Solar Family: App GSE fotovoltaico
Vorrei anche citare My Solar Family, un’app per la gestione di GSE e fotovoltaico, disponibile per Android ed iOS.
[appbox googleplay com.mypvfamily screenshots]
Concedendo le vostre credenziali del portale GSE all’app My Solar Family potrebbe accedere più facilmente ai dati storici sul fotovoltaico, conto scambio sul posto, ritiro dedicato e conto energia e capire quanto viene pagata l’energia immessa in rete.
Ventilazione meccanica controllata: lo scambiatore aria casa
La nostra vita quotidiana in un’abitazione immette costantemente nell’aria degli inquinanti come anidride carbonica, monossido di carbonio, vapori organici, particelle in sospensione, formaldeide.
Per garantire sempre una buona qualità dell’aria interna è necessario sostituire l’aria viziata con aria nuova, presa dall’esterno, più pulita.
La ventilazione, che sia naturale o meccanica, consente proprio il ricambio dell’aria negli ambienti della nostra casa.
Uno scambiatore aria casa è fondamentale per assicurare un comfort abitativo elevato ma rappresenta anche una una fetta significativa delle perdite termiche della nostra abitazione:
Attraverso un rinnovo continuo dell’aria degli ambienti interni con aria esterna, la VMCassicura l’abbattimento e la diluizione delle sostanze nocive presenti nella vostra abitazione fino ad eliminarle.
Gli impianti di ventilazione meccanica controllata sono spesso dotati di filtri di varia tipologia e grado filtrante che garantiscono anche il blocco delle sostanze inquinanti presenti all’esterno della nostra abitazione, come ad esempio i gas di scarico delle automobili o degli impianti di riscaldamento, polveri e pollini, garantendo una qualità dell’aria eccellente e contribuendo ai rimedi per l’allergia ad acari, polline e graminacee.
La prima evidente differenza è che una VMC centralizzata richiede un sistema di tubazioni per estrarre l’aria viziata ed immettere l’aria pulita dalla varie stanza alla macchina:
L’aerazione casa necessaria per una stanza di 25 m² di un’abitazione è di circa 35 m³/ora (ricambio del 50% del volume d’aria ogni ora).
Ventilazione meccanica centralizzata
Vediamo ora quali sono le principali tipologie di impianto di ventilazione meccanica controllata centralizzata disponibili:
VMC centralizzata a semplice flusso: l’aria viziata viene estratta dai locali umidi (bagno, cucina, lavanderia) mentre l’aria di rinnovo, prelevata dall’esterno, viene immessa nei locali adiacenti (soggiorno, salotto). La circolazione interna è garantita dal passaggio dell’aria al di sotto delle porte
Ventilazione meccanica controllata centralizzata a semplice flusso
VMC centralizzata con recupero di calore a doppio flusso: l’aria viziata estratta dai locali umidi e l’aria prelevata dall’esterno, preventivamente filtrata, vengono convogliate in un’unità di recupero di calore che assicura il preriscaldamento dell’aria di rinnovo evitando la contaminazione dei due flussi
VMC centralizzata con recupero di calore a doppio flusso
La tipologia più diffusa è la VMC centralizzata a doppio flusso che si caratterizza per avere un doppio impianto di ventilazione, formato da canali di distribuzione separati:
nn condotto controlla e regola l’immissione dell’aria
l’altro è dedicato all’aria in estrazione
i flussi d’aria nei due condotti sono gestiti da ventilatori elettrici distinti
I vantaggi degli impianti di ventilazione meccanica centralizzata con recupero di calore a doppio flusso sono molteplici rispetto alla versione mono-flusso. Il principale è la capacità di trattare, filtrare, riscaldare o raffreddare l’aria esterna fungendo costantemente da scambiatore aria casa costante ed assicurando il recupero di calore dall’aria esausta.
Il recupero di calore permette di sfruttare di tutti i vantaggi della ventilazione, garantendo i bassi consumi energetici dell’edificio. In caso di restauro tale soluzione permetterebbe di ridurre i consumi e di aumentare la classificazione energetica dell’edificio.
Successivamente approfondiremo la mia esperienza personale con il sistema di ventilazione meccanica centralizzata VMC Italia LET.
VMC decentralizzata quale scambiatore aria casa
Per una nuova abitazione ad alta prestazione energetica non ci sono dubbi nell’adottare fin dalla fase di progettazione un sistema di ventilazione meccanica controllata centralizzata: come comportarsi in caso di riqualificazione energetica di una casa già esistente ?
Un’abitazione ristrutturata è sicuramente in grado di migliorare il comfort abitativo, grazie all’isolamento delle pareti esterne tramite cappotto termico, l’installazione di nuove porte e finestre con migliori prestazioni termiche e la sostituzione del sistema di riscaldamento con uno nuovo ad alta efficienza come la pompa di calore.
In un impianto di VMC decentralizzata le unità di ricambio dell’aria sono ideate per l’installazione e la ventilazione delle singole stanze. L’installazione, rispetto ad un sistema centralizzato, risulta quindi molto semplificata richiedendo soltanto una presa di alimentazione ed un foro nel muro esterno per ciascuna stanza, senza nessuna canalizzazione per tutta l’abitazione.
VMC decentralizzata a semplice flusso: la singola macchina di ventilazione non fa altro che estrarre l’aria viziata convogliandola verso l’esterno; l’immissione di aria di rinnovo è effettuata naturalmente tramite apposite feritoie, posizionate sui muri perimetrali o sugli infissi
VMC decentralizzata a semplice flusso
VMC decentralizzata a doppio flusso: in questo caso la macchina provvede meccanicamente sia all’estrazione dell’aria viziata che all’immissione dell’aria di rinnovo in ambiente
VMC decentralizzata a doppio flusso
Una unità di ventilazione meccanica controllata decentralizzata essendo uno scambiatore aria casa è anche un’ottima soluzione per gestire un problema di umidità o muffa localizzato in una o più stanze, ad esempio per i bagni o nel caso non possiate intervenire sui ponti termici mediante l’isolamento esterno col cappotto.
Per facilitarvi ho identificato alcune soluzioni di VMC decentralizzata con recupero di calore disponibili sul mercato che potrebbero fare al caso vostro come alternativa molto più efficiente di un semplice estrattore per bagno.
Ovviamente installare un impianto di ventilazione meccanica controllata richiede di effettuare dei lavori con un costo variabile.
Le complessità da affrontare nel caso di installazione di un impianto di ventilazione meccanica controllata centralizzata in una casa esistente, vogliamo chiamarli svantaggi, potrebbero essere differenti:
probabile necessità di realizzare anche una controsoffittatura dove far passare i canali di distribuzione dell’aria
impossibilità nel far passare le canalizzazioni in determinati punti per la presenza degli impianti esistenti
spazio occupato dal sistema
Mediante la corretta progettazione è possibile gestire queste evenienze nella maggior parte delle abitazioni esistenti ed eventualmente puntare invece ad una VMC decentralizzata, dal costo sicuramente inferiore.
Ventilazione meccanica controllata centralizzata VMC Italia LET 50-25 DC
Partiamo dalla mia esperienza pratica con la ventilazione meccanica controllata centralizzata con dei dati reali per non limitarci alle opinioni che potete trovare ovunque.
Nella mia casa elettrica ho un impianto basato su una unità trattamento aria compatta VMC Italia LET 50-25 DC che assolve alle funzioni seguenti:
ventilazione meccanica controllata con recupero di calore ad alta efficienza
scambiatore in polipropilene in controcorrente con efficienza > 90%
ventilatori con mtore brushless ad altissima efficienza e bassa rumorosità conformi ErP 2015
filtrazione con filtri F7 a bassa perdita di carico
de-umidificazione estiva mediante aumento della portata d’aria con ricircolo parziale aria ambiente e funzionamento del circuito frigorifero
integrazione riscaldamento/raffrescamento opzionale mediante batteria idronica
Approfondiremo solamente il funzionamento in ventilazione e filtrazione che è quello operante 365 giorni l’anno 24×7 e che ci assicura la qualità dell’aria in casa.
Le considerazioni fatte sono valide per macchine di ventilazione meccanica controllata di altri produttori come ad esempio Hoval VMC Homevent, Zehnder e Vortice od anche della grande distribuzione Leroy Merlin. Ovviamente le gamme di accessori e prezzi potranno essere alquanto differenti.
Schema di funzionamento ventilazione meccanica controllata con recupero di calore
Uno schema semplificato di riferimento per la mia unità di ventilazione meccanica controllataVMC Italia LET è il seguente:
Si vedono chiaramente i flussi d’aria in rinnovo ed espulsione che si incrociano nel recuperatore di calore ad alta efficienza.
Il recupero di calore in inverno non fa altro che consentire all’aria fredda che entra dall’esterno di estrarre quasi tutto il calore dall’aria calda interna in espulsione.
Capite nuovamente come la ventilazione meccanica controllata con recupero di calore sia infinitamente più efficiente e confortevole della tradizionale apertura invernale delle finestre o di semplici estrattori a muro.
Regolazione ventilazione meccanica controllata
:
Le regolazioni manuali possibili sulla mia VMC Italia LET sono le seguenti:
Set Rinnovo definisce la velocità del ventilatore di mandata
Set Espulsione definisce velocità del ventilatore in estrazione
Su altri modelli più evoluti di macchine per ventilazione meccanica controllata, oltre alla regolazione manuale della portata d’aria in percentuale, possiamo anche disporre della regolazione automatica della portata dell’aria in base a:
umidità relativa, che l’apparecchio mantiene constante
concentrazione di CO₂ presente in ambiente
funzione party: portata aumentata temporaneamente per gestire la presenza di tante persone in contemporanea
funzione assenza: portata ridotta al minimo per gestire assenze prolungate
Come migliorare i benefici della ventilazione meccanica controllata
La configurazione ottimale di una macchina per ventilazione meccanica controllata deve perseguire gli obiettivi seguenti:
garantire aria costantemente pulita in casa
assicurare uniformità di temperatura ed umidità in tutta la casa
minimizzare i consumi elettrici
limitare le escursioni dell’umidità interna, sia estive che invernali
minimizzare il “rumore” dovuto ai flussi d’aria nel sistema di distribuzione
I primi due punti sono sono ovviamente la “base” della ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e li vivo con grande soddisfazione.
Gli altri obiettivi sono un po’ una sfida perché in competizione tra di loro:
alzando la velocità di estrazione dell’aria viziata
l’aerazione casa migliora (aria più pulita)
il consumi elettrici aumentano
aumenta lo scambio di calore tra interno ed esterno e di conseguenza riduco l’efficienza del recupero termico
la variazione della velocità di immissione dell’aria pulita è invece legata quasi esculsivamente al comfort percepito
Ottimizzazione del funzionamento della ventilazione meccanica controllata
La normative raccomandano che il 50% del volume d’aria venga ricambiato ogni ora.
Nel mio caso della mia abitazione vorrebbe dire che le portate d’aria dovrebbero essere di circa 260 m³/h.
Nella pratica si può anche usare una stima basata sul numero di persone presenti con un contributo di 30 m³/h per persona.
In questo caso arriverei a 4 x 30 = 120 m³/h. Siccome sono un po’ taccagno utilizzerò questa valutazione.
La mia unità di ventilazione meccanica controllata ha una portata massima di 250 m³/h. La regolazione iniziale dei ventilatori dovrebbe essere quindi pari a 120 / 250 = 48 %.
Ma come regolare i flussi di immissione di aria pulita ed estrazione di aria viziata?
In funzione del rapporto tra le due portate di immissione ed estrazione si può ottenere un locale leggermente pressurizzato o de-pressurizzato:
Tutto questo e’ particolarmente rilevante in casi particolari come una sala chirurgica.
Per la nostra casa può bastare che i due flussi effettivi di estrazione ed immissione si bilancino.
Per fare la regolazione in pratica ci si può avvalere di un anemometro messo sulla porta di casa aperta a filo o molto più semplicemente un accendino e regolare le portate fino a quando la fiamma non viene più mossa dallo spiffero d’aria che passa attraverso la porta socchiusa.
E’ quanto ho fatto io in pratica ed è sorprendente vedere gli effetti anche di una variazione minima sulle portate sul pannello della macchina si traducano in spifferi attraverso la nostra porta !
Ventilazione meccanica controllata: filtri aria e aerazione casa
L’impiego dei filtri in uno scambiatore aria casa realizzato mediante la ventilazione meccanica controllata è importante perché garantisce un maggior grado di comfort grazie all’abbassamento del grado di contaminazione anche di acari, graminacee e polline che provocano allergia.
Le particelle che contribuiscono alla contaminazione sono particelle fini e la loro filtrazione richiede filtri ad alta efficacia.
La ricerca medica ha dimostrato che le particelle disperse nell’aria e che possono raggiungere i polmoni sono quelle di dimensioni di 0,3 micron mentre quelle di dimensioni maggiori si fermano nelle vie aeree superiori:
Giusto per comprendere concretamente rispetto a quello di cui si sente parlare sui media in corrispondenza dei blocchi del traffico:
il PM10 sono particelle inquinanti di 10 μm
il PM2.5 sono particelle inquinanti di 2,5 μm
La normativa EN779 classifica i filtri in base a:
Classe G3 → M5: capacita’ percentuale media (Arrestanza) di trattenere la polvere
Classe M6 → F9: capacita’ percentuale media e minima (Efficienza) di catturare un aerosol (particelle da 0,4 μm)
Questo vuol dire che la mia VMC Italia LET, dotata di filtri F7, ha un’efficienza media tra 60% ed 80% assicurando un’efficienza minima del 35%. Non male visto che aria tira in Val Padana !
E non scordate che i filtri possono diventare uno dei rimedi allergia: acari, polline e graminacee saranno un ricordo all’interno della vostra casa con aria pulita senza aprire le finestre.
I filtri ma anche tubazioni e diffusori di un impianto di ventilazione meccanica controllata, richiedono una manutenzione nel tempo per essere mantenuti puliti ed efficaci.
Quindi se non sostituite periodicamente i filtri, indicativamente ogni 6 mesi, potreste perderne tutti i vantaggi.
Nel caso non ve la sentiate di sostenere il costo di un impianto di ventilazione meccanica controllata con filtrazione in una casa esistente, potete prendere in considerazione l’acquisto di un depuratore aria casa più economico: non indirizza il ricambio dell’aria ma è comunque efficace per rimuovere delle particelle sospese.
Volete sapere che risultati ho raggiunto a casa mia ?
Ci sono diverso opzioni smart per poter misurare la qualità dell’aria nella nostra abitazione: poiché devo combattere sempre contro il peso in eccesso, sono anche dotato della bilancia smart Withings Smart Body Analyzer (ora Nokia) che misura anche la temperatura e la qualità dell’aria in casa.
Per quanto non confrontabile con una misura di natura professionale, questa bilancia dispone anche della misura della concentrazione di anidride carbonica (CO2).
Per non limitarci alle opinioni, torniamo ai i valori misurati negli ultimi giorni mentre scrivo l’articolo:
Viaggiamo con una concentrazione che fluttua, corrispondentemente al numero di persone presenti in casa, tra 500 e 900 ppm di CO2.
E’ interessante vedere come la concentrazione cambi col numero di persone presenti. Questo è l’andamento, misurato con la stazione meteo Netatmo, con 2 adulti sempre presenti e 2 ragazzi che vanno a scuola al mattino dei giorni feriali:
Questo è invece il periodo estivo in cui nella prima parte di agosto era presente solamente una persona adulta per poi tornare ai ranghi completi:
Secondo uno studio di Pettenkofer le persone che si trovano in stanze con una concentrazione di CO2 al di sotto dello 0,1% (1.000 ppm) si sentono a loro agio, mentre si sentono chiaramente a disagio in stanze con concentrazioni al di sopra dello 0,2% (2.000 ppm).
In Germania viene fissato come valore limite per gli spazi abitativi lo 0,15% (1.500 ppm) di CO2.
Direi che i risultati raggiunti nella mia casa dotata di VMC Italia LET sono eccellenti !
Se volete potete approfondire l’argomento in Misurare qualità aria casa con sensori qualità aria casa. Ho selezionato alcune opzioni che ritengo molto valide per misurare la qualità dell’aria all’interno della vostra abitazione:
Per poter verificare i consumi elettrici occorre dotarsi si qualche strumento di misura, come spiego nel mio articolo Misuratore consumi elettrici.
I consumi elettrici del mio impianto di ventilazione meccanica controllata sono davvero irrisori, come desumibile dai dati in Tempo Reale sul mio cruscotto online:
Parliamo di soli 0,9 kWh/giorno, ovvero come una lampadina da 38 W sempre accesa !
Spero di avervi aiutato a districarvi tra le opinioni sulla ventilazione meccanica controllata decentralizzata ed a comprendere i pro e contro ventilazione meccanica controllata: ora sono certo che la adotterete come scambiatore aria casa sia che stiate costruendo la vostra nuova abitazione oppure siate in procinto di riqualificazione energetica sul vostro edificio esistente.
VMC decentralizzata migliore marca: Aerauliqa vs Fantini Cosmi vs Suedwind vs Vortice vs Prana
Approfondiamo ora alcuni modelli della migliore marca di VMC puntuale doppio flusso o scambiatore aria casa di marca migliore:
Aerauliqa Quantum NEXT
Fantini Cosmi Aspirvelo Air EcoComfort e Aspirvelo Air RhinoComfort RF
Ho messo a confronto i modelli della migliore marca di VMC decentralizzata in questa tabella riepilogativa che ne racchiude le caratteristiche di base:
La VMC decentralizzata Fantini Cosmi Aspirvelo Air RhinoComfort RF e’ il modello più innovativo prevedendo anche la purificazione dell’aria:
Le caratteristiche salienti della VMC decentralizzata Fantini Cosmi Aspirvelo Air RhinoComfort RF sono le seguenti:
Ricircolo d’aria a flusso alternato
RhinoComfort, grazie all’inversione di ciclo, permette lo scambio continuo d’aria tra interno ed esterno. Questo in inverno previene l’umidità e la comparsa di muffa sui muri, mantenendo sempre basso il livello di inquinanti.
Recupero di calore
Durante il funzionamento a flusso alternato, i flussi d’aria in entrata ed uscita passano attraverso uno scambiatore di calore ceramico, che recupera fino al 90% del calore.
Fotocatalisi
Grazie a un catalizzatore illuminato da una luce a LED, RhinoComfort scompone le sostanze inquinanti presenti nell’aria immessa trasformandole in sostanze innocue.
Test di laboratorio
Prove eseguite da qualificati laboratori certificati hanno attestato la funzionalità.
Le specifiche tecniche principali della ventilazione meccanica controllata decentralizzata Fantini Cosmi Aspirvelo Air RhinoComfort RF sono le seguenti:
Passiamo ora alla seconda tra le unità di ventilazione meccanica controllata decentralizzata della migliore marca disponibili sul mercato che ho deciso di recensire: la Suedwind Ambientika.
VMC puntuale a doppio flusso Suedwind
Si tratta di una ventilazione meccanica controllata decentralizzata con recuperatore di calore che unisce tecnologie avanzate ad una facilità di installazione che la rende davvero alla portata di tutti.
VMC puntuale doppio flusso o scambiatore aria casa Suedwind Ambientika
Essendo una VMC puntuale doppio flusso, la Suedwind Ambientika è ideale per le ristrutturazioni in cui il miglioramento dell’isolamento termico può introdurre problemi di umidità all’interno dell’abitazione.
Ovviamente anche la nota azienda italiana Vortice è sicuramente da annoverare come possibile migliore marca di VMC puntuale a flusso alternato; tra i suoi modelli segnalo:
Vortice Vort HRW Mono
Vortice Vort HRW Mono Evo
Vortice Bra.vo
VMC puntuale a flusso alternato Vortice Vort HRW Mono
Vortice Vort HRW Mono è la prima famiglia di prodotto per VMC puntuale a flusso alternato:
VMC puntuale doppio flusso Vortice Vort HRW Mono
I modelli di VMC puntuale a flusso alternato Vortice Vort HRW Mono sono i seguenti:
Vortice Vort HRW 20 Mono (11634): modello base
Vortice Vort HRW 20 Mono RC (11635): con collegamento via cavo fino a 4 unità
Le specifiche tecniche principali della VMC puntuale a flusso alternato Vortice Vort HRW Mono sono le seguenti:
scambiatore di calore ad alta efficienza di tipo ad accumulo in materiale ceramico
5 velocità con differenti livelli di portata: 10, 16, 22, 30 e 40 m³/h
filtro G3 lavabile
rendimento 90%
rumorosità massima 24 dB(A)
bocca di mandata aria circolare di diametro 160 mm
profondità muro 300 mm (tramite kit opzionale è possibile arrivare fino a 700 mm)
In questa tabella sintetica trovate il confronto delle tre versioni della VMC puntuale a flusso alternato Vortice Vort HRW Mono:
[aawp table=”48495″]
VMC puntuale a flusso alternato Vortice Vort HRW Mono Evo
Grazie ai modelli di VMC puntuale a flusso alternato Vortice Vort HRW Mono Evo, dotati anche di doppio filtro, la famiglia di prodotti è stata completata:
Per ultimo tocchiamo il modello di gran lunga più innovativo di tutti, la VMC puntuale a flusso alternato Vortice Bra.vo:
VMC puntuale doppio flusso Vortice Bra.Vo
Vortice Bra.vo è un sistema di ventilazione meccanica controllata intelligente che consente il ricambio dell’aria negli ambienti domestici. Grazie ai sensori remoti, monitora costantemente la qualità dell’aria ed agisce automaticamente, in caso di valori elevati di inquinamento o umidità interni, aumentando la portata per immettere aria filtrata dall’esterno.
Vortice Bra.vo è un sistema domotico:
gestione remota mediante app su smartphone ovunque ti trovi in qualsiasi momento grazie alla connettività WiFi
integrazione con altri dispositivi della tua casa domotica grazie alla compatibilità con Alexa, Google Home ed Apple HomeKit
integrazione diretta con i dispositivi Netatmo che monitorano la qualità dell’aria
Sono disponibili i seguenti modelli di VMC puntuale a flusso alternato Vortice Bra.vo:
Prana è un’azienda specializzata nei sistemi di ventilazione presente nel mercato della ventilazione da oltre 15 anni.
https://www.youtube.com/watch?v=l7_lx-1eJM0
Le VMC Prana ha un meccanismo di funzionamento innovativo:
i flussi di aria calda viziata ed aria fredda pulita passano in mezzo a degli scambiatori di calore in rame, situati all’interno dell’unità, per quanto divisi fra di loro
in inverno viene recuperato il calore dall’aria calda viziata prima dell’espulsione, in estate l’aria calda pulita viene raffreddata raggiungendo un’efficienza di oltre il 95%
il sistema non è dotato di filtri ma sfrutta le proprietà di purificazione del rame
VMC Prana
Esistono quattro serie di VMC Prana aventi le caratteristiche seguenti:
SILENT
BASE
ERP
ERP PRO
Controllo separato dei motori
+
+
+
+
Timer di spegnimento
+
+
+
+
Supporto Bluetooth
+
+
+
+
Funzione “mini riscaldamento”
+
+
+
+
Funzione ”winter mode”
+
+
+
+
Data e ora
+
+
+
Rilevamento delle condizioni del filtro
+
+
+
+
Sensore di umidità dell’aria
+
+
Sensore di pressione atmosferica
+
+
+
+
Modalità “AUTO”, “AUTO PLUS”
+
+
Sensore equivalente di anidride carbonica, CO2eq
+
Indicatore del coefficiente di efficienza
+
Sensore di qualità dell’aria, VOC
+
1 – temperatura dell’aria in estrazione prima del recupero
+
+
2 – temperatura dell’aria in mandata dopo il recupero
+
+
+
+
3 – temperatura dell’aria in mandata prima del recupero
+
4 – temperatura dell’aria in estrazione dopo il recupero
+
Caratteristiche VMC a doppio flusso Prana
Grazie alla connettività bluetooth è anche possibile comandare la VMC Prana mediante app su smartphone.
Un impianto fotovoltaico è innegabilmente necessario in un nuovo edificio residenziale.
La modalità più immediata per usufruirne è l’autoconsumo, ovvero utilizzare l’energia solare contestualmente alla sua produzione, ad esempio semplicemente accendendo alcuni elettrodomestici energivori come lavatrice o asciugatrice quando splende il sole. Chiaramente questo non è sempre semplice e non possiamo andare oltre un certo limite nei consumi.
Un ulteriore vantaggio di un impianto fotovoltaico è quello di renderci maggiormente indipendenti dalla fornitura di energia elettrica: possiamo così ottenere un determinato grado di autosufficienza, ovvero la percentuale di energia elettrica consumata che viene fornita dal sole.
Autoconsumo ed autosufficienza sono due aspetti differenti di un impianto fotovoltaico:
in estate, con una grande produzione, abbiamo un autoconsumo limitato ma una elevato grado di autosufficienza
d’inverno, con produzione molto ridotta, avremo un autoconsumo pressoché totale ma una grado di autosufficienza limitato
Fotovoltaico: autoconsumo e autosufficienza
Ma quali sono gli accorgimenti da seguire per massimizzare i benefici di un impianto fotovoltaico nella nostra casa?
Come migliorare l’autoconsumo fotovoltaico
Per migliorare, in modo progressivo, il livello di autoconsumo del nostro impianto fotovoltaico abbiamo a disposizione un ventaglio di azioni possibili:
riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria mediante una pompa di calore Smart Grid Ready, in grado di aumentare automaticamente la potenza termica in presenza di un eccesso di produzione solare
accensione automatica, ove possibile, degli elettrodomestici energivori in presenza di energia solare grazie all’utilizzo di un dispositivo di monitoraggio e gestione dei carichi come, ad esempio, Elios4You, Shelly EM o Smappee
ricarica dell’auto elettrica mediante una stazione di ricarica, possibilmente integrata col sistema di gestione dell’energia
utilizzare una batteria accumulo fotovoltaico elettrico
L’utilizzo di un dispositivo per il monitoraggio e controllo dei carichi, anche senza batteria accumulo fotovoltaico, consente già di raggiungere risultati interessanti in termini di incremento dell’autoconsumo:
Autoconsumo fotovoltaico senza monitoraggio e controllo carichiAutoconsumo fotovoltaico con monitoraggio e controllo carichi
Per approfondire come migliorare l’autoconsumo fotovoltaico grazie all’integrazione con una pompa di calore mediante un dispositivo di controllo dei consumi, puoi anche leggere i miei articoli su pompa di calore Smart Grid Ready e Shelly EM.
Vantaggi batteria accumulo fotovoltaico per autoconsumo ed autosufficienza
Approfondiamo ora come una batteria accumulo fotovoltaico può aumentare l’autoconsumo rendendo disponibile anche di sera o di notte l’energia solare prodotta durante il giorno.
Possiamo capirlo facilmente osservando l’andamento nel corso di una giornata della potenza elettrica consumata e prodotta in assenza e presenza di batteria accumulo fotovoltaico:
Fotovoltaico e batteria di accumulo
Ragioniamo su qualche numero considerando, a titolo indicativo, il caso di una famiglia tipo:
consumo annuo di elettricità di 4.500 kWh
impianto fotovoltaico con potenza compresa tra 3 e 6 kWp
In questa situazione è ragionevole stimare come l’autoconsumo fotovoltaico sia intorno al 30%.
Utilizzando delle batterie accumulo fotovoltaico, con capacità compresa tra 4 e 6 kWh, è possibile aumentare l’autoconsumo fino al 70%.
Per generalizzare il concetto è possibile rappresentare su un grafico l’autoconsumo raggiungibile in funzione di:
consumo annuo di energia elettrica (misurato in kWh)
potenza dell’impianto fotovoltaico (misurata in kWp)
capacità delle batterie accumulo fotovoltaico (misurata in kWh)
Per generalità di lettura del grafico dell’autoconsumo, la potenza del fotovoltaico e la capacità delle batterie accumulo fotovoltaico sono state normalizzate rispetto al consumo annuo:
Autoconsumo vs potenza fotovoltaico va capacità batteria accumulo
Applichiamolo utilizzando i dati precedenti:
consumi annui 4.500 kWh
potenza fotovoltaico 4,5 kWp – normalizzata rispetto ai consumi diventa 1,0
In questa situazione la stima di autoconsumo fotovoltaico raggiungibile è intorno al 60%.
Come vedete, noti i consumi elettrici annui è possibile trovare il punto di equilibrio più adatto di potenza fotovoltaico e capacità batterie accumulo fotovoltaico per raggiungere un livello di autoconsumo elevato.
Possiamo costruire lo stesso tipo di diagramma relativamente al livello di autosufficienza, ovvero di copertura dei consumi complessivi:
Come atteso per innalzare significativamente il livello di autosufficienza è necessario investire molto sia sulla taglia del fotovoltaico che sulla capacità delle batterie di accumulo: potrebbe essere non efficiente dal punto di vista economico.
Spingendosi al limite superiore è possibile dotarsi di un sistema Off Grid progettato per operare senza connessione alla rete elettrica.
Calcolo batterie accumulo fotovoltaico capacità e dimensionamento
Il dimensionamento delle batterie accumulo fotovoltaico dovrebbe essere tale da assicurare uno scaricamento sostanziale durante la notte in modo da essere pronte per la successiva disponibilità di elettricità solare del giorno seguente.
Dimensionamento capacità e calcolobatterie accumulo fotovoltaico sono determinati anche dalla potenza dell’impianto fotovoltaico che, sottratto l’autoconsumo contestuale alla produzione, in una giornata di sole dovrebbe essere in grado di caricare completamente la batteria.
Capacità batterie accumulo fotovoltaico = min (0,10 % ÷ 0,15 % consumi annui totali; 1,5 * potenza FV)
Applicandolo concretamente con consumi annui di 4.500 kWh e potenza FV 5 kWp otteniamo col calcolo batterie accumulo fotovoltaico una capacità tra 4,5 e 7 kWh.
Ho provato a sintetizzare in questa tabella sinottica di riferimento il dimensionamento e calcolo capacità batterie accumulo fotovoltaico, nelle righe i consumi, nelle colonne la potenza del fotovoltaico considerando solamente delle combinazioni plausibili in termini di autoconsumo ed autosufficienza ottenibili:
Consumi \ Potenza FV
3,0 kWp
4,5 kWp
6,0 kWp
7,5 kWp
9,0 kWp
3.000 kWh
4,5 kWh
4,5 kWh
–
–
–
4.500 kWh
4,5 kWh
6,8 kWh
6,8 kWh
–
–
6.000 kWh
–
6,8 kWh
9,0 kWh
9,0 kWh
–
7.500 kWh
–
–
9,0 kWh
11,3 kWh
11,3 kWh
9.000 kWh
–
–
–
11,3 kWh
13,5 kWh
Tabella dimensionamento e calcolo batterie accumulo fotovoltaico
Il mercato delle batterie accumulo fotovoltaico è assolutamente molto dinamico. Vengono regolarmente presentati nuovi modelli di batteria accumulo fotovoltaico e la disponibilità è sempre maggiore.
Quando si sceglie una batteria accumulo fotovoltaico dovrebbero essere prese in considerazione le caratteristiche seguenti:
capacità netta delle batterie accumulo fotovoltaico
durata della batteria
potenza massima assorbita
potenza massima fornita
funzionalità aggiuntive come come il peak shaving o il backup
peso ed ingombro
La durata della batteria è normalmente espressa in in numero di cicli di ricarica, ovvero lo scaricamento della batteria fino ad una profondità definita (in % della capacità delle batterie accumulo fotovoltaico) e la successiva ricarica.
Una batteria non dovrebbe essere scaricata al 100%, perché la cosiddetta scarica profonda è dannosa. Quindi si parla di capacità netta delle batterie accumulo fotovoltaico.
La densità di energia di una batteria indica quanta energia può essere immagazzinata per unità di peso.
Le chimiche utilizzate per le batterie di accumulo fotovoltaico sono al litio ed al piombo, aventi caratteristiche profondamente differenti:
Litio
Piombo
Durata
10.000 cicli
500 ÷ 4.000 cicli
Profondità scarica
80 ÷ 90 %
50 %
Densità energetica
80 ÷ 250 Wh/kg
30 ÷ 50 Wh/kg
Caratteristiche batterie accumulo fotovoltaico
Una batteria accumulo fotovoltaico va scelta coerentemente con le proprie esigenze:
potenza dell’impianto fotovoltaico
potenza complessiva dei carichi collegati
tipologia di utilizzo (seconda casa, case unifamiliari o plurifamiliari)
livello e profilo di consumo
possibile luogo di installazione
Una batteria accumulo fotovoltaico può operare come backup in assenza di rete elettrica ma non confondetela con un UPS: normalmente ha tempi di reazione lenti e non è in grado di garantire la continuità nel momento preciso dell’interruzione.
Raccomando la visione di questo video in lingua inglese:
Tipologie di installazione batteria accumulo fotovoltaico
Sono possibili due tipologie di installazione della batteria di accumulo rispetto all’impianto fotovoltaico:
collegamento lato corrente continua (CC o DC): utilizzato per nuovi impianti
collegamento lato corrente alternata (CA o AC): normalmente utilizzato per aggiungere una batteria di accumulo ad un impianto fotovoltaico esistente (retrofit)
Nuovo impianto (collegamento corrente continua)
Nel caso di nuovo impianto, sia fotovoltaico che batteria di accumulo, la soluzione più efficiente prevede il collegamento in corrente continua di batteria e fotovoltaico:
Sistema compatto costituito solamente da inverter, regolatore di carica e batteria
Efficienza maggiore poiché non vi è alcuna conversione continua/alternata/continua tra fotovoltaico e batteria di accumulo
Costo minore per la potenziale presenza di un solo dispositivo che integra tutti i componenti
Retrofit (collegamento corrente alternata)
Nel caso di un impianto fotovoltaico esistente è comunque possibile aggiungere la batteria di accumulo mantenendo l’inverter esistente effettuando il collegamento lato corrente alternata:
Maggiore flessibilità nella scelta di inverter e batteria che sono indipendenti tra di loro
Prodotti diversi selezionabili liberamente
Batteria alimentata dalla rete con facilità
Efficienza inferiore per la doppia conversione tra fotovoltaico e batteria
Costo maggiore per la presenza di più dispositivi
Efficienza accoppiamento fotovoltaico con batteria di accumulo
Riprendendo i contenuti dello studio Energy Storage Inspection 2023, di cui raccomando assolutamente la lettura, riporto questo ulteriore schema che sintetizza i flussi energetici tra i vari componenti dei sistemi che accoppiano fotovoltaico e batteria di accumulo:
E’ abbastanza evidente il vantaggio in termini di efficienza del flusso diretto in corrente continua tra batteria di accumulo e fotovoltaico: tenetelo sempre bene a mente.
Tipologie di batteria accumulo fotovoltaico
Le possibili soluzioni che si trovano sul mercato dell’accumulo di energia fotovoltaica, troviamo le seguenti tipologie di soluzioni:
Batteria con inverter ibrido integrato
inverter ibrido integrato nella batteria di accumulo
fornitore unico per batteria ed inverter
Batteria di accumulo stand-alone
inverter fotovoltaico (o ibrido) esterno
batteria ed inverter potenzialmente di fornitori diversi
Batteria accumulo fotovoltaico con inverter ibrido integrato
Ho selezionato le migliori soluzioni di batteria accumulo fotovoltaico con inverter ibrido integrato presenti sul mercato italiano che siano adatte ad una nuova abitazione unifamiliare:
Migliori batterie di accumulo fotovoltaico con inverter integrato
Alpha ESS SMILE5
Il sistema di accumulo Alpha ESS SMILE5 è una soluzione energetica completa costituita da:
inverter ibrido (con doppio MPPT fino a 6kWp) e batteria di accumulo
modulare: fino a 5 moduli batteria a 48V da 5,7 kWh l’uno
adatto a nuove installazioni lato DC ed installazioni in retrofit lato AC
Funzionalità UPS (anti-black-out)
Garanzia di 10 anni sulla batteria senza limiti di cicli
Trovo molto interessante la possibilità dell’Alpha ESS SMILE5 di intervenire in retrofit su un impianto fotovoltaico esistente potendo aggiungere ulteriori 6,6 kWp lato DC come se fossero un impianto ad isola:
L’azienda italiana Fimer offre due soluzioni per l’accumulo di energia fotovoltaica:
Fimer PowerX: batteria di accumulo fotovoltaico in 3 taglie (capacità 9,6 / 12.8 / 16 kWh) installabili in cascata (fino a 3 unità per 48 kWh totali); disponibile in 5 colori
https://www.youtube.com/watch?v=6yvRCNdIN18
Fimer React 2: accumulo fotovoltaico con inverter ibrido integrato con capacità da 4 a 12 kWh e potenza da 3,6 e 5,0 kW
SolaX Power X-ESS G4
Si tratta di un sistema modulare costituito dai seguenti componenti:
inverter ibrido SolaX Power X1/X3 Hybrid G4
modulo per Matebox che collega inverter, batterie di accumulo, rete elettrica e carichi
batteria di accumulo SolaX Power Triple Power
https://www.youtube.com/watch?v=mwKWSfsgFMM
sonnenBatterie Hybrid 9.53
La famosa azienda tedesca Sonnen propone due soluzioni in grado di coprire qualsiasi esigenza:
sonnenBatterie 10: sistema di accumulo versatile e affidabile, ideale per impianti fotovoltaici esistenti con capacità compresa tra 5,5 e 22 kWh e potenza massima di 4,6 kW
sonnenBatterie Hybrid 9.53: soluzione completa ed efficiente con inverter ibrido integrato per nuovi impianti con capacità compresa tra 2,5 e 15 kWh e potenza massima di 3,3 kW
Lo schema di funzionamento della batteria di accumulo sonnenBatterie Hybrid 9.53 è il seguente:
Schema funzionamento batteria di accumulo sonnenBatterie Hybrid 9.53
Impianto fotovoltaico
Sistema di accumulo
Carichi elettrici
Misuratore di consumi
Rete elettrica
Il comportamento è quello standard:
produzione fotovoltaico > consumi elettrici: si utilizza il surplus per caricare la batteria di accumulo, immettendo in rete solamente l’eventuale ulteriore eccedenza
consumo elettrico > produzione fotovoltaico: la batteria si scarica per compensare la potenza mancante, prelevando eventualmente dalla rete elettrica l’eventuale necessità ulteriore
Viessmann Vitocharge VX3
Batteria accumulo fotovoltaico stand-alone
Le principali caratteristiche da mettere a confronto per mettere a confronto i diversi modelli di batteria di accumulo presenti sul sul mercato sono le seguenti:
modelli di inverter ibrido compatibili (in caso di collegamento DC)
Ho raggruppato direttamente i principali modelli di batteria accumulo fotovoltaico disponibili sul mercato in base la fatto che siano aperti ad inverter ibridi di altre aziende oppure parte di un sistema verticale di gestione energetica chiuso:
I sistemi aperti con collegamento AC sono ovviamente quelli più flessibili perché compatibili con qualsiasi impianto ma non permettono di raggiungere la massima efficienza poiché la batteria non lavora direttamente in corrente continua con l’inverter ibrido.
Di fatto i sistemi integrati chiusi non così differenti dalle batterie di accumulo con inverter ibrido integrato ma hanno dei vantaggi:
fanno normalmente parte di un ecosistema completo per coprire tutte le esigenze (pannelli fotovoltaici, inverter ibrido, wallbox ricarica auto elettrica, gestione energetica intelligente)
hanno comunque la massima efficienza poiché i componenti scambiano energia direttamente in corrente continua
La scelta della tipologia di soluzione dipende dalle esigenze e preferenze specifiche: andare su un sistema energetico di una sola azienda ha l’evidente vantaggio di semplificarci la vita per quanto potrebbe non rendere disponibili funzionalità e tecnologie particolarmente innovative.
BYD Battery Box Premium HVS e HVM
Il colosso cinese BYD propone due modelli di batterie di accumulo fotovoltaico con chimica LFP adatte all’uso domestico:
BYD Battery Box Premium HVS
capacità da 5,1 a 12,8 kWh
fino a 3 moduli in parallelo (max 38,4 kWh)
collegamento DC (200÷500 V)
chimica LFP
BYD Battery Box Premium HVM
capacità da 8,3 a 22,1 kWh
fino a 3 moduli in parallelo (max 66,3 kWh)
collegamento DC (150÷400 V)
chimica LFP
Un grande vantaggio delle batterie di accumulo BYD Battery Box Premium HVS e HVM è il davvero elevatissimo numero di modelli di inverter ibrido compatibili:
Fronius Symo Hybrid, Symo GEN24 Plus e Primo GEN24 Plus
GoodWe ET/BT, EH/BH e EHB
Kako Blueplanet hybrid
Kostal Plenticore Plus, Plenticore BI, Piko e Piko MP Plus
Poiché parte di un ecosistema integrato di gestione energetica, purtroppo la compatibilità di queste batterie è limitata agli inverter GoodWe serie EH/ET/BT ed ET.
Huawei Luna2000
Parte del sistema di gestione energetica Huawei, la batteria di accumulo Huwaei Luna2000 ha le caratteristiche principali seguenti:
capacità da 5 a 15 kWh
potenza di uscita massima da 2,5 a 5 kW
chimica LFP
collegamento DC (360 o 600 V)
compatibile con gli inverter Huawei Sun2000
LG Energy Solutions RESU PRIME
Le caratteristiche dell’ultima generazione di batteria di accumulo LG RESU PRIME sono le seguenti:
capacità di 9,6 o 16 kWh
potenza in uscita 5 o 7 kW
collegamento DC (400 V)
Anche nel caso delle batterie di accumulo LG Energy Solutions ci sono innumerevoli modelli di inverter ibrido compatibili:
Ingeteam IS Storage 1Play
SolarEdge
SMA Sunny Island
SMA Sunny Boy Storage
Sungrow SH
Viessmann Hybrid Inverter
Pylontech Pelio e Force L1/L2
Pylontech è un’azienda cinese pioniere nel mercato delle batteria di accumulo residenziali.
Kostal Piko MP plus: inverter fotovoltaico monofase da 1,0 a 5,0 kW compatibile con le batterie di accumulo BYD Battery Box HV con capacità da 5,1 a 22,1 kWh
Attenzione che la batteria di accumulo viene collegata ad uno dei due ingressi MPPT e quindi di fatto si potrà gestire una sola stringa.
Kostal Plenticore plus: inverter ibrido trifase da 5,5 kW compatibile con la batteria di accumulo BYD Battery Box HV con capacità da 5,1 a 22,1 kWh
SolarEdge StorEdge
Efficienza accoppiamento fotovoltaico con batteria di accumulo
Sul tema efficienza della modalità di integrazione di fotovoltaico e batteria di accumulo, raccomando nuovamente la lettura dello studio Energy Storage Inspection 2023: sono state testate innumerevoli combinazioni tra i prodotti delle principali marche presenti sul mercato tedesco.
Riporto le combinazioni di prodotti, diffusi anche in Italia, che hanno ottenuto il bollino di soluzioni più efficienti:
Questo non vuol dire che le altre combinazioni o marchi non inclusi nello studio comparativo siano necessariamente molto meno efficienti: raccomando di fare sempre un confronto dei costi e benefici complessivi sull’intero ciclo di vita dell’impianto.
Presa domestica e Wall Box ricarica auto elettrica con fotovoltaico
Per concludere il giro dei componenti necessari ad una casa elettrica veramente 2.0, ho preso in considerazione i sistemi di ricarica elettrica domestica che prevedono la possibilità di regolare automaticamente il flusso di ricarica della macchina elettrica in base alla misura dell’energia scambiata con la rete e potendo quindi ottimizzare l’autoconsumo del fotovoltaico.
Come fatto in precedenza ho suddiviso i prodotti principali in base al fatto che siano o meno parte di un ecosistema di gestione dell’energia:
Idee per un sistema completo: inverter fotovoltaico ibrido, batteria di accumulo e presa domestica di ricarica auto elettrica
Per quanto le combinazioni possibili siano davvero innumerevoli, ecco una serie di combinazioni che mi paiono valide che una casa elettrica 2.0 monofamiliare come mi immagino:
contatore monofase 6 kW
consumi elettrici (inclusa piastra induzione) circa 3.000 kWh/anno
auto elettrica con percorrenza media annua di 15.000 km, corrispondenti ad un consumo elettrico di circa 2.500 kWh/annuo
consumo totale annuo di circa 7.000 kWh/anno
Ipotizziamo quindi un impianto seguente:
fotovoltaico da 6 o 9 kW con due stringhe separate (per avere un minimo di flessibilità)
batteria di accumulo con capacità di almeno 9 o 11,5 kWh
Vediamo le combinazioni possibili che potrebbero soddisfare tale scenario; come etichetta di riferimento ho utilizzato la marca principale dei vari componenti:
Fronius
GoodWe
Huawei
Sungrow
Inverter ibrido
Fronius Primo GEN24 6.0 Plus
GoodWe GW6000N-EH
Huawei SUN2000 -6KTL-L1
Sungrow SH6.0RS
Batteria di accumulo
LG RESU FLEX 12.9 o BYD HVM 13.8
GoodWe LX F13.1-H o BYD HVM 13.8
Huawei LUNA2000-15-S0
Sungrow SBR128 o BYD HVM 13.8
Monitoraggio energia
Fronius Smart Meter
GoodWe HomeKit HK1000
Huawei Smart Power Sensor
Sungrow Energy Meter DTSU666
Presa di ricarica
Fronius Wattpilot
GoodWe HCA
Huawei Fusion Charge
Sungrow AC011E-01 Wallbox
Alcune osservazioni:
gli inverter ibridi Fronius Primo GEN24 Plus e Good We GW6000N-EH possono gestire solo fino a 6 kWp di fotovoltaico; gli Huawei SUN2000-6KTL-L1 e Sungrow SH6.0RS riescono invece a gestire anche l’opzione con 9 kWp
non no preso in considerazione SolarEdge: solo ottimizzatori che sono molto costosi
ho escluso Kostal: l’inverter ibrido monofase può gestire una sola stringa e con potenza massima fotovoltaico di 5 kWp (incompatibile col mio scenario)
ITead continua a sfornare nuovi prodotti con un ritmo davvero elevato: scopriamo a fondo l’interruttore WiFi a 1 canale Sonoff Mini R3 che, accoppiato al comando remoto Sonoff S-MATE, è in grado di funzionare anche senza neutro: perfetto per tutte le situazioni in cui dobbiamo integrarlo con i comandi esistenti ma abbiamo problemi nel cablaggio.
Sonoff Mini: una famiglia di interruttori smart
La gamma di interruttori intelligenti Sonoff ad 1 canale con la gestione di un comando di ingresso esterno si è ampliata ed evoluta nel tempo, supportando prima connettività diverse (WiFi e Zigbee) e poi introducendo la capacità di funzionare anche senza neutro:
ITead ha lanciato il nuovo modello di Sonoff Mini che è stato presentato all’inizio come in grado di funzionare senza cavo di neutro.
Sonoff Mini R3
Il funzionamento di uno smart switch senza alimentazione elettrica è una magia solo in apparenza: quando il carico elettrico gestito è di natura resistiva o capacitiva è sufficiente il passaggio di una piccolissima corrente “parassita” per alimentare l’interruttore intelligente ma assolutamente insufficiente per accendere il carico effettivo.
Data l’ormai totale diffusione di lampadine LED o dimmer è raro che il carico sia resistivo: per questo motivo molto spesso insieme ad un interruttore smart senza neutro viene anche fornito un piccolo dispositivo di bypass da collegare in parallelo al carico per far transitare la corrente parassita.
Smart Switch WiFi senza neutro
Un esempio è di interruttore WiFi senza neutro è il popolare Shelly 1L.
Un esempio pratico è quello della trasformazione domotica di un punto luce deviato esistente, il cui schema di collegamento è il seguente:
Schema elettrico punto luce deviato
Il “problema” potenziale si intuisce però solamente quando andiamo ad osservare le scatole ad incasso:
Scatola da incasso punto luce deviato
Per ragioni di spazio già occupato dai moduli di comando oppure semplicemente di lunghezza del cavo neutro disponibile, potremmo trovarci nella situazione di dover tirare un nuovo conduttore nei tubi esistenti: operazione sicuramente difficoltosa e delle volte non possibile.
Un interruttore WiFi come il Sonoff Mini R3 sarebbe dunque perfetto per tutti in quei casi in cui non possiamo intervenire tirando i cavi mancanti, non richiedendo la presenza del cavo neutro nella scatola in cui viene installato, tipicamente quella di un comando esistente che lavora esclusivamente sulla fase. Ma forse manca qualcosa, meglio approfondire e non fermarsi solo ai proclami commerciali al lancio del prodotto.
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Sonoff Mini R3: unboxing, teardown e schema di collegamento
Unboxing
Prendendo il dispositivo da vicino, anche col coperchio in plastica di protezione, possiamo osservarlo nel dettaglio:
Sonoff Mini R3
Dall’alto verso il basso troviamo:
LED di stato connettività (blu)
LED di stato uscita (rosso)
Pulsante accoppiamento / on-off
Morsetti alimentazione neutro (N)
Morsetto ingresso di fase (L in)
Morsetto uscita di fase (L out)
Nelle dimensioni si conferma il recente trend di ITead per essere molto generosa con gli ingombri nei dispositivi da incasso: 54x45x24 mm. In fase di installazione questo vuol dire che occuperà sicuramente un intero modulo della scatola 503: meglio puntare ad inserirlo all’interno di una scatola di derivazione o in un quadro elettrico.
L’interruttore intelligente viene anche fornito di un comodo supporto in plastica per facilitarne l’installazione a muro oppure su un binario DIN all’interno di un quadro elettrico.
Ma emergono due fatti molto importanti:
abbiamo anche il morsetto di alimentazione per il neutro !!!
sembrerebbe che gli ingegneri di ITead si siano pure dimenticati gli ingressi per gestire dei comandi esterni esistenti (interruttore o pulsante) visto che parliamo di un Sonoff Mini R3
In realtà il Sonoff Mini R3 sarebbe semplicemente la terza generazione del Sonoff Basic, ovvero un interruttore smart di base con connettività WiFi senza ingressi per comandi esterni. Peccato che avessero già usato questo nome.
Ma c’è molto altro sotto le apparenze ed è una innovazione vera!
Teardown
Anche questa volta ho voluto approfondire le innovazioni costruttive interne del Sonoff Mini R3 ma senza evitare di fare danni ricorrendo alla documentazione pubblica presente nella certificazione FCC del dispositivo (2APN5MINIR3). Da notare come il dispositivo abbia le certificazioni FCC, RoHs, CE e TuV.
Anche in questo caso, come già per il Sonoff Dual R3 con cui condivide la sagoma esterna, la scheda principale del Sonoff Mini R3 con i componenti elettronici di potenza ed i morsetti di collegamento elettrico è stata separata da una schedina secondaria fissata in verticale con la parte di controllo e connettività:
Sonoff Mini R3 teardown
Notate come:
la serigrafia sul relè indichi come il Sonoff Mini R3 possa gestire un carico con una corrente fino a 16 A
i due morsetti di neutro sono collegati tra di loro e quindi elettricamente equivalenti
Ponendo l’attenzione sulla schedina di controllo e connettività del Sonoff Mini R3 possiamo riconoscere l’MCU di ultima generazione, più performante e con procedura di accoppiamento con la smartphone semplificata: il BL602 con connettività Bluetooth (BLE) e WiFi integrata:
Questo significa che l’accoppiamento iniziale del Sonoff Mini R3 con eWeLink potrà sfruttare temporaneamente la connessione Bluetooth con lo smartphone semplificando sicuramente di molto l’operazione rispetto a dispositivi di generazione precedente che potevano utilizzare esclusivamente il WiFi. Il Sonoff Mini R3 supporta anche la modalità DIY per il controllo tramite rete locale. Leggi la mia guida a Sonoff eWeLink Home Assistant.
Ma la connettività Bluetooth servirà anche a molto altro come scoprirete tra poco.
Schema di collegamento Sonoff Mini R3 stand-alone
Lo schema di collegamento è standard e prevede “ovviamente” la presenza del neutro:
Schema di collegamento Sonoff Mini R3
Nulla ci vieta assolutamente di usare il Sonoff Mini R3 da solo come un classico interruttore WiFi alimentato dalla rete, ma cosa serve ancora per ottenere un interruttore WiFi senza neutro di casa Sonoff?
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Sonoff S-MATE comando remoto eWeLink
Per quanto successivamente al lancio del Sonoff Mini R3, creando probabilmente una discreta confusione, ITead ha introdotto anche il comando remoto Sonoff S-MATE:
Sonoff S-MATE
Le dimensioni di Sonoff S-MATE sono sempre quelle del nuovo form factor ITead 51x45x22 mm.
Il Sonoff S-MATE non è altro che un comando remoto che, collegato a dei comandi tradizionali esterni (interruttore o pulsante), è in grado di azionare il Sonoff Mini R3 ed il carico ad esso collegato sulla base delle azioni svolte fisicamente sui comandi stessi.
Poiché il Sonoff S-MATE è alimentato da una batteria a bottone CR2032 interna, siamo finalmente riusciti ad ottenere un interruttore WiFi senza neutro anche col Sonoff Mini R3.
E’ una soluzione apparentemente contorta considerando solo un singolo punto luce e senza addentrarsi nei dettagli.
Sicuramente il Sonoff S-MATE ha molte potenzialità in scenari di utilizzo più ampi come controllo remoto eWeLink grazie alle possibilità di gestire fino a 3 ingressi e 3 Sonoff Mini R3.
Ma c’è ancora di più sotto le apparenze, lo possiamo intuire mettendo insieme ancora qualche indizio da ritrovare.
Controllo remoto eWeLink
Aprendo virtualmente il Sonoff S-SMATE tramite la documentazione della certificazione FCC (2APN5S-MATE):
Possiamo notare:
slot per la batteria a bottone
scheda principale con sostanzialmente soli morsetti e piste di collegamento elettrico (nessun componente di potenza)
i morsetti di fase L, L1, L2, L3 ed L4 sono connessi tra di loro e quindi elettricamente equivalenti
un dip switch laterale che serve a selezionare se i comandi di ingresso si comportano da interruttore (a destra) o pulsante (a sinistra)
schedina secondaria fissata in verticale con la parte di controllo e connettività
Riconosciamo anche l’MCU AK803 con connettività Bluetooth (BLE).
Tutto questo porta alle considerazioni seguenti:
l’accoppiamento iniziale del Sonoff S-MATE con eWeLink potrà sfruttare la connessione Bluetooth con lo smartphone
la comunicazione tra Sonoff S-MATE e Sonoff Mini R3 avviene tramite Bluetooth (BLE) e non via tradizionale RF a 433 MHz (come erroneamente scritto su altre recensioni)
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Nuova famiglia di prodotti Sonoff con Bluetooth
Possiamo finalmente unire tutti i punti tra di loro: con Sonoff Mini R3 e Sonoff S-MATE è nata una nuova famiglia di prodotti Sonoff basati sulla connettività Bluetooth che si affianca a quelle già consolidate WiFi e Zigbee.
Gli aspetti salienti sono i seguenti:
il Sonoff Mini R3, oltre a fare da interruttore smart, funge anche da hub gateway di collegamento tra la rete Bluetooth mesh interna ed i servizi in cloud eWeLink tramite il proprio collegamento internet tramite WiFi
tutti i dispositivi sono in grado di comunicare tra di loro tramite Bluetooth anche in assenza del collegamento internet o indisponibilità dei servizi in cloud
Siamo entrati nel futuro in cui sia reti Zigbee che Bluetooth permettono l’interconnessione tra i dispositivi intelligenti (e non). Peraltro ITead stessa delinea in modo chiaro una roadmap di nuovi prodotti con supporto alla rete Bluetooth mesh:
dispositivi smart che possono anche fungere da gateway internet come il Sonoff Mini R3: l’interruttore a parete Sonoff S5 SwitchMan o la presa intelligente Sonoff S40/S40 Lite tanto per cominciare
controlli remoti eWeLink che interconnettono comandi esterni tradizionali agli altri dispositivi intelligenti via Bluetooth come il Sonoff S-MATE: il primo esempio successivo è il comando a parete Sonoff R5
Il risultato è rispecchiato nel diagramma logico di funzionamento seguente:
Architettura funzionamento dispositivi Sonoff con Bluetooth
Non mi stupirei che il prossimo ad essere parte di questa architettura possa essere il Sonoff NSPanel che dispone anche di connettività Bluetooth.
Secondo me questa volta ITead non ha fatto da inseguitore ad Allterco: chapeaux!
Sonoff Mini R3 + Sonoff S-MATE: interruttore WiFi senza neutro
Possiamo finalmente mettere tutto insieme per ottenere questa nuova soluzione ITead per domotizzare un punto luce con comandi esistenti senza dover per forza aggiungere un conduttore neutro al cablaggio esistente: Sonoff Mini R3 + Sonoff S-MATE.
Lo schema elettrico di collegamento per utilizzare un Sonoff Mini R3 con un Sonoff S-MATE con un comando esterno esistente è il seguente:
Schema collegamento Sonoff Mini R3 + Sonoff S-MATE
Volendo sfruttare tutte le potenzialità di Sonoff S-MATE potrete pilotare fino a tre Sonoff Mini R3 da altrettanti comandi esterni esistenti:
Schema collegamento Sonoff Mini R3 + Sonoff S-MATE
Vi prego di interpretare criticamente il primo schema presente nella documentazione ufficiale ITead, che non riporto nemmeno, perché potrebbe far erroneamente pensare la connessione fisica tra i dispositivi sia necessaria come indicato: evidenzia solamente che per comodità si può assolutamente mantenere il cablaggio esistente con tutti i conduttori di fase collegati tra di loro.
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Sonoff Mini R3 + Sonoff S-MATE: utilizzo con eWeLink
Poiché abbiamo già fatto una introduzione lunghissima, vi rimando preliminarmente alla lettura della mia guida ad eWeLink App.
Per l’accoppiamento dei dispositivi, dopo aver premuto a lungo il pulsante fino ad avere il LED di stato con cicli di due lampeggi brevi ed uno lungo, occorrerà procedere su eWeLink scegliendo rispettivamente:
Accoppiamento Bluetooth per Sonoff Mini R3
Controllo remoto per il Sonoff S-MATE
Proseguendo nel wizard di configurazione su eWeLink per Sonoff Mini R3 dovrete associare il comando remoto eWeLink (ovvero il Sonoff S-MATE in questo caso).
Il Sonoff S-MATE può ovviamente essere utilizzato come evento all’interno di scene eWeLink.
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Spoiler: Sonoff ZBMINI-L
Prima di redigere un articolo dedicato, cito anche il neonato interruttore smart senza neutro con connettività Zigbee Sonoff ZBMINI-L:
Vuoi comandare le tapparelle con smartphone, Alexa e Google Home ? Scopri la mia guida a Shelly 2.5 e tapparelle completa di schema elettrico di collegamento.
Per elettrificare una serranda avvolgibile e’ necessario inserire all’interno del rullo dove si arrotolano le tapparelle, un motore tapparelle elettriche:
Motore tapparelle elettriche
Per determinare la coppia (Nm) del motore tapparelle elettriche necessario per realizzare l’automazione di un avvolgibile è necessario conoscere:
peso della tapparella
diametro del tubo di avvolgimento
Il peso della tapparella può essere calcolato conoscendo superficie e peso unitario (kg/m²) del materiale utilizzato, ad esempio utilizzando la tabella seguente:
[table id=73 responsive=flip/]
Mediante la tabella sinottica seguente possiamo determinare la coppia del motore tapparelle elettriche necessario, avendo sempre l’accortezza di aumentare del 50% il peso dell’avvolgibile come margine di sicurezza:
Coppia motore tapparelle elettriche
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Il comando tapparelle elettriche tradizionale viene effettuato mediante pulsanti inter-bloccati a muro che consentono di alzare ed abbassare gli avvolgibili:
Lo schema elettrico di collegamento tra il pulsante inter-bloccato ed il motore tapparelle elettriche e’ il seguente:
Un motore per tapparelle elettriche e’ normalmente dotato di un finecorsa meccanico ovvero un dispositivo ad ingranaggi che misura i giri effettuati dal motore, equivalenti alla distanza percorsa dal telo avvolgibile, e ne arresta la corsa nel punto desiderato.
Dopo avere effettuato l’installazione del motore e’ necessario effettuare la regolazione dei finecorsa per la salita e per la discesa.
Comandare le tapparelle elettriche con Shelly 2.5
Se hai già montato un motore tapparelle elettriche con il semplice pulsante a muro, potresti passare al comando tapparelle elettriche WiFi per facilitarti ulteriormente la vita:
chiudere tutti gli avvolgibili contemporaneamente con un solo clic
alzare ed abbassare le serrande mentre sei comodamente a letto o sul divano
azionare le tapparelle da remoto ovunque tu sia mediante lo smartphone
comandare la tapparelle con Alexa o Google Home mediante la tua voce
aprire o chiudere automaticamente le serrande ad una certa ora
aprire le tapparelle alla posizione percentuale desiderata
Una soluzione a tutte queste esigenze è Shelly 2.5 che, date le dimensioni particolarmente ridotte, ti permette l’installazione direttamente nel cassonetto della tapparella oppure in una scatola di derivazione / quadro dell’impianto elettrico.
Shelly 2.5 e tapparelle: come funziona
Lo Shelly 2.5 e’ un interruttore WiFi a 2 canali con misurazione dei consumi elettrici parte della famiglia Shelly Cloud:
Shelly 2.5
Lo Shelly 2.5 e’ adatto all’installazione ad incasso grazie alle dimensioni davvero ridotte (39 mm x 36 mm x 17 mm) che consentono di montarlo anche in una scatola di derivazione:
La caratteristiche che rendono attualmente lo Shelly 2.5 unico come interruttore tapparelle WiFi sono le seguenti:
misurando i consumi del carico collegato è in grado di calibrare automaticamente i tempi di apertura e chiusura necessari e quindi successivamente gestire la posizione in percentuale delle tapparelle
dispone di due ingressi che consentono di collegarlo in modo semplicissimo con i pulsanti inter-bloccati esistenti
Queste caratteristiche assicurano che sull’app Shelly Cloud, disponibile sia per Android che iOS, sia sempre noto lo stato e la posizione del motore tapparelle elettriche andando automaticamente in pausa a fine corsa.
Schema elettrico di collegamento Shelly 2.5 con tapparelle elettriche
Trovate preliminarmente il cavo elettrico che dal pulsante di comando esistente arriva al motore elettrico ed identificare i singoli conduttori:
conduttore per la direzione salita (nero nell’esempio)
conduttore per la direzione discesa (marrone)
conduttore di alimentazione neutro (blu) e fase (grigio)
conduttore di terra (verde)
Lo schema elettrico di collegamento tra Shelly 2.5 e motore tapparelle elettriche con pulsante doppio inter-bloccato e’ il seguente:
il cavo della direzione salita dal pulsante doppio inter-bloccato (rosa nello schema) all’ingresso SW2 dello Shelly 2.5
il cavo del motore elettrico direzione salita (nero nello schema) all’uscita 02 dello Shelly 2.5
il cavo della direzione discesa dal pulsante doppio inter-bloccato (rosso nello schema) all’ingresso SW1 dello Shelly 2.5
il cavo del motore elettrico direzione discesa (marrone nello schema) all’uscita 01 dello Shelly 2.5
Schema elettrico di collegamento tra Shelly 2.5 tapparelle elettriche
Configurazione Shelly 2.5 con tapparelle elettriche
Una volta effettuato il collegamento elettrico dello Shelly 2.5 al motore tapparelle e’ necessario associarlo all’app ed effettuare la configurazione.
Raccomando la lettura preliminare della guida a Shelly Cloud App, mentre qui ci focalizzeremo sulle configurazioni specifiche.
Per poter utilizzare lo Shelly 2.5 per comandare le tapparelle occorre configurarlo nelle impostazioni sull’app Shelly Cloud in modalità Roller Shutter:
La prima operazione che raccomando di effettuare e’ la calibrazione automatica:
Lo Shelly 2.5 effettua la calibrazione automatica mediante due cicli di apertura e chiusura delle tapparelle: grazie alla misura della potenza elettrica assorbita determina esattamente quando i finecorsa meccanici interrompono il funzionamento del motore e di conseguenza i tempi di apertura e chiusura effettivamente necessari.
Questa operazione iniziale consentirà allo Shelly 2.5 di gestire in modo accurato la posizione in percentuale di apertura delle tapparelle.
Opzioni di configurazione Shelly 2.5 con tapparelle elettriche
Nella modalità Roller Shutter sono disponibili numerose funzioni specifiche per la gestione delle tapparelle.
All’interno delle Impostazioni dello Shelly 2.5 in modalità Roller Shutter (tapparelle) abbiamo, oltre alla calibrazione, queste opzioni aggiuntive o modificate:
Power on default mode: azione effettuata dopo una mancanza di alimentazione elettrica (apertura/chiusura/fermo)
Open/Close working time: tempo di funzionamento del motore, differenziato tra apertura e chiusura; utile nel caso non si faccia la calibrazione automatica
Input buttons mode: selezione tra uno o due pulsanti di ingresso
Button type: tipologia di comando di ingresso (pulsante o interruttore)
Swap inputs: scambio dei comandi di ingresso
Reverse directions: scambio delle direzioni di movimento
All’interno della Sicurezza dello Shelly 2.5 in modalità Roller Shutter (tapparelle) abbiamo invece queste voci aggiuntive:
Obstacle detection: grazie alla misura del consumo elettrico riconosce se il motore sia stato bloccato nel corso del movimento da un ostacolo
Safety switch: in caso di un solo pulsante esterno (One button) e possibile collegarne un secondo con funzione di sicurezza
Shelly 2.5 permette di comandare le tapparelle con Alexa e Google Home: leggi la mia guida a Shelly Alexa e Google Home. Per approfondire come gestire più tapparelle contemporaneamente, leggi la mia guida alle migliori routine Alexa.
Evidenzierei che lo Shelly 2.5 viene riconosciuto da Alexa e Google Home come dispositivo di gestione tapparelle in quanto in grado di controllarne precisamente la posizione. Questo assicura che sia supportata quindi la gamma completa di comandi vocali per gestire tapparelle e tende:
“Alexa, apri le tapparelle”
“Alexa, chiudi le tapparelle”
“Alexa, abbassa le tapparelle”
“Alexa, ferma le tapparelle”
“Alexa, Imposta le tapparelle al 50%”
L’unico limite della famiglia di dispositivi Shelly, per quanto non sostanziale, è che al momento non supportano IFTTT.
Scopri come funziona una presa WiFi smart o una multi presa intelligente e scegli la migliore tra Sonoff, Meross, Shelly e Tuya Smart Life compatibili come le prese intelligentiAmazon Smart Plug, Teckin Smart Plug e Maxcio con cui spegni gli elettrodomestici con un click tramite lo smartphone o con la voce grazie Alexa e Google Home. La mia guida completa di istruzioni su come configurare prese Tuya Smart Life.
Come funziona una presa WiFi smart intelligente
Grazie ad una presa WiFi smart intelligente, utilizzando semplicemente il tuo smartphone o la tua voce tramite un altoparlante intelligente Alexa o Google Home, spegni gli elettrodomestici con un click:
accensione e spegnimento di luci, per risparmiare energia elettrica o simulare la nostra presenza e sviare eventuali malintenzionati
gestione di elettrodomestici e dispositivi elettronici come macchina del caffè, lavatrici, caldaie, climatizzatori o addirittura impianti di irrigazione
monitoraggio dei consumi elettrici
programmazione temporale delle accensioni e degli spegnimenti della presa WFi smart intelligente ad orari prefissati o in base ad eventi provenienti da altri oggetti intelligenti come telecamere, sensori di movimento o di perdita d’acqua
Vediamo ora come funziona una presa WiFi smart intelligente controllando un dispositivo da remoto o mediante comandi vocali grazie allo scambio di tra i dispositivi stessi e l’app su smartphone oppure Google Home o Alexa attraverso l’uso di servizi in cloud:
Tenete sempre bene a mente come funziona una presa WiFi smart intelligente: in caso di problemi nel collegamento internet della vostra abitazione oppure dei servizi in cloud potreste non essere in grado di accendere o spegnere il carico collegato se non tramite il pulsante a bordo del dispositivo stesso.
Caratteristiche di una presa WiFi smart intelligente o una multi presa intelligente
Quali sono le caratteristiche e le funzionalità che dobbiamo valutare prima di scegliere una presa WiFi smart o multi presa intelligente in alternativa ad altre soluzioni di domotica fai da te per la nostra casa ?
Facilità di installazione
L’utilizzo delle prese elettriche esistenti non deve richiede modifica alcuna all’impianto elettrico consentendo a chiunque di rendere smart i propri elettrodomestici in un tempo brevissimo
Carico massimo
La corrente elettrica massima richiesta deve essere supportata dalle prese Smart WiFi: 16 Ampere (3,5 kW) sono ampiamente sufficienti per tutti normali apparecchi domestici
Oltre ad un presa WiFi smart intelligente delle solite Sonoff, Meross e Shelly valutate anche prodotti di aziende cinese emergenti come Teckin e Maxcio che producono smart plug compatibili con l’app Smart Life di cui fornirò istruzioni.
Prese intelligenti smart WiFi migliori: dimensioni
Per evitare brutte sorprese tra realtà ed aspettativa in foto, ho approfondito le dimensioni di ingombro di ciascun modello di presa WiFi smart intelligente e suddividendole in tre categorie:
presa WiFi smart intelligente slim: Shelly Plug S, Aisirer, Teckin Smart Plug ed Elgato Eve Energy
Prese intelligenti smart WiFi: app Sonoff eWeLink, Shelly Cloud, Tuya Smart Life e Meross
Abbiamo visto in precedenza come funziona una presa WiFi smart intelligente: il cuore sono le app / servizi in cloud di gestione deo dispositivi intelligenti, tra i quali le prese smart WiFi.
Meritano di essere prendere in considerazione le seguenti:
eWeLink
I popolarissimi interruttori WiFi Sonoff
Smart Life
Supporta molti dispositivi di marche differenti (Tuya)
Meross
Ampia disponibilità di dispositivi intelligenti Meross di elevata qualità.
Shelly Cloud
Device smart innovativi Shelly. Non compatibile con IFTTT.
TP-Link Tapo
Tapo è la serie di dispositivi smart di nuova generazione TP-Link.
Ciascuna presa WiFi smart intelligente valutata è comodamente controllabile con la voce sia mediante Google Home che Alexa, grazie al pieno supporto dei rispettivi servizi in cloud. Ovviamente Amazon Smart Plug è nativamente compatibile con Alexa.
Prese intelligenti smart WiFi Apple HomeKit a confronto
Per quanto non sia un fan del mondo Apple, ho incluso in questa valutazione marche e modelli di prese smart WiFi intelligenti Apple HomeKit più diffuse sul mercato:
– misura consumi elettrici – ampia famiglia di dispositivi e sensori smart per la casa – consumi limitati (Bluetooth)
– e’ necessario un HomePod o una Apple TV per il controllo fuori casa – gestione solo mediante Apple
KooGeek
– misura consumi elettrici – compatibile con Alexa e Google Home – gestione anche con smartphone Android – ampia famiglia di dispositivi e sensori smart per la casa
– ingombro
Meross
– compatibile con Alexa e Google Home – gestione anche con smartphone Android – diversi modelli (Schuko, italiana, per esterno) – ampia famiglia di dispositivi e sensori smart per la casa
VOCOlinc
– compatibile con Alexa e Google Home – gestione anche con smartphone Android – diversi modelli (Schuko, italiana, per esterno) – ampia famiglia di dispositivi e sensori smart per la casa
Prese Smart HomeKit Elgato Eve Energy vs KooGeek
Personalmente, se fossi un fan Apple, sceglierei le prese Smart intelligenti Apple HomeKit Meross.
Multi prese e ciabatte elettriche intelligenti WiFi
Data la quantità enorme di dispositivi che dobbiamo alimentare o ricaricare in casa siamo tutti probabilmente pieni di ciabatte elettriche: sul mercato stanno cominciando a comparire le prime multi prese elettriche Smart WiFi intelligenti.
Le caratteristiche delle multi prese elettriche WiFi Smart intelligenti sono sostanzialmente le stesse di una presa WiFi smart intelligente, a cui aggiungere la gestione di più prese anche USB.
Come configurare una presa WiFi Tuya Smart Life compatibile: istruzioni per Teckin o Maxcio smart plug
Ho acquistato una presa WiFi smart intelligente Houzetek che ho scelto soprattutto per le dimensioni estremamente compatte, come la Teckin Smart Plug, rispetto ad un semplice adattatore Schuko:
La presa WiFi smart intelligente Houzetek e’ dotata di un pulsante con LED di stato che permette di accendere e spegnere manualmente e verificarne direttamente lo stato:
La presa WiFi smart intelligente e’ compatibile con l’app Smart Life: tutte le istruzioni seguenti su come configurare Smart Life si applicano anche alle smart plug Teckin e Maxcio.
Dopo aver premuto a lungo il pulsante con il conseguente lampeggio del LED di stato sulla presa WiFi intelligente si può eseguire la procedura di accoppiamento su Smart Life:
Come configurare presa Smart Life
Mediante l’app Smart Life potrete comandare l’accensione/spegnimento, controllare i consumi istantanei e verificare i consumi storici del carico collegato alla presa WiFi smart intelligente Houzetek:
E’ possibile utilizzare le misure elettriche effettuate (energia, corrente, potenza e tensione) come condizioni aggiuntive rispetto a quelle consuete di un interruttore intelligente (conto alla rovescia, stato) all’interno di una scena di automazione di Smart Life:
Grazie al supporto completo di Google Home ed Alexa da parte di Tuya Smart Life potrete comandare la presa WiFi smart intelligente Houzetek anche con la sola vostra voce.
Se fossero necessarie ulteriori istruzioni su come configurare presa Tuya Smart Life come Teckin Smart Plug o Maxcio commentate l’articolo !
Prese o ciabatte Smart intelligenti WiFi: conclusioni
Sei pronto ora a scegliere la miglior presa WiFi smart o multi presa intelligente Sonoff, Shelly, Meross, Apple HomeKit o Tuya Smart Life compatibile come Teckin Smart Plug o Maxcio ?
Non solo sistemi di allarme e vigilanza domestica sempre più evoluti, ma anche le modalità di accesso alle nostre case cambiano ed evolvono grazie alla tecnologia.
Le porte blindate, infatti, oggi possono integrare sistemi diingresso smart che bypassano l’uso delle chiavi tradizionali, puntando invece su credenziali digitali e autenticazione biometrica. (altro…)
L’architettura, nel suo significato più autentico, è la disciplina che modella il proprio spazio vitale, cercando un punto d’incontro tra le esigenze umane e il contesto che ci ospita. Per lungo tempo, il modello edilizio che si è imposto è stato di natura prevalentemente industriale, fondato sull’impiego massiccio di risorse non rinnovabili e su una netta separazione tra l’edificio e ciò che lo circonda. Questo approccio ha generato strutture spesso energivore, quasi estranee al territorio, con un impatto profondo sull’ecosistema e sul benessere di chi, in quegli spazi, vive. In risposta a questa disconnessione, si è fatta strada una filosofia progettuale differente, che mira a ristabilire un dialogo. Non un’architettura che impone la sua presenza, ma che cerca di integrarsi. I progetti di bioarchitettura non definiscono uno stile, quanto piuttosto un metodo olistico, un approccio che considera la salute dell’uomo e quella del pianeta come obiettivi paralleli e inscindibili. (altro…)
Percepire un reale benessere all’interno della propria casa è un’esperienza complessa. Non si tratta più, come un tempo, di avere semplicemente la giusta temperatura nell’ambiente. Oggi, il comfort è un equilibrio più sottile, un’armonia che include la purezza dell’aria che si respira, il corretto tasso di umidità e l’assenza di fastidiosi rumori di fondo. Questa nuova e più profonda consapevolezza si scontra però con una realtà costruttiva precisa: le abitazioni moderne, specialmente quelle ad alta efficienza, sono progettate per essere involucri quasi ermetici. Questa sigillatura, eccellente per trattenere il calore in inverno e il fresco in estate, ha reso il vecchio gesto di aprire le finestre non solo insufficiente, ma spesso controproducente. Si vanifica l’efficienza energetica per cui la casa è stata progettata, si introducono pollini, inquinanti atmosferici e rumore.
In questo contesto, la ventilazione meccanica controllata (VMC) ha smesso di essere considerata un optional per diventare un organo tecnico necessario dell’edificio. Il suo ruolo, tuttavia, si è evoluto rapidamente, superando di gran lunga il semplice compito di “cambiare l’aria”. I sistemi più avanzati sono ormai il fulcro di una gestione climatica totale, dove l’integrazione tra vmc riscaldamento e raffrescamento definisce un nuovo e più elevato standard abitativo.
L’aspirazione a una casa realmente intelligente, dove luci, riscaldamento, sistemi di sicurezza e intrattenimento dialogano tra loro in modo fluido e automatizzato, è un desiderio sempre più diffuso. Tuttavia, questa visione si scontra spesso con la realtà di un mercato frammentato, dominato da ecosistemi chiusi (i cosiddetti “walled gardens”) che non comunicano tra loro e che dipendono quasi interamente da server cloud esterni, sollevando legittime preoccupazioni sulla privacy e sulla continuità del servizio. In questo contesto, Home Assistant si è imposto come la soluzione open-source di riferimento: un cervello centrale, privato e potentissimo, capace di unificare centinaia di dispositivi e servizi diversi. Per molti, però, l’idea di installare home assistant evoca l’immagine di un processo complesso, riservato a programmatori ed esperti di reti. In realtà, grazie all’evoluzione del software, questo processo è oggi molto più accessibile di quanto si pensi. (altro…)
Il fascino di un’abitazione storica risiede nella sua capacità di raccontare una storia, in quell’atmosfera unica che travi a vista, muri spessi e materiali originali sanno trasmettere. Spesso, però, l’idea di intervenire su queste strutture per adeguarle agli standard di comfort moderni si scontra con il timore di comprometterne l’autenticità. Si tende a pensare che “casa intelligente” sia sinonimo di design minimale, display a parete e soluzioni invasive, incompatibili con il sapore dell’antico. Eppure, proprio quando si affronta una ristrutturazione casa antica, la tecnologia domotica, se selezionata con cura, si rivela la migliore e più discreta alleata per valorizzare l’edificio, migliorarne l’efficienza e renderlo pienamente vivibile, senza ferirne l’anima. (altro…)
Il confronto con i costi dell’energia è diventato un’abitudine, così come lo è una maggiore attenzione all’impatto ambientale delle proprie scelte. La gestione dei consumi domestici è un tema che tocca tutti da vicino, un obiettivo che per tradizione è stato affidato alla disciplina individuale: il classico gesto di spegnere la luce uscendo da una stanza, la regolazione manuale del termostato, l’attenzione a non lasciare dispositivi in standby. Questi sforzi, sebbene importanti, si scontrano con i limiti della costanza e della precisione umana. È in questo contesto che la tecnologia offre oggi un supporto radicalmente diverso, trasformando l’abitazione da un’entità passiva, che subisce i consumi, a un sistema intelligente e reattivo. L’integrazione della tecnologia domestica non è più solo una questione di comfort, ma si rivela uno strumento strategico per l’efficienza. Il legame tra domotica e risparmio energetico sta diventando un pilastro della progettazione abitativa, capace di generare riduzioni di spreco concrete senza che sia necessario sacrificare la qualità della vita. (altro…)
L’ancestrale fascino del fuoco, con il suo calore avvolgente e la sua luce danzante, rappresenta da sempre un potente richiamo, un simbolo di focolare domestico e di serena convivialità. Tuttavia, il sogno di possedere un camino si scontra spesso con le complessità del vivere moderno: normative edilizie stringenti, appartamenti privi di canna fumaria, spazi ridotti o semplicemente il desiderio di evitare le complicazioni gestionali di un camino a legna.
Anche le soluzioni a gas, sebbene performanti, possono comportare vincoli installativi e la necessità di un’aerazione, che non tutti apprezzano quando si cerca di trattenere il calore in casa. In questo scenario, la tecnologia offre una risposta brillante, capace di coniugare estetica e funzionalità: i camini elettrici, una soluzione che sta ridefinendo il concetto di calore e atmosfera in casa. Ma approfondiamo meglio come funzionano questi interessanti strumenti. (altro…)
Le stufe elettriche sono dispositivi che permettono di riscaldare gli ambienti domestici in modo efficace, utilizzando unicamente la corrente elettrica.
Semplici da utilizzare, non necessitano di particolari interventi di installazione. È infatti sufficiente collocarli nella stanza desiderata e collegarli a una presa elettrica per metterli subito in funzione. Questo aspetto le rende particolarmente versatili e pratiche, perfette per riscaldare casa all’arrivo dei primi freddi, quando i termosifoni non sono ancora in funzione, o per ottenere calore immediato in determinate situazioni e momenti della giornata.
In questo articolo, dopo una breve panoramica dei modelli disponibili, andremo a scoprire quando può risultare utile ricorrere a una stufa elettrica e come scegliere quella più in linea con le proprie esigenze.
Stufa elettrica: di cosa si tratta
Come anticipato nell’introduzione, le stufe elettriche non sono altro che dispositivi di riscaldamento in grado di generare calore sfruttando la corrente elettrica, senza che sia necessario ricorrere all’uso di gas, pellet, legna o altri tipi di combustibile. In commercio è possibile trovare numerosi modelli, spesso basati su tecnologie molto diverse tra loro, ma accomunati da una serie di caratteristiche essenziali. Tra queste rientrano:
un tipo di funzionamento che non richiede canna fumaria;
la mancata emissione di sostanze nocive e di fumo;
la possibilità di spostarle facilmente da un ambiente a un altro;
la facilità di utilizzo e di manutenzione;
la capacità di riscaldare in modo adeguato ambienti di piccole o, in alcuni casi, medie dimensioni.
Le differenze derivano principalmente dal tipo di tecnologia utilizzata per riscaldare l’ambiente, la quale può sfruttare, a seconda dei casi, il principio:
della convezione, in cui l’aria fredda tende a scendere e l’aria calda, più leggera, a salire: le stufe elettriche che sfruttano questo principio presentano una resistenza interna, predisposta a riscaldare l’aria. Nel caso dei termoventilatori è inoltre presente una ventola che favorisce la circolazione dell’aria calda nell’ambiente, accelera il processo di riscaldamento e regala un calore più uniforme. Tra i modelli che fanno parte di questo gruppo è possibile includere anche i termoconvettori e i radiatori a olio elettrici;
dell’irraggiamento, consistente nella diffusione del calore tramite onde elettromagnetiche: in questo gruppo rientrano quelle stufe elettriche che, anziché riscaldare l’aria presente nell’ambiente, forniscono calore diretto e immediato a oggetti, persone, superfici. Tra i modelli disponibili rientrano quelli a infrarossi, al quarzo e le stufe alogene.
Quando usare una stufa elettrica
Data la loro estrema versatilità e l’elevato numero di tipologie e modelli disponibili, le stufe elettriche possono risultare utili in numerose situazioni. A titolo d’esempio, è utile avere a disposizione una stufetta elettrica:
al mattino, per ottenere calore immediato e localizzato quando si abbandona il tepore del letto, riducendo lo sbalzo di temperatura e rendendo il risveglio più piacevole;
all’arrivo dei primi freddi o delle prime giornate calde, quando il riscaldamento tradizionale non è ancora in funzione o è già stato spento, e si necessita di aumentare un po’ la temperatura in una o più stanze della propria abitazione
in una casa vacanze utilizzata per poche settimane all’anno in cui non si ritiene utile o opportuno installare un impianto di riscaldamento tradizionale
nel bagno, per rendere meno traumatica l’uscita dalla doccia o dalla vasca
in qualsiasi stanza della casa, per supportare il lavoro del riscaldamento principale e ottenere una temperatura ancora più gradevole.
Oltre a questo, le stufe elettriche risultano una scelta ottimale ogni qualvolta si desideri riscaldare un solo ambiente della casa alla volta o ottenere calore immediato e istantaneo in un punto preciso della stanza.
Come scegliere la stufa elettrica perfetta per la propria casa
Se arrivati a questo punto si è certi di avere bisogno di questo tipo di dispositivo di riscaldamento, si può iniziare a dare un’occhiata ai modelli disponibili nei negozi online. Siti specializzati come quello di Leroy Merlin mettono a disposizione un ampio catalogo di stufe elettriche destinate non solo ai locali domestici, ma anche a quelli commerciali. Ogni modello è accompagnato da descrizioni e accurate schede tecniche, indispensabili per individuare a colpo sicuro il modello perfetto.
Tra le caratteristiche che è necessario prendere in considerazione per non commettere errori durante la scelta rientra naturalmente, in primo luogo, la tipologia.
Questa deve essere scelta in base alle esigenze di riscaldamento da soddisfare. In particolare, se l’obiettivo è quello di riscaldare un’intera stanza, si può optare per un modello a convezione; laddove invece si desiderasse ottenere calore localizzato si può puntare su uno a irraggiamento. Oltre a questo, se l’ambiente da riscaldare è molto ampio, meglio scegliere un radiatore a olio, mentre se si vuole riscaldare la stanza rapidamente e in modo uniforme, è preferibile optare per un termoventilatore.
Altri aspetti da prendere in considerazione sono:
la potenza;
le dimensioni;
la presenza di termostato, timer e funzioni smart;
in caso di dispositivi destinati al bagno o alla cucina, la resistenza agli schizzi d’acqua e all’umidità;
la presenza di sistemi disicurezza in caso di caduta o ribaltamento.
Dopo aver selezionato le tipologie che rispondono a tutte le proprie esigenze, sarà semplice trovare il modello più adatto alla propria casa o ufficio.
L’isolamento termico e quello acustico svolgono un ruolo fondamentale nel garantirebenessere abitativo e risparmio energetico.
Un ambiente ben isolato termicamente, infatti mantiene una temperatura stabile, riducendo la necessità di sistemi di riscaldamento e/o raffrescamento, con conseguente abbattimento dei costi in bolletta e un minore impatto ambientale. Allo stesso tempo, unbuon isolamento acustico protegge dall’inquinamento sonoro e migliora la qualità della vita, soprattutto in zone urbane o molto trafficate.
Per ottenere risultati ottimali, è necessario scegliere tecnologie e prodottiinnovativi, in grado di offrire prestazioni elevate in entrambi gli ambiti, come ad esempio quelli disponibili sul sito di Trocellen dedicato alla vendita di materiali isolanti. Vediamone alcuni esempi.
Materiali per isolare il parquet
Chi ha un pavimento in parquet sa quanto possano risultare fastidiosi i rumori da calpestio, soprattutto con un utilizzo quotidiano e prolungato. Per migliorare il comfort acustico degli ambienti, è fondamentale intervenire con un buon isolamento sotto il pavimento.
Il polietilene espanso reticolato fisicamente è una delle soluzioni più efficaci in questo ambito. Si tratta di un materiale leggero, resistente e flessibile, che offre ottime prestazioni isolanti anche con spessori ridotti.
Proprio per queste caratteristiche, è ideale da utilizzaresotto il parquet o altri tipi di pavimentazione. In più, è facile da installare, adattandosi bene sia a nuove costruzioni che in caso di interventi di ristrutturazione.
Cosa è necessario per isolare le tapparelle
Per isolare in modo efficace i cassonetti delle tapparelle, una soluzione pratica è il polietilene espanso reticolato a celle chiuse, in versione autoadesiva. Questo materiale aderisce facilmente a diverse superfici ed offre un’eccellente protezione sia termica che acustica.
Le sue proprietà isolanti, infatti, aiutano a ridurre la dispersione di calore e a limitare i rumori provenienti dall’esterno, contribuendo così a un maggiore comfort abitativo. Inoltre, questo materiale è in grado di prevenire la formazione dei ponti termici, spesso presenti nei cassonetti. In più è resistente a muffe, batteri e umidità, garantendo igiene e durata nel tempo.